Pressione minima alta: cause, sintomi e rimedi

Ultima modifica

Introduzione

La pressione minima alta è un disturbo relativamente comune nella popolazione, favorito da alcuni specifici fattori di rischio quali ad esempio

  • familiarità,
  • età:
    • Una pressione minima alta è più frequente tra i giovani, perché più soggetti a sforzi fisici quali sport o divertimenti vari,
    • negli anziani, di contro, è più frequente l’ipertensione arteriosa da aumento di pressione massima,
  • obesità,
  • sedentarietà,
  • alimentazione sbagliata,

Ma di cosa si tratta esattamente? Quando viene diagnosticata? Quanto è pericolosa? Cosa fare?

Prima di parlarne, facciamo un breve ripasso sulla pressione arteriosa, rispondendo ad alcuni dei dubbi più comuni.

Fotografia di un dispositivo digitale per la misurazione della pressione, con il risultato di 123-94 (cioè una minima alta)

iStock.com/zencreation

Cos’è la pressione arteriosa?

La pressione arteriosa è la forza che il sangue esercita contro le pareti dei vasi sanguigni, quando viene pompato dal cuore. Questa forza è regolata da 4 fattori:

  • quantità di sangue immessa in circolo ad ogni contrazione del cuore,
  • viscosità del sangue (quantificato dall’ematocrito),
  • forza di contrazione del cuore,
  • resistenze che il sangue incontra durante il suo passaggio, ossia le arterie e le vene.

Questi fattori sono finemente controllati da stimoli ormonali e nervosi, con l’obiettivo di adattarsi costantemente alle esigenze dell’organismo e garantire che il cuore pompi sempre la giusta quantità di sangue ed ossigeno a tutti i tessuti dell’organismo.

Quanti tipi di pressione arteriosa ci sono?

Si distingue una pressione arteriosa:

  • sistolica (o massima),
  • diastolica (o minima)

dovute alle variazioni che il flusso di sangue subisce all’interno dei vasi, in relazione alla dinamica del cuore.

Il cuore è un muscolo che si contrae e rilassa, seguendo un ritmo preciso.

  • La pressione massima si sviluppa quando il cuore si contrae (sistole) e dipende dall’efficienza della pompa cardiaca e dall’elasticità della parete dei vasi sanguigni arteriosi. Ogni volta che il cuore si contrae, viene pompata in circolo una grossa quantità di sangue che scorre velocemente, circa 50 cm/secondo, per cui la pressione all’interno dei vasi è grande (pressione sistolica o massima).
  • La pressione minima, invece, è quella pressione che origina dopo lo svuotamento del cuore, quando sia pronto ad una nuova fase di riempimento (diastole); dopo la contrazione del cuore, il flusso di sangue nelle arterie diminuisce e quindi anche la pressione (pressione diastolica o minima).

Come si misura?

La pressione arteriosa si misura con uno sfigmomanometro, strumento inventato più di 100 anni fa da un italiano e la cui unità di misura è il millimetro di mercurio (mmHg).

Lo strumento è composto da un manicotto che si avvolge attorno al braccio, all’altezza del cuore (poco sopra il gomito). Tra il manicotto ed il braccio si pone lo stetoscopio.

Per misurare la pressione arteriosa si fa gonfiare il manicotto pompando dell’aria al suo interno, fino a quando non si avverte più alcun rumore con lo stetoscopio.

Questa operazione avrà creato una pressione sull’arteria brachiale del braccio.

A questo punto, con un’apposita valvola posta sul corpo della pompetta con cui si è insufflato l’aria, si comincia a far abbassare lentamente la pressione esercitata sull’arteria

  • fino a quando non si ritorna ad avvertire con lo stetoscopio un rumore, tipo schiocco, corrispondente alla pressione massima e alla ripresa del flusso di sangue all’interno dell’arteria del braccio.

Lo schiocco assume quindi il ritmo tipico del battito cardiaco. Si continua a far scendere la pressione, sempre abbassando la valvola,

  • fino a quando il rumore cessa totalmente e ciò corrispondente alla pressione minima.

In breve :

  • La pressione arteriosa sistolica si sviluppa quando il ventricolo sinistro del cuore si contrae e corrisponde al valore più alto rilevato alla lettura con lo sfigmomanometro.
  • La pressione arteriosa diastolica si sviluppa quando il ventricolo sinistro del cuore si rilassa e corrisponde al valore più basso rilevato alla lettura con lo sfigmomanometro.

