Osteoporosi: sintomi, cura, cause e farmaci

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Introduzione

L’osteoporosi è una condizione caratterizzata dalla riduzione della resistenza ossea, con conseguente aumento del rischio di fratture, cioè di rottura delle ossa.

Si stima che in Italia ne siano colpiti quasi 5 milioni di persone, in gran parte donne. Anche a livello mondiale i dati sono drammatici, si stima infatti che si verifichi una frattura di femore, polso o vertebra ogni 3 secondi.

A causa del progressivo invecchiamento della popolazione il quadro non può che peggiorare in futuro, con un proporzionale aumento dell’impatto della malattia.

La resistenza ossea è legata a due caratteristiche principali dell’osso:

  • massa (quantità),
  • qualità.

Nelle donne dopo la menopausa e negli anziani in genere l’osteoporosi è il più frequente fattore predisponente alle fratture, che interessano perlopiù:

  • femore,
  • colonna vertebrale,
  • polso,

anche se di fatto possono interessare qualunque osso. Alcune fratture determinano disabilità permanenti, specialmente quelle a carico dell’anca.

L’osteoporosi viene anche definita “malattia silente”, perché evolve senza dare sintomi finché non provoca una frattura o il collasso di una o più vertebre (le ossa della colonna vertebrale); in realtà poi il British Medical Journal l’ha definita non-malattia, in quanto è più correttamente considerabile una causa di malattia (frattura).

Il collasso vertebrale si manifesta con forti dolori alla schiena, riduzione dell’altezza o deformazioni della colonna, con posture alterate (schiena curva o gobba). Le ossa affette da osteoporosi possono diventare così fragili da fratturarsi spontaneamente o a seguito di traumi insignificanti o addirittura normali, come quelli causati dal chinarsi, alzare un peso o perfino tossire.

Anche se molti sono convinti che l’osteoporosi sia un aspetto inesorabile del processo di invecchiamento, è ad oggi opinione degli esperti che sia una condizione prevenibile e anche chi già ne soffre può comunque essere in grado di rallentare, fermare e talvolta invertire l’evoluzione della malattia, riducendo così il rischio di fratture.

Era considerata in passato principalmente una malattia della vecchiaia, al contrario oggi si sa che può originare dallo sviluppo non ottimale delle ossa durante l’infanzia e l’adolescenza, come pure dalla perdita di materiale osseo nel corso della vita.

Osteoporosi, infografica semplificata

iStock.com/VectorMine

L’osteoporosi ed i meccanismo biologici

Le ossa sono costituite da tessuti viventi, perlopiù da collagene, una proteina che forma una struttura morbida, e da fosfato di calcio, un minerale che indurisce l’osso.

Le ossa, nel corso della vita, si rinnovano continuamente: l’organismo deposita nuovo tessuto osseo e rimuove quello vecchio in un processo che non ha mai fine, ma che viene regolato in modo differente nel tempo:

  1. Durante l’infanzia la quantità di osso nuovo che si forma è maggiore rispetto a quella di osso vecchio che viene distrutto.
  2. Il tessuto osseo ha un picco di densità e forza intorno ai trent’anni.
  3. In seguito, l’organismo inizia a rimuovere più tessuto vecchio di quanto ne produca di nuovo.
Densità ossea di un osso normale e di uno affetto da osteoporosi

iStock.com/cosmin4000

Cause

Il picco di massa ossea (PMO) è la quantità di tessuto osseo presente alla fine dell’accrescimento; uno sviluppo osseo non ottimale nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza può impedire il raggiungimento del picco di massa ossea ideale, aumentando così il rischio di osteoporosi nel corso degli anni successivi.

I soggetti che affrontano l’invecchiamento con maggiori riserve ossee (picchi di massa ossea più alti) hanno meno probabilità di andare incontro all’osteoporosi quando inizia il processo di perdita ossea per via dell’età, della menopausa o di altri fattori.

Altre cause di osteoporosi sono la perdita di osso per fenomeni di riassorbimento più veloci del previsto, crescita più lenta, o ambedue.

