Tumore al polmone: sintomi, cure, alimentazione

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Introduzione

Le stime italiane relative all’anno 2019 riportano 42.500 nuove diagnosi di tumore del polmone (gli uomini interessati più del doppio rispetto alle donne), che rappresentano di fatto una delle prime cause di morte come in tutti i Paesi industrializzati.

Il fumo di sigaretta è la causa principale, mentre ogni paziente mostra una diversa combinazione dei possibili sintomi legati a questa condizione, che possono variare da

  • sintomi specifici legati ai polmoni,
  • sintomi dovuti alla diffusione del tumore nell’organismo,
  • sintomi aspecifici (malessere generale).

Purtroppo in molti casi i primi fastidi non compaiono finché il tumore non è in uno stadio avanzato e tra i più comuni ricordiamo:

  • tosse che peggiora o che non passa (a volte con sangue),
  • dolore al petto,
  • mancanza di respiro,
  • stanchezza,
  • perdita inspiegabile di peso,
  • ingrossamento dei linfonodi locali (torace),
  • episodi frequenti di polmonite.

Questi sintomi possono anche verificarsi con altre malattie, ma si raccomanda di rivolgersi sempre al medico in caso di dubbi.

La prognosi (probabilità di guarigione) è strettamente dipendente da fattori quali

  • lo stadio del cancro in cui avviene la prima diagnosi,
  • la tipologia
  • e lo stato di salute generale del paziente al momento della diagnosi.

Secondo statistiche americane la sopravvivenza a cinque anni è pari al 20.5%, leggermente in aumento rispetto al passato.

I polmoni

I polmoni sono due organi contenuti nella cassa toracica e fanno parte dell’apparato respiratorio. L’aria entra nel nostro corpo attraverso il naso o la bocca, poi attraversa la trachea ed i bronchi e infine giunge nei polmoni.

  1. Quando inspiriamo i polmoni si riempiono d’aria e si gonfiano: solo così il nostro organismo riesce a ottenere tutto l’ossigeno di cui ha bisogno.
  2. Viceversa, quando espiriamo, l’aria esce dai polmoni. In questo modo l’organismo riesce a eliminare l’anidride carbonica.

Il polmone destro è diviso in tre parti (lobi), mentre quello sinistro è più piccolo ed è diviso in due soli lobi.

Sono rivestiti da un tessuto molto sottile (la pleura) che riveste anche internamente la cassa toracica: tra i due strati di pleura c’è un liquido (il liquido pleurico), in condizioni normali il liquido pleurico è presente in minima quantità e non si accumula.

Ricostruzione grafica di bronchi e polmoni

iStock.com/yodiyim

Le cellule tumorali

Il tumore si sviluppa a livello delle cellule, i “mattoncini” che costituiscono i tessuti del nostro organismo. A loro volta i tessuti formano i diversi organi.

Nelle persone sane le cellule crescono e si moltiplicano formando le nuove cellule necessarie all’organismo. Quando le cellule invecchiano o subiscono un qualche danno, muoiono e vengono sostituite da cellule nuove. In alcuni casi questo processo non funziona come dovrebbe, nuove cellule si sviluppano anche se l’organismo non ne ha bisogno, mentre le cellule vecchie o danneggiate non muoiono. Le cellule in eccesso si accumulano e formano una massa di tessuto detta tumore.

Le cellule tumorali possono essere benigne (non cancerose) oppure maligne (cancerose).

I tumori benigni del polmone:

  • raramente mettono in pericolo la vita del paziente.
  • di solito non devono essere asportati.
  • non invadono i tessuti circostanti.
  • non si diffondono in altre parti dell’organismo.

I tumori maligni del polmone.

  • possono mettere in pericolo la vita del paziente,
  • possono ricrescere una volta asportati,
  • sono in grado di invadere i tessuti e gli organi circostanti,
  • si possono diffondere in altre parti dell’organismo.

Le cellule tumorali in alcuni casi si diffondono staccandosi dal tumore originario ed entrando nei vasi sanguigni o nei vasi linfatici che raggiungono tutti i tessuti dell’organismo. Le cellule tumorali possono così attaccare altri organi innescando la comparsa di nuovi tumori che li possono danneggiare (metastasi).

Cause

I medici non sono in grado di spiegare perché alcune persone si ammalino di un tumore al polmone, mentre altre no, ma si sa per certo che un paziente che presenti determinati fattori di rischio può avere maggiori probabilità di ammalarsi (per “fattore di rischio” s’intende un elemento in grado di aumentare il rischio di soffrire di un certo disturbo).

