Sindrome del tunnel carpale: sintomi, cause, intervento

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Introduzione

State lavorando alla scrivania e cercate di ignorare il formicolio e la sensazione di intorpidimento che da mesi provate alla mano e al polso. Improvvisamente un dolore acuto e pungente si diffonde dal polso verso il braccio.

È soltanto un crampo passeggero?

No.

Molto probabilmente siete stati colpiti dalla sindrome del tunnel carpale, uno stato doloroso progressivo causato dalla compressione di un nervo fondamentale del polso.

La sindrome del tunnel carpale si manifesta se il nervo mediano, che si estende dall’avambraccio alla mano, viene sottoposto a pressione o schiacciamento all’altezza del polso. Il nervo mediano controlla le sensazioni del lato palmare del pollice e delle dita (non del mignolo) come pure gli impulsi diretti verso alcuni piccoli muscoli della mano, che permettono alle dita e al pollice di muoversi.

Il tunnel carpale, un passaggio stretto e rigido costituito dal legamento e dalle ossa alla base della mano, ospita il nervo mediano e i tendini. A volte l’ingrossamento dei tendini o altri gonfiori restringono il tunnel e fanno sì che il nervo mediano risulti compresso.

Semplificazione grafica dell'anatomia del tunnel carpale

iStock.com/VectorMine

I risultati sono dolore, debolezza o sensazione di intorpidimento alla mano e al polso, che si irradiano verso il braccio. Sebbene gli stati dolorosi possano indicare altre patologie, la sindrome del tunnel carpale è la più conosciuta e famosa delle neuropatie, ovvero delle patologie in cui i nervi periferici del corpo umano vengono compressi o subiscono traumi.

I ricercatori stanno focalizzando la loro attenzione sulla cronologia degli eventi che si verificano in concomitanza con la sindrome del tunnel carpale per poter capire, curare e prevenire meglio questo disturbo. Determinando fattori biomeccanici distinti legati al dolore, come angoli specifici tra le cartilagini, movimenti, forza e progressione nel tempo, i ricercatori stanno individuando nuovi modi per limitare o prevenire il disturbo sul luogo di lavoro e diminuire l’incidenza di altre malattie professionali costose e inabilitanti.

Altre ricerche permetteranno di comprendere le differenze tra i relativamente nuovi test di compressione del tunnel carpale (in cui il medico esercita una moderata pressione con entrambi i pollici direttamente sul tunnel carpale e sul nervo mediano sottostante, all’altezza del legamento trasverso del carpo) e il test di pressione (in cui viene gonfiata una manetta collocata nella parte anteriore del tunnel carpale, causando una compressione diretta del nervo mediano) per quanto concerne la previsione della sindrome del tunnel carpale.

Cause

La sindrome del tunnel carpale spesso è il risultato di una combinazione di fattori che aumentano la pressione esercitata sul nervo mediano e sui tendini del tunnel carpale, e non un problema con il nervo in sé.

Molto probabilmente il disturbo è congenito, si pensa che il tunnel carpale in certe persone sia più piccolo che in altre; altri fattori scatenanti possono essere

  • traumi o le ferite al polso che causano gonfiore (come le distorsioni o le fratture),
  • iperattività dell’ipofisi (una ghiandola che trova posto vicino al cervello),
  • ipotiroidismo,
  • artrite reumatoide,
  • problemi di natura meccanica al legamento del polso,
  • stress professionale,
  • uso ripetuto di strumenti che producono vibrazioni (come il martello pneumatico),
  • ritenzione idrica durante la gravidanza o la menopausa,
  • sviluppo di una ciste o di un tumore all’interno del canale.

In alcuni casi non è invece possibile individuare una causa.

Gli studi clinici hanno prodotto ad oggi una ridotta evidenza sperimentale: per ora non si sa con sicurezza se i movimenti ripetitivi e forzati della mano e del polso durante il lavoro o le attività di svago possano causare la sindrome del tunnel carpale. Compiere movimenti ripetitivi nel corso della normale attività lavorativa o durante altre attività quotidiane può causare disturbi dei movimenti articolari, come le borsiti e le tendiniti. Il crampo dello scrivano, una condizione in cui un’attività ripetitiva scatena una perdita di coordinazione motoria specifica nonché dolore e compressione nelle mani, nel polso e nell’avambraccio, non è un sintomo della sindrome del tunnel carpale.