  • Nelle donne un contributo maggiore alla riduzione della massa ossea origina dalla ridotta produzione di estrogeni che sopravviene con la menopausa. Gli estrogeni sono ormoni sessuali, con effetti critici sulla formazione e sul mantenimento delle ossa. La riduzione di questi ormoni, legata alla menopausa naturale o indotta dalla rimozione chirurgica delle ovaie o da trattamenti come la chemio o la radioterapia, può indurre una perdita di tessuto osseo ed eventualmente osteoporosi. Dopo la menopausa la velocità di perdita ossea aumenta a causa della ridotta produzione di estrogeni da parte delle ovaie. La perdita è più rapida nei primi anni dopo la menopausa, anche se continua per tutta la vita post-menopausale.
  • Anche negli uomini si assiste a un declino con l’età nella produzione degli ormoni sessuali, ma la diminuzione è più graduale; indicativamente si stima che il rischio inizi a diventare più significativo dopo i 50 anni.

L’osteoporosi può derivare anche dalla riduzione ossea che accompagna varie condizioni patologiche, tra cui disturbi del comportamento alimentare e alcuni trattamenti farmacologici. Per esempio, l’assunzione prolungata di alcuni medicinali antiepilettici e di farmaci glucocorticoidi (prednisone, cortisone,…) può indurre osteoporosi. I glucocorticoidi sono farmaci antinfiammatori indicati nella terapia di varie malattie, come l’artrite reumatoide, il lupus, l’asma e il morbo di Crohn.

Alcolismo, anoressia nervosa, livelli di ormoni sessuali anormalmente bassi, ipertiroidismo, insufficienza renale e alcuni disturbi gastroenterici sono altre possibili cause.

Talvolta l’osteoporosi è invece il risultato di una combinazione di cause diverse, che si sovrappongono tra loro.

Fattori di rischio

La probabilità di soffrire di osteoporosi può aumentare per diverse cause, alcune delle quali che possono essere corrette e/o prevenute, altre purtroppo no.

Fattori di rischio che possono essere corretti

  • Ormoni sessuali: bassi livelli di estrogeni per periodi mestruali saltati o per la menopausa possono favorire la comparsa di osteoporosi nelle donne, al pari di ridotti livelli circolanti di testosterone negli uomini.
  • Anoressia nervosa: questo disturbo del comportamento alimentare può indurre osteoporosi a causa delle carenze alimentari che ne derivano.
  • Assunzione di calcio e vitamina D: una dieta povera di calcio e vitamina D aumenta la predisposizione a perdere massa ossea; si noti che l’HIV/AIDS è un rilevante fattore di rischio relativamente alla carenza di vitamina D.
  • Farmaci: alcuni medicinali aumentano il rischio della malattia (come i cortisonici assunti in modo cronico).
  • Sedentarietà: la mancanza di attività fisica o l’allettamento prolungato possono indebolire le ossa.
  • Fumo: le sigarette fanno male anche alle ossa, oltre che al cuore e ai polmoni.
  • Alcolici: l’abuso di alcolici può facilitare la perdita di materiale e le fratture ossee.

Fattori di rischio che non possono essere corretti

  • Genere: le donne ne soffrono più degli uomini.
  • Età: il rischio di osteoporosi aumenta inesorabilmente ed esponenzialmente con l’età, a causa di:
    • alterazioni della struttura ossea,
    • aumento della frequenza di cadute,
    • rallentamento delle risposte protettive.
  • Dimensioni corporee: donne di taglia piccola e sottile sono maggiormente a rischio.
  • Etnia: il rischio è maggiore nelle donne caucasiche e asiatiche. Le etnie africane e ispaniche sono meno esposte.
  • Storia familiare: l’osteoporosi tende ad avere un andamento famigliare. Se un membro della famiglia è affetto da osteoporosi o si rompe un osso, il rischio per i consanguinei è maggiore.
  • Fratture pregresse: in entrambi i sessi una precedente frattura da fragilità rappresenta un significativo fattore di rischio per andare incontro a ulteriori fratture.