Questa malattia da sola rappresenta il 15 per cento di tutti i tumori maligni nelle persone di sesso maschile, ma è purtroppo in aumento anche fra le donne, in quanto da anni il vizio del fumo si è radicato anche nell’altro sesso.

Le ricerche hanno dimostrato che tra i fattori di rischio per il tumore al polmone possiamo annoverare:

  • Fumo di tabacco. Il fumo di tabacco è responsabile della maggior parte dei casi di tumore al polmone ed è senza dubbio il fattore di rischio più importante finora scoperto. Le sostanze nocive contenute nel fumo danneggiano le cellule dei polmoni: fumare sigarette, pipa o sigaro può causare un tumore ed anche il fumo passivo può provocare tumori nelle persone che non fumano. Maggiore è l’esposizione al fumo, maggiore è il rischio di ammalarsi.

    Fotografia ravvicinata di un pacchetto di sigarette

    iStock.com/mariusFM77

  • Radon: il radon è un gas radioattivo, invisibile, inodore e insapore. Si forma nel suolo e nelle rocce. Chi lavora in miniera può esserne esposto. In alcune zone si evidenziano tracce di radon all’interno delle abitazioni. Il radon danneggia le cellule dei polmoni e chi è esposto a questa sostanza corre un maggior rischio di ammalarsi di tumore ai polmoni. Il rischio di ammalarsi di tumore a causa del radon è ancora maggiore tra i fumatori.
  • Amianto e altre sostanze. In determinate professioni (ad esempio nel campo delle costruzioni e nella chimica) il rischio di ammalarsi di tumore al polmone è maggiore. L’esposizione all’amianto, all’arsenico, al cromo, al nickel, alla fuliggine, al catrame e ad altre sostanze può causare il tumore al polmone. Il rischio di ammalarsi di tumore è direttamente proporzionale al periodo di esposizione. Se si è fumatori, il rischio è ancora maggiore.
  • Inquinamento atmosferico. L’inquinamento dell’aria può aumentare leggermente il rischio di ammalarsi di tumore al polmone. Il rischio è comunque sempre maggiore per chi fuma.
  • Precedenti famigliari di tumore al polmone. Chi ha un parente prossimo che in passato ha sofferto di tumore al polmone può presentare un rischio leggermente maggiore, anche se non fuma.
  • Precedenti personali di tumore al polmone. Chi in passato ha sofferto di tumore al polmone corre un rischio maggiore di sviluppare un secondo tumore.
  • Malattie respiratorie croniche: Se si soffre di determinate malattie polmonari (ad esempio di tubercolosi o di bronchite) per molti anni, il rischio di ammalarsi di tumore al polmone può aumentare.
  • Età superiore ai 65 anni. La maggior parte dei pazienti a cui viene diagnosticato un tumore al polmone ha più di 65 anni.

Chi pensa di essere a rischio per il tumore al polmone dovrebbe consultare il proprio medico, che sarà in grado di dare suggerimenti per la prevenzione e di consigliare gli esami da effettuare. Per chi ha già sofferto di tumore al polmone è fondamentale continuare ad essere seguiti anche dopo la fine della terapia, il tumore al polmone, infatti, può ripresentarsi, oppure se ne può sviluppare un altro.

Classificazione

I polmoni contengono cellule di diverso tipo, in prevalenza si tratta di cellule epiteliali che costituiscono la mucosa delle vie aeree e producono il muco che lubrifica e protegge gli organi respiratori; sono costituiti inoltre da cellule

  • nervose,
  • in grado di secernere ormoni,
  • ematiche
  • e strutturali (o di supporto).

Esistono due tipi principali di tumore al polmone:

  1. carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC), il più frequente, che colpisce le cellule epiteliali,
  2. tumore a piccole cellule (microcitoma), che origina dalle cellule nervose o da quelle che secernono ormoni. L’espressione “piccole cellule” si riferisce alla dimensione e alla forma delle cellule tumorali così come possono essere osservate al microscopio.

La distinzione tra i due tipi è fondamentale per i medici, perché gli approcci terapeutici da seguire sono diversi.

Il tumore al polmone si sviluppa quando le cellule iniziano a cambiare ed a proliferare in maniera incontrollata, formando una massa detta tumore. Il tumore può essere

  • benigno (non canceroso)
  • o maligno (canceroso), costituito cioè da cellule cancerose in grado di diffondersi in altre parti dell’organismo.

