Pressione alta: sintomi, cause, rimedi

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Introduzione

La pressione arteriosa è una misura della forza con cui il sangue scorre nel corpo; è una delle principali cause di malattie cardiovascolari, che a loro volta sono la prima causa di morte nel mondo occidentale.

Si definisce ipertensione (pressione alta) una situazione in cui si verifichi almeno una delle seguenti condizioni:

  1. Pressione sistolica (massima) >= 140 mmHg,
  2. Pressione diastolica (minima) >= 90 mmHg,
  3. Assunzione di farmaci per la pressione alta.

La pressione massima è quella misurata nel momento in cui cuore si contrae (batte), mentre la minima è quella misurata tra un battito e l’altro, quando cioè il cuore è rilassato.

Diversi studi, tra cui il MRFIT, hanno dimostrato chiaramente che più è bassa la pressione e minore è il rischio di mortalità. Si stima che il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari raddoppi

  • ogni 20 mmHg in più per la pressione massima,
  • e ogni 10 mmHg in più per la pressione minima,

a partire da valori 115/75 mmHg. In altre parole, avere per esempio una massima a 135 significa correre un rischio doppio rispetto ad una pressione a 115 mmHG a parità di individuo di età compresa ta i 40 ed i 70 anni (Fonte: Medscape).

Sistolica (mm/Hg) Diastolica (mm/Hg)
Normale < 120 e < 80
Preipertensione 120-139 o 80-89
Ipertensione
I stadio
140-159 o 90-99
Ipertensione II stadio >= 160 o >= 100
Ipertensione sistolica isolata >= 140 e < 90
Crisi ipertensiva > 180 o > 110

Il valore della misurazione della pressione a casa è spesso più basso della misurazione fatta in ambulatorio (ipertensione da camice bianco), così come la misurazione per 24 ore risulta in genere più accurata e meno influenzata dall’ansia del momento; segnaliamo tuttavia che questa variazione, se elevata, è considerata come predittiva della possibilità di sviluppare ipertensione sostenuta.

Si tenga poi conto che la pressione tende ad essere più elevata nelle prime ore del mattino e dopo una passeggiata, infatti gli episodi di ictus ed infarto sono più comuni nelle prime ore della giornata.

Durante la notte, al contrario, la pressione tende a scendere del 10-20%, quando questo non succede è considerato come ulteriore fattore di rischio.

Domande e risposte

Quanto deve essere la pressione?

A prescindere dall’età, i valori di pressione ideale sono inferiori a 120/80.

Quale pressione è più pericolosa?

L’ampia letteratura scientifica disponibile permette di affermare con sicurezza che generalmente una sistolica (massima) alta è più pericolosa di una diastolica (minima) alta, in quanto maggiormente correlata al rischio di sviluppo di eventi cardiovascolari.

Si tratta ovviamente di considerazioni generali, che vanno poi calate caso per caso in base all’anamnesi del singolo paziente (valori pressori, storia clinica, età, …).

Quali sono i sintomi della pressione alta?

L’ipertensione viene spesso chiamata “killer silenzioso” perché di norma non causa la comparsa di alcun sintomo; molti pazienti non si accorgono di avere valori alti e per questo è importante misurarla regolarmente.

Quali sono le cause di pressione alta?

Nel 90-95% dei pazienti adulti non è possibile identificare alcuna causa e si parla quindi di ipertensione essenziale; tende a svilupparsi gradualmente nell’arco di diversi anni, con maggior probabilità in presenza dei tradizionali fattori di rischio cardiovascolari (fumo, sovrappeso, sedentarietà, abuso di sale, …).

Come abbassare la pressione?

Oltre all’assunzione di eventuali farmaci, è possibile ridurre i valori di pressione attraverso lo stile di vita, per esempio

  • perdendo peso se necessario,
  • abbattendo il consumo di sale,
  • praticando regolare attività fisica,

Cosa fare subito in caso di pressione alta?

Se la pressione del sangue è 180/120 o superiore, attendere circa cinque minuti e riprovare. Se la seconda lettura è altrettanto elevata e non si verificano altri sintomi associati contattare immediatamente il medico per un aggiustamento dei farmaci in uso o una prima prescrizione; in caso di altri sintomi (dolore toracico, mancanza di respiro, mal di schiena, …) rivolgersi immediatamente ad un Pronto Soccorso (chiamando il numero unico delle emergenze e non mettendosi alla guida).

I valori della pressione alta

Quando ci si fa misurare la pressione si ottengono due numeri riferiti rispettivamente alla pressione sistolica (massima) e alla pressione diastolica (minima), misurate rispettivamente in corrispondenza del battito cardiaco, cioè quando il cuore pompa il sangue, e quando il cuore è a riposo tra due battiti successivi.

