I sintomi di ansia ed attacchi di panico

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Introduzione

Ogni anno in Italia i disturbi mentali colpiscono circa 3.5 milioni di persone, pari a quasi il 6% della popolazione; più della metà di questi pazienti manifestano sintomi d’ansia in grado di farli sprofondare nella paura e nell’incertezza. Se prendiamo in esame i pazienti che abbiano sofferto di una qualche forma di disturbo mentale almeno una volta nella vita i dati diventano drammatici e tipici di una vera e propria epidemia, arrivando a includere una persona su cinque (20%).

Diversamente dall’ansia breve e relativamente leggera causata da un singolo evento stressante (come il dover parlare in pubblico o il primo appuntamento con una persona che vi piace), i disturbi d’ansia patologici si protraggono per almeno sei mesi e possono peggiorare se non vengono adeguatamente curati; spesso si verificano contemporaneamente ad altre malattie fisiche o mentali, tra cui la dipendenza da alcool o da altre sostanze: queste patologie possono mascherare o aggravare i sintomi ansiosi. In alcuni casi, queste altre malattie devono essere curate prima di iniziare la terapia per il disturbo ansioso.

È molto importante aumentare la consapevolezza attorno a queste malattie, per numerose ragioni:

  • come abbiamo visto riguardano una percentuale enorme della popolazione italiana (e gli altri Paesi del Mondo presentano comunque dati analoghi),
  • una conoscenza più approfondita di queste tematiche permette di riconoscere tempestivamente i sintomi di forme d’ansia e attacchi di panico, rendendo più rapido ed efficace l’intervento medico,
  • esistono approcci in grado di garantire una discreta efficacia in termini di prevenzione sociale dell’ansia.

Per i disturbi d’ansia esistono terapie efficaci e la ricerca ne sta mettendo a punto di nuove, in grado di aiutare la maggior parte dei pazienti a vivere una vita produttiva e soddisfacente. Se ritenete di essere affetti da un disturbo d’ansia, dovreste informarvi e iniziare una cura il prima possibile.

Immagine che ritrae una donna isolata e impotente nei confronti dell'ansia, appoggiata a un muro.

iStock.com/KatarzynaBialasiewicz

In questo articolo:

  • descriveremo i sintomi dei diversi disturbi d’ansia,
  • descriveremo le terapie più efficaci,
  • vi insegneremo come farvi curare e come lavorare insieme a un medico o a un terapeuta,
  • vi suggeriremo alcuni modi per rendere più efficace la terapia.

Affronteremo i seguenti disturbi d’ansia:

  • disturbo da attacchi di panico, caratterizzato da episodi inattesi e ripetuti di intensa paura accompagnati da sintomi fisici che possono includere
  • disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), caratterizzato da pensieri ricorrenti indesiderati (ossessioni) e/o comportamenti ripetitivi (compulsioni). Comportamenti ripetitivi come il lavaggio delle mani, il conteggio, il controllo o la pulizia vengono spesso eseguiti con la speranza di prevenire pensieri ossessivi o di riuscire a superarli. Eseguire questi cosiddetti “rituali”, tuttavia, consente solo un sollievo temporaneo, e non eseguirli in modo marcato ha come effetto quello di aumento dell’ansia;
  • disturbo post-traumatico da stress (DPTS), che può svilupparsi dopo l’esposizione a un evento terrificante o ad una sorta di calvario in cui si sia verificato un severo danno fisico o psicologico (come una minaccia). Gli eventi traumatici che possono scatenare il DPTS includono violenti attacchi personali, disastri naturali o causati dall’uomo, incidenti o guerre;
  • fobia sociale (ansia sociale), caratterizzata da un’ansia travolgente e da un’eccessiva autocoscienza nelle situazioni sociali quotidiane. La fobia sociale può essere limitata a un solo tipo di situazione, come la paura di parlare in situazioni formali o informali, o mangiare o bere di fronte agli altri, oppure, nella sua forma più grave, può essere così profonda che una persona ne avverte i sintomi ogni volta che si trova con altre persone;
  • disturbo d’ansia generalizzato (GAD), caratterizzato da ansia cronica, preoccupazione e tensione esagerate, anche in assenza di eventi o cause che ne giustifichino la presenza;
  • fobie specifiche, come la paura dei cani, degli spazi chiusi, degli spazi aperti, …

Ciascun disturbo d’ansia ha sintomi diversi, ma tutti hanno in comune un disagio, una paura e talvolta un vero e proprio terrore tanto profondo, quando ingiustificato e irrazionale.