Il tumore può svilupparsi in qualsiasi zona del polmone e, quando questo succede, può diffondere le cellule cancerose nel resto dell’organismo, anche se fortunatamente non sempre si verifica. Le cellule si diffondono attraverso il sangue od attraverso la linfa, il liquido che circonda il tessuto polmonare: la linfa scorre nei cosiddetti vasi linfatici, che si svuotano in speciali zone di raccolta dette linfonodi; questi sono piccoli organi di forma di fagiolo che contribuiscono a combattere le infezioni.

I linfonodi si trovano ovunque nell’organismo, ed ovviamente anche nei polmoni ed al centro del torace; la linfa scorre naturalmente dai polmoni verso il centro del torace ed è proprio per questo che il tumore spesso si diffonde in questa zona. Quando la cellula tumorale abbandona il proprio sito d’origine e si sposta in un linfonodo o in un’altra zona dell’organismo attraverso il sangue, viene detta metastasi.

In base alla posizione e alle dimensioni iniziali del tumore, all’eventuale diffusione nei linfonodi e alla presenza di metastasi in zone distanti si determina la stadiazione del tumore.

La terapia viene decisa in base al tipo di tumore (non a piccole cellule o a piccole cellule) e alla stadiazione.

Sintomi

I sintomi più comuni sperimentati dai pazienti in caso di tumore al polmone sono:

È importante sottolineare che non sempre si manifestano sintomi in modo eclatante nelle prime fasi, oltre ad essere sostanzialmente sovrapponibili o comunque comuni a molte altre malattie polmonari; se siete preoccupati per qualcuno dei sintomi elencati, vi consigliamo di rivolgervi al vostro medico:

Ricordiamo infine che il sito dell’AIRC riporta chiaramente che “la perdita di sangue nelle secrezioni delle mucose non è invece collegata al tumore polmonare, se non molto raramente” (fonte), quindi questi casi vanno sempre segnalati al medico, ma senza saltare a conclusioni affrettate.

Se il tumore al polmone è asintomatico, può essere scoperto durante una radiografia toracica o una TAC eseguite per altri motivi, ad esempio come controllo per eventuali disturbi cardiaci.

La maggior parte delle diagnosi di tumore al polmone avviene quando il tumore è già cresciuto occupando più spazio, o ha già iniziato a interferire con le strutture circostanti. Il tumore al polmone può anche produrre liquidi che si raccolgono nel polmone stesso oppure nella zona circostante, oppure esercitano pressione sul polmone spingendo l’aria all’esterno e facendolo collassare. Lo scambio di ossigeno e anidride carbonica avviene con difficoltà perché l’aria non riesce a fluire dentro i polmoni, oppure perché lo spazio normalmente richiesto per il passaggio dell’ossigeno e dell’anidride carbonica è occupato.

Il tumore al polmone può formare metastasi nel resto dell’organismo (tumori secondari diffusi anche in zone dell’organismo diverse dal polmone), ma le sedi più comunemente interessate sono:

  • linfonodi,
  • polmoni stessi (in distretti diversi),
  • ossa,
  • cervello,
  • fegato,
  • ghiandole surrenali (che si trovano vicino ai reni).

Le metastasi, a seconda dell’organo interessato, possono causare:

In rari casi il tumore al polmone può rilasciare ormoni in grado di provocare squilibri ormonali, come ad esempio

  • una diminuzione del sodio nel sangue
  • o un aumento del calcio.

Sintomi come l’affaticamento, il malessere (sensazione di disagio generico) e la perdita dell’appetito non sono necessariamente da imputare alle metastasi: la presenza di un tumore in qualsiasi zona dell’organismo può causare una sensazione di malessere generale. La perdita di appetito può causare un improvviso dimagrimento. L’affaticamento e la debolezza possono aggravare ulteriormente le difficoltà respiratorie.

Diffusione e sopravvivenza

La prognosi (probabilità di guarigione) e le possibilità di trattamento dipendono dai seguenti fattori:

  • stadio (la dimensione del tumore e la probabilità che sia localizzato solo al polmone o diffuso ad altre parti del corpo),
  • tipologia,
  • presenza di sintomi quali tosse o problemi respiratori,
  • stato di salute generale del paziente.

Questa malattia da sola rappresenta quasi il 20 per cento di tutti i tumori maligni nelle persone di sesso maschile, ma è purtroppo in aumento anche fra le donne in quanto da anni il vizio del fumo si è radicato anche nell’altro sesso.