  • Il numero più alto è quindi riferito alla pressione sistolica, se trovate scritto 120/80 mmHg il numero 120 è la pressione sistolica.
  • Il simbolo mmHg significa “millimetri di mercurio” (Hg è il simbolo chimico del mercurio) ed è l’unità di misura della pressione sanguigna.

La tabella seguente indica i valori normali della pressione per gli adulti e specifica anche quali sono i valori che comportano un maggior rischio di problemi di salute. La pressione non è sempre costante, anche nelle persone sane. Se i valori tendono a essere quasi sempre maggiori del normale, invece, siete a rischio.

Valori della pressione negli adulti (in mmHg, o millimetri di mercurio)

  • Normale: minore di 120 la massima e minore di 80 la minima;
  • Preipertensione: tra 120 e 139 la massima o tra 80 ed 89 la minima;
  • Ipertensione Grado 1: tra 140 e 159 la massima o tra 90 ed 99 la minima;
  • Ipertensione Grado 2: più di 160 la massima o più di 100 la minima;

Gli intervalli della tabella sono validi per la maggior parte degli adulti (di età superiore ai 18 anni) che non soffrono di malattie croniche gravi.

I livelli superiori ai 120/80 mmHg fanno aumentare il rischio e il rischio è maggiore all’aumentare dei valori. La parola pre-ipertensione significa che è probabile che arriverete a soffrire di ipertensione, a meno che non prendiate provvedimenti per prevenirla.

Se siete in terapia per l’ipertensione e diverse misurazioni successive rientrano nei valori normali, si può dire che la vostra pressione sia sotto controllo, ma non che siate guariti. Dovreste andare dal medico e continuare la terapia per tenere la pressione sotto controllo.

Le misure della pressione diastolica e di quella sistolica potrebbero non ricadere nella stessa categoria. In questo caso, la categoria che fa fede è quella più grave. Ad esempio, se la pressione sistolica è di 160 e quella diastolica è di 80, soffrite di ipertensione di secondo grado. Se la pressione sistolica fosse pari a 120 e quella diastolica a 95, ricadreste nell’ipertensione di primo grado.

Se soffrite di diabete o di patologie renali croniche, si può parlare di ipertensione a partire dai 130/80 mmHg. I valori sono diversi nel caso dei bambini e degli adolescenti.

Linee guida americane 2017

Nel mese di novembre 2017 sono state pubblicate le nuove linee guida americane relative all’ipertensione, che hanno destato un vivo dibattito nella comunità medica mondiale per una modifica rilevante nella classificazione della condizione: viene considerata alta già una pressione più elevata di 80-120, mentre in precedenza (come tuttora avviene in Europa), si parlava genericamente di pre-ipertensione (mentre non è cambiata la definizione di pressione normale).

Pressione sistolica/diastolica (mm Hg) Definizione JNC7 Proposta USA
<120 e <80 Normale Normale
120–129 e <80 Preipertensione Pressione alta
130–139 o 80–89 Preipertensione Ipertensione stadio 1
140–159 o 90–99 Ipertensione stadio 1 Ipertensione stadio 2
> 160 o >100 Ipertensione stadio 2 Ipertensione stadio 2

Lo scopo degli autori è sensibilizzare ancora di più sull’importanza di avere obiettivi dei valori pressori il più bassi possibile, ponendo ancora più risalto alla necessità di intervenire sul paziente prima di tutto attraverso una modifica dello stile di vita.

Per quanto riguarda i soggetti con più di 60 anni rimangono in vigore le indicazioni fornite all’inizio dello stesso anno, in cui la novità più interessante è stata l’indicazione di iniziare il trattamento farmacologico con una pressione sistolica (massima) superiore a 150 mm Hg, con l’obiettivo di portarla al di sotto di questa soglia; le evidenze scientifiche, in parte controcorrente rispetto a quanto portato avanti fino a oggi, dimostrano che trattamenti più aggressivi sono nella maggior parte dei casi associati a vantaggi poco significativi, anche se ovviamente va valutato caso per caso in base per esempio agli altri fattori di rischio del soggetto.

Un recente studio pubblicato su Circulation e con la firma dell’Università dello Utah, dimostra che abbassare la pressione sistolica (massima) sotto i 120 mmHg significherebbe salvare moltissime vite, ma con importanti, numerose e gravi ricadute in termini di complicazioni (svenimenti, episodi ipotensivi, insufficienza renale, …). Come sempre in medicina, quindi, si cerca un compromesso ideale, sia dal punto di vista generale che del singolo paziente, anche in considerazione del fatto che una recente revisione Cochrane non sembra giustificare l’abbassamento dei valori obiettivo dagli attuali 140/90.

Cause

La pressione alta può presentarsi in due forme diverse.