Fattori di rischio

Le donne sono tre volte più a rischio degli uomini di sviluppare la sindrome del tunnel carpale, forse perché il loro canale può essere più piccolo rispetto a quello degli uomini.

La mano dominante di solito viene colpita per prima e accusa il dolore più intenso.

Sono anche altamente a rischio le persone affette da diabete o da altri disturbi del metabolismo che colpiscono direttamente i nervi e li rendono più suscettibili in caso di compressione.

La sindrome del tunnel carpale di solito colpisce soltanto gli adulti.

Il rischio di sviluppare la sindrome del tunnel carpale non è limitato a persone che hanno un’occupazione in un settore specifico, ma è comune specialmente in coloro che lavorano alla catena di montaggio: operai manifatturieri, cucitori, finitori, donne delle pulizie e operai che si occupano del confezionamento di carne, pollame o pesce. Nei fatti, la sindrome del tunnel carpale è tre volte più comune tra gli operai addetti all’assemblaggio che tra il personale impiegatizio che si occupa dell’inserimento dati. Nel 2001 un’indagine condotta dalla Clinica Mayo, un famoso ospedale statunitense, ha rivelato che l’uso protratto del computer (fino a 7 ore al giorno) non aumenta il rischio di sviluppare la sindrome del tunnel carpale per il mouse.

La sindrome rappresenta infine una causa comune di assenza dal lavoro per ragioni di salute, con un impatto economico e professionale particolarmente sostenuto.

Sintomi

I sintomi della sindrome del tunnel carpale di solito si manifestano con gradualità e sono:

  • sensazione di bruciore,
  • dolore,
  • formicolio o sensazioni di addormentamento misto a prurito al palmo della mano e alle dita, specialmente al pollice, all’indice e al medio.

Alcune persone affette da questa sindrome affermano di sentire le dita inutilizzabili e gonfie, anche se il gonfiore non c’è oppure è solo accennato. Spesso i sintomi appaiono per la prima volta in una o in entrambe le mani durante la notte, poiché molte persone dormono con i polsi piegati. Chi è affetto dalla sindrome del tunnel carpale quando si risveglia può provare la necessità di “rilassare” la mano o il polso.

Quando i sintomi peggiorano è possibile avvertire un fastidioso formicolio durante il giorno. Il fatto che la forza per esercitare la presa diminuisca potrebbe rendere difficile stringere le mani a pugno, afferrare piccoli oggetti o svolgere altre attività che implicano l’uso delle mani.

Nei casi cronici o non adeguatamente curati i muscoli alla base del pollice possono risultare compromessi per sempre. Alcune persone riferiscono di non essere in grado di distinguere al tatto tra caldo e freddo.

Spesso viene confusa con la sindrome da compressione del nervo ulnare, che si manifesta però prevalentemente con formicolio ad anulare e mignolo.

Diagnosi

Diagnosi e cura precoce sono importanti per evitare danni permanenti al nervo mediano. Un esame fisico di mani, braccia, spalle e collo può contribuire a diagnosticare se i sintomi lamentati dal paziente sono collegati alle attività quotidiane o a un disturbo sottostante e possono escludere altri stati dolorosi che in qualche modo assomigliano alla sindrome del tunnel carpale.

Medico che esamina il polso di un paziente colpito da tunnel carpale

iStock.com/mediaphotos

Il polso è esaminato per quanto concerne la dolorabilità, il gonfiore, il calore e lo scoloramento radiografico. Occorre sottoporre a controlli la sensibilità di ciascun dito, e i muscoli alla base della mano dovrebbero essere esaminati con particolare attenzione riguardo alla forza e ai segni di atrofia. Normali esami di laboratorio e radiografie possono portare alla luce la presenza di

  • diabete,
  • artrite
  • e fratture.

I medici possono poi avvalersi di test specifici nel tentativo di riprodurre i sintomi della sindrome del tunnel carpale.

Nel test di Tinel, il medico batte leggermente o esercita pressione sul nervo mediano nel polso del paziente. Il test risulta positivo quando si verifica un formicolio nelle dita o una sensazione simile a una scossa.

