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Cos’è la celiachia

La celiachia (detta anche malattia celiaca) è una malattia dell’apparato digerente che danneggia l’intestino tenue e interferisce con l’assorbimento dei nutrienti presenti negli alimenti. Le persone affette da celiachia sono intolleranti al glutine, una proteina contenuta nel grano, nell’orzo e nella segale. Il glutine si trova principalmente negli alimenti, ma se ne trovano tracce anche nei prodotti di uso comune come i farmaci, integratori, burro cacao…

Quando le persone affette da celiachia assumono alimenti o usano prodotti che contengono glutine, il loro sistema immunitario reagisce danneggiando o distruggendo i villi intestinali, le piccole protuberanze a forma di dito che costituiscono la mucosa intestinale. I villi, di solito, consentono l’assorbimento delle sostanze nutritive che attraversando la parete dell’intestino tenue vanno a finire nel sangue. Se i villi non funzionano bene la persona manifesta sintomi da malnutrizione, anche se si alimenta con regolarità ed in modo corretto.

I sintomi della celiachia sono parzialmente variabili da un soggetto all’altro, ma possono comprendere:

La celiachia può essere vista

  • sia una malattia di malassorbimento (cioè dovuta al fatto che le sostanze nutritive non vengono assorbite correttamente),
  • sia come una reazione immunitaria anomala al glutine.

Nota come sprue celiaca, sprue non tropicale o enteropatia da glutine, si trasmette geneticamente, può cioè interessare diversi membri della stessa famiglia, ma in alcuni pazienti si scatena per la prima volta dopo uno specifico evento stressante, come ad esempio

  • interventi chirurgici,
  • gravidanza o parto,
  • infezione virale,
  • uno stress emotivo molto forte.

La celiachia è diffusa in tutto il mondo: all’inizio si pensava che fosse una malattia infantile rara, ma ad oggi sappiamo che si tratta di una condizione relativamente frequente, che interessa circa l’1% della popolazione; tra le persone con un parente di primo grado (genitore, fratello o figlio) a cui è stata diagnosticata la celiachia, più di una su 22 potrebbe essere colpita dalla malattia.

La celiachia è ancora più frequente tra le persone affette da altre malattie genetiche, come ad esempio la sindrome di Down.

C’è qualche problema se non sono celiaco ma escludo lo stesso il glutine dalla dieta perché ho letto che fa male?

Si legge sempre più spesso che escludere il glutine dalla propria alimentazione sia una scelta sana e in grado di favorire uno stato di benessere, ma non è così! Non solo eliminare questa molecola dalla dieta può diventare economicamente impegnativo, ma se fatto senza le giuste competenze può esporre il soggetto a pericolose carenze per esempio verso specifici aminoacidi e altri micronutrienti (fibra, vitamine del gruppo B, antiossidanti, ferro, selenio e magnesio).

Paragone tra villi intestinali sani ed atrofici

iStock.com/ttsz

Sintomi

Bambini

Le manifestazioni sono ampiamente variabili, ma i sintomi che interessano il tratto digerente sono particolarmente frequenti nei neonati e nei bambini piccoli; possono comprendere

  • gonfiore e dolore addominale,
  • diarrea,
  • vomito,
  • costipazione,
  • feci pallide, maleodoranti o oleose,
  • dimagrimento.

Un altro sintomo frequente nei bambini è l’irritabilità.

Il cattivo assorbimento delle sostanze nutritive, proprio in quel periodo in cui la nutrizione è più importante per la crescita e lo sviluppo normale del bambino, può dare origine ad altri problemi, come ad esempio difficoltà di sviluppo nei neonati, ritardi nella crescita e bassa statura, ritardi nella pubertà e difetti dello smalto dentale nei denti definitivi.

Adulti

I sintomi della celiachia variano da persona a persona e possono colpire sia l’apparato digerente che altre parti dell’organismo; gli adulti hanno meno probabilità di soffrire di sintomi collegati all’apparato digerente, ma possono manifestare anche:

Le persone affette da celiachia potrebbero anche non presentare alcun sintomo, ma, nel tempo, potrebbero comunque sviluppare complicazioni, che sul lungo periodo comprendono: malnutrizione (che può causare, tra gli altri, anche anemia, osteoporosi e aborti spontanei), problemi al fegato e tumori dell’intestino.

Perché i sintomi della celiachia sono così diversi?

I ricercatori stanno studiando i motivi per cui la celiachia presenta sintomi così diversi a seconda del paziente. La durata dell’allattamento al seno, l’età in cui la persona ha iniziato ad alimentarsi con cibi contenenti glutine e la quantità di alimenti a base di glutine che vengono assunti sono i tre fattori che sembrano influenzare il momento della comparsa della celiachia e le modalità con cui la malattia si presenta. Alcuni studi hanno dimostrato, ad esempio, che il protrarsi dell’allattamento al seno farebbe ritardare la comparsa dei sintomi della celiachia.