  • Ipertensione primaria (essenziale): In una percentuale variabile tra il 90 e il 95% dei casi di ipertensione tra gli adulti non è possibile identificare nessuna causa. Questo tipo di pressione alta, detta ipertensione essenziale o ipertensione primaria, tende a svilupparsi gradualmente nell’arco di diversi anni.
  • Ipertensione secondaria: Una minoranza di casi sono invece causati da una patologia sottostante. Questo tipo di pressione alta, detta ipertensione secondaria, tende a comparire all’improvviso e causa un incremento della pressione maggiore rispetto all’ipertensione primaria. Diverse patologie e diversi farmaci possono causare o innescare un’ipertensione secondaria, tra cui per esempio:

Alla luce del diffuso uso (e talvolta abuso) di farmaci antinfiammatori è a mio avviso importante fornire qualche delucidazione aggiuntiva in merito; è noto che i comuni FANS (gli antidolorifici che si usano comunemente, venduti anche come farmaci da banco) possano manifestare come effetto collaterale l’aumento della pressione arteriosa e, anche se l’entità dell’impatto è minima, può arrivare comunque a rappresentare un fattore di rischio per pazienti con altri disturbi cardiovascolari.

Un recente studio ha comparato tre molecole diverse e sembra dimostrare che in alcuni pazienti è raccomandabile che la scelta del farmaco avvenga anche in considerazione di un’attenta valutazione cardiovascolare.

Fattori di rischio

I fattori di rischio per l’ipertensione sono svariati e in alcuni casi non è possibile prevenirli. Tra di essi ricordiamo:

  • Età. Il rischio di ipertensione aumenta con l’invecchiamento. In età adulta la pressione alta è più frequente tra gli uomini, mentre le donne hanno maggiori probabilità di ammalarsi dopo la menopausa. (Fonte:CDC)
  • L’ipertensione è particolarmente frequente tra gli afro-americani che spesso si ammalano prima rispetto ai soggetti caucasici e che presentano inoltre un più elevato rischio di infarto.
  • Precedenti famigliari. La pressione alta tende a essere ereditaria.

Altri fattori di rischio per l’ipertensione, invece, possono essere tenuti sotto controllo.

  • Sovrappeso o obesità. Maggiore è il peso, maggiore è la quantità di sangue necessaria per per fornire ossigeno e sostanze nutritive ai tessuti dell’organismo. All’aumentare del volume di sangue che circola nei vasi sanguigni, aumenta anche la pressione sulle pareti delle arterie.
  • Sedentarietà. Chi ha uno stile di vita sedentario tende ad avere una frequenza cardiaca maggiore. Più la frequenza cardiaca è alta, più il cuore deve faticare ad ogni battito e maggiore è la forza sulle pareti delle arterie. La sedentarietà inoltre aumenta il rischio di ritrovarsi in sovrappeso.
  • Fumo. Il tabacco non si limita a far aumentare temporaneamente la pressione sanguigna, ma le sostanze chimiche in esso contenute sono in grado di danneggiare le pareti delle arterie che, quindi, si restringono causando un aumento della pressione.
  • Eccesso di sale da cucina (sodio, per la precisione) nella dieta. L’eccesso di sodio nella dieta può causare ritenzione idrica, e quindi l’aumento della pressione.
  • Carenza di potassio nella dieta. Il potassio aiuta a controbilanciare la quantità di sodio presente nelle cellule. Se non consumate o non trattenete abbastanza potassio, potreste accumulare troppo sodio nel sangue.
  • Carenza di vitamina D: La carenza di vitamina D è un fattore di rischio per l’ipertensione arteriosa, tuttavia l’uso di integratori non sembra offrire effetti tangibili di riduzione dei valori.
  • Abuso di alcool. Con l’andare del tempo l’abuso di alcool può danneggiare il cuore. Bere più di due o tre bicchieri al giorno può far alzare temporaneamente la pressione, perché può indurre l’organismo a rilasciare ormoni in grado di far aumentare il flusso sanguigno e di velocizzare il battito cardiaco.
  • Stress. I livelli di stress eccessivi possono causare un aumento temporaneo ma drammatico della pressione. Se cercate di rilassarvi mangiando di più, fumando o bevendo alcoolici, non fate altro che aumentare i problemi di ipertensione.
  • Alcune patologie croniche. Anche alcune patologie croniche possono aumentare il rischio di ipertensione, tra di esse ricordiamo: ipercolesterolemia, il diabete, le patologie renali e le apnee notturne.
  • In alcuni casi anche la gravidanza può contribuire all’aumento della pressione.

L’ipertensione è frequente soprattutto tra gli adulti, però anche i bambini possono essere a rischio: in alcuni bambini la pressione alta è provocata da problemi renali o cardiaci. Però sempre più bambini soffrono di pressione alta per via dello stile di vita errato, della dieta sbilanciata o della mancanza di esercizio fisico.

Sintomi

Il segno chiave è ovviamente la pressione alta, ma valutata come media di almeno 2 misurazioni consecutive, rilevate in almeno due occasioni diverse.

