Sangue nelle feci: cause principali e rimedi

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Introduzione

La proctorragia (sanguinamento rettale) consiste nella perdita di alcune gocce di sangue di color rosso vivo dal retto (ano): il paziente se ne accorge perché vede del sangue sulle feci, sulla carta igienica o nel WC. In questo articolo parleremo soltanto delle perdite di sangue di color rosso vivo, che si verificano sporadicamente, e non del sangue occulto, che invece consiste nella presenza di tracce microscopiche evidenziabili solo attraverso esami delle feci.

La perdita continua di grandi quantità di sangue dal retto, con feci di colore nero pece o rosso scuro, può essere causata da altri disturbi (tendenzialmente emorragie che avvengono in tratti superiori dell’apparato digerente), che non descriveremo in questa sede (fare riferimento all’articolo seguente: melena). Andate immediatamente dal medico se soffrite di questo secondo disturbo, molto più grave rispetto al primo.

Le possibili cause di un lieve sanguinamento di color rosso vivo possono essere numerose, quindi è molto importante rivolgersi al medico per ottenere una diagnosi precoce; il sanguinamento rettale, a prescindere dalla quantità, può essere sintomo di un tumore al colon, condizione che può essere curata con successo se viene diagnosticato precocemente. Molto più frequentemente si tratta tuttavia di di perdite che si verificano per cause più banali, come lo sviluppo di piccole irritazioni della zona anale.

Come riconoscere il sangue nelle feci?

Il sangue può essere presente nelle feci in tre modi diversi:

  • sangue rosso vivo (chiaramente riconoscibile, spesso anche dalla tracce lasciate sulla carta igienica),
  • sangue rosso scuro o nero (le feci sono chiaramente nere, segno della presenza di sangue digerito, ma il colore scuro può derivare anche da altre cause non patologiche, come l’assunzione di integratori di ferro o di carbone),
  • sangue occulto (non visibile ad occhio nudo, evidenziabile solo attraverso specifici esami).

Quando rivolgersi al medico

Nella maggior parte dei casi la presenza di sangue nelle feci non è legata né a un tumore né ad altra condizione grave, ma non è possibile saperlo con certezza in anticipo, quindi è raccomandabile segnalarlo sempre al proprio medico quando si verifica il disturbo, specificando eventuali altri sintomi (anche apparentemente non correlati).

Diagnosi

Il medico ispezionerà la zona anale, alla ricerca di ragadi o emorroidi esterne; procederà poi ad un’esplorazione rettale, una procedura talvolta fastidiosa, ma tutto sommato rapida (pochi minuti) che permette di valutare la salute della prostata (per gli uomini) e rilevare eventuali anomalie del retto e dell’ano.

Se necessario verrà suggerita una colonscopia, un esame in cui viene inserito nell’ano un tubicino (colonscopio) flessibile, spesso quanto un dito e dotato di una fonte luminosa all’estremità. Il colonscopio serve per esaminare dall’interno il colon. Durante la colonscopia il paziente è sedato, per essere più rilassato e ridurre la sensazione di fastidio o dolore.

In alternativa, per diagnosticare le cause del sanguinamento, il medico può consigliarvi la sigmoidoscopia, esame in cui si visualizza solo la parte terminale del colon con un tubicino flessibile e più corto, con una telecamera all’estremità. Per esaminare soltanto la parte inferiore del retto e il canale anale può infine essere usato l’anoscopio, un tubicino corto (6-8 cm), utile in particolar modo quando il medico sospetti la presenza di emorroidi, ragade anale o di un tumore all’ano.

Fotografia di provette per l'esame delle feci

iStock.com/Zaharia_Bogdan

Emorroidi

Le emorroidi sono vasi sanguigni che si trovano nell’ano e nel retto; la loro infiammazione è la causa più frequente di sanguinamento rettale, possono sanguinare durante l’evacuazione e macchiare così le feci durante il passaggio attraverso l’ano.

Quando si infiammano possono talvolta causare anche prurito, raramente dolore, ma in genere la guarigione è spontanea.

