Sindrome da fatica cronica: sintomi, diagnosi e terapia

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Introduzione

Chi è colpito dalla sindrome da fatica cronica si sente esaurito e stanchissimo, a prescindere dal riposo.

La stanchezza percepita rende addirittura difficile dedicarsi alle normali attività quotidiane, quelle che la maggior parte di noi svolge senza pensare, come vestirsi, fare la doccia o mangiare. Anche se si dorme o ci si riposa, la stanchezza non scompare e può invece aumentare se

  • ci si muove,
  • si fa esercizio fisico
  • si svolge un lavoro dove siano richieste attenzione e concentrazione.

I sintomi e i segni possono comparire lentamente oppure all’improvviso:

  • I pazienti in cui la sindrome compare lentamente diventano progressivamente sempre più stanchi nell’arco di alcune settimane od alcuni mesi.
  • I pazienti in cui compare all’improvviso si sentono improvvisamente stanchissimi da un giorno all’altro.

Il sintomo principale della sindrome da fatica cronica è una stanchezza grave che dura 6 mesi o più, ma ai fini della diagnosi il paziente deve presentare anche almeno quattro tra i seguenti sintomi:

La condizione è di difficile diagnosi; è più comune nelle donne di età compresa tra i 40 e i 50 anni, ma chiunque può manifestarla, e la sua durata è generalmente pari a diversi anni.

Non esiste cura per guarire, l’obiettivo è quindi limitato al trattamento e alla gestione dei sintomi, principalmente attraverso:

  • modifiche allo stile di vita,
  • psicoterapia,
  • farmaci.

La sindrome da fatica cronica può anche essere definita fatica cronica, encefalomielite mialgica o malattia da intolleranza sistemica allo sforzo.

Fotografia di donna stanca e con forte mal di testa

iStock.com/DKart

Cause

Nessuno sa con certezza quali siano le cause della sindrome da fatica cronica; in molti pazienti si presenta dopo un’infezione, ad esempio dopo un raffreddore o un’influenza intestinale, oppure dopo essere stati contagiati dal virus Epstein-Barr, lo stesso virus che provoca la mononucleosi infettiva.

Vale inoltre la pena notare come i sintomi siano in gran parte sovrapponibili alla sindrome sviluppata da alcuni pazienti a seguito dall’infezione da COVID-19 (sindrome long-covid).

Alcuni pazienti affetti dalla sindrome da fatica cronica affermano che il disturbo si è presentato dopo un periodo di forte stress, dovuto ad esempio al decesso di una persona cara o a un intervento chirurgico importante.

Tra i fattori che sono stati studiati ricordiamo:

  • disturbi del sistema immunitario,
  • alterazioni degli equilibri ormonali,
  • problemi psichiatrici (alcuni casi sono stati collegati a stress, depressione e traumi emotivi),
  • famigliarità (quindi si ipotizza un qualche coinvolgimento genetico).

Può essere molto difficile diagnosticare la sindrome da fatica cronica, perché la forte stanchezza è un sintomo comune a molte patologie ed anche alcune terapie, come ad esempio la chemioterapia.

Fattori di rischio

  • Le donne corrono un rischio significativamente superiore di ammalarsi rispetto agli uomini (si stima 4 volte superiore).
  • La fascia d’età più a rischio è quella tra i 20 e i 40-50 anni, anche se chiunque si può ammalare.
  • La sindrome da fatica cronica colpisce con minore frequenza i bambini e tipicamente questi hanno età compresa tra i 13 e i 15 anni.
  • Chi è in sovrappeso e sedentario corre un rischio maggiore di ammalarsi. Anche lo stress sembra avere un qualche ruolo.

La sindrome da fatica cronica colpisce tutti i gruppi etnici ed è diffusa in tutto il mondo; può colpire soggetti appartenenti a tutte le fasce di reddito, però alcune ricerche sembrerebbero dimostrare che è più diffusa tra le fasce a basso reddito. In alcuni casi può colpire diversi membri della stessa famiglia, ma non c’è alcuna prova che sia contagiosa: potrebbe invece essere trasmessa per via ereditaria, anche se su questo aspetto sono necessarie ulteriori ricerche.

Sembrano essere fattori di rischio:

  • stress psicologico,
  • traumi infantili,
  • presenza di malattie mentali,
  • allergie.

