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Introduzione

Il termine psicosi non indica una malattia a sé stante, bensì un eterogeneo gruppo di disturbi nei quali la persona colpita sperimenta

  • una perdita di contatto con la realtà,
  • tale per cui i pensieri e le azioni possono conducono incontro a difficoltà nel distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è.

Questa anomalia della normale formazione del pensiero e delle sensazioni si manifesta prevalentemente con sintomi quali:

  • sentire e credere a voci che non sono le proprie e non sono reali (allucinazioni uditive),
  • sviluppare pensieri strani e persistenti che non si modificano nonostante le prove che li smentiscono.

Si possono aggiungere:

I disturbi psicotici consistono in uno spettro di patologie comprendente:

  • schizofrenia,
  • disturbo schizotipico di personalità
  • altri disturbi psicotici:
    • disturbo delirante,
    • disturbo psicotico breve,
    • disturbo schizofreniforme,
    • disturbo schizoaffettivo,
    • disturbo psicotico indotto da sostanze o farmaci,
    • disturbo psicotico dovuto ad altra condizione medica,
    • catatonia.

Psicosi o nevrosi? Le differenze

La nevrosi è un disturbo psicologico causato da conflitti inconsci non risolti e caratterizzato dalla presenza di alcuni meccanismi di difesa, nei confronti di situazioni esterne ritenute minacciose o frustranti, attuate dalla persona al fine di sentirsi rassicurata.

I meccanismi di difesa più comuni sono l’ansia e la depressione nelle varie declinazioni (ad esempio fobica, ossessiva, …)

La differenza fra nevrosi e la psicosi consiste quindi nel fatto che nella nevrosi

  • il rapporto con la realtà non è compromesso e
  • la persona conserva la capacità di rendersi conto di ciò che è reale e di ciò che non lo è.

Da questo ne consegue che

  • non si hanno deliri e allucinazionim
  • non vi è una messa in discussione della propria identità.

Esiste infine un disturbo “limite” fra le due entità, il disturbo borderline di personalità.

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Cause e fattori di rischio

Sebbene non si conoscano ancora le cause esatte del disturbo, esistono dei fattori che possono contribuire al suo sviluppo:

  • Adolescenti e giovani adulti sono più a rischio di sviluppare un episodio psicotico a causa dei cambiamenti ormonali a livello cerebrale durante la pubertà.
  • Genetica: molti geni sono chiamati in causa, ma ciò non significa che la loro presenza porti automaticamente all’insorgenza della malattia.
  • Traumi: lutti, abusi sessuali e altri eventi traumatici possono portare l’individuo a sviluppare un episodio psicotico. Se la persona svilupperà o no la malattia, dipenderà dal tipo di trauma e dall’età in cui questo si è verificato.
  • Abuso di sostanze: può aumentare il rischio nei soggetti già vulnerabili (ad esempio traumatizzate o con una componente genetica importante).
  • Malattie e traumi fisici: alcune condizioni fisiche e traumatiche possono aumentare il rischio di sviluppare psicosi, come
  • Disturbi psichiatrici: in alcuni casi la psicosi è un sintomo facente parte di disturbi psichiatrici come

Sintomi

Si può parlare di psicosi quando sono presenti una o più delle seguenti cinque caratteristiche chiave:

  • Deliri: idee fisse chiaramente non plausibili e comprensibili, basate su sensazioni non corrette e che non derivano da un sistema culturale condiviso. Per essere definito tale, il delirio deve avere delle conseguenze pratiche sul funzionamento della vita di tutti i giorni (ad esempio perdita del lavoro). Il contenuto del delirio può variare nei diversi pazienti e nello stesso paziente nel corso della malattia. Esistono diversi tipi di delirio e possono essere bizzarri (chiaramente non plausibili e comprensibili dalle altre persone appartenenti alla stessa comunità) e non bizzarri.
    • I deliri bizzarri sono generalmente quei tipi di delirio in cui vi è la convinzione di aver perso la perdita di controllo sulla propria mente e sul proprio corpo a causa di forze esterne, come ad esempio
      • una forza esterna ha rimosso gli organi interni dell’individuo e li ha sostituiti con gli organi di qualcun altro senza lasciare ferite o cicatrici;
      • “furto/inserzione/diffusione di pensiero”: i pensieri sono stati sottratti o inseriti nella mente del paziente da una forza estranea oppure possono venire ascoltati da estranei;
      • “controllo”: le azioni e i pensieri sono sotto il controllo di persone o forze esterne.
    • I deliri non bizzarri possono essere di:
      • Sospettosità/Persecuzione: convinzione di essere perseguitati e di essere l’oggetto di minacce, offese, molestie e così via.
      • Somatici: preoccupazioni riguardanti gli odori emanati dal proprio corpo o la convinzione di essere affetti da malattie gravi.
      • Grandezza: convinzione della propria superiorità per quanto riguarda fama e ricchezza rispetto agli altri, di essere il “prescelto”.
      • Riferimento: si attribuiscono significati speciali, personali o addirittura magici ad eventi, stimoli esterni e persone vicine credendo che tutto sia riferito alla propria persona.
      • Erotomanici: credenza dell’innamoramento di un’altra persona, frequentemente molto famosa ma anche sconosciuta.
      • Nichilistici: certezza che eventi catastrofici si debbano verificare.
  • Allucinazioni: vivide e chiare percezioni che si manifestano
    • senza uno stimolo sensoriale reale
    • senza il controllo volontario della persona
    • nel contesto di un apparato sensoriale sano

    Anche se le allucinazioni possono riguardare tutti i cinque sensi, quelle uditive – e in particolare quelle verbali – sono le più comuni nella schizofrenia (70-80%) e si presentano come:

    • una o più voci,
    • familiari o estranee,
    • distinte dai propri pensieri.