Disturbo da attacco di panico

Posso dire che l’attacco di panico è un’esperienza quasi violenta. Mi sento come se si interrompessero i contatti con la realtà. Sento di perdere il controllo in modo estremo e pericoloso. Il cuore mi batte fortissimo, non riesco a respirare e mi pervade la sensazione che tutto si schianti contro di me.

È iniziato tutto dieci anni fa: ero fresco di laurea e avevo appena iniziato a lavorare. Stavo partecipando per lavoro ad un seminario in un albergo e questa cosa si presentò all’improvviso. Mi sentivo come se stessi per morire.

Dopo un attacco, ho il terrore e l’ansia che se ne verifichi un altro. Ho paura di ritornare nei luoghi in cui ho avuto un attacco. Se non mi farò aiutare, fra un po’ non esisterà più alcun luogo in cui potrò sentirmi al sicuro dal panico.

Il disturbo da attacchi di panico è una vera e propria malattia, da cui però si può guarire.

È caratterizzato da:

Durante gli attacchi, le persone affette da disturbo da attacchi di panico possono manifestare

Gli attacchi di panico di solito causano

  • una sensazione di straniamento,
  • la paura di una catastrofe imminente,
  • il timore di perdere il controllo.

Un altro sintomo del disturbo da attacchi di panico è la paura dei propri sintomi fisici che apparentemente sembrano inspiegabili. Chi soffre di attacchi di panico spesso li scambia per attacchi di cuore o per sintomi di pazzia, oppure teme di essere in punto di morte. Il paziente non è in grado di prevedere dove e quando si verificherà l’attacco successivo e, tra un episodio e l’altro, può preoccuparsi profondamente nell’attesa e nel terrore dell’attacco successivo.

Gli attacchi di panico possono verificarsi in qualsiasi momento, persino durante il sonno. Il singolo attacco di solito si risolve nel giro di dieci minuti, ma alcuni sintomi possono durare molto più a lungo.

In base ai dati disponibili in letteratura le donne sono più colpite degli uomini.

Gli attacchi si presentano tipicamente per la prima volta alla fine dell’adolescenza o nelle prime fasi dell’età adulta, ma il singolo episodio non evolve automaticamente in disturbo da attacchi di panico. Molte persone hanno un unico attacco nel corso della vita. La tendenza a soffrire di attacchi di panico sembra essere ereditaria.

Episodi  ripetuti e conclamati hanno forti conseguenze invalidanti; i pazienti dovrebbero farsi curare prima di iniziare a evitare i luoghi o le situazioni in cui si sono verificati gli attacchi. Ad esempio, se l’attacco di panico si è verificato in ascensore, la persona colpita potrebbe iniziare ad avere paura degli ascensori e questo potrebbe influenzare la scelta del lavoro o dell’abitazione, oppure restringere l’ambito dei luoghi frequentati per lavoro, svago o necessità (ad esempio gli ambulatori medici).

In alcuni pazienti il grado di invalidità è tale che si arriva ad evitare anche le attività normali, come la spesa al supermercato o la guida dell’auto. Circa un terzo dei soggetti colpiti è costretto a rimanere a casa, oppure affronta le situazioni di cui ha paura soltanto se è accompagnato dal coniuge o da un’altra persona fidata. Quando la malattia arriva a questo punto, viene definita agorafobia, o paura degli spazi aperti.

La diagnosi e la terapia precoci spesso sono in grado di prevenire l’agorafobia, ma chi soffre di attacchi di panico spesso può cambiare medico per anni e recarsi più volte al pronto soccorso prima che gli venga diagnosticata questa patologia. Questo non dovrebbe avvenire, perché il disturbo da attacchi di panico è uno dei disturbi d’ansia più facilmente curabili e in molti casi risponde bene a determinati farmaci o a determinati approcci di psicoterapia cognitiva che aiutano a modificare gli schemi di pensiero che provocano la paura e l’ansia.