Secondo statistiche americane la sopravvivenza a cinque anni è pari a 20.5%, in leggero ma costante aumento rispetto agli anni passati.

Diagnosi

La visita serve a valutare le condizioni generali di salute, inclusa la ricerca di sintomi di malattia, come noduli o qualsiasi altro elemento insolito. Sarà inoltre eseguita un’anamnesi delle abitudini di salute del paziente, tra cui il fumo, i posti di lavoro del passato, le malattie contratte ed eventuali trattamenti medici subiti.

Possono essere richiesti esami e procedure mediche che esaminano campioni di tessuto, sangue, urina o altre sostanze dell’organismo. Questi esami aiutano a diagnosticare la malattia, a pianificare e concordare il trattamento o a monitorare la malattia nel tempo.

  • Radiografia del torace: È una radiografia degli organi e delle ossa che si trovano nel torace. Una radiografia è un fascio di energia in grado di attraversare il corpo e fissarsi su una pellicola fotografica, visualizzando l’immagine delle strutture interne dell’organismo.
  • TAC del cervello, torace e addome: Una procedura che acquisisce una serie di immagini dettagliate delle strutture che si trovano all’interno dell’organismo, inquadrate da angolature diverse. Le immagini sono realizzate da un computer collegato a una macchina a raggi X. Un colorante può essere iniettato in una vena o ingerito per consentire agli organi o ai tessuti di essere visualizzati in maniera più chiara. Questa procedura è chiamata anche tomografia computerizzata o tomografia assiale computerizzata.
  • Esame citologico dell’escreato: Un microscopio viene utilizzato per verificare la presenza di cellule tumorali nel catarro (muco espettorato dai polmoni).
  • Biopsia: Rimozione di cellule o tessuti per essere esaminati al microscopio da un patologo per ricercare eventuali segnali di cancro.
  • Broncoscopia: Una procedura che consente di guardare all’interno della trachea e delle grandi vie polmonari per ricercare aree anomale. Un broncoscopio viene inserito attraverso il naso o la bocca per giungere nella trachea e nei polmoni. Un broncoscopio è uno strumento sottile, tubolare con una luce e una lente utilizzate per l’ispezione. Esso può anche essere costituito da uno strumento utilizzato per prelevare campioni di tessuto, che vengono analizzati al microscopio alla ricerca di eventuali segnali di cancro.

Cura e terapia

Il medico può decidere di indirizzarvi presso un centro specializzato nella terapia del tumore al polmone, oppure potete essere voi stessi a chiedere un consiglio. I pazienti, in alcuni casi, possono essere seguiti da un’équipe specializzata, che potrebbe annoverare

  • chirurgo toracico,
  • chirurgo toracico oncologo,
  • oncologo,
  • pneumologo (specialista di disturbi polmonari),
  • radiologo,
  • dietologo.

La scelta della terapia dipende in larga parte dal tipo di tumore al polmone e dallo stadio in cui esso si trova: chi è affetto da tumore al polmone può dover affrontare

Chi è affetto da tumore a piccole cellule in stadio iniziale di solito viene curato con la radioterapia e la chemioterapia. Se il tumore è molto piccolo si può ricorrere all’intervento chirurgico ed alla chemioterapia; invece, se il tumore è a piccole cellule ma in stadio più avanzato, si ricorre unicamente alla chemioterapia.

Chi invece è affetto da tumore al polmone non a piccole cellule potrà essere sottoposto all’intervento chirurgico, alla chemioterapia, alla radioterapia o a una terapia combinata. La terapie possibili dipendono dalla stadiazione del tumore: alcuni pazienti affetti da tumore in stadio avanzato devono ricevere una terapia mirata.

La terapia del tumore può essere locale o sistemica:

  • Terapia locale. L’intervento chirurgico e la radioterapia sono terapie locali, perché rimuovono o distruggono il tumore sviluppatosi nel torace. Se il tumore al polmone ha dato origine a metastasi in altre parti dell’organismo, la terapia locale può essere usata per tenere sotto controllo la malattia nelle specifiche zone colpite. Ad esempio, se il tumore al polmone ha formato metastasi al cervello, può essere tenuto sotto controllo con la radioterapia alla testa.
  • Terapia sistemica. La chemioterapia e la terapia mirata sono terapie sistemiche. I farmaci entrano in circolo e distruggono oppure tengono sotto controllo il tumore in tutto l’organismo.