Sintomi

I sintomi della sindrome da fatica cronica possono essere continui oppure intermittenti. All’inizio il paziente si può sentire come se avesse l’influenza, ma oltre ad una stanchezza e una debolezza particolarmente severi, tra i sintomi della sindrome da fatica cronica possiamo trovare:

  • stanchezza protratta per più di 24 ore, dopo l’esercizio fisico o mentale,
  • dimenticare le cose o avere difficoltà di concentrazione,
  • sentirsi stanchi anche dopo aver dormito,
  • dolori muscolari,
  • dolori articolari, senza gonfiore o rossore,
  • mal di testa diverso dal solito o più forte del solito,
  • dolore ai linfonodi del collo o dell’ascella,
  • mal di gola.

I sintomi sopraelencati sono quelli principali, ma meno comunemente i pazienti possono lamentare:

I sintomi della sindrome da fatica cronica variano considerevolmente a seconda del paziente e possono essere da gravi a molto lievi. La maggior parte dei sintomi non è evidente e quindi gli amici, i familiari e le persone diverse dal paziente possono avere difficoltà a capire le sfide che il paziente deve affrontare.

Pericoli

Tra le possibili complicazioni della sindrome da fatica cronica ricordiamo:

  • depressione,
  • isolamento sociale,
  • problemi di relazioni sociali e professionali.

Diagnosi

Riconoscere la sindrome da fatica cronica può essere difficile, perché non esistono esami di laboratorio in grado di diagnosticarla con certezza. Molti dei sintomi della sindrome da fatica cronica sono comuni anche ad altre patologie, oppure sono effetti collaterali di specifiche terapie.

Se pensate di soffrire della sindrome da fatica cronica, andate dal medico che:

  • vi rivolgerà diverse domande sul vostro stato di salute fisica e mentale (anamnesi),
  • vi visiterà (esame obiettivo),
  • vi prescriverà gli esami del sangue e delle urine, per cercare di escludere altre patologie con sintomi analoghi a quelli della sindrome da fatica cronica,
  • vi prescriverà altri esami, se quelli del sangue e delle urine non diagnosticano la causa dei sintomi.

La diagnosi può richiedere molto tempo (addirittura anni!), quindi cercate di aver pazienza. Quando avrete effettuato gli esami, chiedete al medico come fare per alleviare i sintomi. La sindrome da fatica cronica non è una forma di depressione, tuttavia molti pazienti iniziano a soffrire di depressione perché si ritrovano a dover convivere con una malattia cronica.

Sul corretto modo di procedere per la diagnosi esistono tuttora molti dubbi ed incertezze e sono principalmente disponibili due approcci diversi, i criteri USA e le linee guida Canadesi, anche se ormai molti medici statunitensi auspicano una prossima adozione delle più recenti evidenze in sostituzione dell’attuale approccio.

Criteri di Fukuda

L’approccio usato negli Stati Uniti si basa sulla definizione data nel 1994 dal CDC (Centers for Disease Control), anche definita con l’espressione “criteri di Fukuda” dal nome di un famoso ricercatore. La diagnosi in età pediatrica può essere effettuata con nuovi criteri pediatrici, diversi da quelli per l’età adulta.

Vi sarà diagnosticata la sindrome da fatica cronica se si verificano entrambe le seguenti situazioni:

  1. Siete molto stanchi da almeno sei mesi e gli esami non evidenziano alcuna causa dei sintomi.
  2. Soffrite di almeno 4 dei seguenti sintomi:
    1. Difficoltà di concentrazione e/o di memoria.
    2. Stanchezza protratta per più di 24 ore, dopo l’esercizio fisico o mentale.
    3. Sonno non sufficiente a permettere un completo recupero.
    4. Dolori muscolari.
    5. Dolori alle articolazioni senza gonfiore o arrossamento.
    6. Mal di testa con caratteristiche diverse da eventuali episodi precedenti.
    7. Mal di gola frequente.
    8. Dolore ai linfonodi del collo o dell’ascella.

Linee guida canadesi

Più recentemente sono state proposte (ed adottate in molti Paesi del mondo) le linee guida canadesi (di cui è possibile trovare una traduzione in italiano sul sito della CFS Italia); le riassumiamo semplificandole di seguito per dare un’idea del diverso tipo di approccio, più specifico ed in grado di coprire un maggior numero di sintomi, rimandando alla lettura del documento ufficiale per approfondimenti.

Per una diagnosi certa i sintomi devono persistere da almeno 6 mesi.

Un paziente che soffre di sindrome da fatica cronica soddisferà i seguenti criteri:

  • Fatica: Il paziente manifesta una spiccata stanchezza (fisica e mentale) inspiegabile e persistente, in grado di ridurre sensibilmente il livello di attività.
  • Malessere e fatica a seguito di esercizio.
  • Disfunzione del sonno: Il ritmo del sonno è alterato, o comunque il riposo non è sufficiente al completo recupero.
  • Dolore: Il paziente avverte un dolore diffuso a muscoli e/o alle articolazioni. Spesso compaiono mal di testa diversi dal passato per dolore e modalità.