Il disturbo da attacchi di panico spesso è collegato ad altri problemi gravi, come

Queste patologie concomitanti richiedono ovviamente una cura, diversa da quella per il disturbo da attacchi di panico. Tra i sintomi della depressione troviamo

La maggior parte dei pazienti affetti da depressione può essere curata efficacemente con farmaci antidepressivi, con approcci psicoterapici o, meglio ancora, con una combinazione di entrambe queste terapie.

Disturbo ossessivo compulsivo

La mia vita era diventata una successione di rituali. Tutti gli aspetti della mia vita erano ritualizzati. Ero sprofondato nelle sabbie mobili dei numeri. Mi sarei lavato i capelli tre volte anziché una sola, perché ritenevo che il tre, contrariamente all’uno, fosse un numero fortunato. Ci mettevo molto tempo a leggere, perché contavo le righe di ogni paragrafo. Quando puntavo la sveglia, la puntavo solo a un’ora le cui cifre, sommate, non dessero un numero sfortunato.

Sapevo perfettamente che questi riti non avevano alcun senso e me ne vergognavo profondamente, ma non sono riuscito a liberarmene finché non ho iniziato la terapia.

Persino vestirmi di mattina era un problema, perché avevo il mio rito: se non l’avessi osservato, l’ansia avrebbe avuto il sopravvento e quindi avrei dovuto ricominciare tutto daccapo. Mi sono sempre preoccupata perché, se non avessi fatto qualcosa, i miei genitori sarebbero morti. Avevo questa terribile idea fissa di fare del male ai miei genitori. Era completamente irrazionale, ma queste idee mi rendevano sempre più ansiosa e scatenavano comportamenti ancor più irrazionali. Dedicando così tanto tempo ai rituali, non ero in grado di fare ciò che veramente era importante.

Le persone affette dal disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)

  • sono turbate da pensieri continui (ossessioni)
  • e, per combattere l’ansia che ne deriva, si avvalgono dei cosiddetti rituali (compulsioni).

Nella maggior parte dei casi i rituali finiscono col prendere il controllo delle loro vite, ad esempio

  • Se una persona è ossessionata dai batteri o dallo sporco, può sviluppare un comportamento compulsivo che consiste nel lavarsi ripetutamente le mani.
  • Se è ossessionata da una specifica malattia può essere fortemente condizionata nei comportamenti tenuti nei luoghi pubblici.
  • Se è ossessionata dai ladri può chiudere diverse volte la porta prima di andare a dormire.
  • Se teme di provare imbarazzo in pubblico può pettinarsi compulsivamente davanti allo specchio, talvolta fino a rimanere come “ipnotizzata” senza riuscire più a staccarsene.

Vivere in balia dei rituali è una vera e propria prigione, spesso senza pause.

Tra gli altri rituali frequenti troviamo la necessità di controllare, toccare (soprattutto seguendo un ordine preciso) o contare ripetutamente le cose. Tra le ossessioni più diffuse ricordiamo pensieri frequenti di

  • far del male alle persone care,
  • compiere atti sessuali sgraditi,
  • compiere azioni proibite dal proprio credo religioso.

Le persone affette da DOC possono anche preoccuparsi eccessivamente dell’ordine e della simmetria, aver difficoltà a buttar via gli oggetti (e quindi accumularli) oppure ammassare oggetti inutili.

Anche le persone sane hanno i propri rituali, ad esempio controllano diverse volte se il gas è spento prima di uscire di casa. La differenza sta nel fatto che le persone affette da disturbo ossessivo compulsivo continuano a compiere le azioni rituali anche se queste interferiscono con la vita quotidiana e la loro ripetizione provoca angoscia. Molti pazienti adulti affetti da DOC si rendono perfettamente conto di star compiendo azioni insensate, ma alcuni di essi (e la maggior parte dei bambini malati) non si rendono conto che il loro comportamento non è normale.