In genere il paziente non manifesta invece alcun sintomo; il mal di testa è relativamente poco comune e di norma limitato ai casi più severi (crisi ipertensiva). Quando si manifesta è più frequente al mattino e localizzabile nella zona della nuca.

Occasionalmente possono verificarsi altri sintomi, come ad esempio:

Le evidenze più recenti mostrano tuttavia che l’ipertensione non causa mal di testa o sangue dal naso, tranne che nel caso di crisi ipertensiva, un’emergenza medica diagnosticata quando la pressione del sangue è di 180/120 mm Hg o superiore.

I soggetti con pressione alta sono infine più soggetti allo sviluppo di alcuni disturbi, ma che non vanno considerati come effetto diretto dell’aumento della pressione:

Crisi ipertensiva

Una crisi ipertensiva, la condizione in cui la pressione supera i 180/120 mm Hg, può invece essere accompagnata dai seguenti sintomi:

Quando chiamare il medico

A meno che si avvertano i sintomi di un’ipertensione eccessiva, non è in genere necessario recarsi apposta dal medico per farsi controllare la pressione, che sarà invece misurata durante una visita di routine.

  • In caso di età superiore ai 18-20 anni in genere si consiglia una misurazione della pressione almeno ogni due anni, mentre sarà preferibile una frequenza maggiore in caso di ipertensione, la pre-ipertensione o altri fattori di rischio per le malattie cardiovascolari.
  • In assenza di problemi di salute, dopo i 40 anni si passerà ad almeno una misurazione all’anno.

In alternativa è possibile recarsi presso qualunque farmacia per sottoporsi a una misurazione di controllo.

Chiama il medico se…

  • La pressione è superiore a 140/90 (anche per uno solo dei due valori).

Vai all’ospedale se…

  • La pressione è superiore a 180/120 mmHg (anche uno solo dei due valori, poiché si tratta di una crisi ipertensiva).
  • Compaiono sintomi quali mal di testa pulsante, nausea o vomito e visione offuscata e si ritengono dovuti a pressione alta.
  • In gravidanza la pressione supera 140/90 mmHg (anche uno solo dei due valori).

Un recente studio condotto in pazienti che si sono presentati in Pronto Soccorso durante una crisi ipertensiva sembra dimostrare che questa condizione non rappresenti un pericolo per la vita e che in molti casi sia sufficiente il solo riposo a far rientrare i valori.

Utile a questo proposito ricordare la posizione dell’AHA americana, che in caso di valori oltre i 180/120 mmHg consiglia di aspettare cinque minuti e poi procedere a una nuova misurazione; se ancora elevata:

  • in assenza di sintomi associati (dolore toracico, mancanza di respiro, mal di schiena, intorpidimenti/formicolii, alterazione della vista o difficoltà a parlare) contattare il medico,
  • altrimenti contattare il 112.

Si raccomanda in caso di dubbi di rivolgersi comunque sempre a personale medico competente per una valutazione, perché in caso di fattori di rischio cardiovascolari la prognosi potrebbe essere diversa.

Diagnosi

I valori della pressione arteriosa sono espressi in millimetri di mercurio (mmHg) e sono formati da due cifre. La prima, cioè quella maggiore, è la misura della pressione arteriosa durante il battito cardiaco (pressione sistolica); la seconda, quella minore, è la misura della pressione arteriosa tra un battito e l’altro (pressione diastolica).

Le ultime linee guida europee per il trattamento dell’ipertensione prevedono le seguenti categorie:

  1. Pressione ottimale: La pressione può essere definita ottimale se è inferiore ai 120/80 mmHg, il limite oltre il quale il rischio di malattie cardiovascolari inizia ad aumentare.
  2. Pressione normale, quando compresa tra 120–129 e/o 80–84.
  3. Pressione normale-alta, quando compresa tra 130–139 e/o 85–89.
  4. Pressione alta:
    Ipertensione di grado 1 140–159 e/o 90–99
    Ipertensione di grado 2 160–179 e/o 100–109
    Ipertensione di grado 3 maggiore di 179 e/o maggiore di 109
    Ipertensione sistolica isolata maggiore di 139 e inferiore a 90
Immagine che mostra i valori ottimali di pressione (120/80).

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Quando si leggono i risultati della misurazione della pressione, sono importanti entrambe le cifre, ma una volta superati i cinquantanni la pressione massima è più significativa di prima. L’ipertensione sistolica isolata, la situazione in cui la pressione minima è normale ma quella massima è troppo elevata, è il tipo di ipertensione più frequente tra le persone di età superiore ai cinquantanni.