I sintomi variano anche a seconda dell’età del paziente e da quanto è stato danneggiato l’intestino tenue. Molti adulti sono colpiti dalla malattia per un decennio o più, prima che la celiachia sia diagnosticata. Più tempo passa prima della diagnosi e della cura, maggiori sono le possibilità che si presentino complicazioni sul lungo periodo.

Pericoli

Se non viene trattata adeguatamente attraverso una rigorosa dieta priva di glutine, la celiachia può essere causa di numerose malattie e condizioni, tra cui:

Le persone affette da celiachia tendono poi a sviluppare altre malattie in cui il sistema immunitario attacca le cellule e i tessuti sani dell’organismo (malattie autoimmuni), a prescindere dalla dieta. Il collegamento tra la celiachia e queste malattia potrebbe essere di natura genetica. Tra di esse troviamo:

Esami e test

Riconoscere la celiachia può essere difficile perché alcuni dei suoi sintomi sono simili a quelli di altre malattie. La celiachia può essere scambiata per

La conseguenza è che la celiachia può essere sottovalutata o scambiata per un’altra malattia anche per molto tempo.

Le diagnosi sono tuttavia in rapido aumento negli ultimi anni, perché i medici sono oggi più di ieri consapevoli dell’estrema varietà dei sintomi della malattia, oltre a disporre tecniche di analisi del sangue più affidabili.

Per diagnosticare la malattia si ricorre in genere a

  • esami del sangue,
  • gastroscopia con biopsia.

Nei bambini, quando possibile, si tenta di evitare la gastroscopia (non sempre necessaria in età pediatrica ma obbligatoria per gli adulti).

Analisi del sangue

Le persone affette da celiachia presentano livelli più alti del normale di determinati autoanticorpi (proteine che reagiscono contro le cellule o i tessuti dell’organismo) nel sangue.

Le categorie di anticorpi attualmente in uso nella diagnostica sono:

  • Anticorpi anti-gliadina (AGA)
  • Autoanticorpi anti-endomisio (EMA)
  • Autoanticorpi antitransglutaminasi (tTGA).

Per diagnosticare la celiachia si determina quindi la presenza di anticorpi antitransglutaminasi tissutale o antiendomisio. Se i risultati delle analisi sono negativi, ma si sospetta ancora la presenza della celiachia, potrebbero essere necessarie ulteriori analisi.

I risultati degli esami vengono utilizzati per determinare se vi sia o meno la necessità di ricorrere alla biopsia endoscopica

Prima delle analisi si dovrebbe continuare a seguire una dieta che includa alimenti contenenti glutine, come pane e pasta. Se si smette di assumere alimenti contenenti glutine prima delle analisi, i risultati potrebbero essere negativi, anche se si è celiaci a tutti gli effetti.

A non essere alterate dalla dieta sono invece le analisi relative alla predisposizione genetica (DQ2, DQ8), che tuttavia da sole non sono sufficienti a porre diagnosi.

Biopsia intestinale

Se le analisi del sangue e i sintomi fanno propendere per la diagnosi di celiachia, viene eseguita una gastroscopia con biopsia dell’intestino tenue per confermare la diagnosi. Nel corso della biopsia, il chirurgo asporta dei pezzettini di tessuto dall’intestino tenue per controllare se i villi sono danneggiati. Per ottenere il campione di tessuto il chirurgo introduce un tubicino lungo e sottile (l’endoscopio) attraverso la bocca e lo stomaco del paziente, fino ad arrivare all’intestino tenue, infine preleva i campioni usando gli strumenti passati attraverso l’endoscopio.

Diagnosi nei bambini

Nella popolazione pediatrica l’orientamento attuale, avvalorato dalle più recenti linee guida, prevede di basarsi quando possibile su:

  • clinica (sintomi),
  • esami del sangue (anti-transglutaminasi).

In caso di livelli elevati si ricorre ad un secondo prelievo per la valutazione degli anticorpi anti-endomisio e le analisi genetiche sulla possibile predisposizione.

Nei bambini la biopsia intestinale viene quindi evitata nella maggioranza dei pazienti.

Fanno eccezioni le situazioni dubbie, come nel caso in cui gli esami del sangue non siano uniformemente concordi sulla positività.

Qualunque sia il percorso scelto dal pediatra, è essenziale che il piccolo paziente continui ad introdurre regolarmente glutine con la dieta fino a diversa indicazione medica.

Dermatite erpetiforme

La dermatite erpetiforme è un’eruzione cutanea che provoca un forte prurito e la comparsa di vesciche e colpisce dal 15 al 25 per cento delle persone affette da celiachia. L’eruzione cutanea normalmente si verifica sui gomiti, sulle ginocchia e sulle natiche. La maggior parte delle persone affette da dermatite erpetiforme non presenta i sintomi digestivi legati alla celiachia.

