Mastocitosi cutanea e sistemica: cause, sintomi e cura

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Introduzione

Le mastocitosi sono malattie rare caratterizzate da un aumento del numero di mastociti in diversi tessuti:

  • la pelle,
  • il midollo osseo,
  • il fegato,
  • il tratto gastro-intestinale
  • ed altri ancora.

I mastociti sono cellule che contengono al loro interno dei granuli a loro volta contenenti sostanze (istamina, eparina, triptasi ed altre) che funzionano da mediatori di numerosi processi fisiologici e patologici. I mastociti originano da un precursore pluripotente (ovvero una cellula che può dare origine a tante cellule diverse) nel midollo osseo e poi maturano in parte nello stesso midollo osseo ed in parte nei tessuti periferici, sotto l’influenza di vari fattori di crescita.

La maggior parte delle mastocitosi benigne coinvolge solo la cute e circa il 75% si presenta prima dei 2 anni d’età. Le mastocitosi che interessano organi diversi dalla cute, tipiche dell’adulto, possono raramente evolvere in un processo maligno (leucemia mastocitaria) quando un’importante quantità di mastociti atipici invade il circolo sanguigno.

I sintomi variano in base all’organo dove i mastociti si accumulano.

Rappresentazione grafica di un mastocita

iStock.com/luismmolina

Causa

In gran parte dei casi la proliferazione eccessiva dei mastociti è dovuta a una mutazione genetica acquisita, cioè non ereditata da un genitore, che colpisce il gene c-kit. Tale gene produce una proteina (KIT) che funzione da recettore (ovvero da legante) dello Stem Cell Factor (SCF), il principale fattore in grado di stimolare la proliferazione e l’attivazione dei mastociti umani.

Le mutazioni che interessano il gene c-kit sono in grado di provocare un’attivazione spontanea del recettore e la conseguente proliferazione dei mastociti. Nella mastocitosi la mutazione D816V di c-kit rappresenta più del 90% di tutte le mutazioni descritte. La mutazione D816V determina la sostituzione dell’amminoacido acido aspartico (indicato con la lettera D) con l’amminoacido valina (V) nella posizione numero 816 della proteina.

Fattori di rischio

I fattori che inducono la degranulazione dei mastociti, ovvero il rilascio delle sostanze contenute nei granuli, con insorgenza dei segni e sintomi clinici possono essere classificati in:

  • Fisici:
  • Psichici:
  • Alimentari:
    • alcool,
    • formaggi,
    • bevande e alimenti fermentati,
    • fragole,
    • pomodori,
    • banane,
    • uova,
    • pesci,
    • crostacei,
    • conserve;
  • Farmaci:
    • acido acetilsalicilico (aspirina) e altri fans (antinfiammatori),
    • codeina,
    • anestetici generali,
    • alcuni antibiotici (neomicina),
    • mezzi di contrasto iodati.

Trasmissione

La malattia non è contagiosa e la mutazione di c-kit è una mutazione acquisita cioè non trasmessa o ereditata da genitore a figlio.

Sintomi e manifestazioni cliniche

I sintomi e i segni della malattia variano in base all’organo in cui i mastociti si accumulano, ma è possibile operare una classificazione generale in:

  • mastocitosi cutanee (I sintomi interessano solo la pelle, perché è qui che si verifica l’accumulo dei mastociti);
    • orticaria pigmentosa (o mastocitosi maculosa eruttiva),
    • mastocitoma,
    • teleangectasia macularis eruptiva perstans,
    • mastocitosi cutanea diffusa,
    • mastocitosi bollosa;
  • mastocitosi sistemiche (l’accumulo può avvenire in ogni parte del corpo, in qualsiasi organo).

Mastocitosi cutanee

Orticaria pigmentosa

È la forma di mastocitosi cutanea più frequente nel bambino e nell’adulto. Si tratta di una eruzione cutanea costituita da macchie (macule) o lesioni rilevate (papule) di colore rosso-bruno pruriginose: le lesioni possono essere singole o confluire a formare lesioni più grandi chiamate placche. Caratteristico è il segno di Darier: lo strofinamento della lesione induce la comparsa di prurito locale, arrossamento (eritema) e gonfiore (edema). L’iperpigmentazione della cute, ovvero il colore brunastro delle lesioni, è dovuto all’accumulo di melanina nello strato più superficiale della cute, l’epidermide. Nei bambini è frequente la formazione di bolle. Le regioni cutanee interessate sono principalmente il tronco e la testa mentre mani e piedi sono risparmiati. Le lesioni si risolvono spontaneamente in alcuni mesi o anni.

Mastocitosi nell'adulto

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Mastocitoma

Il mastocitoma è una lesione unica di dimensioni variabili, colore rosa/rosso/giallo a superficie liscia e di consistenza dura, che solitamente va incontro a regressione spontanea nell’arco di mesi o anni. La lesione compare nei neonati entro i 6 mesi di vita.

Talvolta le lesioni sono multiple e possono coesistere con l’orticaria pigmentosa.

Teleangectasia macularis eruptiva perstans

È una forma rara di mastocitosi dell’adulto caratterizzata da una proliferazione cutanea diffusa di mastociti che si manifesta con la comparsa di centinaia di macule piane e asintomatiche di colore brunastro associate a teleangectasie. Le teleangectasie sono dilatazioni persistenti di piccoli vasi sanguigni superficiali che assumono un aspetto arborescente di colore rosso o rosso-bluastro. In questa forma di mastocitosi il segno di Darier è quasi sempre assente.

