Piede diabetico: sintomi, foto, pericoli, cura

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Introduzione

Il piede diabetico è una delle più serie e invalidanti complicanze a lungo termine del diabete mellito; tra le principali conseguenze della patologia troviamo:

  • la neuropatia diabetica, ossia una cattiva sensibilità prevalentemente a carico degli arti inferiori che si manifesta con formicolii, crampi, disordini dell’andatura e alterazioni percettive (incapacità di percepire il dolore, il caldo, il freddo);
  • l’arteriopatia diabetica, cioè una condizione patologica attribuibile a disordini nella circolazione ematica delle arterie (una cattiva circolazione sanguigna);

il danno neurologico (ovvero la neuropatia diabetica) è responsabile quindi di un’alterazione nelle capacità sensitive del paziente, il quale potrebbe non accorgersi, ad esempio, della presenza di ferite, ustioni, congelamento, … in quanto viene meno la capacità di percepire gli stimoli che giungono a livello del piede e di rispondere adeguatamente al dolore.

Inoltre, poiché spesso alla neuropatia diabetica si accompagna anche un’alterazione della circolazione a carico degli arti inferiori (arteriopatia o lesioni vascolari), anche una piccola ferita potrebbe complicarsi causando danni molto seri, come la formazione di ulcere sanguinanti in grado, nel tempo, di evolvere in cancrena (putrefazione massiva e necrosi del tessuto che dovrà essere sottoposto, nella maggior parte dei casi, ad amputazione).

È dunque molto importante tenere sotto controllo il diabete mellito, attenendosi alle visite e alle terapie prescritte, con uno scrupoloso controllo della glicemia, perché se sottovalutato e non opportunamente trattato e compensato potrebbe compromettere la salute e la vita stessa del paziente.

Schematizzazione del piede diabetico

iStock.com/VectorMine

Cause

Alla base del piede diabetico c’è il diabete, una patologia cronica metabolica, causata da fattori ereditari e ambientali e caratterizzata da elevati livelli di glucosio nel sangue per un’alterata quantità o funzione dell’insulina (l’ormone ipoglicemizzante prodotto dal pancreas, che consente l’ingresso di glucosio nelle cellule e il suo utilizzo come fonte di energia).

Sebbene le complicanze di questa malattia possano interessare tutto l’organismo (il diabete infatti può determinare patologie cardiologiche, insufficienza renale, cecità, alterazioni del sistema nervoso e circolatorio), le lesioni ulcerative che si manifestano nel piede diabetico sono tra le più temute, perché in grado di esporre al rischio di amputazione dell’arto e talvolta ad esito fatale.

Il 40-70% di tutte le amputazioni delle estremità inferiori (in primis del piede) sono correlate al diabete mellito e il piede diabetico rappresenta spesso il sintomo più evidente di una malattia cardiovascolare diffusa, che può riguardare non solo la circolazione dell’arto inferiore, ma anche le coronarie (i vasi che irrorano il cuore), causando un rischio maggiore di cardiopatia ischemica.

Il diabete è infatti responsabile di una riduzione della quantità di sangue in grado di raggiungere i piedi, permettendo il rifornimento di ossigeno e altre sostanze nutritive; non disporre di una sufficiente quantità di sangue che scorre negli arti inferiori e nei piedi può rendere difficile la guarigione di una ferita o di un’infezione. Nel peggiore dei casi la ferita non guarisce e, anzi, può evolvere fino alla gangrena (morte e decomposizione dei tessuti).

Il diabete può inoltre causare danni ai nervi (una condizione chiamata neuropatia diabetica) ed indurre la comparsa di formicolio e dolore, ma soprattutto riduce la sensibilità ai piedi, perdendo la capacità di avvertire la comparsa di una vescica, un’escoriazione, un’ustione, …

Neuropatia diabetico e peggioramento della circolazione diventano l’innesco di una pericolosa spirale in cui ferite e ulcerazioni diventano sempre più difficili, talvolta impossibili da curare.

Foto e immagini

Ulcera sulla piante di un piede di un paziente diabetico

iStock.com/Cathy_Britcliffe

Ferita che non si chiude sulla pianta di un piede diabetico

iStock.com/Cathy_Britcliffe

Deformità del piede causata dai danni neurologici indotti dal diabete

By MedicalpalOwn work, CC BY-SA 4.0, Link

SI segnala infine questa immagine, che tuttavia potrebbe impressionare soggetti sensibili a causa del profondo danno presente (immagine di Intermedichbo – https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Diabetic_foot_syndrome.JPG, CC BY-SA 4.0, Link).

Sintomi

I sintomi iniziali di un piede diabetico possono essere:

  • aumento della temperatura del piede,
  • alterazione della sensibilità (con perdita di risposta agli stimoli termici, tattili e dolorifici degli arti inferiori),
  • presenza di bolle, tagli, graffi o ulcere,
  • formicolii (possono insorgere di notte e compromettere il sonno),
  • pelle fredda al tatto e pallida (può essere un importante campanello di allarme),
  • sensazione di “punture di spillo “a livello dei piedi e delle gambe.

