Tumore al seno, i sintomi e la prevenzione

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Introduzione

Si stima che i tumori maligni al seno interessino circa una donna su 7-8 nell’arco della vita, rappresentando quindi la patologia tumorale più comune in Italia.

Anche se i dati di sopravvivenza sono costantemente in aumento da anni, grazie all’introduzione di diagnosi precoce e terapie sempre più efficaci, è tuttora la principale causa di morte oncologia nelle donne.

Nessuno sa spiegare con esattezza il motivo per cui alcune donne sviluppino il tumore e altre no, ma sono stati individuati alcuni fattori di rischio che ne aumentano la probabilità:

  • età (tre donne su quattro hanno più di 50 anni),
  • predisposizione genetica,
  • comparsa del ciclo mestruale prima dei 12 anni e/o menopausa dopo i 55 anni.

Se questi sono fattori su cui non è possibile intervenire, la ricerca ne ha individuati ulteriori su cui invece è possibile un maggior controllo (vedi sotto per ulteriori fattori):

Per tutte queste ragioni la ricerca sta concentrando la sua attenzione sulla possibilità di aumentare ulteriormente la consapevolezza delle donne su sintomi e campanelli d’allarme, così da  permettere una diagnosi tempestiva, che può fare davvero la differenza in termini di prognosi.

Fotografia di una donna con una maglietta rosa e un fiocchetto appeso sul seno a testimonianza della vittoria contro il tumore.

iStock.com/Steve Debenport

Sintomi

Fissa un controllo dal tuo medico se noti che il seno appare diverso alla vista o al tatto, perché nessun cambiamento è troppo piccolo per chiedere informazioni.

Noduli

Il momento migliore per chiamare il medico è la prima volta che noti un cambiamento al seno, come per esempio:

  • Un nodulo o un elemento solido al tatto (la metà dei casi di tumore del seno si presenta nel quadrante superiore esterno della mammella),
  • un nodulo all’interno o nelle vicinanze del seno o sotto l’ascella,
  • tessuto spesso o compatto all’interno o nelle vicinanze del seno o sotto il braccio,
  • un cambiamento nella dimensione o nella forma del seno.

I noduli possono avere diverse forme e dimensioni, ma è bene ricordare che la maggior parte di essi non è un tumore (potrebbe ad esempio essere una cisti od un fibroadenoma).

Se noti un nodulo in un seno, controlla l’altro seno: se sono uguali al tatto è molto probabile che sia tutto normale., in quanto un tessuto mammario sano può a volte essere grumoso al tatto.

Fai sempre controllare un nodulo e non aspettare fino alla prossima visita o mammografia.

Secrezione e cambiamenti del capezzolo

Segnala immediatamente al medico:

  • Qualsiasi secrezione dal capezzolo (liquido diverso dal latte materno durante l’allattamento di un neonato),
  • Cambiamenti oggettivi, come per esempio un capezzolo che punta o è rivolto verso l’interno (introflesso) del seno.

Se il sintomo è bilaterale, cioè coinvolte entrambe le mammelle, il più delle volte la causa è ormonale.

La secrezione dal capezzolo può avere colori o consistenze differenti, ma di solito non è un segnale di cancro; può invece essere causata da

Cambiamenti della pelle

Prurito, arrossamento, desquamazione, fossette o grinze sul seno sono cambiamenti da sottoporre all’attenzione del medico, così come il cambiamento della forma del seno stesso (soprattutto quando si verifica solo da un lato).

Cambiamenti del seno che si verificano nel corso della vita che non rappresentano un cancro

La maggior parte delle donne va incontro a dei cambiamenti al seno durante il corso della vita e molti di questi sono causati dagli ormoni.

Ad esempio il seno può sentirsi più grumoso o sensibile al tatto in diversi periodi del ciclo mestruale ed altri cambiamenti possono essere causati dal normale processo di invecchiamento.

Prima o durante il ciclo mestruale il seno può apparire gonfio, sensibile o dolente al tatto. È possibile anche avvertire uno o più noduli in questo periodo a causa dei liquidi in eccesso nel seno. Questi cambiamenti di solito scompaiono entro la fine del ciclo mestruale. Poiché alcuni noduli sono causati da normali cambiamenti ormonali, il medico potrebbe farti eseguire un’altra visita in un periodo diverso da quello del ciclo mestruale.

Durante la gravidanza il seno può apparire grumoso al tatto. Questo di solito accade perché le ghiandole che producono il latte aumentano di numero e diventano sempre più grandi.

Durante l’allattamento è possibile soffrire di una condizione chiamata mastite, questo accade quando un dotto galattoforo si blocca. La mastite fa apparire il seno rosso e grumoso, caldo e sensibile. Può essere causata da una infezione ed è spesso trattata con antibiotici. A volte è necessario drenare il dotto. Se il rossore o la mastite non vanno via con il trattamento, è necessario contattare il medico.

