Macchie della pelle (lentigo solari): cause e rimedi

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Introduzione

La lentigo solare (anche indicata come macchia senile o lentigo senile) è una lesione cutanea di colore marrone, piana che compare nelle zone cutanee cronicamente esposte alle radiazioni ultraviolette del sole, tipicamente:

  • volto,
  • dorso delle mani,
  • cuoio capelluto delle persone calve.

Si tratta di una lesione benigna, in cui si opta per un trattamento solo per finalità estetiche.

Sebbene sia possibile un’evoluzione della lentigo solare in cheratosi seborroica, non si tratta di un’evenienza preoccupante, in quanto lesione comunque benigna.

Primo piano di una donna con macchie della pelle

iStock.com/Manuel Faba Ortega

Cause e fattori di rischio

La causa principale è la lunga esposizione alla luce solare, prova ne è il fatto che il numero di lentigo aumenta con l’età: queste lesioni sono rare prima dei 40 anni, ma quasi sempre evidenti nelle persone anziane, ed è per questo motivo che spesso si ricorre a sinonimi quali “lentigo senile” o “macchia senile”.

Dal punto di vista istologico le lentigo solari si caratterizzano per

  • un lieve ispessimento dell’epidermide (lo strato più superficiale della cute),
  • un aumento della melanina (il pigmento prodotto dai melanociti), pur essendo i melanociti in numero normale o solo lievemente aumentato
  • ed elastosi solare nel derma (lo strato della cute subito sotto l’epidermide), ossia una forma di degradazione delle fibre elastiche tissutali, segno inconfondibile dell’invecchiamento cutaneo.

Si manifestano indifferentemente sia nell’uomo che nella donna e non sono lesioni contagiose né trasmissibili.

Sintomi ed altre manifestazioni cliniche

Le lentigo solari hanno

  • diametro variabile da pochi millimetri a qualche centimetro,
  • colore da marrone chiaro a marrone scuro distribuito per lo più omogeneamente (ma talvolta in modo irregolare o punteggiato),
  • forma rotonda o ovale,
  • bordi regolari o indentati
  • e superficie liscia o lievemente desquamante.
Lentigo solare vicino all'occhio

iStock.com/CasarsaGuru

Le aree corporee interessate sono tipicamente

  • volto,
  • dorso delle mani,
  • decolletè,
  • superficie dorsale degli arti superiori
  • e parte alta del tronco.

Diversamente dalle efelidi, le lentigo solari si osservano sia nelle persone bionde con carnagione chiara che nelle persone scure di pelle e capelli, con prevalenza maggiore nelle persone con cute chiara.

Non tendono a schiarirsi se si riduce l’esposizione al sole, piuttosto il colore può diventare più scuro. Non sono associate ad alcun sintomo specifico, quali prurito o dolore.

Nei primi decenni di vita, in seguito ad una scottatura solare da esposizione acuta alle radiazioni ultraviolette, possono comparire nella sede dell’ustione delle lesioni pigmentate simili clinicamente alle lentigo solari. La sede più comune di queste lesioni è la parte alta del dorso.

Prognosi e complicazioni

La prognosi è assolutamente favorevole, poiché si tratta di una condizione benigna che può solo rappresentare, talvolta, un fastidio di natura prettamente estetica.

Le lentigo solari persistono sulla cute come tali oppure possono progredire verso le cheratosi seborroiche, lesioni anch’esse di natura benigna.

Cheratosi seborroica in rilievo

Cheratosi seborroica (Credit:  https://www.my-personaltrainer.it/benessere/cheratosi-seborroica.html)

Diagnosi

La diagnosi si basa sul semplice esame clinico e lo specialista di riferimento è il dermatologo.

La lentigo solare deve essere differenziata da:

  • cheratosi seborroica che è invece palpabile e ha una superficie ruvida e desquamante; è anch’essa una lesione benigna;
  • cheratosi attinica, lesione palpabile, esito di prolungate esposizioni solari, caratterizzata da superficie ruvida con squame molto ben adese e difficilmente staccabili; è una lesione che richiede un trattamento per la sua potenzialità evolutiva in carcinoma spinocellulare; raramente la cheratosi attinica è pigmentata ed in questi casi la distinzione con la lentigo solare è più difficile;
  • lentiggini post-PUVA terapia (ovvero post fotochemioterapia) che sono molto simili alle lentigo solari, ma istologicamente caratterizzate da un certo grado di atipia;
  • lentigo maligna, una forma di melanoma in situ localizzata sul volto, cuoio capelluto o altre aree cronicamente fotoesposte; deve essere distinta dalla lentigo solare con l’esame clinico, dermoscopico ed istologico;
  • melasma (o cloasma), una pigmentazone cutanea scura tipica della gravidanza o delle donne in terapia con contraccettivi orali, dovuta alla stimolazione dei melanociti da parte degli ultravioletti e da parte ormonale.

Rimedi e trattamento

Il trattamento non è necessario, salvo che le lentigo solari rappresentino un problema di tipo estetico; in questi casi si può intervenire per esempio con:

  • crioterapia con azoto liquido: ovvero distruzione del tessuto mediante congelamento con azoto liquido a -196° C;
  • laser terapia;
  • uso locale di acido retinoico in crema che, favorendo in ricambio cellulare (turnover) delle cellule cutanee, porta in tempi lunghi (alcuni mesi) alla desquamazione della lesione, talvolta fino alla scomparsa.

Prevenzione

La prevenzione delle lentigo solari consiste unicamente nel ridurre l’esposizione alla luce solare, oltre che nella protezione della cute attraverso l’applicazione di creme che abbiano fattori di protezione (SPF) adeguati al proprio tipo di pelle.