Negli Stati Uniti, il disturbo ossessivo-compulsivo colpisce circa 2,2 milioni di adulti: può essere correlato a disordini alimentari, ad altri disturbi ansiosi o alla depressione. A essere colpiti sono sia gli uomini sia le donne, in percentuali grossomodo simili; il disturbo di solito compare durante l’infanzia, l’adolescenza o le prime fasi dell’età adulta. Un terzo degli adulti colpiti ha iniziato ad avvertire i sintomi durante l’infanzia e le ricerche suggeriscono che si tratta di un disturbo ereditario.

Il decorso della malattia è piuttosto variabile. I sintomi possono essere intermittenti, oppure possono migliorare o peggiorare con l’andare del tempo. Se il disturbo si aggrava il paziente può non essere più in grado di lavorare o assumersi le normali responsabilità in casa e in famiglia. I pazienti possono tentare di curarsi da soli evitando le situazioni che provocano le ossessioni, oppure possono far uso di alcol o stupefacenti per cercare di calmarsi.

Il disturbo ossessivo-compulsivo solitamente risponde bene alla terapia farmacologia e/o alla terapia comportamentale, in cui il paziente affronta le situazioni che provocano paura o ansia, desensibilizzandosi. Tra i nuovi approcci troviamo la terapia combinata e incrementale, ma anche tecniche moderne come la stimolazione cerebrale profonda.

Disturbo post traumatico da stress

Ho subito uno stupro all’età di 25 anni. Per molto tempo ho parlato dello stupro come se fosse qualcosa accaduto a qualcun’altra. Sapevo benissimo che era successo a me, ma non riuscivo a esprimerlo.

Poi ho iniziato ad avere dei flashback. Mi colpivano come una secchiata d’acqua gelida. Ero terrorizzata. All’improvviso rivivevo l’episodio. Ogni singolo attimo era terrificante. Non ero cosciente della realtà che mi circondava: era come se stessi galleggiando in una bolla. Terrificante, davvero. I flashback possono mandarti fuori di testa.

Sono stata stuprata la settimana prima di Pasqua; sembra impossibile, ma tutti gli anni l’ansia e la paura mi assalgono ancora quando arriva il momento dell’anniversario. È stato come guardare un lupo negli occhi. Non riesco a rilassarmi né a dormire; devo stare sola. Non so se riuscirò mai a liberarmi di questo terribile problema.

Il disturbo post-traumatico da stress (DPTS) si sviluppa dopo un evento doloroso e spaventoso (trauma) che ha comportato un dolore fisico o una minaccia di dolore fisico. Il paziente che ne soffre può essere stato offeso in prima persona, l’offesa può essere stata recata a una persona a lui cara, oppure può essere stato testimone di un episodio traumatico accaduto a una persona cara o ad un estraneo.

Il DPTS fu portato all’attenzione del grande pubblico nel caso dei veterani di guerra, ma può essere causato da avvenimenti traumatici di natura molto diversa come:

  • aggressioni,
  • stupri,
  • torture,
  • rapimenti,
  • prigionia,
  • episodi di pedofilia,
  • incidenti automobilistici,aerei o ferroviari,
  • bombardamenti,
  • calamità naturali come alluvioni o terremoti.

Chi è affetto da disturbo post-traumatico da stress può

  • sussultare all’improvviso,
  • diventare emotivamente insensibile (soprattutto in relazione alle persone che prima del trauma gli erano più vicine),
  • perdere interesse per le attività che gli piacevano,
  • non riuscire a manifestare affetto,
  • essere irritabile,
  • più aggressivo del solito o addirittura violento.

I pazienti evitano le situazioni che ricordano loro l’episodio traumatico e gli anniversari dell’evento spesso creano molti problemi. Sembra che i sintomi del DPTS siano più gravi se l’evento scatenante è stato provocato intenzionalmente da un’altra persona, come nel caso delle rapine e dei rapimenti.

La maggior parte delle persone colpite rivive il trauma più volte, mentalmente nel corso della giornata e negli incubi durante il sonno. Nel complesso queste situazioni sono definite flashback. I flashback possono essere composti da immagini, suoni, odori o sensazioni; spesso sono scatenati da eventi apparentemente normali, come il rumore di una porta che si chiude o da un’auto che frena improvvisamente. Se si vive un flashback si può perdere il contatto con la realtà e ritenere che l’evento traumatico stia accadendo di nuovo.