Nel test di Phalen, o della flessione del polso, il paziente avvicina le mani dal lato del dorso, puntando le dita verso il basso e premendo i dorsi delle mani l’uno contro l’altro. La presenza della sindrome del tunnel carpale risulta evidente se uno o più sintomi, come il formicolio o l’intorpidimento crescente, vengono avvertiti nelle dita entro un minuto.

Spesso è necessario confermare la diagnosi usando test elettrodiagnostici. Quando si effettua un esame sulla conduttività elettrica dei nervi, vengono collocati elettrodi sulla mano e sul polso. Vengono poi applicate piccole scosse elettriche per misurare la velocità con cui i nervi trasmettono gli impulsi. Con l’elettromiografia, invece, viene inserito un piccolo ago-elettrodo nel muscolo: l’attività elettrica visualizzata sullo schermo può diagnosticare la gravità del danno al nervo mediano. L’analisi a ultrasuoni può visualizzare l’indebolimento dei movimenti del nervo mediano.

La risonanza magnetica (MRI) può visualizzare l’anatomia del polso ma, allo stato attuale, non è particolarmente utile nella diagnosi della sindrome del tunnel carpale.

Intervento ed altri rimedi

Le cure per la sindrome del tunnel carpale dovrebbero iniziare il prima possibile, sotto la supervisione dello specialista.

Le cause scatenanti, come il diabete o l’artrite, dovrebbero essere curate per prime; è ovviamente opportuno, per quanto possibile, evitare tutte le attività che potrebbero peggiorare i sintomi e se la zona è infiammata, l’applicazione di ghiaccio può contribuire a ridurre il gonfiore.

Trattamenti non chirurgici

Esercizio fisico

Gli esercizi di stretching e di rafforzamento possono essere utili per le persone con sintomi di modesta entità. Questi esercizi devono essere svolti sotto la supervisione di un fisioterapista, capace di usare gli esercizi per la cura delle menomazioni fisiche, o di un esperto di medicina del lavoro,  in grado di valutare i pazienti con menomazioni fisiche e aiutarli a migliorare la salute e il benessere.

In molti pazienti un trattamento fisioterapico mirato è in grado di portare a completa risoluzione il disturbo.

Tutore

Dietro indicazione medica è possibile valutare il ricorso ad un tutore, scelta supportata da diverse linee guida, che tuttavia non è sempre accettato dal paziente in quanto in grado di limitarne la mobilità.

Farmaci

In alcune circostanze farmaci di diversa natura possono alleviare il dolore ed il gonfiore associati alla sindrome del tunnel carpale. I farmaci antinfiammatori non steroidei, come ad esempio l’aspirina, l’ibuprofene (Moment, Nurofen, Antalgil, Buscofen, …) e altri analgesici senza obbligo di ricetta, possono alleviare i sintomi presenti da poco tempo o causati da un’attività molto intensa.

I corticosteroidi (cortisone), con la lidocaina (un anestetico locale), può essere iniettato direttamente nel polso (infiltrazioni) oppure assunto per via orale per alleviare la compressione del nervo mediano e dare sollievo immediato e temporaneo alle persone che accusano sintomi intermittenti o di lieve entità. (Attenzione: le persone che soffrono di diabete e i pazienti che hanno una predisposizione al diabete dovrebbero notare che l’uso dei corticosteroidi può rendere difficile la regolazione dei livelli di insulina. I corticosteroidi non dovrebbero essere assunti senza prescrizione medica.)

Alcune ricerche infine hanno evidenziato che una maggiore assunzione di vitamina B6 (piridossina, per esempio Benadon compresse) può alleviare i sintomi della sindrome del tunnel carpale.

Terapie alternative

L’efficacia di terapie complementari quali agopuntura, chiropratica, … rimane ancora da dimostrare, con un’unica importante eccezione: alcuni lavori hanno dimostrato che lo yoga riduce il dolore e migliora la forza della mano tra i pazienti che soffrono di sindrome del tunnel carpale, ma ciò non dovrebbe stupire in quanto l’azione è probabilmente sovrapponibile a quella di un piano fisioterapico ben studiato.

