Pitiriasi rosea di Gilbert: cause, foto, sintomi

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Introduzione

La pitiriasi rosea di Gilbert è una malattia della pelle relativamente comune e caratterizzata da un decorso tanto lento quanto benigno; le cause esatte sono tuttora sconosciute, ma si ipotizza un possibile coinvolgimento di natura virale.

La dermatosi è caratterizzata da una specifica manifestazione cutanea a macchie che può durare fino a tre mesi, ma in genere non è richiesto alcun trattamento perché la malattia tende ad autolimitarsi.

Si ritiene che la pitiriasi rosea non sia contagiosa e che non possa quindi essere attaccata a famigliari e altre persone; non c’è quindi bisogno di evitare il contatto con chi ne fosse affetto.

Fotografia di un ragazzo affetto da pitiriasi di Gilbert

iStock.com/dimid_86

Cause

Ad oggi non si conosce la causa della pitiriasi di Gilbert, anche se i sintomi e la reazione immunitaria che ne deriva sono suggestivi di un’infezione virale; recenti evidenze hanno focalizzato l’attenzione in particolare su una possibile riattivazione degli herpesvirus 6 e 7, tipicamente causa della sesta malattia dell’infanzia, in quanto a seguito dell’infezione primaria il virus persiste in forma latente nelle ghiandole salivari e bronchiali, come molti altri virus non viene quindi eliminato dall’organismo nonostante la completa risoluzione della malattia.

Entrambi i virus possono andare incontro a riattivazione, e rientrare così nella circolazione sistemica per essere diffusi in tutto l’organismo: quest’eventualità è più comune in situazioni di abbassamento delle difese immunitarie, sia a causa di malattie, che in seguito all’assunzione di farmaci o semplicemente in periodi di forte stress.

Altri autori ipotizzano, sulla base delle caratteristiche di stagionalità, il coinvolgimento di infezioni del tratto respiratorio, forse addirittura dello streptococco.

Relativamente comune anche in gravidanza, dove può esporre la gestante ad un aumento del rischio di aborto nel caso di manifestazioni severe.

Colpisce con una modesta preferenza il sesso femminile e può comparire a qualsiasi età, anche se è più comune riscontrarla nella fascia compresa tra i 10 e i 40 anni; sembra che possa comparire più frequentemente in autunno e in primavera.

Sebbene più di una persona in una famiglia possa avere questa eruzione cutanea contemporaneamente e possano verificarsi focolai, si ritiene che la pitiriasi rosea non sia contagiosa.

In genere la dermatosi non viene ripetuta una seconda volta, come se si acquisisse una sorta di immunità.

Sintomi

Possiamo suddividere la comparsa dei sintomi della pitiriasi di Gilbert in tre fasi principali:

  • sintomi iniziali,
  • chiazza madre,
  • rash cutaneo.

Fase 1, i sintomi iniziali

Alcuni soggetti iniziano a sviluppare un leggero senso di malessere nei giorni precedenti la comparsa del tipico rash cutaneo (sono descritti in letteratura tempi che variano da pochi giorni a due settimane).

In questa fase possono comparire:

Questi sintomi sono destinati a passare con la comparsa dell’esantema.

Fase 2, chiazza madre

Fotografia della chiazza madre che compare con la pitiriasi rosea

Chiazza madre (Public Domain, Link)

Lo stadio successivo è caratterizzato dalla comparsa della cosiddetta macchia madre, una manifestazione ovale di colore rosso-rosa che tende a ingrandirsi con il passare dei giorni. I bordi sono netti ed è leggermente più chiara ai bordi.

La dimensione è variabile dai 2 ai 10 cm.

Può comparire su pancia, torace, schiena o al collo, più raramente su viso, cuoio capelluto o in zona genitale.

Fase 3, rash cutaneo

Fotografia con il tipico rash cutaneo della pitiriasi rosea

Rash cutaneo, con le macchie figlie (By James Heilman,MDOwn work, CC BY-SA 3.0, Link)

Dopo un periodo variabile da pochi giorni a due settimane dalla comparsa della chiazza madre fa seguito un esteso rash cutaneo che tende a estendersi gradualmente nelle 2-6 settimane successive, rappresentando ma manifestazione più tipica della pitiriasi di Gilbert.

È caratterizzato da piccole macchie di circa 1 cm leggermente in rilievo che si diffondono su torace, schiena, pancia, collo, braccia e cosce; di norma non viene interessato il viso. Il colore è sul rosso.

Non è causa di dolore, ma può essere associato a prurito anche severo, che peggiora grattandosi, con il calore, con il sudore e con gli abiti stretti.

In genere tende a sparire nell’arco di 12 settimane al massimo, ma in alcuni casi può mostrare andamento altalenante per 5 mesi.

Al termine di questa evoluzione possono rimanere delle aree di pelle con un colore più scuro, ma destinato anche in questo caso a sparire senza lasciare alcun tipo di cicatrice o macchia permanente.

Diagnosi

Ai fini della diagnosi è generalmente sufficiente la valutazione visiva, soprattutto quando sia possibile individuare facilmente la macchia madre.

Pericoli

La pitiriasi rosea di Gilbert non è legata ad alcun rischio di complicazione noto; va tuttavia evitato di grattare le lesioni per non innescare un circolo vizioso di prurito e lesioni.

Nel caso di forme particolarmente aggressive sviluppate durante la gravidanza è purtroppo possibile osservare un aumento del tasso di aborto spontaneo.

Cura e rimedi

La malattia mostra un decorso lungo, fino a 12 settimane e più, ma benigno e in grado di risolversi spontaneamente.

Non esistono farmaci per il trattamento della macchie, mentre è possibile che sia necessario ricorrere a medicinali per tenere sotto controllo il prurito:

  • creme emollienti e idratanti,
  • creme cortisoniche,
  • antistaminici ad uso orale (farmaci usati anche per il trattamento delle allergie).

Può essere talvolta prescritto dallo specialista (dermatologo) il ricorso alla fototerapia UVB; si tratta di un’esposizione controllata a raggi ultravioletti per un certo numero di sedute. Il trattamento è diverso dalle lampade solari e va seguito dietro espressa indicazione medica, con il fine di velocizzare il decorso. Alcune fonti riportano la presunta utilità di una moderata esposizione solare.

Nei casi più severi, od esposti al rischio di complicazioni (come in gravidanza) è possibile ricorrere alla somministrazione di molecole antivirali come aciclovir (curioso scoprire che ci sono stati tentativi condotti anche con macrolidi, ovvero principi attivi non antivirali ma antibatterici).

Una volta superata l’eruzione cutanea, alcuni pazienti lamentano la persistenza di macchie scure sulla pelle (disturbo più comune nei soggetti di pelle scura), ma si tratta di un problema di natura esclusivamente estetico e destinato a risolversi nell’arco di 6-12 mesi.

Fonti e bibliografia

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Domande e risposte
  1. Ci si può esporre al sole? Oppure peggiora?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Non c’è completa unanimità in proposito, ma tendenzialmente si consiglia di evitare esposizioni prolungate (mentre brevi esposizioni sembrano essere d’aiuto, osservazione da cui è poi nata l’idea di ricorrere alla fototerapia). https://www.aafp.org/afp/2004/0101/p87.html

  2. Il dermatologo non mi ha prescritto nulla dicendo che guarirà da sola, ma vorrei comunque velocizzare la guarigione… cosa potrei prendere? Grazie.

    1. Dr. Roberto Gindro

      Premesso che non posso prescrivere farmaci, è corretto il consiglio del dermatologo, non serve fare nulla (e in genere anche volendo non servirebbe).