Sintomi

Nelle prime fasi di sviluppo l’osteoporosi non causa né dolore né alcun altro sintomo, ma in fase più avanzata potrebbero comparire:

  • mal di schiena, anche intenso, provocato dalla frattura o dal collasso di una vertebra,
  • riduzione della statura,
  • postura curva,
  • frattura delle vertebre, del polso, del femore o di altre ossa.

Spesso l’osteoporosi viene definita “malattia silente” perché la perdita di osso non dà alcuna manifestazione. Un soggetto può non sapere di esserne affetto finché le ossa non diventano così fragili che una sollecitazione improvvisa, un salto o una caduta non causano la frattura di un’anca o il collasso di una vertebra.

Quando preoccuparsi

Prima di evolvere fino ad uno stadio avanzato è molto raro che l’osteoporosi provochi sintomi rilevanti, quindi viene consigliato di sottoporsi alla MOC in caso di:

  • donne oltre i 65 anni o uomini oltre i 70 anni di età;
  • qualsiasi età in presenza di pregresse fratture da fragilità, di riscontro radiologico di osteoporosi o di fattori di rischio maggiori per osteoporosi (uso di farmaci osteopenizzanti o malattie associate ad osteoporosi);
  • donne in postmenopausa o uomini di oltre 60 anni in presenza di fattori di rischio (menopausa prima dei 45 anni o periodi di amenorrea premenopausale > 6 mesi, inadeguato introito di calcio o condizioni di rischio per ipovitaminosi D, periodi prolungati di immobilizzazione, fumo, abuso di alcool, magrezza, familiarità).

L’esito della MOC viene espresso come T Score ed indica:

  • osteopenia per valori compresi tra -1 e -2.5;
  • osteoporosi per valori inferiori a -2.5.

Pericoli

Le fratture sono le complicazioni più frequenti e gravi dell’osteoporosi. Spesso colpiscono le vertebre o il femore, cioè le ossa che sostengono direttamente il corpo. Le fratture al femore spesso sono provocate da una caduta. Anche se la maggior parte dei pazienti si riprende relativamente bene grazie alle terapie chirurgiche moderne, le fratture al femore possono essere invalidanti e causare persino la morte come complicazione postoperatoria, soprattutto tra gli anziani.

Sono frequenti anche le fratture al polso dovute alle cadute.

In alcuni casi le fratture alla colonna vertebrale possono verificarsi anche in assenza di cadute, le ossa della schiena (vertebre) possono essere talmente deboli che iniziano a comprimersi e a collassare. Le fratture da compressione fanno particolarmente male e impiegano molto tempo per guarire. In presenza di diverse fratture di questo genere l’altezza può diminuire e la postura può diventare curva.

Diagnosi

La misurazione della massa ossea può far parte di un controllo medico di routine. La densitometria ossea (o MOC, mineralometria ossea computerizzata) è un test importante di salute ossea. La MOC può

  • identificare l’osteoporosi,
  • determinare il rischio di frattura
  • e misurare la risposta al trattamento della condizione.

La tecnica di riferimento oggi è la densitometria ossea con tecnica di assorbimento a raggi X (DEXA). Indolore, è simile a una radiografia, ma con quantità di raggi decisamente minori. Può misurare la densità ossea a livello dell’anca e della colonna vertebrale. In alternativa può essere eseguita l’ultrasonografia del calcagno.

Questi esami possono:

  • rilevare una bassa densità ossea prima che si verifichi una frattura,
  • confermare una diagnosi di osteoporosi in soggetti che abbiano già subito una o più fratture,
  • stimare le probabilità di fratture future,
  • determinare la velocità di perdita ossea e monitorare gli effetti del trattamento, se l’esame viene ripetuto regolarmente con intervalli di un anno o più.

Per valutare la probabilità di essere affetti da osteoporosi è possibile sottoporsi a un test validato (per esempio on-line) in grado di stimare il rischio di andare incontro a frattura nei 10 anni successivi.

Tra gli altri esami in grado di misurare accuratamente la densità ossea ricordiamo:

  • ecografia,
  • tomografia computerizzata (TAC) quantitativa,
  • assorbimetria a singolo raggio fotonico.