Mastocitosi cutanea diffusa

È anche questa una forma rara di mastocitosi caratterizzata da infiltrati mastocitari diffusi nella cute, descritta soprattutto nei bambini con meno di un anno di età (in cui l’ evoluzione è favorevole andando incontro a risoluzione spontanea). Talvolta questa variante di mastocitosi è descritta anche nell’adulto: in questo caso la malattia è persistente e caratterizzata da coinvolgimento sistemico. La pelle intrisa di mastociti risulta ispessita e di colore giallastro e le pieghe cutanee (ascellari e inguinali) sono accentuate ed iperpigmentate.

Il prurito è costantemente presente e di notevole intensità.

Mastocitosi bollosa

Si verifica nei bambini piccoli con meno di 3 anni come evoluzione bollosa delle lesioni di una orticaria pigmentosa o di una mastocitosi cutanea diffusa.

Mastocitosi sistemiche

La mastocitosi sistemica può derivare dall’ interessamento di numerosi organi, ma si riconoscono più frequentemente mastocitosi ematologiche, ossee, digestive. I pazienti con mastocitosi sistemica presentano spesso i sintomi legati alla liberazione dei mediatori contenuti nei mastociti che vanno dal prurito all’orticaria ai disturbi gastrointestinali (nausea, vomito).

Mastocitosi ematologiche

La proliferazione dei mastociti nel midollo osseo è frequente: i mastociti in eccesso, che comunque sono normali nella morfologia, vanno a sostituire le normali cellule del sangue, come i globuli rossi, causando anemia. Nel 50% dei casi si verifica accumulo di mastociti anche nella milza con ingrossamento dell’organo (splenomegalia) e nei linfonodi profondi con aumento delle loro dimensioni ed insorgenza di dolore addominale per compressione di altri organi.

La leucemia dei mastociti è una condizione caratterizzata da un aumento importante di mastociti atipici, immaturi, nel sangue o nel midollo; questo comporta possibili danni a carico di organi interni dove i mastociti si accumulano e segni e sintomi gravi (come le emorragie per carenza di piastrine) che possono portare al decesso.

Mastocitosi ossee

Si tratta di forme latenti spesso riscontrate in seguito ad esami radiografici eseguiti in pazienti che lamentano dolori ossei o che hanno avuto fratture. Le lesioni ossee da accumulo di mastociti possono essere localizzate o diffuse.

Mastocitosi digestive

I sintomi gastrointestinali della mastocitosi sono dovuti al rilascio eccessivo di mediatori dai granuli dei mastociti oltre che all’infiltrazione locale. I sintomi più comuni sono

Diagnosi

In presenza di coinvolgimento cutaneo,

  • l’esame clinico,
  • la ricerca del segno di Darier
  • e l’esame istologico di un campione di lesione cutanea prelevato mediante biopsia,

forniscono la diagnosi. Per approfondire l’inquadramento diagnostico del paziente vengono richiesti esami del sangue inclusivi di

Se questi valori risultano alterati si procede con una biopsia osteo-midollare, ovvero con il prelievo di un campione di midollo da analizzare con esame istologico per escludere o confermare l’interessamento sistemico.

Prognosi e complicazioni

Le mastocitosi ad interessamento solo cutaneo hanno prognosi favorevole con risoluzione spontanea nella maggior parte dei casi.

In caso di interessamento osseo, sono possibili complicanze come

La forma a prognosi peggiore è la mastocitosi ematologica che evolve in leucemia per la proliferazione nel midollo osseo e poi nel sangue di mastociti immaturi e atipici: la principale complicanza, che può portare anche al decesso, è rappresentata dall’emorragie per carenza grave di piastrine (a causa della sostituzione di queste ultime da parte dei mastociti in eccesso).

Cura

Le lesioni singole ed isolate solitamente non richiedono terapia e regrediscono spontaneamente; in presenza di prurito possono essere somministrate topicamente creme o lozioni a base di cortisone che stabilizzano o inibiscono i mastociti. In alternativa si può considerare l’asportazione chirurgica della lesione. In pazienti con lesioni diffuse si prescrivono farmaci antistaminici per bocca che bloccano i sintomi indotti dalla degranulazione dei mastociti (specialmente il prurito).

In caso di orticaria pigmentosa e mastocitosi cutanea diffusa il trattamento di prima scelta è la terapia con raggi ultravioletti di tipo UVA, ovvero la PUVA terapia. È un trattamento che si esegue in ospedale e consiste nell’esporsi ad una quantità e ad un tipo di radiazioni selettivamente scelte dall’operatore all’interno di opportune cabine: le radiazioni agiscono sui mastociti proliferanti portandoli alla morte programmata (apoptosi).

Nelle forme aggressive si utilizza con successo un farmaco che agisce come inibitore dei recettori proteici dello stem cell factor, ma solo nei rari pazienti senza la mutazione D816V del gene KIT. Attualmente sono in fase di sperimentazione molecole che inibiscono la forma mutata D816V e sono stati proposti altri approcci terapeutici (rapamicina, bortezomib, talidomide).

Prevenzione

La prevenzione consiste nell’evitamento dei fattori di rischio, ovvero i fattori che inducono la degranulazione mastocitaria:

  • anestesia generale,
  • mezzi di contrasto iodati,
  • alcuni farmaci (vedere sezione Fattori di rischio).

Fonti e bibliografia

  • Braun-Falco O., Plewing G., Wolff H.H., Burgdorf W.H.C. Dermatologia. Edizione italiana a cura di Carlo Gelmetti. Sprienger – Verlag Italia 2002.
  • Saurat J, Grosshans E., Laugier P, Lachapelle J. Dermatologia e malattie sessualmente trasmesse. Edizione italiana a cura di Girolomoni G. e Giannetti A. Terza edizione 2006. Masson.
  • Associazione italiana mastocitosi
  • Orphanet
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