Il medico è in grado di descrivervi le diverse terapie e i risultati attesi, vi consigliamo di informarvi sugli effetti collaterali e sul modo in cui la terapia potrà incidere sulle vostre normali attività. La terapia contro il tumore spesso danneggia le cellule ed i tessuti sani, quindi gli effetti collaterali sono frequenti e dipendono soprattutto dal tipo e dalla portata della terapia. Gli effetti collaterali possono essere diversi a seconda del paziente e possono cambiare anche da una sessione alla successiva. Prima dell’inizio della terapia l’équipe che vi segue vi spiegherà quali sono i possibili effetti collaterali e vi suggerirà come affrontarli.

Potete lavorare insieme al vostro medico per creare un piano terapeutico che si adatti alle vostre esigenze personali e mediche.

Intervento chirurgico

L’intervento chirurgico rimuove il tessuto tumorale ed i linfonodi circostanti.

È possibile procedere rimuovendo

  • Una piccola parte del polmone (resezione a cuneo o segmentectomia). Il chirurgo asporta il tumore e una piccola porzione del polmone.
  • Un lobo del polmone (lobectomia o resezione a manicotto). Il chirurgo asporta un lobo. Questo tipo di intervento è il più frequente.
  • L’intero polmone (pneumonectomia): il chirurgo asporta l’intero polmone.

Dopo l’intervento l’aria e i fluidi si raccolgono nella cassa toracica, un catetere toracico permetterà il drenaggio dei fluidi, inoltre un infermiere o uno pneumoterapeuta vi insegneranno a tossire e a fare esercizi per la respirazione che dovrete eseguire per diverse volte al giorno.

Il tempo di guarigione dopo l’intervento varia a seconda del paziente, può essere necessaria una settimana o più di ricovero in ospedale. Prima di ritornare alle normali attività probabilmente dovranno trascorrere alcune settimane.

Per limitare il dolore dopo l’intervento è possibile ricorrere a farmaci di diverso tipo, prima dell’intervento vi consigliamo di affrontare anche quest’argomento con il vostro medico. Dopo l’intervento il medico potrà modificare la terapia analgesica in base alle vostre necessità.

Radioterapia

La radioterapia usa onde ad alta energia per eliminare le cellule tumorale, colpisce unicamente le cellule nella zona da curare.

Una possibilità è quella di ricevere radiazioni esterne, si tratta del tipo più frequente di radioterapia per il tumore al polmone. Le radiazioni provengono da una grande macchina all’esterno del vostro corpo. La maggior parte dei pazienti deve andare in ospedale o in clinica per ricevere questa terapia e di solito occupa cinque giorni a settimana per diverse settimane.

Un altro tipo di radioterapia è quella interna (brachiterapia). La radioterapia interna, però, viene usata solo in rari casi per i pazienti affetti da tumore al polmone. La radiazione proviene da una capsula radioattiva, da un filo conduttore o da un altro dispositivo all’interno dell’organismo.

Gli effetti collaterali dipendono soprattutto dal tipo di radioterapia, dalla dose di radiazioni e dalla parte del corpo che viene trattata. La radioterapia esterna al torace può danneggiare l’esofago, causando problemi di deglutizione; inoltre ci si può sentire molto stanchi. La pelle della zona trattata può arrossarsi, seccarsi e diventare più fragile del solito. Dopo la radioterapia interna, invece, il paziente può soffrire temporaneamente di emottisi.

Chemioterapia

La chemioterapia è una terapia a base di farmaci antitumorali che eliminano le cellule tumorali presenti nell’intero organismo, entrando in circolo.

Di solito i farmaci somministrati sono più di uno, i farmaci antitumorali che combattono il tumore al polmone normalmente sono somministrati per endovena, ma alcuni possono essere assunti per via orale.

La chemioterapia viene somministrata in diversi cicli, dopo ciascun ciclo c’è un periodo di riposo. La lunghezza del periodo di riposo e il numero di cicli dipendono dal farmaco usato.

È possibile effettuare la chemioterapia in ospedale, nello studio del medico curante o a casa. Per alcuni pazienti è necessario il ricovero in ospedale.