La dermatite erpetiforme viene diagnosticata tramite analisi del sangue e biopsia della pelle. Se gli esami per gli anticorpi sono positivi e la biopsia della pelle accerta la presenza della dermatite erpetiforme, non è necessario che il paziente si sottoponga alla biopsia intestinale. Sia i sintomi che affliggono la pelle sia quelli che colpiscono l’intestino scompaiono se si segue una dieta senza glutine e ricompaiono qualora il glutine venga di nuovo aggiunto alla dieta. I sintomi dell’eruzione cutanea possono essere controllati con gli antibiotici, come ad esempio il dapsone. Il dapsone non è efficace per i sintomi che riguardano l’intestino, quindi le persone affette da dermatite erpetiforme devono continuare a seguire una dieta priva di glutine.

Screening

La parola “screening”, nel caso della celiachia, significa eseguire analisi per individuare la presenza di autoanticorpi nel sangue delle persone che non presentano sintomi evidenti. Negli Stati Uniti, non esiste una politica di screening per la celiachia tuttavia, poiché la celiachia è una malattia ereditaria, i famigliari di una persona malata potrebbero voler eseguire queste analisi.

I parenti di primo grado di una persona affetta da celiachia hanno una probabilità di essere colpiti da questa malattia che va dal quattro al dodici per cento, ma un recente lavoro pubblicato su JAMA conclude che non è necessario né utile sottoporre a esame un soggetto privo di sintomi pur con parenti stretti colpiti dalla malattia autoimmune (ma permangono posizioni diverse nella comunità scientifica).

Cura e terapia

Pane e farinacei segnati da un cartello di divieto e la scritta gluten-free

iStock.com/Eskemar

L’unica cura possibile per la celiachia è una dieta priva di glutine.

I medici possono suggerire alla persona cui è appena stata diagnosticata la celiachia di rivolgersi a un dietologo per elaborare una dieta senza glutine, il dietologo è un medico specializzato nel campo dell’alimentazione e della nutrizione. Le persone celiache possono imparare dal dietologo a leggere le etichette degli alimenti ed identificare quali contengono glutine, per poter compiere scelte informate al supermercato o quando mangiano fuori casa.

Per la maggior parte dei pazienti, la dieta farà scomparire i sintomi, curerà i danni intestinali precedenti e potrà prevenire peggioramenti. I miglioramenti cominceranno dopo pochi giorni dall’inizio della dieta. L’intestino tenue di solito guarisce in un periodo che va dai tre ai sei mesi nei bambini, ma potrebbe impiegare diversi anni nel caso degli adulti. Guarigione dell’intestino significa che i villi intestinali ritorneranno ad assorbire le sostanze nutritive dagli alimenti e le trasferiranno correttamente nel sangue.

Per stare in salute, le persone celiache devono evitare il glutine per tutto il resto della vita. Anche una piccola quantità di glutine può danneggiare l’intestino tenue. Il danno si verificherà in tutti coloro che sono affetti dalla malattia, comprese le persone che non presentano sintomi evidenti. A seconda dell’età al momento della diagnosi, alcuni problemi non miglioreranno, come ad esempio la bassa statura e i difetti nello smalto dentale.

Alcune persone celiache non migliorano, anche se seguono una dieta senza glutine. Il motivo più frequente per la scarsa efficacia della dieta è che vengono ancora assunte piccole quantità di glutine. Tra le fonti di glutine nascoste troviamo gli additivi, come l’amido modificato, i conservanti e gli stabilizzanti a base di frumento.

Molti alimenti a base di cereali e di riso vengono prodotti in aziende che fabbricano anche prodotti a base di grano, quindi possono essere contaminati con il glutine presente nel grano.

In casi rari il danno all’intestino continuerà a manifestarsi, nonostante una dieta del tutto priva di glutine. Le persone affette da questa malattia, nota come celiachia refrattaria, hanno danni gravi all’intestino che non possono essere curati. Poiché il loro intestino non assorbe sufficienti sostanze nutritive, potrebbero aver bisogno di riceverle direttamente nel sangue, per via endovenosa.

Dieta

Non tutti i cereali contengono glutine, quelli da evitare sono:

  • frumento,
  • farro,
  • orzo,
  • avena*,
  • segale,
  • monococco,
  • kamut,
  • spelta,
  • triticale.

Ovviamente tutti i prodotti derivati dal gruppo degli alimenti vietati sono a loro volta da evitare, ad esempio

  • pasta, pane e pizza (farina di frumento),
  • seitan (impasto derivato dal glutine del grano di tipo tenero o dal farro),
  • bulgur (derivato dal frumento integrale),
  • couscous (semola di frumento),
  • birra (prodotta a partire dalla fermentazione dell’orzo),
  • e molti altri;

per questo è necessario esaminare accuratamente gli ingredienti dei prodotti prima del loro consumo.

