Morbo di Basedow Graves: cause, sintomi e cura

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Introduzione

Il morbo di Basedow Graves, noto anche come “malattia di Basedow Graves”, è una patologia clinica, su base autoimmune, caratterizzata dalla simultanea presenza di

  • ipertiroidismo (condizione in cui si verifica un aumento della funzionalità tiroidea e della produzione di ormoni da parte di questa ghiandola),
  • aumentato volume della tiroide (gozzo),

a cui si aggiungono spesso

  • una caratteristica oftalmopatia oculare (sporgenza degli occhi),
  • più raramente una dermopatia (patologia della pelle).

Questa malattia, che colpisce dall’1,5 al 3% della popolazione, rappresenta la più comune causa di ipertiroidismo a livello mondiale e risulta essere più frequente nelle donne, oltre i sessant’anni e nel terzo-quarto decennio di vita.

La diagnosi di morbo di Basedow è posta attraverso l’esame clinico del paziente, a cui si aggiungono il dosaggio ematico degli ormoni tiroidei, del TSH e degli anticorpi antitiroidei e la valutazione ecografica della tiroide con ecocolordoppler (per indagarne la vascolarizzazione).

La terapia ha lo scopo di ridurre la quantità di ormoni tiroidei circolanti mediante l’utilizzo di farmaci tireostatici con azione immunosoppressiva (le tionamidi) ed è protratta, generalmente, fino alla remissione clinica e ormonale della sindrome da ipertiroidismo.

Che cos’è la tiroide?

La tiroide è una ghiandola endocrina che si trova nel collo ed esplica la propria funzione attraverso la produzione di due ormoni che contribuiscono a regolare il metabolismo dell’organismo:

  • tiroxina (T4);
  • triiodiotironina (T3).

Il corretto funzionamento della tiroide è, a sua volta, garantito, dalla presenza di un’altra ghiandola endocrina, l’ipofisi, che ne regola l’attività mediante la produzione di un ormone tireostimolante, noto come TSH.

Nei pazienti affetti dalla malattia di Basedow Graves è possibile riscontrare in circolo la presenza di anticorpi in grado di stimolare un’eccessiva produzione di TSH, con conseguente aumento della produzione ormonale da parte della tiroide.

L’“ipertiroidismo” che ne consegue, ossia l’aumento dell’attività della ghiandola, si manifesta attraverso un quantitativo eccessivo di ormoni tiroidei, con ripercussioni negative per la funzionalità dell’organismo.

Cause

Il morbo di Basedow Graves è considerato una forma di malattia tiroidea autoimmune, la cui insorgenza è influenzata da fattori di natura genetica e ambientale.

Per cause ancora da chiarire si verifica un aumento della produzione di anticorpi stimolanti diretti contro il recettore del TSH, cioè verso l’ormone ipofisario che, con la sua azione, stimola a sua volta la produzione degli ormoni tiroidei.

Ne scaturisce una condizione di tireotossicosi da iperattivazione funzionale della tiroide, caratterizzata dall’aumento in circolo di T3 e T4 e dalla diminuzione, per feedback negativo esercitato dagli ormoni tiroidei, del TSH, i cui valori diventano pressoché indosabili.

Altri fattori che possono determinarne l’insorgenza e influenzarne l’andamento sono:

  • steroidi sessuali (inducono maggiore reattività autoimmune),
  • fumo (peggiora l’oftalmopatia),
  • farmaci (soprattutto amiodarone e litio).

Sintomi

La malattia, in fase iniziale, ha un decorso piuttosto subdolo, con segni e sintomi sfumati e poco specifici; successivamente, si caratterizza invece per l’alternarsi di periodi di remissione, alternati a periodi di recidive (spesso le recidive risultano severe, guadagnandosi il triste appellativo di tempesta tireotossica).

I sintomi del morbo di Basedow-Graves

iStock.com/ttsz

Le prime manifestazioni cliniche del morbo di Basedow-Graves, di natura prettamente psichica, includono:

Successivamente, quando il decorso della malattia peggiora, il morbo si accompagna ai sintomi tipici della tireotossicosi, come:

  • Alterazioni oculo-palpebrali: la caratteristica principale della malattia di Basedow è l’esoftalmo, ovvero la protrusione dei bulbi oculari verso l’esterno della cavità orbitaria, che conferisce al paziente un’espressione ansiosa e allucinata; questo disturbo oculare, può essere accompagnato dall’aumento della lacrimazione, dalla fotofobia (eccessiva sensibilità alla luce) e dalla caratteristica sensazione di corpo estraneo nell’occhio.
  • Disturbi dovuti al coinvolgimento dell’apparato cardiovascolare comprendono:
  • Disturbi dell’apparato gastrointestinale includono:
    • diarrea,
    • scialorrea (aumentata salivazione),
    • iperfagia (aumento dell’appetito) ,
    • calo ponderale ( esiste, tuttavia, una rara forma di malattia che si presenta con aumento di peso).
  • Alterazioni cutanee: la pelle appare sottile, calda e con aumentata sudorazione; sono comuni gli arrossamenti di viso e collo e in alcuni malati si registra la presenza di mixedema pretibiale (una dermopatia che si associa frequentemente all’esoftalmo).
  • Presenza di gozzo diffuso: è caratteristico della malattia di Basedow ed è dovuto all’aumento delle dimensioni della ghiandola tiroidea.

Altre manifestazioni cliniche caratteristiche di un eccessiva produzione tiroidea includono:

Diagnosi

La diagnosi di morbo di Basedow Graves è posta attraverso:

  • esame clinico del paziente (per ricercare i sintomi e i segni sopraelencati),
  • dosaggio ematico degli ormoni tiroidei (FT3 e FT4) e del TSH,
  • dosaggio ematico degli anticorpi tiroidei (anticorpi antitireoperossidasi, antitireoglobulina, antirecettore-TSH, antirecettori della tireotropina, immunoglobuline stimolanti la tiroide),
  • ecografia della tiroide con ecocolordoppler (per valutare la vascolarizzazione e l’eventuale aumento volumetrico del parenchima ghiandolare, è caratteristico il quadro di “inferno tiroideo”),
  • scintigrafia tiroidea: è utilizzata solo nei casi molto dubbi, per porre diagnosi differenziale con altre patologie che determinano ipertiroidismo.

Cura

Obiettivo della terapia è la riduzione dell’attività ormonale tiroidea.

Gli interventi terapeutici sono stabiliti in base all’aggressività della malattia e allo stato generale del paziente e comprendono:

  • Terapia farmacologica: è svolta principalmente con tionamidi e punta all’inibizione della sintesi ormonale; ha una durata media di 1-2 anni e prevede lo svolgimento periodico di controlli dei valori ormonali di T3 e di T4, per la correzione della posologia e il monitoraggio dell’efficacia.
  • Terapia radiometabolica: condotta con iodio radioattivo 131-I, agisce distruggendo funzionalmente la ghiandola tiroidea mediante irradiazione selettiva senza coinvolgimento degli altri tessuti, escludendo quindi il rischio di cancerogenesi.
  • Tiroidectomia: è l’intervento di asportazione della tiroide, ad oggi riservato ai casi più gravi, non passibili di trattamenti conservativi.
  • Lubrificanti, cortisonici locali o sistemici, terapie radianti dell’orbita o interventi di chirurgia oculare, sono impiegati, invece, nel trattamento specifico dell’esoftalmopatia da morbo di Basedow.

Fonti e bibliografia

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