Non è nota la causa esatta del loro sanguinamento, ma sono stati individuati diversi fattori di rischio:

  • stitichezza e/o diarrea,
  • rimanere seduti troppo a lungo,
  • rimanere in piedi troppo a luno,
  • obesità,
  • sforzi intensi (dovuti alla stitichezza, alla pratica del sollevamento pesi, …),
  • gravidanza (che aumenta la pressione sul pavimento pelvico),
  • età (con il passare degli anni i tessuti diventano più deboli),
  • tosse o vomito prolungato o cronico.

Non sono un fattore di rischio per lo sviluppo di tumore al colon-retto.

Terapia delle emorroidi

Il disturbo nella maggior parte dei casi va incontro a risoluzione spontanea in pochi giorni, senza la necessità di alcun trattamento (fa eccezione la gravidanza, in cui può essere necessario pazientare fino al parto).

Ci sono tuttavia diversi approcci che possono ridurre il rischio di infiammarle e favorirne la guarigione:

  • aumentare gradualmente il consumo di fibra, sotto forma di farinacei integrali (pane, pasta, riso, …), legumi, frutta e verdura;
  • bere molta acqua durante il giorno, eliminando o riducendo alcool e caffeina,
  • non rimandare l’evacuazione quando si avverte stimolo e necessità,
  • evitare quando possibile i farmaci che possono causare stitichezza,
  • perdere peso se necessario,
  • praticare regolare esercizio fisico.

Quando non è sufficiente, è possibile ricorrere a terapie locali (creme, supposte) generalmente a base di cortisone ed anestetici locale, per togliere l’infiammazione e dare sollievo ai sintomi.

Quando la terapia farmacologica non fosse sufficiente, sarà possibile ricorrere alla chirurgia.

Approfondimenti

Ragadi anali

Le ragadi anali sono piccoli tagli della mucosa anale. Sono quasi sempre causate dalla stitichezza e dall’eccessiva durezza delle feci, ma possono anche essere causate da

I sintomi più comuni sono:

  • dolore acuto al passaggio delle feci, spesso seguito da un fastidioso bruciore che può durare diverse ore.
  • sanguinamento al passaggio delle feci, che può essere notato sulle feci stesse sotto forma di sangue rosso vivo o sulla carta.

In genere le ragadi tendono a risolversi spontaneamente entro qualche settimana dalla loro comparsa senza necessità di trattamento, ma possono ripresentarsi se la causa a monte non viene curata.

Per quanto riguarda lo stile di vita valgono tutte le considerazioni fatte prima per le emorroidi.

Dal punto di vista dei farmaci sono talvolta prescritti antidolorifici come paracetamolo o ibuprofene, ma gli urologi consigliano talvolta impacchi con acqua tiepida dopo ogni evacuazione o blandi lassativi in caso di stipsi ostinata.

La chirurgia è spesso risolutiva, ma è in genere tenuta come ultima opzione nel caso in cui stile di vita e rimedi farmacologici non si siano rivelati sufficienti..

Fistola anale

Una fistola anale è un piccolo canale che si sviluppa tra la fine del intestino e la pelle vicino all’ano; è di norma conseguenza di un’infezione che colpisce la zona rettale causando una raccolta di pus (ascesso).

Tra i sintomi ricordiamo:

  • irritazione della pelle,
  • dolore costante e fastidioso, che peggiora in posizione seduta e durante l’evacuazione,
  • piccole perdite di sangue,
  • segni di infezione locale (rossore, gonfiore, calore),
  • raramente incontinenza fecale.

Il trattamento è in genere chirurgico.

Proctite

La proctite è l’infiammazione della mucosa rettale.

Può essere causata da

  • malattie infiammatorie intestinali (come il morbo di Crohn  o la rettocolite ulcerosa),
  • infezioni sessualmente trasmesse (soprattutto, ma non solo, in caso di rapporti anali passivi),
  • radioterapia,
  • cure antibiotiche.

Tra i sintomi principali ricordiamo:

  • persistente sensazione di dover evacuare,
  • sanguinamento rettale,
  • dolore durante l’evacuazione,
  • presenza di muco,
  • diarrea,
  • dolore rettale e addominale.

La terapia della proctite varia a seconda della causa.

Polipi

I polipi intestinali sono tumori (nella maggior parte dei casi benigni) che si sviluppano sulla parete interna del colon.