Cura e terapia

Un programma di trattamento completo dell’osteoporosi prevede e include

  • attenzione alla dieta,
  • pratica regolare di attività fisica
  • gestione degli aspetti di sicurezza per prevenire cadute che potrebbero generare fratture.

In aggiunta, possono anche essere prescritti farmaci per

  • rallentare o interrompere la perdita di materiale osseo,
  • aumentarne la densità
  • e ridurre il rischio di fratture.

Alimentazione

Una dieta sana e bilanciata, ricca di frutta e verdura, quantità adeguate di calorie, calcio, vitamine D e K è fondamentale per contenere la perdita di peso e mantenersi in buona salute. Calcio e vitamina D sono particolarmente importanti per la salute delle ossa.

Il calcio è l’elemento più rilevante per la prevenzione dell’osteoporosi e per il raggiungimento del picco di massa ossea. Supplementi di calcio e vitamina D aiutano a conservare la massa ossea e a prevenire le fratture del femore nella donna in buona salute che dopo la menopausa non assuma calcio a sufficienza (1.200 mg al giorno) con la dieta. Il calcio è necessario anche per il buon funzionamento di cuore, muscoli e nervi e per la coagulazione del sangue. Viene assunto con la dieta ed eliminato dal corpo principalmente tramite urine, feci e sudore. L’organismo ha bisogno del calcio alimentare per generare tessuto osseo sano ed evitare perdite eccessive di calcio dalle ossa.

In molti soggetti il regime dietetico seguito apporta quantità di calcio molto più basse del fabbisogno. Sono valide fonti, ricche del minerale:

Se la propria dieta non garantisce quantità di calcio sufficienti, può essere necessario integrarla attraverso l’assunzione di integratori (sotto forma di carbonati, fosfati o citrati di calcio).

Il calcio di origine alimentare comporta meno rischi di calcoli renali. Un soggetto affetto da calcoli renali dovrà aumentare i liquidi e l’apporto di calcio alimentare e ridurre le quantità assunte sotto forma di integratori.

La vitamina D è necessaria per l’assorbimento intestinale del calcio. Viene prodotta dalla pelle dopo esposizione alla luce del sole. I cibi ricchi di vitamina D sono pochi, in pratica i pesci grassi e gli oli di pesce. Gli alimenti arricchiti di vitamina D (ancora poco comuni in Italia), come latte e cereali, rappresentano quindi una fonte dietetica fondamentale. Benché molti soggetti abbiano apporti sufficienti della vitamina, esistono studi che dimostrano che la produzione della vitamina diminuisce nei soggetti anziani, in chi sta molto in casa e durante l’inverno, in particolare nei paesi nordici. I soggetti a rischio carenza possono assumere complessi multivitaminici o supplementi di calcio e vitamina D.

Oltre a una dieta sana, la salute delle ossa richiede uno stile di vita adeguato. Si raccomanda l’abolizione del fumo e, nel caso si assumano alcolici, la massima moderazione (non più di una dose al giorno).

È anche importante sapere che alcuni farmaci possono causare perdita ossea o aumentare il rischio di cadere e fratturarsi. Consultare il medico in caso di dubbi su un farmaco.

Fotografia con un bicchiere di latte, formaggio e sullo sfondo una radiografia

iStock.com/udra

Attività fisica

L’esercizio è parte essenziale di un programma di trattamento dell’osteoporosi. L’attività fisica è necessaria per costruire e mantenere le ossa per tutta l’età adulta; l’allettamento prolungato determina imponenti perdite di minerale.

Ci sono dati a sostegno del fatto che le attività fisiche più adeguate per le ossa comprendono gli esercizi di resistenza o di forza. L’esercizio aiuta a mantenere o addirittura a migliorare la densità ossea da adulti e, se associato a introiti adeguati di calcio e vitamina D, aiuta a contenere le perdite ossee legate all’invecchiamento.

Nei soggetti con osteoporosi, vari tipi di esercizio hanno anche altri importanti benefici. Possono ridurre il rischio di cadere aumentando massa e forza muscolare e migliorando coordinazione ed equilibrio. Negli anziani, l’attività fisica aumenta anche le capacità funzionali e ritarda le perdite di autonomia.