Fonti e bibliografia

  • Cainelli T., Giannetti A., Rebora A. Manuale di dermatologia medica e chirurgica. McGraw-Hill 4° edizione.
  • Saurat J, Grosshans E., Laugier P, Lachapelle J. Dermatologia e malattie sessualmente trasmesse. Edizione italiana a cura di Girolomoni G. e Giannetti A. Terza edizione 2006. Masson.
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Domande e risposte
  1. Sono l’anonimo delle 16:54
    Mi sorprende a seguito di questa cosa che il dermatologo non abbia accennato questa cheratosi e non la ho da ieri, ma almeno 3 anni

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Concordo nella ri-valutazione dermatologica.

  2. ho l’appuntamento fissato per martedi 6 dicembre data in cui farò la solita mappatura dei nei e gli farò presente questa cheratosi.
    a proposito, ci sono possibilità che la signora che ha fatto il test del cuoio capelluto abbia sbagliato ad interpretare il tipo di macchia che avessi?
    questo esame viene svolto da un dermatologo? perchè nel caso, poco probabile che abbia sbagliato.

    1. Dr. Roberto Gindro

      1. Sì, è possibile, non fosse altro che per la situazione in cui è avvenuto, senza dubitare per questo della professionalità dell’operatrice.
      2. Se è regolarmente seguito da un dermatologo sono ragionevolmente fiducioso che non emergerà nulla di cui preoccuparsi, ma se mi tiene al corrente mi fa piacere.

  3. Sono anche relativamente giovane, ho 21 anni e a quanto ho capito questa cheratosi colpisce prevalentemente dai 40 anni in su..

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      L’età è relativa, può interessare anche soggetti giovani, non c’è da preoccuparsi ma lo faccia comunque presente al dermatologo nella prossima visita.

  4. SALVE DOTTORE ,SONO UNA DONNA DI 41 ANNI ,DA QUALCHE TEMPO NOTO LA COMPARSA DI ANGIOMI RUBINO , ME LI RITROVO IN MOLTE PARTI DEL CORPO NELLA SCHIENA NEL SENO NELLA PANCIA . HO LETTO DA QUALCHE PARTE CHE LA POSSIBILE CAUSA SIA UNO SQUILIBRIO ORMONALE . QUALI ormoni possono essere interessati? grazie.

    1. Dr. Roberto Gindro

      Le variazioni ormonali cui fa riferimento sono probabilmente quelle indotte dalla gravidanza, diversamente in genere le cause sono diverse.

  5. Buonasera dottore ho un specie di brufolo o neo da colore rosso da qualche anno sull’avambraccio sinistro. Non riesco a capire se si tratta di un neo, di una verruca o sangue fermo. Cmq ho prenotato una visita dermatologa perchè devo togliere una verruca che avevo gia tolto e mi è tornata nello stesso punto sul dito della mano. Secondo lei può essere un angioma rubino questa specie di neo?

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Si, è possibile. Sarà ovviamente più preciso il dermatologo.

  6. Gentile dottore, circa un mese fa ho provato, da sola, a trattare il mio melasma sulla fronte con la crioterapia per uso domiciliare. Sapevo di correre un rischio a provare da sola, ma ho fatto solo un piccolo tampone di azoto liquido nel mezzo della macchia, che è piuttosto ampia, che ho sulla fronte.
    Il risultato è stato che in quel punto la pelle è diventata rosa, come la vorrei io, e finora non si è ripigmentata, ma è anche vero che è passato solo un mese e io vivo all’estero e qui in Nord Europa non c’è molto sole.
    Se questa fosse la soluzione ideale, sarei pronta a fare la crioterapia con l’azoto liquido su tutto il viso. Aggiungo anche che io ho avuto un neo trattato con crioterapia con azoto liquido nel 2013 (peraltro senza successo, perché non è stato rimosso) nella schiena, e per errore dell’operatore l’azoto liquido si è espanso oltre i margini del neo ed ha lasciato una macchia bianca (non rosa, proprio bianca) permanente, dato che dopo 3 anni e mezzo è rimasta bianca. Ma a parte essere rimasta bianca, la pelle non presenta brutti segni, è morbida e liscia.
    Vorrei sapere se lei mi consiglia la crioterapia con l’azoto liquido per risolvere definitivamente il mio problema di melasma sul viso – ovviamente stavolta mi rivolgerei ad un dermatologo per effettuarla.
    Preciso che ho 44 anni e sono in premenopausa da circa 5 anni, sono in buono stato di salute generale, il mio quadro ormonale è quello tipico di una donna in premenopausa.
    La ringrazio per i consigli che vorrà darmi.

    1. Dr. Roberto Gindro

      È sicuramente una buona opzione da prendere in considerazione, ma sono dell’idea che la soluzione più appropriata vada sempre valutata dal dermatologo dopo la visita, in base a estensione, zona del corpo, … e diversi altri fattori.

    2. Grazie dottore, per la sua pronta risposta. Potrei chiederle se lei ha già sentito di esperienze positive di melasma trattato con la crioterapia con l’azoto liquido?

    3. Dr. Roberto Gindro

      Non ho mai avuto occasione di vedere i risultati questo tipo trattamento, perchè ho limitata esperienza nel campo; eventualmente potrebbe provare a proporre i dubbi su medicitalia.it, in modo da valutare l’ipotesi con dermatologi specializzati.

  7. A chi devo rivolgermi per un melasma da pillola? Ginecologo o dermatologo?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Ginecologo per valutare la sospensione del farmaco ed eventuale cambio, dermatologo per il trattamento della pelle.