Polipo uterino: sintomi, cause, pericoli e cura

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Introduzione

I polipi uterini sono tumori benigni simili a escrescenze che possono originare a livello di:

  • endometrio, dove prendono il nome di polipi endometriali,
  • cervice uterina, dove prendono il nome di polipi cervicali.

L’endometrio rappresenta lo strato superficiale di mucosa che riveste internamente l’utero e che va incontro a modificazioni mensili durante il ciclo mestruale.

La cervice uterina rappresenta il collo dell’utero, ovvero la sua parte inferiore che aggetta nel canale vaginale.

I polipi uterini sono costituiti da un tessuto ricco di cellule ghiandolari che, andando incontro ad una proliferazione eccessiva, assumono la forma di escrescenza (o appunto di un polipo) che sporge direttamente nella cavità uterina.

In base alla loro forma i polipi possono essere classificati come:

  • Peduncolati: quando la loro base di crescita è cilindrica con un vero e proprio peduncolo che si allarga poi superficialmente.
  • Sessili: quando la loro base di crescita è piuttosto breve e non si forma un vero e proprio peduncolo.
Rappresentazione grafica dell'anatomia dei polipi uterini

iStock.com/ttsz

I polipi uterini possono crescere singolarmente o in gruppi più numerosi, con lunghezza che può variare da pochi millimetri a diversi centimetri. Hanno un aspetto roseo o più rossastro con una consistenza di tipo molle.

Hanno la tendenza a riformarsi anche dopo la loro rimozione chirurgica o nonostante l’attuazione di un trattamento farmacologico, ma per fortuna solo raramente risultano maligni (0.5% dei casi).

Non sono state individuate cause specifiche che spieghino la formazione dei polipi uterini, ma sono stati individuati diversi fattori di rischio come:

  • alti livelli di estrogeni,
  • predisposizione genetica,
  • obesità,
  • fase di pre-menopausa tra i 30 e i 50 anni.

I polipi uterini presentano un quadro clinico in cui si riscontra:

La diagnosi si avvale dell’anamnesi e di alcuni esami strumentali eseguiti/richiesti dal medico specialista ginecologo:

La cura prevede nella maggior parte dei casi l’asportazione chirurgica mediante isteroscopia terapeutica o raschiamento; in caso di polipi maligni con sospetto neoplastico è talvolta necessario ricorrere all’isterectomia (rimozione dell’utero).

Cause

I polipi uterini hanno un picco d’incidenza soprattutto nelle donne giovani-adulte, intorno ai 30-40 anni, ovvero nella fase cosiddetta pre-menopausale.

Per i polipi uterini non sono state trovate precise cause responsabili della comparsa e della crescita, ma sono stati individuati diversi fattori di rischio associati alla loro crescita:

  • iperestrogenismo endogeno o esogeno (ovvero alti valori di estrogeni in circolo). I fattori ormonali come l’iperestrogenismo rappresentano il fattore di rischio principale, e se pensiamo che i polipi uterini sono estrogeno-dipendenti, ovvero la loro crescita è sensibile e dipendente dai valori di estrogeno presenti in circolo, appare abbastanza naturale;
  • predisposizione genetica, come la sindrome di Lynch,
  • età compresa tra i 30 e i 50 anni, in fase di pre-menopausa,
  • obesità,
  • assunzione di specifici farmaci (come il tamoxifene, un antitumorale usato per la cura del tumore al seno e per il trattamento di alcuni casi di infertilità anovulatoria),
  • infiammazione cronica della cervice (nel caso dei polipi cervicali).

Sintomi

I polipi uterini difficilmente vengono percepiti dalla donna, se non quando arrivano ad assumere dimensioni importanti, sporgendo così nella cavità vaginale.

Quando presenti, i principali segni e sintomi dei polipi uterini sono:

  • metrorragia: sanguinamento vaginale anomalo lontano dal periodo mestruale,
  • menorragia: sanguinamento mestruale abbondante,
  • dismenorrea: mestruazioni dolorose,
  • perdite vaginali di sangue durante un rapporto sessuale,
  • ciclo mestruale irregolare,
  • spotting di sangue persistente tra un ciclo e l’altro,
  • infertilità.

Gravidanza

Tra i sintomi e i segni tipici dei polipi uterini, l’infertilità può rappresentare un problema fra i più significativi nelle giovani donne con desiderio di concepimento; l’infertilità può presentarsi quando i polipi uterini raggiungono dimensioni notevoli, tali da

  • impedire l’impianto dell’embrione fecondato a livello endometriale,
  • ostruire le tube uterine impedendo la fecondazione dell’ovulo da parte dello spermatozoo.

Diagnosi

L’anamnesi è il primo step diagnostico da eseguire, con la ricostruzione della storia clinica della paziente e l’individuazione di eventuali fattori di rischio. I polipi asintomatici vengono diagnosticati spesso durante una visita ginecologica eseguita per altri motivi.

Dal punto di vista strumentale il ginecologo può avvalersi di:

  • Ecografia transvaginale: una particolare sonda ecografica viene inserita tramite la vagina e permette di studiare le caratteristiche dell’utero permettendo di evidenziare sia i polipi endometriali che quelli cervicali
  • Isteroscopia: una tecnica endoscopica che tramite uno strumento dotato di telecamera (isteroscopio) che permette di visualizzare direttamente la vagina, l’utero e gli orifizi tubarici. Durante lo stesso esame è possibile rimuovere eventuali polipi uterini presenti (isteroscopia terapeutica).
  • Isterosalpingografia: procedura diagnostica radiologica che si avvale di un mezzo di contrasto per lo studio della cavità uterina e delle tube uterine

Diagnosi differenziale

I polipi uterini richiedono un’attenta indagine diagnostica al fine di escludere alcune condizioni patologiche con le quali entrano in diagnosi differenziale. Gli stessi sintomi dei polipi uterini infatti possono essere presenti anche in caso di:

Cura

La maggior parte dei polipi uterini endometriali di piccole dimensioni viene eliminata nel corso della mestruazione insieme all’endometrio che viene rigenerato.

Spesso i polipi uterini risultano del tutto asintomatici e vengono diagnosticati per caso durante una visita ginecologica; in presenza di determinate caratteristiche ecografiche e in assenza di sanguinamento il ginecologo può monitorarli con controlli ecografici periodici, al fine di valutarne l’eventuale sviluppo nel tempo.

In presenza di sintomi (sanguinamenti, dolore, …) si opta invece in genere per l’asportazione e la successiva analisi istologica; l’asportazione può avvenire attraverso:

  • isteroscopia terapeutica,
  • raschiamento,
  • isterectomia (si rimuove tutto l’utero, qualora un polipo sia risultato istologicamente maligno con presenza di cellule neoplastiche).

La terapia farmacologica (a base di progestinici) è poco indicata alla luce del rischio elevato di recidiva con formazione a distanza di poco tempo di altri polipi uterini; la possibilità di recidiva è presente anche dopo rimozione chirurgica, soprattutto in donne con fattori di rischio importanti come una particolare predisposizione genetica.

Fonti e bibliografia

  • Manuale di Ginecologia ed Ostetricia, Boli set al., Edises srl. Napoli
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