Benché l’esercizio sia utile in chi è affetto da osteoporosi, le ossa non dovranno mai essere sottoposte a sforzi improvvisi o eccessivi. In caso di osteoporosi, bisognerà evitare esercizi con possibili impatti. Il fisioterapista o il fisiatra possono indicare esercizi specifici di rinforzo e sostegno della schiena, insegnare modi sicuri per muoversi e dedicarsi alle attività quotidiane e raccomandare programmi di allenamento adatti ai singoli casi, che aiutino a prevenire fratture. Altre figure professionali, come i fisiologi o specialisti dell’esercizio, possono essere di aiuto nello sviluppo di programmi sicuri ed efficaci.

Farmaci

Sono disponibili vari medicinali per la prevenzione e/o il trattamento dell’osteoporosi, tra cui i bifosfonati, gli agonisti/antagonisti estrogenici (modulatori selettivi del recettore degli estrogeni, comunemente detti SERM, dall’inglese Selective Estrogen Receptor Modulator), la calcitonina, l’ormone paratiroideo, la terapia estrogenica o con ormoni e, approvato di recente, un inibitore RANKL (RANK lingand).

Prevenzione di cadute

I soggetti colpiti da osteoporosi devono fare molta attenzione a evitare le cadute. Una caduta può aumentare le probabilità di fratture al femore, al polso, alla colonna vertebrale o ad altre ossa. Oltre a fattori ambientali, le cadute possono anche essere dovute a vista o equilibrio difettosi, malattie croniche che alterino il buon funzionamento mentale o fisico, e farmaci come i sedativi o gli antidepressivi. È importante che soggetti con osteoporosi prendano coscienza di qualunque modifica fisica alterante l’equilibrio o la deambulazione e ne discutano con il proprio medico.

Prevenzione

I tre fattori essenziali per mantenere le ossa sane per tutta la vita sono:

  1. adeguato apporto di calcio,
  2. adeguato apporto di vitamina D,
  3. esercizio fisico regolare.

Come visto nel caso del trattamento è poi essenziale:

  • Smettere di fumare; il fumo peggiora l’osteoporosi, probabilmente perché fa diminuire la quantità di estrogeno prodotta dall’organismo femminile e perché diminuisce l’assorbimento del calcio a livello intestinale.
  • Non esagerare con gli alcoolici; consumare più di due bicchieri di alcoolici al giorno può impedire il rinnovamento delle ossa e può alterare la capacità dell’organismo di assorbire il calcio.

Fonti e bibliografia

Adattamento dall’inglese a cura della Dr.ssa Greppi Barbara, medico chirurgo

Domande e risposte
Cos'è l'osteoporosi?
L'osteoporosi è una condizione caratterizzata da un indebolimento delle ossa, che diventano più fragili ed inclini alla rottura; si sviluppa lentamente nell'arco di diversi anni e spesso viene diagnosticata solo a seguito di una frattura subita in seguito ad un incidente o ad una caduta.
È particolarmente comune nelle donne in menopausa.
Chi cura l'osteroporosi?
Nella maggior parte dei il curante è in grado di gestire adeguatamente la situazione, ma nei casi più severi può essere opportuno rivolgersi ad uno specialista, che potrebbe essere un reumatologo o un endocrinologo; l'osteoporosi è infatti una patologia che, a seconda dei casi, può beneficiare di un approccio multidiscilplinare in cui possono entrare in gioco anche ortopedico, fisiatra, nefrologo, nonché fisioterapista e dietista.
Come si cura?
Il punto cardine è un miglioramento dello stile di vita, attraverso il perseguimento di
  • dieta sana, ricca e varia
  • pratica regolare di attività fisica (con esercizi sia di tipo aerobico che di forza)
  • abolizione di abitudini dannose come il fumo e gli alcolici.
Quando questo non fosse sufficiente la medicina mette a disposizione numerosi farmaci, a partire da integratori di vitamina D e/o calcio, fino ad arrivare a medicinali specifici.
Quando preoccuparsi per l'osteoporosi?
Tutti dovebbero essere consapevoli dei rischi dell'osteoporosi e adottare uno stile di vita che consenta di ridurre il rischio di svilupparla; purtroppo si tratta di una condizione generalmente priva di sintomi, che viene diagnosticata spesso in seguito ad una frattura ossea (femore, polso, vertebra, ...) legata a cadute e/o incidenti apparentemente banali.
Quante gocce di vitamina D assumere al giorno?
L'eventuale integrazione di vitamina D in forma di integratori/farmaci dev'essere sembre stabilita dal medico, ma ricordiamo che un'esposizione al sole quotidiana, anche se limitata a 15-30 minuti, di una sufficiente quantità di pelle è in genere sufficiente a garantire una produzione adeguata di vitamina D da parte dell'organismo.
Cosa mangiare in caso di osteoporosi?
Un regolare consumo di latticini (privilegiando quelli a ridotto contenuto di grassi), pesce (idealmente pesce azzuro, salmone e pesce di piccola taglia dove si consumino anche le ossa), frutta e verdura (alternando varietà, tipologia e colore) consente in genere di raggiugnere agevolmente il fabbisogno quotidiano di vitamina D e calcio.
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Domande e risposte
  1. Mi scusi dottoressa mia madre a 64 anni si a fatto la visita sullo stato delle ossa gli anno riscontrato osteoporosiconrischio di fratture alto cosa può fare è cosa rischia la ringrazio e buona serata.