Sono da molti anni disponibili anche apparecchi digitali per un’automisurazione completamente automatica, peraltro ormai dotati di elevata affidabilità e precisione.

Quali sono i valori normali di pressione arteriosa?

I valori considerati normali della pressione arteriosa sono:

  • pressione massima tra 90-119 mmHg,
  • pressione minima tra 60-79 mmHg.

Al di sotto di questi valori (ipotensione arteriosa) il sangue potrebbe non venire immesso in circolo con la forza necessaria per apportare ai tessuti periferici nutrienti ed ossigeno e si potrà avvertire

  • senso di vertigine,
  • annebbiamento della vista
  • o svenimento,

anche se va detto che clinicamente l’ipotensione viene diagnosticata solo in presenza di sintomi, a prescindere dai valori.

Al di sopra di questi valori (ipertensione arteriosa) il sangue all’interno dei vasi scorre con eccessiva forza e ciò può provocare un danno a carico delle pareti dei vasi sanguigni, chiamato arteriosclerosi, con pericoli anche gravi per alcuni organi, tra cui

  • reni,
  • cuore,
  • vasi sanguigni,
  • cervello,
  • occhi.
Sistolica (mm/Hg) Diastolica (mm/Hg)
Ottimale < 120 e < 80
Normale 120-129 e 80-84
Normale-alta 130-139 o 85-89
Ipertensione di grado 1 140-159 o 90-99
Ipertensione di grado 2 160-179 o 100-109
Ipertensione di grado 3 > 179 o > 109
Ipertensione sistolica isolata >= 140 e < 90
Crisi ipertensiva > 180 o > 110

Fonte: Linee Guida 2018 ESC/ESH

Pressione minima alta

La pressione minima alta è la condizione che si sviluppa quando si verifica un rialzo del solo valore della pressione minima, pari o superiore a 90 mmHg, mentre la pressione massima è normale.

Un valore di pressione minima compreso tra 80 e 89 mmHg indica una condizione di pre-ipertensione e richiede un attento monitoraggio.

Una pressione minima alta è più frequente tra i giovani, perché più soggetti a sforzi fisici quali sport o divertimenti vari. Anche i bambini possono soffrire di pressione minima alta.

Negli anziani, di contro, è più frequente l’ipertensione arteriosa da aumento di pressione massima.

Cause

Le cause che possono determinare un aumento della pressione minima non sono differenti da quelle che possono causare l’ipertensione arteriosa in generale. In realtà sarebbe più corretto non parlare di cause ma di fattori di rischio, dal momento che si tratta solitamente di condizioni che predispongono il soggetto a sviluppare un aumento della pressione.

Queste comprendono:

Tra le cause secondarie di pressione minima alta ritroviamo

Si noti tuttavia che nel 90% dei casi non è possibile riconoscere una causa scatenante, casi in cui si parla di ipertensione primaria o idiopatica.

Osservando questo elenco si può notare che alcune cause, o meglio fattori di rischio, sono correggibili e si correlano con uno stile di vita errato:

  • avere un peso eccessivo,
  • seguire un regime alimentare non sano,
  • fumare,
  • bere molto,
  • non praticare nessuno sport,

sono tutte condizioni che possono provocare un aumento del contenuto di grassi nel corpo, che si andranno a depositare lungo le pareti dei vasi sanguigni (sotto forma di placche di colesterolo) provocandone un restringimento ed un aumento della pressione al suo interno.

Perseguire uno stile di vita sano e stare il più possibile lontani da situazioni stressanti è il primo atto di prevenzione contro lo sviluppo di pressione alta e delle sue possibili severe complicanze.

Pressione minima alta e ansia?

L’ansia non provoca ipertensione a lungo termine, ma il singolo attacco (di ansia ed ancora di più di panico) può essere causa di picchi di pressione temporanei anche rilevanti; quando questi picchi si verificano con elevata frequenza, per esempio quotidianamente, possono comunque diventare responsabili di danni ai vasi sanguigni e agli organi più delicati, come cuore e reni, al pari dell’ipertensione cronica.

A peggiorare la situazione è l’osservazione che chi soffre d’ansia è più portato ad adottare abitudini poco sane ed in grado di aumentare il numero di fattori di rischio cardiovascolari, come ad esempio:

  • fumare,
  • bere alcolici,
  • cercare conforto nei junk-food (cibo-spazzatura).