Gli effetti collaterali dipendono principalmente dal tipo e dalla dose del farmaco, i chemioterapici, infatti, sono in grado di danneggiare anche le cellule sane che si dividono rapidamente:

  • Cellule del sangue: la chemioterapia distrugge molte cellule del sangue, quindi si corre un maggior rischio di contrarre infezioni, di procurarsi lividi o di iniziare a sanguinare con facilità; inoltre ci si sente molto deboli e stanchi. L’équipe che vi segue vi farà fare le analisi del sangue per controllare se ci sono cellule sane in numero sufficiente. Se sono poche, esistono farmaci in grado di aiutare l’organismo a produrne di nuove.
  • Cellule dei bulbi piliferi. La chemioterapia può causare la caduta dei capelli. I capelli ricresceranno dopo la fine della terapia, ma la loro consistenza e il loro colore potrebbero essere leggermente diversi.
  • Cellule della mucosa dell’apparato digerente. La chemioterapia può causare perdita dell’appetito, nausea, vomito, diarrea e ulcere alla bocca e alle labbra. Chiedete consiglio all’équipe che vi segue sulle terapie che possono aiutarvi a superare questi problemi.

Alcuni farmaci chemioterapici possono causare sordità, dolori articolari e formicolio o intorpidimento delle mani e dei piedi. Questi effetti collaterali di solito scompaiono al termine della terapia.

Se ci si sottopone contemporaneamente alla radioterapia e alla chemioterapia gli effetti collaterali possono essere più intensi.

Terapia mirata

La terapia mirata usa particolari farmaci in grado di bloccare la crescita e la diffusione delle cellule tumorali, i farmaci entrano in circolo e possono andare a colpire le cellule nell’intero organismo. La terapia mirata può essere indicata per alcuni pazienti affetti da tumore non a piccole cellule con metastasi.

Per il tumore al polmone esistono due tipi di terapia mirata:

  1. Il primo viene somministrato per endovena in ambulatorio, all’ospedale o in clinica, contemporaneamente alla chemioterapia. Tra gli effetti collaterali si possono avere:
  2. Il secondo tipo viene somministrato per via orale, ma non in contemporanea con la chemioterapia. Tra gli effetti collaterali si possono avere:
    • eruzioni cutanee,
    • diarrea,
    • problemi respiratori.

Durante la terapia, l’équipe medica vi terrà sotto osservazione per identificare eventuali problemi, gli effetti collaterali di solito scompaiono al termine della terapia.

Alimentazione e stile di vita

È fondamentale prendersi cura di se stessi alimentandosi correttamente durante la terapia ed è necessario assumere la corretta quantità di calorie per mantenere il peso forma. È anche importante assumere abbastanza proteine per continuare ad essere forti, mangiare bene vi aiuterà a sentirvi meglio e ad avere maggiori energie.

In alcuni casi, soprattutto durante la terapia o nelle fasi immediatamente successive, potreste non aver voglia di mangiare, perché vi sentite stanchi o avete la nausea. Probabilmente avrete inoltre la sensazione che gli alimenti abbiano un gusto diverso dal solito e inoltre gli effetti collaterali della terapia (ad esempio la mancanza di appetito, la nausea, il vomito o le ulcere in bocca) potranno impedirvi di mangiare bene.

Il vostro medico, il dietologo o un altro esperto saranno in grado di suggerirvi i modi più opportuni per affrontare questi problemi.

Affrontare il tumore

Il tumore al polmone è collegato al fumo, quindi i pazienti potrebbero ritenere che le persone a loro vicine non li aiutino né li supportino a sufficienza perché pensano pensano che la malattia sia causata dalle loro abitudini errate. La verità è che molti fumatori non soffrono di tumore al polmone e non tutti i pazienti colpiti da tumore al polmone fumano. Il tumore al polmone, infatti, può colpire chiunque. In realtà la maggior parte delle persone colpite dal tumore oggi o hanno smesso di fumare anni fa o non hanno mai fumato.

Per molti pazienti la diagnosi di tumore al polmone può essere molto stressante e, a volte, difficile da sopportare. Alcuni pazienti affetti da tumore al polmone iniziano a soffrire di ansia e, in casi meno frequenti, di depressione. I pazienti e le loro famiglie non dovrebbero aver timore di esprimere il loro stato d’animo ai medici, agli infermieri e agli assistenti sociali, l’équipe medica è lì per aiutarli e molti suoi membri hanno competenze ed esperienza tali da aiutare i pazienti e le loro famiglie.