    1. Dr. Roberto Gindro

      Il rischio è di andare incontro a rotture, per esempio del femore; il medico valuterà di aiutarla con farmaci e consigli sullo stile di vita.

  2. Ho fatto densitometria.ho 54 anni esito:osteopenia colonna vertebrale,,,debbo preoccuparmi?ho fosfatasi alcalina alta e vitamina d…bassissima

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      E’ l’anticamera dell’osteoporosi, non è grave ma bisogna trattarla per prevenire peggioramenti.

    2. Volevo sapere che cura,fare….come trattarla..xche’ nn peggiori?

    3. Dr. Cracchiolo (Medico Chirurgo)

      Salve, come prima cosa può prendere un prodotto per integrare la vitamina d. Ma ne deve comunque parlare con il suo medico. saluti

  3. Buonasera ..ho 51 anni e ho un osteoporosi avanzata al femire e vertebre, il mio ginecologo
    mi ha consigliato Luvual una compressa alla sera. Io sono preoccupata x i commenti cge fanno sul farmaco, tanti effetti indesidetati compreso l aumento di peso. So.o 4 giorni che le prendo, oggi ho la lu.gua un pó pesante come avessi mangiato aglio. Stasera non lho presa sono titubante. Vorrei un consiglio e se qualcuno la prende , se avete reazioni poco desiderate. Graxie x l attenzione

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Tutti i farmaci hanno effetti collaterali, non è un buon motivo per non seguire una terapia; se si dovessero manifestare disturbi importanti ne parlerei col medico prescrittore, per verificare se fosse effettivamente il caso di sospendere o modificare la terapia.

  4. Ho fatto la MOC e sono risultata un po’ al limite; il dottore mi ha consigliato di fare qualche passeggiata al sole, ma onestamente mi è sembrato un consiglio un po’ superficiale e poco attinente. Sbaglio?

    1. Dr. Roberto Gindro

      L’esposizione al sole stimola la produzione di vitamina D, mentre l’esercizio fisico ha effetti tangibili sulla deposizione ossea (contrasta cioè l’osteoporosi).

  5. Serve davvero esporsi al sole quando si soffre di osteoporosi? Ha un qualche fondamento scientifico?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Assolutamente sì, stimola la produzione di vitamina D; se ci esponessimo tutti regolarmente quasi nessuno avrebbe la necessità di integrare.

  6. Salve, sono una donna di 50 anni e vorrei integrare la vitamina D per prevenire l’osteoporosi. Mi potrebbe cortesemente consigliare un buon integratore e le relative dosi? Con rispetto, xxxxxxxxx.

    1. Dr. Roberto Gindro

      Esercizio fisico praticato all’aria aperta, scoprendo ragionevolmente quanto possibile della pelle. Nessun integratore può sostituire questo approccio nella maggior parte dei pazienti.