Ricordiamo infine che anche alcuni farmaci usati per il trattamento dell’ansia e di altre condizioni di salute mentale, come gli inibitori della ricaptazione della serotonina e della nor-adrenalina, annoverano tra i possibili effetti collaterali anche un aumento della pressione.

Fonte: Mayo Clinic

Sintomi

Purtroppo nella maggior parte dei casi una pressione minima alta non causa alcun sintomo, rimanendo quindi non diagnosticata, ma quando presenti tra i più comuni possiamo ricordare:

Altri possibili sintomi (più frequenti in corso di una crisi ipertensiva) sono:

Come detto purtroppo spesso però i sintomi della pressione minima alta sono assenti, da cui il soprannome killer silenzioso, ed il valore della pressione minima superiore alla norma costituisce l’unico segno rilevabile.

Se lo sfigmomanometro misura una pressione minima superiore ad 80 mmHg, è bene iniziare un monitoraggio della pressione, misurandola periodicamente, più volte al giorno:

  • il valore della pressione potrebbe rientrare nella normalità, nelle misurazioni successive, e quindi trattarsi di un caso isolato, non legato alla presenza di una malattia specifica;
  • se più misurazioni giornaliere rilevano valori di pressione minima sempre elevata diventa invece necessario rivolgersi al medico per una corretta valutazione e cure adeguate.

Per il monitoraggio della pressione ci si può rivolgere al medico, al farmacista o eseguire misure da soli in casa con misuratori elettronici automatici da braccio, mentre quelli da polso sono intrinsecamente legati a una ridotta accuratezza.

I valori andrebbero riportati su un foglio o un diario, annotando anche l’orario o particolari situazioni di stress presenti al momento della misurazione (ad esempio la necessità di svolgere un compito impegnativo, una forte emozione, agitazione, …).

Si noti che la pressione arteriosa subisce variazioni fisiologiche durante la giornata:

  • è più alta la mattina, al risveglio,
  • diminuisce nel pomeriggio,
  • raggiunge valori più bassi la sera, e quando dormiamo.

È quindi consigliato misurare la pressione al mattino, quando presenta il picco più alto (e quindi più a rischio per la salute) e controllarla eventualmente in altri momenti della giornata, ad esempio tra un pasto e l’altro, e alla sera. Per un buon controllo della pressione, inoltre, è importante

  • rilassarsi 5-10 minuti prima della misurazione,
  • attendere almeno un’ora dalla fine dei pasti, dalla pausa caffè o tè, dalla sigaretta o da sforzi fisici più o meno intensi,
  • evitare di misurarla se si è affamati o si deve andare in bagno.

Diagnosi

Il medico raccoglie la storia clinica del paziente, prende nota della sua età, del peso e dei sintomi descritti, quindi pone alcune domande riguardo

  • malattie note,
  • uso di farmaci,
  • abitudini voluttuarie (fumo, alcool),
  • uso di droghe,
  • tipo di alimentazione,
  • sport praticati,
  • parenti stretti ipertesi,
  • particolari condizioni di stress.

La visita medica comprende:

Avere la pressione minima alta è pericoloso?

Avere la pressione minima costantemente alta espone ad una maggior rischio di possibili danni a carico di diversi organi, quali

  • cervello,
  • cuore,
  • vasi sanguigni,
  • reni,
  • occhio.

Le malattie, spesso gravi, cui si può andare incontro sono

Cosa fare per abbassare la minima alta?

In presenza di una pressione minima che si mantiene alta, o se ne compaiono i sintomi tipici, la prima cosa da fare è rivolgersi al medico per

  • una valutazione professionale,
  • ricerca di possibili cause,
  • adozione della cura ottimale.

