Sindrome di Klinefelter: cause, sintomi, complicazioni

Ultima modifica

Introduzione

La sindrome di Klinefelter è una malattia genetica relativamente rara che fa parte del gruppo di patologie denominato “aneuploidie dei cromosomi sessuali”, ovvero anomalie del numero di cromosomi. Colpisce solo gli uomini, che si trovano a possedere un cromosoma X in più rispetto alla condizione di normalità.

  • Normalmente le donne possiedono 2 cromosomi sessuali XX e gli uomini 2 cromosomi sessuali XY,
  • negli individui con questa sindrome invece il cariotipo è di tipo XXY

L’incidenza di questa patologia si attesta intorno a 1 su 500 individui nati vivi. Tale patologia può passare spesso per misconosciuta sino alla prima infanzia per il ritardo mentale con problematiche scolastiche e alla pubertà per l’alterazione dello sviluppo somatico.

La sindrome di Klinefelter rappresenta la più frequente causa di ipogonadismo (insufficiente produzione di testosterone) nei maschi ed il quadro clinico si rende più specifico durante la pubertà con alcune caratteristiche peculiari, quali:

  • altezza superiore alla norma, ma con distribuzione femminile del grasso corporeo, spalle larghe e fianchi stretti,
  • ginecomastia,
  • scarsa peluria,
  • genitali di dimensioni ridotte ed aspetto infantile,
  • ritardo mentale,
  • disturbi sociali.

La diagnosi avviene sulla base del quadro clinico e di una consulenza genetica che permetta il riconoscimento dell’anomalia genetica sottostante.

La sindrome di Klinefelter non è curabile ma è possibile migliorare la qualità di vita dei soggetti che ne sono colpiti con una cura farmacologica a base di testosterone (che viene cominciata a partire dagli 11-12 anni) e con sostegno psicologico sin dalla prima infanzia per la risoluzione delle problematiche più gravi di ordine scolastico e sociale.

I bambini con la forma XXY (la più comune) si differenziano solo minimamente dai coetanei non affetti dalla sindrome e, nonostante debbano spesso affrontare durante l’adolescenza diversi ostacoli emotivi e comportamentali, dovuti anche alle difficoltà nei risultati scolastici, la maggior parte è in grado di raggiungere una piena indipendenza in età adulta, potendo aspirare ad una vita pressoché normale e un livello d’istruzione universitario.

Uno studio australiano ha dimostrato che attraverso una diagnosi tempestiva e un supporto adeguato la prognosi della sindrome possa essere nettamente migliore.

Cause

L’insorgenza della sindrome di Klinefelter non è ereditaria, ma è conseguente ad un errore durante la creazione della cellula uovo o dello spermatozoo nei genitori (durante la meiosi la cellula non si disgiunge e vengono prodotti gameti con un eccesso di cromosomi sessuali). Ad oggi si ritiene che non vi siano fattori protettivi per evitare che ciò accada. Si ritiene che la trasmissione per via materna sia più comune e forse in parte correlata all’età avanzata, ma comunque in misura molto limitata e nettamente inferiore al peso che questa riveste nel caso della sindrome di Down.

L’essere umano possiede 23 coppie di cromosomi che, nell’insieme, formano il DNA, ovvero il materiale genetico in cui sono contenute tutte le informazioni su come l’organismo si presenta e deve funzionare (dal colore degli occhi a quello dei capelli, dalle sostanze prodotte nello stomaco per la digestione alle istruzioni per dare forma al cervello durante lo sviluppo).

Il sesso è determinato da una specifica coppia di cromosomi sessuali, che

  • nella donna si identificano come XX,
  • nell’uomo come XY.

Nella sindrome di Klinefelter questa coppia di cromosomi è alterata, perché legata a cromosomi aggiuntivi non necessari, che causano dei malfunzionamenti nelle istruzioni che vi sono contenute; semplificando, è come se nelle pagine del manuale d’istruzioni della Vita ci fossero delle pagine in più, impossibili da distinguere tra corrette e aggiuntive.

Più nel dettaglio

  • Nell’80% dei casi si verifica una mancata disgiunzione dei cromosomi sessuali durante la meiosi, in cui un gamete femminile con doppio cromosoma sessuale X si fonde ad un gamete maschile normale con unico cromosoma sessuale Y; più raramente si verifica la condizione opposta, in cui è uno spermatozoo portatore di doppio cromosoma sessuale XY a fecondare un gamete femminile normale;
  • Nel restante 20% dei casi si verifica una condizione di mosaicismo, ossia la presenza di cellule variamente distribuite nell’organismo, in cui alcune possiedono un cariotipo normale 46 XY e altre, in percentuale variabile, contengono un cariotipo patologico 47 XXY o 48 XXXY o 49 XXXY.