Prima di arrivare alla diagnosi di ipertensione il medico probabilmente vi misurerà due o tre volte la pressione, durante due o più visite. Normalmente, infatti, la pressione varia nel corso della giornata e spesso gli sbalzi sono collegati al fatto di trovarsi davanti a un medico (ipertensione da camice bianco o ipertensione clinica isolata). Il medico potrebbe chiedervi di misurarvi la pressione a casa o nel corso della giornata, per fornirgli ulteriori informazioni. Misurare la pressione a casa può anche essere utile per diagnosticare la cosiddetta ipertensione mascherata, una patologia in cui la pressione si abbassa quando entrate nello studio del medico.

Se soffrite di pressione alta di qualsiasi forma il medico potrebbe consigliarvi altri esami di routine, ad esempio l’esame delle urine, l’esame del sangue e l’elettrocardiogramma (ECG), un esame che misura l’attività elettrica del cuore. Esami più approfonditi di solito non sono richiesti, almeno nelle fasi iniziali.

Pericoli

La prognosi è buona in caso di terapia, in quanto abbassando la pressione si riduce il rischio di eventi cardiovascolari; se non trattata aumenta sensibilmente il rischio di complicazioni cardiovascolari anche fatali, tanto da meritarsi la nomea di silent killer (assassino silenzioso).

La pressione eccessiva sulle pareti delle arterie causata dall’ipertensione può danneggiare non solo i vasi sanguigni, ma anche diversi organi. Più la pressione è elevata e maggiore è il tempo trascorso prima della diagnosi e della terapia, più il danno è grave.

La pressione alta, se non viene curata, può provocare:

  • Danni alle arterie. Le arterie possono indurirsi e ispessirsi (aterosclerosi), provocando un infarto, un ictus o altre complicazioni.
  • Aneurisma. La pressione eccessiva può far indebolire e gonfiare i vasi sanguigni, formando un aneurisma. Se un aneurisma si rompe, la vita del paziente è in serio pericolo.
  • Insufficienza cardiaca. Per continuare a pompare il sangue nonostante la pressione eccessiva dei vasi sanguigni, il cuore si ingrossa e finisce per avere difficoltà a pompare sangue a sufficienza per soddisfare le richieste dell’organismo: la situazione risultante è detta insufficienza cardiaca.
  • Ostruzione o rottura di un vaso sanguigno cerebrale. L’ipertensione nelle arterie dirette al cervello può rallentare il flusso sanguigno diretto al cervello, oppure provocare lo scoppio di un vaso sanguigno cerebrale (ictus).
  • Indebolimento e restringimento dei vasi sanguigni dei reni. Possono impedire ai reni di funzionare normalmente.
  • Ispessimento, restringimento o rottura dei vasi sanguigni degli occhi. Possono causare gravi problemi di vista, e addirittura la cecità nei casi più gravi.
  • Sindrome metabolica. Questa sindrome è un insieme di disturbi del metabolismo e comprende: aumento di peso e adipe concentrata sul girovita, trigliceridi alti, diminuzione del colesterolo HDL o lipoproteina ad alta densità (colesterolo “buono”), pressione alta e livelli di insulina alti. Se soffrite di ipertensione, rischiate maggiormente di soffrire anche degli altri componenti della sindrome metabolica. Più componenti avete, maggiori rischi correte di soffrire di diabete, di malattie cardiache o di colpi apoplettici.
  • Disturbi cognitivi. L’ipertensione, se non viene tenuta sotto controllo, può avere ricadute negative sul pensiero, sulla memoria e sull’apprendimento. I problemi di memoria o di comprensione sono più frequenti tra chi soffre di ipertensione.
Immagine che rappresenta le principali complicazioni associate alla pressione alta

Principali complicazioni dell’ipertensione
Di Main_complications_of_persistent_high_blood_pressure.svg: Mikael Häggströmderivative work: Adert – Questo file deriva da  Main complications of persistent high blood pressure.svg: , Pubblico dominio, Collegamento

Gravidanza

L’ipertensione arteriosa in gravidanza è una condizione comune, che interessa fino al 10% delle donne gravide se prendiamo in considerazione sia una condizione di aumentata pressione diagnosticata prima della gravidanza, che di quella correlata alla gestazione.

Si parla di ipertenzione gestazionale quando la pressione arteriosa sistolica superiore a 140 mmHg e/o pressione arteriosa diastolica superiore a 90 mmHg, a seconda dei casi ed in assenza di trattamento le conseguenze possono essere più o meno gravi.

In caso di terapia il l’obiettivo da raggiungere è pari a 135/85 mmHg.

Ipertensione cronica

Settimane: 0 → 20

Diagnosticata se si sviluppa

  • prima della gravidanza,
  • durante la gravidanza ma prima di 20 settimane,
  • o dura più di 12 settimane dopo il parto.

Ipertensione gestazionale

Settimane: 20 → 40

Insorta dopo la ventesima settimana di gestazione, ma in assenza di proteinuria significativa (presenza di proteine nelle urine).