Oltre all’aiuto morale e all’educazione del paziente, il medico può prescrivere ansiolitici e, in alcuni casi, antidepressivi. Può indirizzare il paziente verso un consulente, uno psicologo, un assistente sociale o uno psichiatra; i pazienti e le loro famiglie dovrebbero inoltre ricordare che la comunità mette a loro disposizione risorse per aiutarli a convivere con la malattia. Alcuni pazienti si sentono sollevati semplicemente perché durante la terapia riescono a parlare della malattia e delle esperienze correlate con il medico, l’infermiere, la famiglia, gli amici o altre persone nella stessa condizione. I pazienti possono inoltre partecipare a gruppi di supporto o di appoggio per aumentare la propria consapevolezza riguardo al tumore e per aiutare altri pazienti costretti a convivere con la stessa malattia.

La diagnosi di tumore al polmone è una cosa seria, tuttavia i pazienti devono avere fiducia nei propri medici che li cureranno con una terapia efficace. Ricordiamo infine che i progressi scientifici in campo diagnostico e terapeutico daranno a sempre più pazienti una possibilità concreta di guarigione.

Prevenzione

Evitare i fattori di rischio e aumentare i fattori di protezione può aiutare a prevenire il cancro ai polmoni:

  • Non fumare o smettere di farlo: in una persona che ha smesso di fumare, la possibilità di prevenire il cancro dipende dal numero di anni in cui è stato un fumatore, dalla quantità di sigarette che ha fumato e dal periodo di tempo in cui ha smesso. Dopo che una persona ha smesso di fumare da 10 anni, il rischio di cancro ai polmoni si riduce del 30% -50%. L’aspetto importante è che non è mai troppo tardi per smettere e trarne vantaggio.
  • Minore esposizione ai fattori di rischio sul posto di lavoro: le leggi che tutelano i lavoratori dall’essere esposti a sostanze cancerogene, come l’amianto, l’arsenico, il nichel e il cromo, possono contribuire a ridurre il rischio. Le leggi che vietano di fumare nei luoghi di lavoro contribuiscono a ridurre ulteriormente il rischio causato dal fumo passivo.

Non è invece al momento chiaro se i seguenti fattori riducano il rischio di cancro ai polmoni:

  • Corretta alimentazione: alcuni studi dimostrano che le persone che mangiano grandi quantità di frutta o verdura hanno un minor rischio rispetto a quelle che ne mangiano in piccole quantità. Tuttavia, dato che i fumatori tendono ad avere una dieta meno sana rispetto ai non fumatori, è difficile sapere se la riduzione del rischio è dovuta al seguire una dieta sana o al non fumare.
  • Attività fisica: alcuni studi dimostrano che le persone che sono fisicamente attive hanno un minor rischio di cancro ai polmoni rispetto alle persone che non lo sono. Tuttavia, dato che i fumatori tendono ad avere diversi livelli di attività fisica rispetto ai non fumatori, è difficile capire se l’attività fisica influenzi direttamente il rischio di cancro ai polmoni.

Alimenti ed incidenza sullo sviluppo del cancro

Questa sezione è tratta dal capitolo 7.4 del WCRF-AICR Diet and Cancer Report, a cura del Dr. Parpaglioni.

Verdure non amidacee

Esistono molti studi a riguardo, ma una parte di questi non sono tarati sul fumo. Potrebbe esistere una correlazione di tipo dose-dipendente, è ragionevole dire quindi che è solo possibile che le verdure non amidacee proteggano dal cancro ai polmoni.

Frutta

La frutta porta con sé antiossidanti come vitamina C, carotenoidi, fenoli, flavonoidi e altri potenziali composti bioattivi. Gli studi sono numerosi e concordi ed esiste una risposta dose-dipendente. La frutta protegge dal cancro al polmone.

Alimenti contenenti carotenoidi

I carotenoidi sono i precursori della vitamina A e normalmente danno un colore giallo-arancio all’alimento che li contiene.

Gli studi sono numerosi e concordi, c’è un chiaro effetto dose-dipendente: gli alimenti contenenti carotenoidi probabilmente proteggono dal cancro ai polmoni.

Alimenti contenenti selenio

Le fonti di selenio sono soprattutto di origine animale (frattaglie, latticini, uova, alcuni tipi di pesce) perché, nelle fonti vegetali, la discriminante la fa il terreno: se le coltivazioni sono su un terreno ricco di selenio, allora anche i prodotti lo saranno.

Gli studi sono pochi e non concordi, è quindi ragionevole dire che è solo possibile che gli alimenti ricchi di selenio proteggano dal cancro ai polmoni.