Il primo consiglio del medico sarà perseguire uno stile di vita sano, cioè

  • mangiare bene (vedi dopo),
  • praticare attività fisica: ci si potrebbe dedicare più volte a settimana ad uno sport preferito (ad esempio nuoto, danza, aerobica, corsa, …) , andare in palestra, eseguire semplici esercizi in casa o semplicemente fare 20-30 minuti di passeggiata a passo veloce all’aria aperta;
  • se si è in sovrappeso o obesi rivolgersi ad un nutrizionista o dietologo per perdere peso. Ogni kg perso riduce il valore della pressione arteriosa di circa 1 mmHg; di particolare importanza in termini di prevenzione, non solo cardiovascolare, è il girovita, che nei maschi dovrebbe essere inferiore a 102 cm e nella donna inferiore a 88 cm;
  • smettere di fumare;
  • non eccedere con l’alcool;
  • bere due litri di acqua al giorno, preferendo acque che favoriscono la diuresi e con basso contenuto di sodio (riportato sull’etichetta della bottiglia);
  • ridurre lo stress.

Cosa mangiare?

Il fattore chiave nel trattamento dell’ipertensione a tavola è probabilmente la riduzione del sale, prestando tra l’altro grande attenzione alle grandi quantità presenti in alimenti di origine industriale.

Utile anche ridurre il consumo di grassi.

Si raccomanda quindi di evitare per esempio:

  • insaccati,
  • cibi in scatola o confezionati,
  • zuppe o sughi pronti,
  • carni grasse,
  • formaggi stagionati,
  • alimenti sotto sale o in salamoia,
  • liquirizia.

Privilegiare invece il consumo di frutta e verdura e in generale di tutti quei cibi che favoriscono il mantenimento di una buona pressione arteriosa, come ad esempio:

  • aglio,
  • barbabietola,
  • frutta di stagione,
  • cereali integrali,
  • latte e yogurt scremato,
  • verdure ed ortaggi,
  • carni bianche,
  • noci.

Per una trattazione più completa si rimanda ai seguenti articoli

Farmaci

Il ricorso a farmaci contro l’ipertensione avviene solo su indicazione medica; il curante sceglierà in base alle caratteristiche del paziente e alle sue condizioni cliniche generali quali farmaci utilizzare tra:

Un buon monitoraggio della pressione aiuterà il medico a capire se si sta facendo bene o se è necessario modificare le terapie prescritte, cambiando farmaco, posologia o aggiungendone uno nuovo.

Vediamo brevemente come agiscono questi farmaci ed i loro possibili effetti collaterali.

Diuretici

I diuretici sono quei farmaci che ci fanno urinare di più, abbassando la pressione arteriosa perché causano una riduzione

  • sia dell’assorbimento di sodio e acqua a livello renale,
  • sia della volemia (cioè del volume di sangue che circola nel corpo).

Possibili effetti collaterali sono:

  • vertigini,
  • aumento del senso di sete,
  • rash cutaneo.

Calcio antagonisti

Questa classe di farmaci ha come meccanismo di azione il blocco dei canali del calcio presenti lungo le pareti dei vasi sanguigni: in questo modo abbassano la pressione arteriosa perché causano vasodilatazione.

Possibili effetti collaterali sono:

Beta bloccanti

Si tratta di medicinali che abbassano la pressione arteriosa agendo sulla muscolatura dei vasi sanguigni innescando

  • vasodilatazione
  • e riduzione delle resistenze pressorie periferiche

Possibili effetti collaterali sono:

Antagonisti dell’angiotensina II

Questa classe di farmaci agisce occupando e bloccando il recettore dell’angiotensina II, un ormone regolatore della pressione arteriosa che ha l’effetto di restringere i vasi sanguigni aumentando la pressione al loro interno. Questi farmaci abbassano la pressione arteriosa perché non consentono all’angiotensina II di legarsi al proprio recettore esplicando l’effetto fisiologico.

Possibili effetti collaterali sono:

  • cefalea,
  • vertigini,
  • sintomi simil-influenzali

Ace-inibitori

Queste molecole sono in grado di bloccare l’enzima deputato alla conversione dell’angiotensina I in angiotensina II, abbassando la pressione del sangue perché ostacolano la formazione di angiotensina II, un ormone ipertensivo.

Possibili effetti collaterali sono:

Articoli Correlati
Articoli in evidenza

Su alcuni dei link inseriti in questa pagina Healthy The Wom ha un’affiliazione ed ottiene una percentuale dei ricavi, tale affiliazione non fa variare il prezzo del prodotto acquistato.

Domande e risposte
  1. 18 anni, 115/70, cosa ne pensa?

    Grazie.

    1. Dr. Roberto Gindro

      Mi sembra ottima, ma ovviamente l’ultima parola spetta sempre al suo medico che può contestualizzarla meglio di me.