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Introduzione

Il termine medico per definire la sete eccessiva è polidipsia, parola che deriva dal greco e che significa molta sete, e definisce una sete intensa che porta il paziente a bere più di 6 litri di liquidi al giorno, quando invece il normale fabbisogno di liquidi in un individuo sano è compreso tra 1,5 e 2 litri al giorno.

Le cause più frequenti in grado di spiegare un’occasionale polidipsia sono:

  • intensa sudorazione,
  • consumo di cibi salati e/o piccanti,
  • eccessiva assunzione di alcool e bevande a base di caffeina (entrambe sostanze con capacità diuretica),
  • febbre,

tutte condizioni accomunate dal fatto che il sintomo si esaurisce una volta ripristinato il corretto equilibrio idrico dell’organismo.

Dovrebbe invece rappresentare un campanello d’allarme la percezione costante del senso di sete, magari accompagnato da un aumento della produzione di urina, ma in ogni caso apparentemente inspiegabile e non correlato a cause note.

Donna che beve un bicchiere d'acqua

iStock.com/seb_ra

Cos’è la sete?

La sete è una sensazione spiacevole che ci porta a introdurre dei liquidi, rappresentando pertanto uno dei meccanismi con cui l’organismo compensa le perdite legate a urina, sudore, feci e perspiratio insensibilis, un processo tanto normale quanto difficilmente osservabile che consiste nella perdita continua ed impercettibile di piccole quote d’acqua dalla pelle, dalle mucose e dalle vie respiratorie.

È importante notare che:

  • Si avverte sete in presenza di uno squilibrio tra l’acqua e i sali minerali circolanti nel corpo, ovvero sia in caso di aumento della quantità di sali che in caso di riduzione della parte liquida.
  • La comparsa di sete è indice di uno stato di disidratazione già presente.

La sensazione, controllata dal “centro della sete” che si trova nell’ipotalamo, una struttura del sistema nervoso centrale situata nella zona centrale interna ai due emisferi cerebrali, nasce come risposta alle informazioni ottenute da specifici recettori in grado di rilevare la concentrazione degli elettroliti nel sangue (in particolare il sodio, ma non solo).

Il desiderio di bere non è tuttavia sempre costante nella vita, ad esempio:

  • tende a diminuire negli anziani,
  • può aumentare come conseguenza di malattie,
  • può essere alterato dall’assunzione di alcuni farmaci.

Cause

Da un punto di vista puramente didattico è possibile distinguere un eccesso di sete in due categorie principali:

  • Primitive, in cui è coinvolto il centro cerebrale della sete e quindi dovute o a lesioni diencefaliche o a patologie psichiatriche. Tra le condizioni più importanti che ne fanno parte ricordiamo ad esempio:
    • Potomania (polidipsia psicogena): patologia psichiatrica che porta il paziente ad ingerire elevate quantità di acqua.
    • Dipsomania: patologia psichiatrica che porta il paziente ad ingerire elevate quantità di alcol (che a sua volta causa disidratazione).
    • Ansia.
    • Trauma cranico.
    • Encefaliti, meningiti, tumori, condizioni cerebrali che possono stimolare eccessivamente il centro ipotalamico della sete.
  • Secondarie, legate ad un reale calo della quantità di acqua nell’organismo. Tra le condizioni più caratterizzate dallo sviluppo di una sete eccessiva ricordiamo:
    • Diabete mellito di tipo 1 e 2: La polidipsia è uno dei sintomi classici del diabete scompensato, in presenza cioè di un’elevata glicemia (quantità di glucosio nel sangue) tale da saturare i trasportatori renali del glucosio che non riuscendo più a riassorbirlo tutto ne consentono l’eliminazione con le urine, pagando tuttavia un prezzo molto elevato in termini di liquidi richiesti per farlo (il glucosio ha un elevatissimo potere osmotico, quindi si porta con sé molta acqua). L’inevitabile conseguenza è quindi un aumento della produzione di urina (poliuria, ossia l’emissione di più di 3 L di urine in 24 ore).
    • Diabete insipido, una patologia che in realtà non ha nulla a che vedere col diabete mellito (non c’è iperglicemia) ed è anche molto più rara. È caratterizzata da aumento della sete, della produzione di urina e disidratazione. Se ne riconoscono due forme: una centrale e una legata ai reni (nefrogeniche), accomunate da un disturbo nell’ambito dell’ormone antidiuretico, anche noto come vasopressina o ADH. Nelle forme centrali l’ipotalamo non ne produce o ne produce meno, in quelle nefrogeniche l’ipotalamo lo produce regolarmente, ma viene meno la risposta del rene alla sua stimolazione. Il risultato netto è in ogni caso l’incapacità di concentrazione delle urine, che porta il paziente ad emettere anche 20 L di urine al giorno.
    • Consumo di alcolici: l’alcool riduce la secrezione di vasopressina (ADH), lo stesso ormone coinvolto nei meccanismi visti nella trattazione del diabete insipido, con la stessa difficoltà di riassorbimento di acqua da parte del rene ed aumento del volume di urine emesse.
    • Farmaci e sostanze bioattive, come effetto collaterale di
    • Insufficienza renale (il rene perde la capacità di lavorare correttamente, producendo più urina del necessario e inducendo la ricerca di liquidi attraverso la sete).
    • Importante emorragia, le cui conseguenze sono anche una significativa perdita di liquidi (una riduzione della volemia).
    • Disidratazione: tutte le cause di disidratazione possono indurre polidipsia, dalla diarrea alle ustioni, dal vomito all’iperidrosi (eccessiva produzione di sudore) o alla febbre.

In assenza di una causa nota si parla infine di polidipsia idiopatica.

Diagnosi

La diagnosi del sintomo è molto semplice, in quanto basata sul solo processo di anamnesi del paziente che ne riferisce il disturbo; viene confermata dagli esami di laboratorio condotti su sangue e urine, che in genere permettono anche al medico di risalire alla causa del sintomo stesso.

Complicazioni

Tralasciando le complicazioni legate alle singole condizioni in grado di causare un aumento smodato della sete, per cui si rimanda agli articoli dedicati, è importante ricordare in questa sede un rischio spesso misconosciuto e per questo trascurato, l’intossicazione acuta da acqua (o avvelenamento da acqua).

Ingerire quantità elevate ed eccessive di acqua in poco tempo, soprattutto in assenza di una reale necessità (come nel caso della potomania) o senza accompagnarla da un’adeguata quantità di sali minerali (come avviene nel caso di atleti impegnati in ultramaratone e corse podistiche in condizioni ambientali caratterizzate da caldo elevato) ha come conseguenza un’alterazione degli equilibri elettrolitici con una riduzione della concentrazione del sodio (iponatriemia) che può diventare rapidamente fatale.

A seconda dell’entità dell’alterazione dell’equilibrio i sintomi spaziano da disturbi leggeri come nausea e vomito, a manifestazioni più gravi (coma, disturbi mentali e morte).

Terapia

In caso di sete intensa, a meno di sospette cause psichiatriche, è sempre consigliabile soddisfare la percezione in attesa di un riscontro medico; la bevanda da preferire è l’acqua naturale.

La terapia è chiaramente dipendente dalla causa a monte ed è quindi di fondamentale importanza allertare subito il proprio medico che andrà a ricercare la causa scatenante e a trattarla.

 

A cura del dr Mirko Fortuna, medico chirurgo.

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