Neurite ottica: cause, sintomi e cura

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Introduzione

La neurite ottica è l’infiammazione dell nervo ottico, un fascio di fibre nervose che trasmette informazioni visive dall’occhio al cervello.

La neurite ottica è spesso legata alla sclerosi multipla, una malattia che causa infiammazione e danni a livello del sistema nervoso e che rende conto di quasi la metà dei casi d’infiammazione del nervo ottico; i segni e i sintomi della neurite ottica possono essere la prima manifestazione della SM, o verificarsi anche in fasi più avanzate. Tra le altre cause ricordiamo anche il legame con alcune malattie autoimmune ed infezioni sistemiche.

I sintomi caratteristici della neurite ottica sono:

  • dolore,
  • perdita temporanea della vista nell’occhio colpito.

Nella maggior parte dei casi, l’infiammazione è unilaterale, ma non è escluso che entrambi gli occhi possano esserne interessati in maniera contemporanea.

La prognosi è buona nella maggior parte dei casi, con un recupero completo della vista nell’arco di qualche mese, ma molto dipende dalla patologia scatenante; circa un paziente su quattro svilupperà tuttavia una o più recidive.

La terapia è in genere basata sull’uso di cortisone, sfruttandone lo spiccato potere antinfiammatorio.

Richiami di anatomia: il nervo ottico

Il nervo ottico, secondo paio dei dodici nervi cranici, è parte del sistema nervoso centrale ed è responsabile della trasmissione delle informazioni visive dal bulbo oculare al cervello.

Semplificazione dell'anatomia di occhio e nervo ottico

iStock.com/normaals

Per la sua particolare struttura è paragonabile ad un cavo elettrico: è costituito infatti da più fibre nervose suddivise in fasci protetti da una guaina chiamata “mielina”, che si occupano di convogliare gli impulsi elettrici generati dai recettori della retina verso la corteccia visiva, consentendo in tal modo la percezione delle immagini.

Il nervo ottico ha una lunghezza di 5,1 cm e può essere suddiviso in quattro segmenti:

  • Segmento intraoculare (brevissima porzione che inizia nel bulbo oculare a livello del disco ottico, per fuoriuscire dall’occhio);
  • Segmento intraorbitario (continua nell’orbita, ossia dal polo posteriore dell’occhio fino al canale ottico dell’osso sfenoide; è la porzione più lunga – circa 2,5 cm – del nervo ottico ed ha un decorso flessuoso finalizzato a seguire l’occhio nei suoi movimenti);
  • Segmento intracanalicolare (breve tratto compreso nel canale ottico);
  • Segmento intracranico (si estende dalla fossa cranica media fino al chiasma ottico, una zona del cervello in cui i fasci di fibre provenienti dai due occhi si incrociano prima di raggiungere la retina).

Cause

La condizione d’infiammazione del nerbo ottico, nota come neurite ottica, tende ad essere maggiormente diffusa tra i 18 e i 50 anni di età.

Si riconoscono diverse forme della condizione:

  • neurite ottica demielinizzante: è la variante più frequente ed è determinata da un danno a carico della guaina mielinica che riveste e protegge il nervo ottico lungo il suo percorso, spesso per una reazione di natura immunitaria, come nel caso della sclerosi multipla.
  • neurite ottica retrobulbare: in questo caso l’infiammazione del nervo ottico riguarda la sua parte posteriore, sita dietro il bulbo oculare ed accompagnata principalmente da dolore durante il movimento dell’occhio.
  • papillite ottica: l’infiammazione riguarda la testa del nervo ottico, ossia la porzione visibile all’oftalmoscopio, che appare edematosa.

Fattori di rischio e correlazioni cliniche

La neurite ottica costituisce un fattore predittivo per lo sviluppo di sclerosi multipla e spesso è il sintomo di esordio di questa malattia demielinizzante.

In altri casi l’infiammazione del nervo ottico può essere causata da:

  • Malattie infettive (encefalite virale, in particolare nei bambini, sinusitemeningitetubercolosisifilideHIV, …);
  • Metastasi neoplastiche lungo le fibre del nervo ottico;
  • Prodotti chimici e farmaci (piombo, metanolo, chinino, arsenico, etambutolo, antibiotici, …);
  • Neuromielite ottica.

Le cause più rare comprendono

Infine, in alcune eccezioni, la causa rimane sconosciuta nonostante un’approfondita valutazione medica.

Sintomi

Dolore oculare, ridotta acuità visiva ed alterata percezione dei colori sono i tre sintomi caratteristici di questa condizione; il dolore oculare peggiora con il movimento degli occhi e può emergere prima del peggioramento della vista o simultaneamente.