Manifestazioni neurologiche/cognitive: Il paziente affetto da sindrome da fatica cronica manifesta due o più dei seguenti sintomi:

  • confusione,
  • perdita della capacità di concentrazione e memoria a breve termine,
  • disorientamento,
  • difficoltà con l’elaborazione delle informazioni,
  • difficoltà nella scelta delle parole,
  • disturbi percettivi e sensoriali (ad esempio instabilità spaziale e disorientamento, incapacità di messa a fuoco),
  • incapacità di coordinare i movimenti muscolari, debolezza muscolare, spasmi involontari,
  • fotofobia, ipersensibilità al rumore,
  • ansia.

Infine è necessaria la presenza di almeno un sintomo da due delle seguenti categorie:

  • Manifestazioni del Sistema Nervoso Autonomo:
  • Manifestazioni del Sistema Neuroendocrino:
    • alterazione della temperatura corporea,
    • sudorazione,
    • sensazione ricorrente di febbre e di estremità fredde,
    • intolleranza ad ambienti troppo freddi o caldi,
    • marcati cambiamenti di peso,
    • perdita della adattabilità all’ambiente e peggioramento dei sintomi con lo stress.
  • Manifestazioni del Sistema Immunitario:
    • ingrossamento dei linfonodi,
    • mal di gola ricorrente,
    • ricorrenti sintomi simil-influenzali,
    • sensazione di malessere generale,
    • alterata sensibilità a cibi, farmaci e/o prodotti chimici.

Cura e terapia

Attualmente non esiste alcuna cura per la sindrome da fatica cronica, tuttavia si possono adottare alcuni accorgimenti per sentirsi meglio. Chiedete al medico come alleviare i sintomi e gestire la stanchezza e seguite questi semplici consigli.

Modifiche dello stile di vita

Può essere utile ricorrere a questi semplici rimedi pratici:

  1. Diminuite lo stress. Cercate di prendere provvedimenti per evitare di esaurirvi, per affaticarvi di meno ed evitare o limitare lo stress emotivo. Ogni giorno prendetevi un po’ di tempo per rilassarvi, imparando, ad esempio, a dire di no.
  2. Migliorate l’approccio al sonno. Andate a dormire e svegliatevi ogni giorno alla stessa ora. Cercate di non dormire durante la giornata e di evitare la caffeina, l’alcol e la nicotina.
  3. Siate regolari. Se, nei giorni in cui state bene, vi affaticate troppo, ci vorranno più giorni per recuperare.
  4. Praticate regolare attività fisica. Esistono programmi graduali e specifici che consentono di aumentare progressivamente il carico di lavoro, in modo che sia adeguato alla condizione ed alla sua evoluzione.

Cercate di evitare o limitare le attività che sembrano provocare la stanchezza. Per una settimana o due tenete un diario delle vostre attività. Annotate i momenti in cui vi sentite molto stanchi ed alla fine esaminate l’elenco per capire quali attività tendono a farvi esaurire le forze. Un terapeuta occupazionale può aiutarvi a esaminare le vostre attività e suggerirvi come modificare lo stile di vita per risparmiare energie.

Alla fine della giornata provate a pensare a quanta energia ritenete di aver avuto e a quanta energia in realtà avete usato. Se, nel tempo, queste due quantità di energia tendono a rimanere simili, lentamente comincerete a riguadagnare forza ed energia. Riflettete su quali sono le attività più importanti e a quali attività potete rinunciare di tanto in tanto. Ricordatevi di comunicare alle persone che vi circondano qual è la quantità di energia che siete in grado di usare ogni giorno, così potranno aiutarvi a non strafare. È importante ricordare che, con la parola energia, si intendono le energie mentali, emotive e fisiche.

Farmaci

Gli analgesici in vendita in farmacia senza ricetta, come l’ibuprofene (Moment®, Nurofen®, …), possono aiutarvi a contrastare

  • dolore,
  • mal di testa
  • e dolori muscolo/articolari.

Gli antistaminici che non inducono sonnolenza possono essere utili per i sintomi dell’allergia, come il naso che cola e gli occhi che prudono.

Alcuni farmaci con obbligo di prescrizione possono essere utili per migliorare la qualità del sonno.