    Le caratteristiche delle allucinazioni variano in base ad alcune variabili (qualità acustica, localizzazione spaziale, frequenza, direzione, contenuto, …) e non sembrano rappresentare per l’individuo delle semplici voci, ma assumono dei significati emozionali più complessi a seconda della gravità; ad esempio più voci possono commentare tra di loro e in modo negativo, sprezzante o minaccioso le azioni della persona o elargire ordini.

  • Disorganizzazione nel pensare e nel parlare: il soggetto passa da un argomento all’altro senza consequenzialità, le risposte non sono correlate alle domande e raramente l’eloquio può risultare talmente compromesso da essere pressoché incomprensibile (insalata di parole). I sintomi devono essere talmente gravi da compromettere la normale comunicazione.
  • Movimenti anormali: si manifestano in diversi modi con una difficoltà nell’esecuzione delle normali attività quotidiane:
    • movimenti strani e ripetuti,
    • sguardo fisso,
    • mutismo o ecolalia (ripetizione automatica di suoni o parole altrui),
    • catatonia (riduzione marcata della reattività agli stimoli esterni).
  • Diminuzione dell’espressione delle emozioni tale da rendere piatta e monotona l’affettività. Alcuni esempi:
    • riduzione delle espressioni della faccia, del contatto visivo, intonazione,
    • mancanza di voglia nell’intraprendere le attività volontarie quotidiane (abulia),
    • riduzione della capacità di provare piacere nello svolgere le attività positive (anedonia),
    • mancanza d’interesse nelle relazioni sociali e isolamento (asocialità).

Diagnosi

Non esistono esami di laboratorio specifici per la diagnosi della psicosi, tuttavia il medico attuerà una valutazione completa al fine di escludere le cause organiche che potrebbero causare la malattia (come ad esempio traumi cerebrali acuti, tumori cerebrali, ictus, morbo di Parkinson, Alzheimer e demenza, abuso di sostanze).

Una volta escluse le cause organiche che potrebbero sottendere il disturbo, il medico invierà la persona allo psichiatra per una valutazione specialistica basata su interviste e questionari che andranno a indagare i sintomi riferiti e i comportamenti osservati dallo specialista.

Sviluppo e prognosi

La gravità del disturbo dipende dall’intensità dei sintomi primari della psicosi (deliri, allucinazioni, anomalie del comportamento).

Riconoscere il primo episodio psicotico può non essere semplice, a maggior ragione in presenza di altre malattie che potrebbero confondere il quadro d’insieme, ma è stato dimostrato come più precoce sono la diagnosi e il trattamento, soprattutto durante il primo episodio psicotico, e migliore sarà la prognosi in termini di ripresa e qualità della vita a lungo termine.

Cura

Il trattamento degli episodi psicotici si avvale di diversi strumenti e la buona riuscita della terapia dipende

  • dalle cause della malattia,
  • dalla severità
  • e dalla durata.

Più precoce è il trattamento, migliore sarà la vita della persona.

Gli approcci terapeutici consistono prevalentemente in:

  • Terapia farmacologica: farmaci antipsicotici e per il trattamento dei disturbi dell’umore associati. Ha come scopo quello di diminuire l’impatto dei sintomi principali e di quelli associati (ad esempio depressione e ansia, insonnia, …).
  • Psicoterapia: essenziale, aiuta la persona a valutare in maniera critica l’esperienza psicotica (allucinazioni e/o deliri) permettendole di distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è.
  • Educazione e supporto familiare e della comunità: gestire la malattia non è semplice, soprattutto in quanto essa si manifesta in giovane età e durante l’adolescenza, quindi la gestione ricade frequentemente sulla famiglia, spesso isolata e impotente. L’educazione e il supporto in questo senso forniscono alla famiglia e ai pari gli strumenti e il supporto per aiutare il proprio caro nella ricerca di aiuto.

Al fine di contrastare il disturbo e ricevere il miglior trattamento possibile, è importante cercare aiuto precocemente, possibilmente al primo episodio psicotico, se ci si riconosce in uno o più sintomi.

Altre risorse per il trattamento consistono in:

  • Gestione dello stress. Soprattutto in giovane età o durante il primo episodio psicotico, lo stress è un evento normale, ma che può fare sentire impotenti. Imparare a gestirlo può aiutare a ridurre i sintomi e aumentare il benessere. Alcuni modi per gestire lo stress possono essere:
    • informarsi sulla psicosi,
    • trovare un equilibrio dopo aver passato un episodio psicotico, limitare le aspettative verso se stessi e verso gli altri (famiglia, scuola, lavoro, amici),
    • avere cura della propria persona;
  • evitare alcol e sostanze di abuso in quanto possono diminuire l’efficacia dei farmaci o interferire con il loro funzionamento;
  • mantenere un contatto con la famiglia o con gli amici, come forma d’aiuto per non perdere il contatto con la realtà.

Fonti e bibliografia

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