I ricercatori hanno dimostrato poi come la compromissione dello sviluppo fisico e mentale degli individui affetti tende ad aumentare proporzionalmente con l’aumentare del numero extra dei cromosomi X: ogni X sovranummerario riduce il quoziente intellettivo (QI) di circa 15-16 punti.

Sintomi

Durante l’infanzia gli individui affetti dalla sindrome di Klinefelter presentano sintomi caratteristici che prevedono:

  • ritardo nell’acquisizione del linguaggio e ridotto sviluppo dello stesso con:
    • problemi di espressività,
    • anomia (in capacità di dare nomi a persone od oggetti pur essendo in grado di riconoscerli),
    • disartria (difficoltà nelle articolazione delle sillabe che compongono una parola),
  • difficoltà all’apprendimento sociale e scolastico: sin dalla scuola elementare si notano difficoltà nella lettura, nella scrittura e nella matematica e quasi tutti gli individui richiedono un tutore di sostegno,
  • crescita rapida e improvvisa nella terza infanzia con tipica obesità del tronco,
  • problemi comportamentali con immaturità, forte timidezza e riservatezza, scarsa sicurezza del sé nelle dinamiche sociali, difficoltà nel contenere gli impulsi e nel rispetto delle regole,
  • ritardo puberale.

Proprio per via di questi aspetti legati all’apprendimento, il sospetto diagnostico viene posto spesso in epoca scolastica dall’insegnante.

Da un punto di vista fisico, con la crescita emergono alcune caratteristiche fisiche peculiari (ricordiamo che possono essere affetti dalla patologia solo soggetti di sesso maschile):

  • Aspetto eunucoide, caratterizzato dall’allungamento eccessivo degli arti rispetto al tronco, aspetto infantile con organi genitali, masse muscolari e peluria scarsamente sviluppati. Vi è inoltre una deposizione di grasso in eccesso soprattutto alle anche, al petto e all’addome.
  • Sviluppo normale o superiore alla norma con altezza aumentata, ma con spalle strette e fianchi larghi, ridotta circonferenza cranica, cifoscoliosi. In genere si rileva una ridotta forza muscolare rispetto ai coetanei.
  • Ginecomastia: anomalo sviluppo delle dimensioni delle mammelle nell’uomo per la loro ipertrofia, che danno al petto un aspetto femminile.
  • Peluria scarsa: ridotta crescita della barba, della peluria sul petto e sulle ascelle, peli pubici di aspetto femminile.
  • Genitali di dimensioni ridotte e insufficienza testicolare con difetto della spermatogenesi e della produzione di testosterone.

I soggetti colpiti mostrano inoltre:

Diagnosi

La diagnosi di questa sindrome avviene nella maggior parte dei casi durante l’infanzia o durante la pubertà; in un quarto dei casi passa per misconosciuta sino all’età adulta o addirittura non viene riconosciuta per il resto della vita.

La diagnosi prenatale è possibile grazie all’amniocentesi, ovvero al prelievo di liquido amniotico del feto che viene analizzato, o alla villocentesi. Per la diagnosi non prenatale attualmente lo standard è l’analisi del cariotipo sui linfociti estratti dopo prelievo di sangue.

Altri esami circostanziali prevedono la valutazione dei livelli nel sangue delle gonadotropine, ovvero gli ormoni FSH ed LH prodotti dall’ipofisi che risultano notevolmente più alti per il feedback positivo dovuto ai bassi livelli di testosterone di questi individui; può essere valutata inoltre la presenza di azoospermia (conta ridotta degli spermatozoi).

L’intero percorso diagnostico prevede l’affidamento a medici genetisti e pediatri nonché ad altri specialisti.

La sindrome di Klinefelter necessita di una diagnosi differenziale con altre malattie genetiche, quali:

  • sindrome dell’X fragile,
  • sindrome di Marfan,
  • altre patologie caratterizzate da ipogonadismo,
  • altre patologie con ritardo mentale ed anomalie somatiche.

Cura

La patologia, essendo basata su un’anomalia genetica, non è ad oggi curabile, ma è possibile instaurare un trattamento sintomatico che migliori il quadro clinico dei pazienti soprattutto dal punto di vista della qualità di vita di vita in termini psicologici e sociali.

Attraverso il trattamento con androgeni e testosterone a partire dagli 11-12 anni è possibile correggere l’ipogonadismo ed i connessi problemi psicologici. portando allo sviluppo di caratteri somatici prettamente maschili; non è purtroppo possibile modificare la sterilità né la ginecomastia, che tuttavia in rari può risentire positivamente di un trattamento chirurgico risolutivo.

Dal punto di vista psico-sociale è importante fornire sostegno psicologico per le problematiche già descritte, che tendono a favorire l’insorgenza di un quadro di depressione ed isolamento sociale.

Sin dall’infanzia è importante un tutoraggio di sostegno scolastico con ricorso alla terapia comportamentale ove necessaria.

Fonti e bibliografia

Articoli Correlati
Articoli in evidenza