Non tutte i soggetti che hanno subito un trauma soffrono di disturbo post-traumatico da stress, che sia conclamato o lieve. I sintomi di solito iniziano dopo 3 mesi dal trauma, ma in alcuni casi possono apparire anche dopo anni. Per essere definiti disturbo post-traumatico da stress devono protrarsi per più di un mese. Il decorso della malattia è variabile: alcuni pazienti guariscono nel giro di sei mesi, mentre in altri i sintomi durano molto più a lungo. In alcune persone la patologia si cronicizza.

Negli Stati Uniti, il DPTS colpisce circa 7,7 milioni di adulti, ma può colpire persone di qualsiasi età, compresi i bambini. Le donne hanno più probabilità di ammalarsi rispetto agli uomini e alcune ricerche sembrano confermare che la tendenza ad ammalarsi possa essere ereditaria. Il disturbo post-traumatico da stress spesso è accompagnato dalla depressione, dall’abuso di sostanze o da uno o più degli altri disturbi d’ansia.

Alcuni tipi di farmaci e di approcci psicoterapici spesso si rivelano molto efficaci contro il DPTS.

Fobia sociale

Tutte le situazioni sociali mi impaurivano. Ero già ansiosa prima di uscire di casa e l’ansia aumentava esponenzialmente man mano che mi avvicinavo a scuola, alla festa o all’occasione che mi impauriva. Mi faceva male la pancia, quasi come se avessi avuto l’influenza. Il cuore mi batteva forte,avevo le mani sudate e mi sentivo come se fossi staccata da me stessa e da chiunque altro.

Quando dovevo entrare in una stanza piena di gente arrossivo e mi sentivo tutti gli occhi puntati addosso. Starmene in un angolo da sola mi metteva in imbarazzo, ma non riuscivo a pensare a nulla che potessi dire. Era umiliante. Mi sentivo molto a disagio e non vedevo l’ora di andarmene.

La fobia sociale, anche definita ansia sociale, viene diagnosticata quando il paziente, nelle normali situazioni sociali, è oppresso dall’ansia e diventa eccessivamente insicuro. Chi è affetto da ansia sociale vive con la paura intensa continua e cronica di essere osservato e giudicato dagli altri e di compiere azioni che potrebbero risultare sconvenienti. La preoccupazione e la paura possono iniziare anche giorni o settimane prima dell’evento temuto. La paura può diventare così opprimente da interferire con il lavoro, la scuola o le altre attività quotidiane e può rendere difficile la creazione e il proseguimento delle amicizie.

Molte persone affette da fobia sociale si rendono conto che le paure legate alle occasioni sociali sono eccessive o irragionevoli, ma non sono in grado di superarle. Anche se tentano di combatterle e di stare insieme agli altri, di solito sono molto ansiosi prima dell’incontro ed estremamente a disagio quando si trovano insieme agli altri; inoltre si preoccupano del giudizio altrui per ore dopo l’incontro.

L’ansia sociale può essere limitata a un’unica situazione:

  • parlare in pubblico,
  • mangiare, bere o scrivere alla lavagna davanti agli altri,

oppure può essere così estesa (come nel caso della fobia sociale generalizzata) che la persona avverte ansia praticamente per ogni contatto al di fuori della sfera famigliare.

Tra i sintomi fisici che di solito accompagnano la fobia sociale troviamo:

Quando si verificano i sintomi le persone affette da fobia sociale si sentono come se avessero gli occhi degli altri puntati addosso.

Negli Stati Uniti la fobia sociale colpisce circa 15 milioni di adulti. Il disturbo colpisce con uguali probabilità gli uomini e le donne e di solito si manifesta per la prima volta durante l’infanzia o nei primi anni dell’adolescenza. Alcune ricerche sembrano suggerire che potrebbe essere causato da fattori genetici. La fobia sociale spesso è accompagnata da altri disturbi d’ansia o dalla depressione; se i pazienti cercano di curare da soli l’ansia, possono sviluppare dipendenza dai farmaci o da altre sostanze.