Carni rosse

Gli studi sono pochi e non concordi, è ragionevole dire quindi che è solo possibile che la carne rossa sia una causa di cancro al polmone.

Carni lavorate

Non ci sono studi sufficienti per definire la carne lavorata una causa di cancro ai polmoni.

Grassi totali

I risultati sono contrastanti gli uni con gli altri, è ragionevole dire quindi che è solo possibile che il consumo di grassi sia una causa di cancro ai polmoni.

Burro

I risultati sono contrastanti gli uni con gli altri, è ragionevole dire quindi che è solo possibile che il consumo di burro sia una causa di cancro ai polmoni.

Contaminazioni di arsenico nell’acqua

Gli studi sono molti e concordi tra loro, esiste una relazione dose-dipendente e l’effetto è molto evidente. L’acqua contaminata con arsenico è una causa certa di cancro al polmone.

Supplementazioni di retinolo nei fumatori

Il retinolo è la vitamina A, deriva dal beta-carotene.

Gli studi sono pochi e non concordi, è ragionevole quindi dire che è solo possibile che una dose massiccia di vitamina A data da supplementi causi cancro ai polmoni nei fumatori.

Supplementazioni di beta-carotene nei fumatori

Le evidenze sono molto forti e concordi tra loro, esiste un’interazione tra beta-carotene, genetica e fumo. Le supplementazioni di beta-carotene sono una causa certa di cancro ai polmoni nei fumatori.

Supplementazioni di selenio

Gli studi sono pochi, è quindi ragionevole dire che è solo possibile che la supplementazione di selenio protegga dal cancro al polmone.

Attività fisica

Gli studi mostrano una possibile protezione dell’attività fisica ma non si è ancora capito quale sia il meccanismo di tale protezione: il legame tra attività fisica, peso e cancro è difficile da interpretare. È quindi ragionevole dire che è solo possibile che l’attività fisica protegga dal cancro ai polmoni.

Grasso corporeo

Sebbene i dati dimostrino una relazione inversa, questa interpretazione potrebbe essere falsata dalla presenza del fumo o dalla perdita di peso causata dal cancro non diagnosticato. È quindi ragionevole dire che è solo possibile che la diminuzione di grasso corporeo sia una causa di cancro ai polmoni.

Altri alimenti

Per altri tipi di alimenti non è possibile stabilire una correlazione chiara tra questo tipo di tumori e il loro consumo.

Fonti e bibliografia

Domande e risposte
Come si manifesta il tumore al polmone?
Purtroppo nelle prime fasi in genere non si manifesta alcun sintomo, mentre in fase più avanzata possono comparire
  • tosse persistente
  • tosse con sangue
  • difficoltà respiratoria
  • stanchezza
  • perdita inspiegabile di peso
  • dolore al petto durante la respirazione.
Gli stessi sintomi sono comuni a moltre altre patologie respiratorie, quindi è importante non saltare a conclusioni, ma rivolgersi con fiducia ad un medico per una diagnosi certa.
Quanto si vive con un tumore ai polmoni?
In Italia, complessivamente solo il 16 per cento dei pazienti con tumore del polmone è vivo a 5 anni dalla diagnosi. Fonte: AIRC
Dove metastatizza il tumore al polmone?
Il tumore al polmone è in grado di metastatizzare purtroppo quasi ovunque: fegato, cervello, surreni, ossa, reni, pancreas, milza e cute.
Quando preoccuparsi per un marker tumorale alto?
Il CEA, antigene carcinoembrionario, è un marcatore tumorale prodotto da alcune forme di tumore al polmone; è possibile verificarne la quantità circolante nel sangue ed un valore superiore al riferimento (in genere 3.0 ng/mL, 5.0 ng/mL nel caso dei fumatori) induce in genere alla necessità di ulteriori approfondimenti.

Si noti che da solo non permette di formulare una diagnosi di tumore (se positivo), nè di escluderlo (se negativo).
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Domande e risposte
  1. Purtroppo fumo da ormai 40 anni, è vero che adesso smettere sarebbe peggio?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Assolutamente no, non è mai troppo tardi per smettere e trarne beneficio.

  2. Ho letto che molte volte riporta statistiche americane sulla sopravvivenza, posso chiederle se esiste un sito di riferimento? Grazie mille.

    1. Dr. Roberto Gindro

      https://www.cancer.gov/types

      Selezionando il tipo di tumore interessato e poi seguendo il link verso le “statistics”.