Alcuni pazienti riferiscono benefici in caso di ricorso a terapie complementari o alternative, come la massoterapia (massaggi), l’agopuntura, la chiropratica, lo yoga, lo stretching o l’autoipnosi. Ricordate che le terapie alternative, gli integratori alimentari e i rimedi erboristici che affermano di poter curare la sindrome da fatica cronica sono molti, ma in alcuni casi potrebbero fare più male che bene. Prima di iniziare una nuova terapia, tradizionale o alternativa, chiedete sempre consiglio al vostro medico.

Ricordate inoltre che il vostro medico potrebbe non essere sufficientemente preparato sulla sindrome da fatica cronica, e quindi potrebbe non essere in grado di aiutarvi. Se pensate che non sia preparato o se intuite che non considera la sindrome da fatica cronica una “vera” malattia, chiedete un secondo parere. Contattate una clinica specializzata o un centro di eccellenza per trovare un medico in grado di curare la sindrome da fatica cronica.

Psicoterapia

Quando si soffre di una patologia come la sindrome da fatica cronica, è normale sentirsi malati, tristi, arrabbiati o depressi. Per riuscire a stare meglio, potete seguire questi consigli:

  1. Prendete in considerazione l’idea di ricorrere alla psicoterapia che vi aiuti a gestire ciò che provate; in genere viene scelto un approccio di psicoterapia cognitivo comportamentale.
  2. Partecipate a un gruppo di aiuto. A volte può essere utile parlare con altre persone che si trovano a convivere con lo stesso problema. Chiedete al vostro medico se nella vostra zona esistono gruppi di aiuto per le persone affette dalla sindrome da fatica cronica.

Fonti e bibliografia

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Domande e risposte
  1. Dr. Cracchiolo (Medico Chirurgo)

    Buongiorno. Fare entrambe le RM credo sia possibile ma il tempo da passare dentro la macchina raddoppia. Ma la RM all’encefalo le è stato chiesta da qualcuno?

  2. Salve ho un po’ di tempo che ho un annebbiamento alla vista non riesco a stare in piedi ferma perdo l’equilibrio mi può dire cosa posso fare è mi viene spesso sonno stanchezza aspetto una risposta a presto

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Potrebbe essere solo stress, oppure un problema di cervicale e/o circolatorio, le consiglio di farsi valutare dal medico per tranquillità.

  3. Salve io dall’età di 20 ho iniziato ad vere disturbi visivi come la diplopia. Annebbiamento della vista e dolore oculare se esposta ad una Luca forte col tempo si sono aggiunti altri sintomi come la stanchezza e la difficoltà a fare le scale perché ho dolori alle articolazioni e tensione muscolare .ho provato di tutto con le vitamine i minerali ma tutto si è solo alleviato un po’ .oggi ho 36 anni e mi ritrovo con un nuovo sintomi po’ che mi accompagna da ormai due anni ,quando sono un po’ stressata il campo visivo si riduce ,vedo sulla destra fasci di luce e frontalmente non riesco a mettere a fuoco gli oggetti ,tutto passa in mezz’ora . Qualcuno può aiutarmi a capire cosa ho e a chi mi devo rivolgere? Grazie

    1. Dr. Roberto Gindro

      Visita oculistica, come primo passo, se i sintomi principali sono a carico della vista.

      Compare mal di testa dopo queste difficoltà di visione?

  4. Salve dottore,ho 20 anni e le scrivo per un problema che persiste da ormai 4 mesi. Premetto che sono sempre stata una ragazza molto sportiva,praticante di molti sport. Da 4 anni a questa part pratico calcio. Premetto che prima di questo periodaccio ero sempre molto allegra,amavo stare con gli amici e andare a correre oltre che ad allenarmi e a giocare con la mia squadra. Mentre ora ho dovuto abbandonare lo sport e limitare le uscite per la stanchezza e il malessere generale. È iniziato tutto dopo una colazione,una mattina di solita routine,decisi di mangiare due paste alla crema e bere un cappuccino con mia madre,subito dopo ho iniziato ad avvertire un forte senso di nausea (pur non riuscendo a rimettere) accompagnato da un senso di minzione frequente…lunghe pipì trasparenti (non ho mai bevuto tanto) ogni 15 minuti, che però non mi inducevano a dovermi alzare di notte per andare in bagno . Da quell’episodio ho iniziato a sentirmi sempre stanca e con dei mal di testa molto forti che mi constringono al riposo. Ho iniziato a svegliarmi con gli occhi e bocca molto secchi e la sensazione di svegliarmi non riposata,come se fossi ubriaca insomma. Le feci non sono formate e ho sempre 37,1 di febbre,tonsille che mi si infiammano spesso (già da tempo) e linfonodi gonfi sottomandibolari non dolenti. Inoltre ho avuto problemi alle gengive che sanguinano subito a contatto con lo spazzolino e un calo di 5/6 chili all’esordio della sintomatologia,poi recuperati di recente. Quando mastico avverto una sensazione di affaticamento dietro alla nuca e a volte è come se mi sforzassi di far uscire la voce. Ho fatto innumerevoli analisi (tiroide,ANA reflex,emocromo,tampone,epstein barr virus,citomegalovirus,feci,urine,tac cranio,raggi al torace,ecocardiogramma,eco addome e ecografia ai linfonodi..quest’ultima ha evidenziato numerosi linfonodi a morfologia ovalare ed ilo linfonodale di verosimile natura reattiva. Il resto delle analisi son tutte negative. Pensa che possa trattarsi di un’infezione nascosta,visto il perdurare della febbricola e dei linfodi o di stanchezza cronica ? Scusi il disturbo.