Sempre riguardo all’etichetta, è bene controllare anche che nello stabilimento di produzione non siano possibili contaminazioni (spesso ci sono indicazioni del tipo “può contenere tracce di frumento” o analoghe); anche in questo caso è consigliato non consumare il prodotto, in quanto anche la sola presenza in tracce di glutine è sufficiente a scatenare una reazione nel soggetto intollerante.

Avena

Per quanto riguarda l’avena, il Ministero della Salute, nel settembre 2010, si è espresso in questa maniera: “Le evidenze sperimentali indicano che la stragrande maggioranza dei celiaci può tollerarla, tuttavia si preferisce precauzionalmente non includerla nella dieta priva di glutine soprattutto per il rischio di contaminazione”.

Il suggerimento che si potrebbe dare è quello di aggiungerla a piccole dosi e giudicare la propria tolleranza nel consumo di questo cereale, ma solo sotto controllo medico e solo se si è regolarizzato, tramite una stretta dieta aglutinata, il proprio stato intestinale. Si noti che la verifica andrebbe condotta attraverso il dosaggio anticorpale nel sangue, più che in base all’osservazione dei sintomi che potrebbero anche essere assenti.

In alternativa è possibile acquistare prodotti a base di avena che certifichino l’assenza di glutine, come rilevato più recentemente dal board dell’AIC, avendo cura di scegliere una varietà adatta al consumo nei pazienti celiachi (alcune di esse si sono dimostrate responsabili in vitro della stimolazione dei linfociti, cellule del sangue facenti parte del sistema immunitario).

Anche alla luce della considerazione che il consumo di avena nel paziente celiaco è supportato sempre più frequentemente dalla letteratura internazionale, e se avallato dal proprio specialista, è quindi auspicabile l’introduzione di quest’ulteriore cereale nella dieta sia per un beneficio diretto derivante dagli aspetti nutrizionali dell’alimento, che per aumentare la varietà di scelta al paziente.

Alimenti permessi

I cereali permessi senza problemi sono:

  • riso in chicchi,
  • mais (granoturco) in chicchi,
  • grano saraceno in chicchi,
  • amaranto in chicchi,
  • miglio in semi,
  • quinoa in semi,
  • sorgo in chicchi,
  • teff in chicchi.

Qualunque altro alimento non incluso nella lista di alimenti da evitare è concesso, a patto che non abbia ingredienti o contaminazioni da cereali da evitare. Possono quindi essere consumati senza paura

  • carne,
  • pesce,
  • latte,
  • uova,
  • formaggi,
  • verdure,
  • legumi,
  • funghi,
  • caffè,
  • vino,
  • miele,
  • zucchero,
  • oli,
  • burro,
  • tofu,
  • spezie

ed ovviamente prodotti specifici per celiaci di qualunque tipo non danno problemi.

Fonti e bibliografia

  • Celiac Disease, NIH
  • Per la preziosa collaborazione relativa alla sezione relativa alla dieta si ringrazia il Dr. Giuliano Parpaglioni, biologo nutrizionista, Master internazionale di II livello in nutrizione e dietetica
    340 418.93.93
    http://www.nutrizionistabrescia.com
    g.parpaglioni@gmail.com
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Domande e risposte
  1. Come capire se si è celiaci?

    1. Dr. Roberto Gindro

      L’unico modo per una diagnosi certa di celiachia è sottoporsi a specifici esami del sangue ed eventualmente alla gastroscopia (non sempre necessaria nei bambini). È molto importante, ai fini di una corretta valutazione che il consumo di alimenti glutine continui regolarmente fino a diverso parere medico.

  2. Come si manifesta la celiachia?

    1. Dr. Roberto Gindro

      I sintomi della celiachia possono variare d’intensità, da lievi a gravi, e spesso mostrano un andamento intermittente; la diarrea è sicuramente il sintomo più comune, ma comunque non sempre presente. Nei pazienti che ne soffrono è tipicamente accompagnata da feci grasse e maleodoranti (perché ricche di grassi indigeriti). Tra gli altri sintomi digestivi si annoverano dolore addominale, gonfiore e flatulenza, stitichezza, vomito (più comune nei bambini), affaticamento,
      perdita inspiegabile di peso, un’eruzione cutanea pruriginosa, infertilità, formicolio alle mani.

  3. Come si cura la celiachia?

    1. Dr. Roberto Gindro

      L’unica cura possibile è una dieta scrupolosamente priva di glutine, anche nel caso di soggetti che non dovessero manifestare alcun sintomo.

  4. Allergia al grano e celiachia sono la stessa cosa?