La fobia sociale può essere curata efficacemente usando determinati approcci psicoterapici o farmacologici.

Fobie specifiche

Ho una paura tremenda di volare e non volerò mai più. Una volta iniziavo ad aver paura di un viaggio in aereo anche un mese prima della partenza. Quando il portellone dell’aereo si chiudeva ero veramente spaventata e mi sentivo in trappola. Il cuore mi batteva forte e iniziavo a sudare come una fontana. Quando l’aereo decollava avevo sempre più la sensazione di essere in trappola. Quando penso a un viaggio in aereo, mi immagino che perdo il controllo e compio atti inconsulti , ma ovviamente nella realtà non l’ho mai fatto. Non ho paura degli incidenti né delle turbolenze. Quello che temo è la sensazione di sentirmi in trappola. Tutte le volte che ho pensato di cambiare lavoro, mi sono trovata a pensare: “E se fossi costretta a volare?” Attualmente frequento soltanto luoghi raggiungibili in macchina o in treno. I miei amici mi ricordano sempre che non sarei in grado di scendere nemmeno da un treno che viaggia ad alta velocità… Allora perché i treni non mi danno alcun problema? Tutto ciò che posso rispondere è che la mia paura è irrazionale.

La fobia specifica è una paura intensa e irrazionale di qualcosa che in realtà è poco o per nulla pericoloso. Alcune delle fobie specifiche più comuni riguardano:

  • luoghi chiusi,
  • luoghi aperti,
  • vomitare,
  • altezza,
  • scale mobili,
  • gallerie,
  • guida in autostrada,
  • acqua,
  • volo,
  • cani,
  • sangue.

Le fobie non sono soltanto paure portate all’estremo, sono paure irrazionali di un oggetto o di una situazione particolare. Magari si potrebbe essere in grado di scalare l’Everest, ma non di salire oltre il quinto piano di un palazzo. Gli adulti affetti da fobie si rendono conto che le loro paure sono irrazionali però, spesso, affrontare (o anche solo pensare di affrontare) l’oggetto o la situazione che li spaventa provoca un attacco di panico o una forte ansia.

Negli Stati Uniti, le fobie specifiche colpiscono circa 19,2 milioni di adulti e le donne sono due volte più colpite degli uomini. Il disturbo di solito fa la sua comparsa durante l’infanzia o l’adolescenza e tende a continuare anche in età adulta. Le cause delle fobie specifiche non sono ancora certe, ma alcune ricerche sembrerebbero provare che siano ereditarie.

Se la situazione o l’oggetto temuto è facile da evitare i pazienti affetti da fobie specifiche potrebbero non ricorrere ad alcun aiuto; tuttavia, se l’evitare il motivo scatenante interferisce con la carriera o con la vita quotidiana, il disturbo può diventare invalidante e di solito si cerca di curarlo.

Le fobie specifiche rispondono bene ad una terapia psicologica mirata, per esempio basata sull’approccio cognitivo comportamentale.

Disturbo d’ansia generalizzato

Ho sempre pensato di essere solo un po’ troppo apprensiva. Mi sentivo agitata e non riuscivo a rilassarmi. Alle volte l’agitazione andava e veniva, altre volte era continua. Poteva continuare per giorni. Mi preoccupavo di che cosa preparare agli invitati per cena o di che cosa regalare di bello a qualcuno. Dovevo sempre avere il controllo su tutto.

Quando i miei problemi si sono aggravati ho preso qualche giorno di ferie e mi sono sentita veramente in colpa. Poi ho iniziato a preoccuparmi di perdere il lavoro. Finché non mi sono fatta curare ero ridotta in condizioni pietose.

Avevo gravi problemi a dormire. C’erano delle volte in cui mi svegliavo di soprassalto in piena notte. Anche concentrarmi era difficile, persino quando si trattava solo di leggere il giornale o un romanzo. A volte mi sentivo un po’ meglio. Di solito, però, avevo il batticuore. Mi faceva preoccupare ancor di più. Mi immaginavo sempre le cose peggiori di come in realtà fossero. Una volta, per un semplice mal di pancia, ero convinta di avere l’ulcera.