Nel tempo questi sintomi possono evolvere e, nel caso in cui si associ un serio danneggiamento dei nervi del piede, si potrò manifestare:

  • comparsa di ulcere,
  • deambulazione scorretta,
  • infezioni (che possono progredire fino a raggiungere i piani profondi della pelle e arrivare alle ossa).

Sebbene non comune, i danni neurologici indotti al piede dal diabete possono causare la comparsa di deformazioni come il piede di Charcot, una patologia che potrebbe esordire con

  • arrossamenti,
  • calore
  • e gonfiore.

Successivamente le ossa del piede possono spostarsi o addirittura rompersi, causando la comparsa di deformazioni.

Qualora si osservi anche solo uno di questi sintomi, è opportuno fare ricorso ad un medico, in modo da agevolare un’individuazione precoce di questa condizione clinica.

Diagnosi

Essendo il piede diabetico una complicanza neuropatica del diabete mellito, la gestione e il monitoraggio del paziente diabetico risultano fondamentali per prevenirne l’insorgenza; verranno quindi effettuati controlli che includono alcuni esami, come:

  • Anamnesi ed esame fisico: il medico dopo aver raccolto la storia clinica del paziente, valuterà attentamente i suoi segni vitali (temperatura corporea, battito cardiaco, pressione arteriosa e frequenza respiratoria) ed effettuerà test per appurare la soglia di sensibilità di mani e piedi e la circolazione degli arti inferiori.
  • Analisi del sangue: consentono di valutare l’eventuale presenza di un’infezione e di altre patologie del sangue, oltre ovviamente ai parametri classici del diabete come la glicemia e l’emoglobina glicata.
  • Radiografia: può essere presa in considerazione qualora si vogliano escludere danni a carico delle ossa o corpi estranei nei tessuti molli (ad esempio  gas in ulcera nel caso di cancrena gassosa in atto).
  • Ecografia: il medico può richiedere, se necessario, l’eco doppler per la valutazione dello stato dei vasi sanguigni.
  • Angiogramma: è eseguito mediante l’infusione di mezzo di contrasto e consente di ottenere la rappresentazione dei vasi sanguigni dell’organismo.

Cura

Grazie al supporto di un team multidisciplinare negli ultimi anni si è osservata una riduzione del tasso d’amputazione compresa tra 49-85%.

La cura del piede diabetico consiste in:

  • medicazioni personalizzate e piano terapeutico atto a garantire la rivascolarizzazione dell’arto interessato,
  • rimozione dei tessuti non vitali e loro medicazione con bende e garze sterili,
  • adozione di tutori e superfici di appoggio a scopo preventivo,
  • antibiotici specifici contro il patogeno in caso di infezione,
  • terapia del dolore (previo consulto medico) con analgesici e antidolorifici,
  • ossigenoterapia iperbarica: efficace nell’inibire la proliferazione di batteri anaerobi e nel favorire la cicatrizzazione delle ferite,
  • trattamenti rimodellanti, rigenerativi e ricostruttivi.

Prevenzione

Sottoponendosi a visite e controlli frequenti è possibile verificare il rischio che una persona affetta da diabete possa presentare questa complicanza, evitando, inoltre, che la patologia degeneri o si aggravi.

Il programma di prevenzione, prevede:

  • identificazione del piede a rischio: è fondamentale la valutazione da parte di un diabetologo che, a seconda dei casi, potrà programmare controlli mensili, trimestrali oppure annuali.
  • Ispezione periodica ed esame del piede a rischio: consiste nel verificare lo stato di igiene e l’uso di calzature adeguate, nonché l’eventuale presenza di deformità, ferite, lesioni ulcerative (anche pregresse).
  • Educazione dei pazienti, dei familiari e del personale sanitario: è molto importante che il paziente sia istruito sulle potenziali ripercussioni della malattia sulla salute del piede e che si sottoponga giornalmente ad un auto-esame per verificare la presenza di lesioni e di ulcere; qualora si notassero dolori, formicolii o alterazioni della sensibilità del piede, è opportuno recarsi in un centro diabetologico specializzato.
  • Utilizzo di calzature adeguate: le calzature non dovrebbero essere né troppo larghe, né troppo strette e non dovrebbero presentare bordi o cuciture irregolari; sono da preferire scarpe che si adattino alla biomeccanica e alla deformità del piede del paziente.
  • Trattamento di eventuali lesioni pre-ulcerative: comprende la rimozione dei calli, la protezione di eventuali vesciche (o il loro drenaggio), il trattamento di unghie incarnite o ispessite (bisogna fare molta attenzione quando si tagliano le unghie, in quanto il deficit di sensibilità del piede, soprattutto se associato ad alterazioni nella microcircolazione, potrebbe far si che il paziente si provochi delle piccole lesioni sanguinanti che possono diventare molto pericolose se trascurate), trattamento delle infezione fungine.

Fonti e bibliografia

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