    1. Dr. Roberto Gindro

      Se dall’emocromo non emerge nulla è poco probabile che sia un’infezione, anche se non impossibile.
      È mai stata punta da una zecca?

    2. Non ricordo di un eventuale morso di zecca ma non credo,nonostante abbia un cane e viva in campagna. Non sono mai stata una ragazza ansiosa o altro,ma è una situazione un pò pesante che mi sta provando,specialmente perchè fisicamente non sono in grado di riprendere le attività sportive. La febbricola non supera mai 37,1 – 37,2 e i linfonodi sono rilevabili ma non dolenti.. ho perso tanta massa muscolare che non riesco a recuperare. So che è difficile formulare ipotesi via informatica ma secondo lei di cosa potrebbe trattarsi?

    3. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Buonasera, i linfonodi di natura reattiva sono sostanzialmente linfonodi normali, che rispondono ad un’ipotetica infezione, infiammandosi e quindi reagendo appunto contro l’infezione, che però non sembra esserci dalla analisi che ha fatto; si è fatta valutare da un reumatologo o da un Infettivologo? è difficile purtroppo pensare a qualcosa in particolare con questi sintomi vaghi, se i linfonodi avessero avuto un altro aspetto si sarebbe potuto pensare ad una biopsia, ma non ha senso su linfonodi reattivi.

  5. Buongiorno dottoressa,la ringrazio per la risposta! Soffro spesso di tonsilliti e ho le tonsille ipertrofiche,purtroppo il mio precedente medico ha sempre deciso di non trattare le placche e non vorrei che fossero quelle la causa. Ho fatto una visita anche da numerosi infettivologi e solo quest’ultimo si è soffermato e ha preso seriamente il caso. Mi ha prescritto un’altra serie di analisi tra cui : ANA reflex,Borrelia Burgdoferi,Citomegalovirus,Toxoplasmosi,test stimolazione linfocitaria con antigeni specifici,angiotensina II,leishmania anticorpi,micobatteri in campioni biologico esame colturale,tsh reflex,cobalamina,ferritina,salmonelle e brucelle,transferrina,fattore reumatoide,feci sangue occulto,urine esame chimico fisico e microscopico,creatinchinasi (cpk- ck) ,ferro,fosfatasi alcalina. Inoltre,ha richiesto un’altra Rx al torace con un’ecografia all’addome e un ortopantomografia. Continuo ad avvertire il fastidio alle tonsille e linfonodi del collo gonfi,febbricola serotina e stimolo di urinare frequentemente

    1. Dr. Cracchiolo (Medico Chirurgo)

      Salve, purtroppo non possiamo fare altro che aspettare i risultati dei controlli suggeriti e sperare che da questi esca qualche dato che possa darci qualche indizio in più. saluti

  6. Può colpire anche a 17 anni? Mi sento sempre così stanca e ho tanta paura che possa trattarsi di questa malattia…

    1. Dr. Roberto Gindro

      Spesso colpisce attorno ai vent’anni di età o poco dopo; ti raccomando però di non saltare a conclusioni e di parlarne invece con il medico, ci sono molte altre spiegazioni più probabili e più gestibili.

  7. È un periodo che per motivi di lavoro purtroppo riesco a dormire solo 3-4 ore per notte e, per fortuna o purtroppo, la situazione persisterà ancora per qualche settimana.

    Il mio dubbio è se questa stanchezza che ovviamente mi porto dietro potrà in qualche modo sfociare o favorire la comparsa di questa sindrome.

    Grazie mille in anticipo.

  8. È contagiosa?

    1. Dr. Roberto Gindro

      No.