Interventi chirurgici

L’intervento sul tunnel carpale è una delle procedure chirurgiche più comuni degli Stati Uniti.

Generalmente consigliato se i sintomi durano da più di sei mesi, l’intervento chirurgico consiste nel tagliare la fascia di tessuti intorno al polso per ridurre la compressione sul nervo mediano. L’intervento è effettuato in anestesia locale e non è nemmeno necessario passare una notte in ospedale. Per molti pazienti risulta necessario intervenire su entrambe le mani. Ecco i diversi tipi di chirurgia per la decompressione del tunnel carpale:

  • L’intervento di neurolisi, la procedura tradizionale usata per correggere la sindrome del tunnel carpale, consiste nel praticare un’incisione lunga fino a 5 cm nel polso per poi recidere il legamento carpale per allargare il tunnel carpale. L’intervento generalmente è eseguito in anestesia locale per scelta del paziente, a meno che ci siano aspetti insoliti di cui i medici debbano tenere conto.
  • L’intervento endoscopico può permettere una riabilitazione più veloce e minori disagi postoperatori rispetto al tradizionale intervento di neurolisi del nervo. Il chirurgo realizza due incisioni (ciascuna lunga poco più di un centimetro) sul polso e sul palmo della mano, inserisce una telecamera attaccata a un tubicino, osserva il tessuto su schermo e recide il legamento carpale (il tessuto che tiene insieme le articolazioni). Questo genere di chirurgia endoscopica a due incisioni, che generalmente viene realizzata in anestesia locale, è molto efficace e minimizza i rischi di creare cicatrici e di fragilità connessa alle cicatrici, se queste sono presente. Per la sindrome del tunnel carpale è anche possibile l’intervento endoscopico a una sola incisione.

Sebbene i sintomi risultino alleviati immediatamente dopo l’intervento, per riprendersi completamente dalla sindrome del tunnel carpale possono trascorrere alcuni mesi.

Tra le possibili complicazioni, seppure rare, troviamo:

  • infezioni,
  • danneggiamento del nervo,
  • intorpidimento
  • e dolore alla cicatrice.

A volte il polso perde forza poiché il legamento carpale è stato tagliato, ma in molti casi la situazione è recuperabile attraverso un percorso fisioterapico

Le recidive della sindrome del tunnel carpale sono rare. La maggior parte dei pazienti si riprende completamente.

Prevenzione

Sul posto di lavoro i lavoratori possono eseguire piccoli esercizi fisici, praticare esercizi di stretching, fare frequenti pause di riposo, indossare stecche per tenere dritti i polsi e tenere una postura e una posizione corretta del polso.

Indossare guanti senza dita può contribuire a tenere le mani calde e flessibili.

Le postazioni di lavoro, gli strumenti e le maniglie, le mansioni, potrebbero essere riprogettate per permettere al polso del lavoratore di tenere una posizione naturale durante il lavoro. Le varie mansioni possono essere distribuite a turno tra i dipendenti. I datori di lavoro possono sviluppare programmi di ergonomia, il processo che consiste nell’adattare le condizioni del luogo di lavoro e le richieste lavorative alle capacità dei dipendenti.

Tuttavia le ricerche non hanno ancora dimostrato se e quanto queste modifiche introdotte sul luogo di lavoro possano effettivamente contribuire a prevenire la comparsa della sindrome del tunnel carpale.

Fonti e bibliografia

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Domande e risposte
  1. Cos’è il tunner carpale?

    1. Dr. Roberto Gindro

      La sindrome del tunnel carpale (CTS) è una condizione dolorosa causata dalla pressione esercitata su un nervo nel polso; causa formicolio, intorpidimento e dolore alla mano e alle dita (pollice, indice e medio).

  2. Come curare la sindrome del tunnel carpale?

    1. Dr. Roberto Gindro

      In alcuni casi i sintomi tendono a risolversi spontaneamente dopo qualche mese (come succede in caso di gravidanza), ma più in generale può essere consigliabile: indossare un tutore specifico, evitare le attività che lo hanno causato (come l’uso di strumenti che vibrano), praticare regolarmente specifici esercizi fisioterapici. In alcuni pazienti è necessario ricorrere alla chirurgia.