Tra gli altri sintomi possibili ricordiamo:

  • altri disturbi della vista:
    • vista offuscata,
    • perdita della vista,
    • area cieca intorno all’interno della visione centrale,
    • ridotta sensibilità al contrasto,
    • fenomeni visivi, tra cui percezione di lampi luminosi in assenza di luce (fosfeni),
    • “mosche volanti” e macchie nel campo visivo (miodesopsie);
    • risposta rallentata alle variazioni di luce;
    • essudati o emorragie in corrispondenza del disco ottico.

In alcuni casi i sintomi possono insorgere o peggiorare dopo variazioni della temperatura, come dopo

  • esercizio fisico intenso,
  • esposizione solare
  • o febbre (questo sintomo non ha effetti permanenti e viene chiamato sindrome di Unthoff),

ma nella maggioranza dei casi tendono a regredire spontaneamente nell’arco di alcune settimane.

Complicazioni

Nonostante la maggior parte delle persone recuperi la normale capacità visiva entro alcuni mesi dall’episodio di neurite ottica, possono insorgere alcune complicanze:

  • Recidive: una percentuale maggiore del 25% dei pazienti presenta un nuovo episodio di neurite ottica allo stesso occhio o all’occhio controlaterale.
  • Atrofia ottica: è dovuta a danni del nervo ottico che possono causare modificazioni permanenti della vista, quali
    • perdita della percezione dei colori,
    • riduzione della nitidezza e della capacità di percepire lo spazio e il movimento.
  • Effetti collaterali del trattamento: l’uso di corticosteroidi può causare assottigliamento delle ossa (osteoporosi) e rendere l’organismo più suscettibile alle infezioni, oltre a determinare

Diagnosi

La diagnosi della neurite ottica è basata inizialmente sulla valutazione clinica del paziente da parte di un oculista o di un neurologo, che possono avvalersi di:

  • Esame della vista: la capacità visiva è generalmente compromessa in proporzione all’entità della neurite ottica: in molti casi i pazienti possono non essere consapevoli dell’alterata percezione cromatica, fino a quando non viene chiesto loro di chiudere o coprire l’occhio sano.
  • Oftalmoscopia: esame che permette di visualizzare le strutture presenti nella parte posteriore dell’occhio (fondo oculare) mediante l’uso di un oftalmoscopio. L’oculista analizzerà prevalentemente il disco ottico, ossia l’area d’inserzione del nervo ottico sulla retina che, fatta eccezione per i casi di infiammazione retrobulbare, appare edematosa in corso di infiammazione.
  • Riflesso pupillare alla luce: consente di valutare l’integrità delle funzioni sensitive e motorie dell’occhio stimolato attraverso una fonte luminosa.
  • Potenziali evocati visivi: il medico valuta la conduzione elettrica attraverso il nervo ottico in risposta a stimoli visivi, avvalendosi di alcuni elettrodi di superficie in modo simile all’elettroencefalogramma. Questo consente di diagnosticare la neurite ottica anche in pazienti asintomatici.
  • Risonanza magnetica encefalica con gadolino: oltre ad evidenziare un nervo ottico ingrandito nel caso di infiammazione, la RM encefalica eseguita con contrasto, può mostrare le tipiche lesioni a carico della guaina mielinica se la neurite ottica è correlata alla demielinizzazione, come in corso di sclerosi multipla.
  • OCT: la tomografia a coerenza ottica consente di evidenziare, in maniera del tutto indolore, eventuali aree di demilienizzazione del nervo ottico e di verificare eventuali danni correlati a processi flogistici precedenti.

Poiché, come detto in precedenza, la neurite ottica può essere il sintomo di esordio di diverse condizioni patologiche, verranno svolti altresì esami ematochimici (emocromo, VES, PCR, titoli anticorpali, segni di infezione batterica o virale) per escludere eventuali patologie correlate.

Donna che si sottopone all'oftalmoscopia

iStock.com/Darunechka

Cura

La prognosi della neurite ottica dipende dalla condizione sottostante; la maggior parte degli episodi si risolve spontaneamente, con recupero della visione nell’arco di 2 o 3 mesi e, solo in qualche eccezione, la percezione dei colori e la sensibilità al contrasto possono restare alterate.

La terapia è basata principalmente sull’utilizzo di corticosteroidi (soprattutto in presenza di sclerosi multipla); possono risultare utili al paziente piccoli accorgimenti come l’utilizzo di lenti di ingrandimento, caratteri di stampa grandi, orologi parlanti.

Altri trattamenti, quali immunomodulatori (interferone, natalizumab ecc.) o una terapia immunosoppressiva (ciclofosfamide, azatioprina o metotrexato), possono invece essere impiegati per ridurre l’incidenza degli attacchi successivi.

Fonti e bibliografia

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