Preeclampsia

Settimane: 20 → 40

Diagnosticata quando l’incremento pressorio rilevato dopo la 20ª settimana di gestazione in donne precedentemente senza problemi di pressione, si accompagna a presenza di proteine nell’urina (proteinuria) e/o altre disfunzioni d’organo.

Eclampsia

Settimane: 20 → 40

Si parla di eclampsia quando alla sintomatologia classica si associano crisi convulsive.

Sindrome HELLP

Settimane: 20 → 40

Sindrome HELLP è una sindrome caratterizzata, come evidenzia lo stesso acronimo inglese HELLP (H=hemolysis, E=elevated, L=liver enzimes, L=low, P=platelets) da emolisi, aumento del valore sierico degli enzimi epatici, piastrinopenia.

Tenere sotto controllo la pressione

Sfortunatamente la pressione alta non può essere curata in modo definitivo, però è possibile tenerla sotto controllo. Controllare l’ipertensione è un impegno che deve durare per tutta la vita e comporta cambiare alcune abitudini alimentari e dello stile di vita. Per riportare la pressione alla normalità, possono anche essere necessari farmaci.

Le visite mediche di controllo sono essenziali per accertarsi che l’ipertensione sia davvero sotto controllo e non provochi malattie più gravi. Dimagrire e praticare regolarmente esercizio fisico, insieme alle modifiche della dieta, spesso sono sufficienti per scongiurare questi rischi.

Per la dieta possono essere utili queste indicazioni:

Tra le modifiche della dieta ricordiamo la minore assunzione di sale e di grassi.

Le parole “sale”, “sodio” e “Na” scritte sulle etichette significano che l’alimento contiene sale. L’organismo ha bisogno soltanto di 3.000 mg (3 grammi) di sodio al giorno e l’OMS raccomanda un consumo che non superi i 5 grammi al giorno (pari a circa 2 grammi al giorno di sodio).

Un consumo eccessivo di sale è stato collegato anche ad altre possibili conseguenze sulla salute, quali ad esempio:

La maggior parte delle persone ama il sapore salato degli alimenti, però anche la cucina con poco sale, o addirittura assente, può essere molto saporita. Per abbattere il contenuto di sale nella dieta si consiglia di:

  1. Sciacquare bene verdure e legumi in scatola prima del consumo.
  2. Mentre è molto rapido l’adattamento a un crescente uso di sale nei piatti, il palato fatica molto di più a compiere l’adattamento inverso; si consiglia quindi di diminuire gradualmente l’aggiunta di sale a quanto preparato in casa.
  3. Fare maggior ricorso ad altri condimenti (erbe, spezie, limone, …).
  4. Non portare mai la saliera in tavola, limitarsi ad usarlo durante la preparazione.
  5. Preferire i piatti semplici preparati in casa a quelli pronti di origine industriale.

Mangiare meno grassi aiuta non solo a dimagrire e ad abbassare la pressione, ma anche a prevenire gli infarti e i colpi apoplettici non collegati all’ipertensione.

Esercizio fisico

Gli esercizi aerobici sono efficaci per ridurre la pressione e anche per dimagrire, aiutano anche a migliorare la capacità cardiaca e diminuiscono la probabilità di infarto.

Camminare, andare in bicicletta e nuotare sono tutti esempi di esercizi aerobici. Il body building, invece, non è un esercizio aerobico.

A confermare l’efficacia di questo tipo di approccio è crescente anche la letteratura disponibile; un interessante lavoro pubblicato sul British Medical Journal ha preso in esame 391 studi precedenti concludendo che l’effetto dell’attività fisica come terapia antipertensiva è tuttora poco studiata e probabilmente sottovalutata, in quanto l’efficacia risulta spesso comparabile e sovrapponibile a quelli dei comuni farmaci per la pressione alta (anche se purtroppo non sono ad oggi disponibili ricerche che confrontino direttamente i due tipi di interventi).

L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia almeno 150 minuti di attività fisica alla settimana, valore che tuttavia va inteso come minimo indispensabile e non certamente come obiettivo ideale.

Prima di iniziare un’attività si raccomanda comunque di chiedete il parere del proprio medico, sia per valutare che non sussistano controindicazioni, sia perché per esempio lo stesso body building potrebbe far aumentare la pressione.

Cura e rimedi

La tendenza attuale è volta al raggiungimento di valori di pressione sempre più stringenti, ad eccezione di alcune specifiche categorie di pazienti in cui target troppo bassi potrebbero correlare all’aumento del rischio di cadute e altri rischi (ad esempio nella popolazione anziana).

Se una dieta sana e l’esercizio fisico non sono sufficienti per diminuire la pressione, il medico potrebbe prescrivervi farmaci appositi: alcuni di essi potrebbero avere effetti collaterali, se ne avvertite non fatevi scoraggiare e non interrompete la terapia di vostra iniziativa, ma chiedete consiglio al medico. Potrà farvi cambiare farmaco oppure adeguare il dosaggio in modo da diminuire l’incidenza degli effetti collaterali.