Quando si avvicina la menopausa, il ciclo mestruale può presentarsi con minor frequenza perché i livelli ormonali cambiano e questo può rendere il seno sensibile, anche quando non si hanno le mestruazioni. Il seno può anche apparire più grumoso del solito al tatto. I seni possono perdere tessuto e grasso, possono diventare più piccoli e apparire grumosi al tatto. La maggior parte di questi cambiamenti non rappresenta un cancro e si tratta di variazioni benigne. Tuttavia, se si nota un cambiamento al seno, è consigliabile non aspettare per fissare un appuntamento per eseguire un controllo.

Se si stanno assumendo degli ormoni (come la terapia ormonale in menopausa, la pillola anticoncezionale, …), il seno può diventare più denso. Questo può rendere una mammografia più difficile da interpretare. Assicurati di dire al medico se stai assumendo ormoni.

Tumori benigni

Esistono numerosi cambiamenti diversi dal tumore cui può andare incontro il tessuto del seno, modificazioni così comuni che moltissime donne possono manifestarli nell’arco della vita; fortunatamente la maggior parte delle condizioni dubbie in cui viene prelevato un campione di tessuto (biopsia) per essere esaminato, questo risulta poi essere una formazione benigna.

“Benigno” è un termine che significa non canceroso.

A differenza dei tumori al seno le patologie benigne non sono mortali, ma a volte possono causare sintomi preoccupanti ed in alcuni casi (iperplasia del seno, per esempio) sono legate a un rischio maggiore di sviluppare un tumore in futuro. Il tumore benigno più comune è il fibroadenoma; si tratta di un singolo nodulo, comune soprattutto tra i 25 e i 30 anni, che può essere causa di

Prevenzione

Fattori di rischio

I seguenti fattori di rischio possono aumentare il rischio di cancro al seno:

  • Età: più del 75% dei casi di tumore del seno colpisce donne sopra i 50 anni.
  • Estrogeni (ormoni prodotti dall’organismo): L’estrogeno è un ormone prodotto dall’organismo che aiuta il corpo a sviluppare e a mantenere le caratteristiche sessuali femminili. L’esposizione a estrogeni per un lungo periodo di tempo può aumentare il rischio di cancro al seno, che aumenta nelle situazioni seguenti:
    • Mestruazione precoce: avere il primo ciclo mestruale all’età di 11 anni o meno aumenta il numero di anni in cui il tessuto mammario è esposto agli estrogeni.
    • Pillola anticoncezionale: L’assunzione della pillola anticoncezionale combinata può aumentare leggermente il rischio di cancro al seno e diminuire il rischio di sviluppare quello alle ovaie.
    • Menopausa tardiva: Più anni una donna ha il ciclo mestruale, più il suo tessuto mammario è esposto agli estrogeni.
    • Gravidanza tardiva o mancata gravidanza: Poiché i livelli di estrogeni sono più bassi durante la gravidanza, il tessuto mammario è esposto a una maggiore quantità di estrogeni nelle donne che rimangono incinte per la prima volta dopo 35 anni o che non hanno mai avuto una gravidanza.
    • Assenza di allattamento.
    • TOS (Terapia ormonale sostitutiva), prescritta per il trattamento di sintomi severi in menopausa.
  • Esposizione a radiazioni, ad esempio a seguito di sedute di radioterapia al torace per il trattamento di altri tumori.
  • Obesità: L’obesità aumenta il rischio di cancro al seno nelle donne in post-menopausa che non hanno assunto la terapia ormonale sostitutiva.
  • Fumo: Le donne fumatrici sono associate ad un rischio superiore di sviluppo di tumore al seno.
  • Alcolici: Il National Cancer Institute (istituto nazionale di oncologia americano) identifica l’alcool come fattore di rischio per il cancro al seno (oltre ad esserlo per numerosi altri organi).
  • Predisposizione genetica: Le donne che hanno ereditato alcune mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2 hanno un rischio maggiore di cancro al seno che potrebbe svilupparsi anche in età più giovane.
  • Altezza da adulti:
    • Premenopausa: ci sono meno studi rispetto a quelli incentrati su donne in postmenopausa, sebbene siano comunque generalmente concordi. Esiste una relazione diretta tra la maggiore altezza e lo sviluppo della malattia, i fattori scatenanti probabilmente sono le molecole che stimolano la crescita in altezza. È probabile che l’altezza quindi non sia un fattore di rischio di per sé, quanto piuttosto un segnale coincidente con lo sviluppo della malattia.
    • Postmenopausa: a differenza di quanto succede nelle donne in premenopausa, in postmenopausa l’altezza è certamente collegata con lo sviluppo di cancro al seno, ma in questo caso gli studi sono in numero e ampiezza maggiori.

Non sembra esserci un legame tra aborto e cancro al seno, a prescindere dal fatto che sia volontario o spontaneo.