I pazienti affetti da disturbo d’ansia generalizzato (GAD) trascorrono le giornate in preda a tensione e preoccupazioni costanti, quando in realtà non ci dovrebbe essere nulla che li preoccupa. Sono sempre pessimisti ed eccessivamente preoccupati per la loro salute, per le questioni economiche, per i problemi famigliari o per le difficoltà lavorative. In alcuni casi, basta il pensiero di dover affrontare la giornata per scatenare l’ansia.

Il GAD viene diagnosticato quando la persona si preoccupa eccessivamente per tutta una serie di problemi quotidiani per un periodo di almeno sei mesi. Le persone affette da disturbo d’ansia generalizzato sembrano non venire mai a capo delle loro preoccupazioni, anche se di solito si rendono conto che l’ansia è sproporzionata rispetto alla situazione che la scatena. Non riescono a rilassarsi, si allarmano con facilità e hanno difficoltà di concentrazione. Spesso hanno difficoltà ad addormentarsi o a dormire serenamente. Tra i sintomi fisici che di solito accompagnano l’ansia troviamo:

Se l’ansia è lieve, le persone affette da GAD riescono ancora ad avere una vita sociale e a mantenere il lavoro. Il disturbo non li porta ad evitare determinate situazioni ma, se l’ansia è grave, possono avere difficoltà a svolgere le attività quotidiane più semplici.

Negli Stati Uniti il GAD colpisce circa 6,8 milioni di adulti e le donne sono due volte più soggette degli uomini. Il disturbo di sviluppa gradualmente e può iniziare in qualsiasi momento, nonostante il periodo più a rischio vada collocato tra l’infanzia e l’età adulta. Le ricerche dimostrano che la componente genetica è quasi ininfluente.

Spesso il GAD è accompagnato da altri disturbi d’ansia, dalla depressione o dall’abuso di sostanze, e solo in rari casi non ha altre patologie concomitanti. La terapia più comune per il disturbo d’ansia generalizzato è farmacologica o cognitivo-comportamentale, ma anche i disturbi concomitanti devono essere sconfitti, ciascuno con una terapia adeguata.

Cura e terapia

(Per quanto riguarda le terapie fare riferimento alla seconda parte: Ansia ed attacchi di panico, rimedi e cure)

Fonte principale

Domande e risposte
Quali sono i sintomi dell'ansia?
I sintomi sono molto variabili sia in base al tipo di disturbo ansioso sviluppato che da un paziente all'altro, ma tra i sintomi caratteristici e più comuni possiamo ricordare:
  • nervosismo
  • irrequietezza
  • irritabilità
  • tensione
  • sensazione d'imminente rischio/pericolo
  • difficoltà di concentrazione
  • disturbi del sonno
  • incapacità di gestire ed affrontare le preoccupazione
  • impellente ed esagerata necessità di evitare i fattori in grado di scatenare un attacco
Esistono poi numerosi sintomi fisici (vedi domanda successiva).
Quali sono i sintomi fisici dell'ansia?
A causa dell'ansia possono comparire:
  • palpitazioni e tachicardia
  • iperventilazione
  • aumento della sudorazione
  • tremori
  • stachezza persistente
  • disturbi gastrointestinali
  • vertigini e capogiri
  • dolori e tensione muscolare
  • bocca secca
  • mal di testa
  • formicolii ed intorpidimento
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Domande e risposte
  1. Perchè durante un attacco di panico viene consigliato di respirare in una busta di carta? Funziona davvero?

  2. Si può impazzire a causa dell’ansia?

    1. Dr. Roberto Gindro

      No, non si può diventare pazzi a causa dell’ansia.
      È tuttavia importante non sottovalutare il disturbo e rivolgersi al medico per affrontarlo e risolverlo, perché diversamente il rischio è che cronicizzi, diventando così più difficile da risolvere. La paura di impazzire è un sintomo comune nei pazienti che soffrono di disturbi ansiosi, perché si perde il controllo di sé, ma ribadisco che questo non porta a impazzire.