Sono abbastanza comuni nella popolazione over-60, ma possono comparire anche in soggetti più giovani; spesso non causano alcun sintomo, solo se particolarmente voluminosi possono manifestarsi come:

  • sangue nelle feci,
  • muco nelle feci,
  • diarrea o stitichezza,
  • dolore addominale.

Vengono in genere diagnosticati durante indagini strumentali prescritte per altre cause o durante lo screening per il tumore del colon-retto.

Il trattamento più comune prevede la loro rimozione durante la colonscopia, che quindi rappresenta una procedura di diagnosi e trattamento in contemporanea.

In circa un caso su 10 un polipo può trasformarsi in tumore maligno, quindi quando vengono diagnosticati in genere si procede poi a periodiche verifiche.

Gastroenterite

Un’infezione virale intestinale (o più raramente batterica), la cosiddetta influenza intestinale, può talvolta essere causa di sangue nelle feci a causa di diarrea prolungata; in genere la malattia è autolimitante e tende a risolversi spontaneamente dopo qualche giorno.

E se fosse un tumore del colon-retto? Quando preoccuparsi?

Inutile negarlo, quando vediamo nel sangue delle feci la mente corre subito alla paura più grande, alla possibilità che sia un sintomo di tumore al colon.

In realtà solo una piccolissima percentuale dei soggetti che manifestano sangue nelle feci sono affetti da tumore e in questi pazienti in genere sono presenti ulteriori fattori di rischio:

  • nove casi su dieci di tumore riguardano pazienti con più di 60 anni,
  • è presente anemia,
  • c’è famigliarità per questo tumore,
  • presenza di colite ulcerativa.

I sintomi sono spesso così leggeri da passare inosservati, ma possono comprendere:

  • aumento della frequenza di evacuazione,
  • dolore addominale,
  • sangue nelle feci,
  • stitichezza ostinata alternata a diarrea,
  • perdita di peso.

Si tratta di un tumore che si sviluppa lentamente, quindi la percentuale di successo della terapia è tanto più elevato quanto più precoce è la diagnosi, che purtroppo tuttavia avviene solo in fase avanzata a causa dell’assenza di sintomi nelle prime fasi.

Domande e risposte
Quando preoccuparsi vedendo del sangue nelle feci?
Nella maggior parte dei casi la presenza di sangue rosso vivo nelle feci trova una spiegazione che non coinvolge malattie gravi, tuttavia è sempre opportuno rivolgersi al proprio medico per un parere.

Tra i fattori di rischio principali del tumore al colon-retto, la principale preoccupazione legata al sintomo in oggetto, ricordiamo:
  • età superiore ai 60 anni
  • familiarità per questo tumore
  • fumo
  • malattie infiammatorie intestinali (come il morbo di Crohn)
  • presenza di polipi intestinali
Come riconoscere il sangue nelle feci?
Il sangue nelle feci può essere presente essenzialmente in tre diverse forme:
  • occulto, cioè non visibile se non attraverso specifici esami delle feci
  • come sangue vivo, quindi di colore rosso vivo (visibile du feci, WC o carta igienica)
  • come sangue digerito, di colore molto scuro (feci nere)
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Domande e risposte
  1. Questa mattina ho ricevuto l’invito a sottopormi a un test di screening per la ricerca di sangue occulto.
    Ho 66 anni, non ho mai avuto sintomi intestinali e sto benissimo, secondo lei devo farlo?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Sì, si tratta di test di screening non invasivi che vale pena fare.

  2. Al di là di un tumore quale può essere la spiegazione della presenza di abbondante sangue nelle feci?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Emorroidi, ragadi, irritazioni, …

  3. Salve, dottore, è da 4-5 giorni che, con rispetto parlando, trovo un po’ di sangue sulla carta igienica. Ho 67 anni e non mi era mai capitato, cosa potrei fare?

    Grazie!

    1. Dr. Roberto Gindro

      Niente paura, in molti casi la spiegazione è banale (emorroidi, per esempio), ma è indispensabile segnalarlo al medico per verificare in modo certo.

  4. Le barbabietole possono colorare di rosso le feci? Oppure devo pensare a qualcosa di peggio…?

    1. Dr. Roberto Gindro

      È ragionevole che possano essere state le barbabietole, ma in caso di dubbi (sintomi, persistenza del colore rosso, …) lo segnali al medico.