I farmaci antiipertensivi di solito vanno assunti per molto tempo, in alcuni casi anche per tutta la vita. I controlli regolari dal medico sono essenziali per capire se il farmaco è efficace o meno.

Il medico o lo specialista possono capire se i farmaci e le dosi che state assumendo contro l’ipertensione sono adeguati: probabilmente dovrete adeguare nel tempo i farmaci per arrivare alla combinazione e alle dosi ottimali, talvolta anche da una stagione all’altra (le temperature fredde tendono a far aumentare la pressione). Il medico potrebbe anche prescrivervi altri farmaci, ad esempio un diuretico più potente o ad azione prolungata, se già non ne state assumendo uno. Il medico potrebbe anche consigliarvi i diuretici non tiazidici, come lo spironolattone, che modificano l’attività di assorbimento del sodio e di escrezione del potassio bloccando l’ormone aldosterone.

Per semplificare la terapia è sempre più comune la proposta di farmaci combinati in cui, in una singola compressa, siano presenti due o più principi attivi che possono essere assunti contemporaneamente con l’obiettivo di un miglior controllo pressorio.

Inoltre, il medico potrà rivedere insieme a voi i farmaci che assumete per curare altre malattie. Alcuni farmaci, alimenti od integratori alimentari sono in grado di aggravare l’ipertensione oppure di impedire agli antiipertensivi di funzionare correttamente. Parlate apertamente e francamente col medico di tutti i farmaci e integratori che siete soliti assumere.

Se non assumete gli antiipertensivi seguendo i consigli del medico, la pressione potrebbe risentirne, se saltate le dosi perché non vi potete permettere il farmaco, perché avvertite effetti collaterali o perché semplicemente ve ne dimenticate, chiedete aiuto al medico. Non modificate la terapia se non sotto stretto controllo medico.

Tendenzialmente quasi tutte le nuove linee guida puntano a valori più bassi che in passato, quelle europee per esempio propongono:

  • 120-129 mmHg per i pazienti con meno di 65 anni,
  • 130-139 per quelli al di sopra dei 65 anni.

Ipertensione resistente

Se la pressione non accenna a diminuire anche se avete provato ad assumere almeno tre tipi diversi di antiipertensivi, di cui uno della categoria dei diuretici, potreste essere affetti da ipertensione resistente. L’ipertensione resistente si chiama così perché resiste alla terapia, anche chi riesce a tenere sotto controllo la pressione solo assumendo contemporaneamente quattro tipi di farmaci è considerato affetto da ipertensione resistente.

Se si soffre di ipertensione resistente non è automaticamente detto che la pressione non si abbasserà mai perchè, se voi e il vostro medico riuscite a capire che cosa c’è dietro alla pressione sempre molto alta, ci sono buone possibilità che riusciate a raggiungere il vostro obiettivo con l’aiuto della terapia più efficace. Se il vostro medico di famiglia non è in grado di scoprire la causa potrebbe essere necessaria una visita specialistica: è poi possibile che la pressione alta sia dovuta a un’altra malattia che non sapete di avere, ad esempio l’apnea notturna o problemi a reni. Probabilmente sarà necessario seguire con maggior attenzione i consigli relativi allo stile di vita.

Stile di vita e rimedi pratici

Modificare lo stile di vita può essere utile per tenere sotto controllo l’ipertensione e per prevenirla, anche nel caso in cui siate già in terapia con farmaci antiipertensivi. Ecco alcuni consigli utili:

  1. Seguite una dieta sana. Provate a seguire la dieta DASH, una dieta apposita per l’ipertensione, che privilegia il consumo di frutta, verdura, cereali integrali e derivati del latte a basso contenuto di grassi (come il latte parzialmente scremato). Tra gli altri principi su cui è costruito questo regime alimentare ricordiamo l’abbondante consumo di cibi ricchi di potassio e poveri di grassi (soprattutto quelli saturi, di provenienza animale).
  2. Diminuite la quantità di sale consumato. 2.400 milligrammi (mg) di sodio al giorno rappresentano il limite massimo per gli adulti sani, ma limitare ulteriormente l’apporto a 1.500 mg al giorno avrà un effetto ancora più dirompente sulla pressione. È possibile diminuire la quantità di sale da cucina, magari rinunciano alla saliera, però si dovrebbe anche far attenzione alla quantità di sale nascosta negli alimenti conservati, come nello scatolame, nei surgelati e negli alimenti pronti in genere.
  3. Mantenete il peso forma. Se siete sovrappeso, potete diminuire la pressione dimagrendo anche solo di due o tre chili.
  4. Fate più attività fisica. L’attività fisica regolare può aiutarvi a diminuire la pressione e a tenere il peso sotto controllo. Cercate di fare almeno mezzora di movimento al giorno.
  5. Dormite a sufficienza. Studi recenti sembrano indicare che una carenza di sonno possa influire negativamente sui valori pressori, probabilmente perché il riposo notturno è legato al mantenimento di una corretta produzione di ormoni dello stress, che aumentano in caso di deprivazione del sonno. Si noti che sono importanti sia la quantità di ore di sonno, che la sua qualità.
  6. Non eccedete con l’alcool. Anche se siete sani, l’alcool può far aumentare la pressione. Se scegliete di bere, fatelo con moderazione, e bevete al massimo un bicchiere al giorno se siete donne o avete più di 65 anni, oppure due bicchieri se siete uomini.
  7. Non fumate. Il tabacco danneggia le pareti dei vasi sanguigni e velocizza il processo di indurimento delle arterie; il medico può aiutarvi prescrivendo un farmaco per smettere di fumare.
  8. Riducete il consumo giornaliero di caffeina. In realtà l’effetto della caffeina sulla pressione è spesso oggetto di discussione, ma si ritiene che un consumo regolare non influenzi i valori tanto quanto l’assunzione occasionale.
  9. Combattete lo stress. Diminuite lo stress il più possibile. Imparate e mettete in pratica le tecniche per combatterlo, come il rilassamento e la respirazione profonda. Anche dormire a sufficienza potrà esservi utile.
  10. Misuratevi la pressione a casa. La misurazione della pressione a casa può aiutare voi e il vostro medico ad avere misurazioni più ravvicinate, a capire se i farmaci sono efficaci e persino a riconoscere tempestivamente le potenziali complicazioni. Se la pressione è sotto controllo e ve la misurate a casa, magari potrete risparmiarvi qualche visita medica.

Pressione arteriosa, rischio cardiovascolare e cani

Un rapporto diretto con i valori di pressione sanguigna non è (ancora?) stato dimostrato inequivocabilmente, benché ci siano alcuni interessanti lavori in proposito, ma si stanno accumulando evidenze a sostegno del fatto che soggetti proprietari di cani possano godere di una riduzione del profilo di rischio cardiovascolare; l’aspetto emotivo del legame con il migliore amico dell’uomo e i risvolti sulla salute sono tuttora oggetto di dibattito, ma c’è un consenso pressoché unanime sul fatto che prendersi cura di un cane induca un miglioramento dello stile di vita sui livelli di attività fisica quotidiani.

Terapie alternative

La dieta e l’esercizio fisico sono gli approcci migliori per diminuire la pressione, ma anche alcuni integratori possono rivelarsi utili. Tra di essi ricordiamo per esempio l’aglio, ma nel complesso di una dieta sana, mirata alla prevenzione cardiovascolare, possono essere prescritte anche altre sostanze (acido folico, acidi grassi omega 3, fibra, …).

Fermo restando che è meglio inserire queste sostanze all’interno della propria dieta, vi ricordiamo che sono comunque disponibili sotto forma di capsule, pastiglie o bustine. Prima di aggiungere uno qualsiasi degli integratori che abbiamo elencato alla terapia antiipertensiva, chiedete consiglio al medico, alcuni integratori potrebbero infatti interagire con i farmaci e provocare effetti collaterali pericolosi.

È anche possibile praticare le tecniche di rilassamento, come lo yoga o le tecniche di respirazione, per rilassarsi e diminuire lo stress. È stato dimostrato che queste pratiche sono in grado di abbassare la pressione, agendo al contempo anche sullo stress; benché non possano ovviamente sostituire i farmaci per i casi di ipertensione più severi, rappresentano un utile tassello da inserire nel quadro più generale di uno stile di vita più sano.

Fonti e bibliografia

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Domande e risposte
  1. Cosa fare subito in caso di pressione alta? Quando andare dal medico?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Se la pressione è superiore a 140/80 contattare il medico.
      Se la pressione del sangue è 180/120 o superiore, sedersi o sdraiarsi e cercare di rilassarsi. Attendere circa cinque minuti e riprovarla.

      • Se i valori risultano nuovamente elevati, ma non ci sono altri sintomi preoccupanti, contattare immediatamente il medico per un aggiustamento dei farmaci in uso o una prima prescrizione;
      • in caso di presenza di altri sintomi (dolore toracico, mancanza di respiro, mal di schiena, …) rivolgersi immediatamente ad un Pronto Soccorso (chiamando il numero unico delle emergenze e non mettendosi alla guida).
  2. Come abbassare la pressione?

    1. Dr. Roberto Gindro

      L’unica strategia immediata per abbassare la pressione consiste nel provare a rilassarsi, l’alternativa sono i farmaci.
      Sul breve/medio periodo è invece possibile abbassarla significativamente migliorando l’alimentazione (diminuendo in particolare il consumo di sale), praticando regolare attività fisica, perdendo peso se necessario.
      I risultati raggiungibili con questi tre provvedimenti spesso sorprendono anche il più scettico dei pazienti.