Fattori protettivi

I seguenti fattori di protezione possono ridurre il rischio di cancro al seno:

  • Terapia ormonale con soli estrogeni per le donne in post-menopausa: La terapia ormonale con soli estrogeni può essere somministrata a donne che hanno subito un’isterectomia. In queste donne, la terapia con soli estrogeni dopo la menopausa riduce il rischio di cancro al seno. Nelle donne che hanno ancora l’utero la terapia con soli estrogeni aumenta il rischio di cancro a quell’organo.
  • Attività fisicaSvolgere attività fisica per quattro o più ore alla settimana può diminuire i livelli ormonali e contribuire a ridurre il rischio di cancro al seno. L’effetto dell’attività fisica sul rischio può essere maggiore nelle donne in pre-menopausa con peso nella norma o sottopeso.
  • Allattamento: Gli studi sono abbondanti e concordi, inoltre è stato notato un effetto dose-dipendente. L’allattamento al seno riduce il rischio di cancro al seno.

Alimentazione

Bevande alcoliche

Molti studi mostrano un rischio aumentato in relazione al consumo di bevande alcoliche e la menopausa non sembra alterare questa associazione.

Alcuni metaboliti dell’alcol, come l’acetaldeide, potrebbero essere cancerogeni, inoltre l’alcol ha effetti sulla produzione di prostaglandine, sull’ossidazione dei lipidi e in generale sulla formazione di radicali liberi. Un ulteriore effetto negativo si ha con l’effetto solvente dell’alcol, che permette ad altre sostanze potenzialmente cancerogene di passare le membrane cellulari; inoltre i forti bevitori tendono ad avere meno fame, hanno quindi una dieta sbilanciata e povera soprattutto di antiossidanti.

Gli studi sono molti e concordi ed è stato evidenziato un meccanismo dose-dipendente. L’alcol è una causa certa di cancro al seno sia un pre menopausa, sia in post menopausa.

Altri alimenti

Ci sono limitate evidenze che il rischio potrebbe essere ridotto dal consumo di

  • verdure (non amidacee),
  • cibi contenenti carotenoidi (come carote, zucca, …),
  • latticini (apparentemente solo per i tumori pre-menopausali),
  • diete ricche di calcio.
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Domande e risposte
  1. Come capire se si ha un tumore al seno?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Il modo migliore per aumentare la probabilità di riconoscere tempestivamente la presenza di un tumore è attraverso una periodica autopalpazione, che permetta di evidenziare rapidamente qualsiasi cambiamento.

  2. Come riconoscere un cancro al seno?

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Conoscere il proprio seno è fondamentale per poter apprezzare eventuali cambiamenti; il sintomo più comune del carcinoma mammario è la comparsa di un nuovo nodulo o la presenza di una massa dura e con bordi irregolari, anche se alcune forme hanno consistenza diversa (morbida e di forma rotondeggiante, ad esempio).

  3. Quali sono i sintomi per riconoscere un tumore al seno?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Oltre all’eventuale presenza di un nodulo anomalo, possono presentarsi: gonfiore di tutto o di parte del seno, pelle buccia d’arancia, dolore, retrazione del capezzolo, variazioni della presentazione del capezzolo (arrossamento, secchezza, desquamazione, ispessimento), comparsa di secrezioni dal capezzolo, ingrossamento dei linfonodi.

      Ciascuno di questi sintomi può essere o meno presente, oltre a poter essere legato anche a condizioni diverse dal tumore.

  4. Quanto si vive?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Quando il tumore viene identificato allo stadio 0 la sopravvivenza a cinque anni nelle donne trattate è del 98 per cento (benché sia relativamente elevato il rischio di recidiva).

      Se i linfonodi sono positivi (stadi successivi allo 0) la sopravvivenza a cinque anni scende al 75 per cento (tre donne su quattro).

      In caso di metastasi (quando cioè sono già interessati altri organi, come polmoni, ossa o fegato), la sopravvivenza media scende a due anni; si noti che il valore è una media, quindi a fronte di alcuni decessi, altre pazienti sono associate ad una sopravvivenza che raggiunge anche i dieci anni e oltre.

      Fonte: AIRC (https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/guida-ai-tumori/tumore-del-seno)

  5. La pillola anticoncezionale fa venire il tumore al seno?

    1. Dr. Roberto Gindro

      La letteratura dimostra che c’è un piccolo aumento del rischio di sviluppo per le donne che assumono la pillola da più di cinque anni anche se, in virtù degli attuali dosaggi ormonali, l’aumento è modesto; in genere, in assenza di altri fattori di rischio importanti (come una spiccata famigliarità), non è considerato un problema, anche alla luce dell’effetto protettivo verso i tumori alle ovaie e all’utero. (fonte: https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/corretta-informazione/pillola-anticoncezionale-cancro)

  6. Ogni quanto praticare l’autopalpazione?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Si consiglia di procedere all’autopalpazione una volta al mese, 7-10 giorni dall’inizio del ciclo mestruale, fase che corrisponde ad una consistenza ideale del seno. Dopo la menopausa si sceglie in genere un giorno al mese in modo arbitrario (per esempio il primo giorno del mese).