Malattie esantematiche in bambini e adulti: foto, sintomi e pericoli

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Introduzione

Cosa sono le malattie esantematiche?

Il termine malattie esantematiche fa riferimento a un gruppo di patologie caratterizzate da un’eruzione cutanea tipicamente associata a febbre. Si manifestano più frequentemente nei bambini, sebbene possano insorgere anche più tardivamente nell’adulto, spesso con una gravità maggiore.

Quali sono?

Storicamente vengono numerate come segue:

  • morbillo o “prima malattia”,
  • scarlattina o “seconda malattia”,
  • rosolia o “terza malattia”,
  • scarlattinetta o “quarta malattia”,
  • eritema infettivo o “quinta malattia”,
  • esantema critico o “sesta malattia”,

ma come vedremo non sono le uniche patologie infettive in grado di causare esantema, né necessariamente le più comuni.

Da cosa sono causate?

L’eziologia è nella maggior parte dei casi infettiva (tipicamente virus o batteri), tuttavia l’insorgenza di un esantema può anche indicare condizioni non infettive, tra cui malattie

  • reumatologiche,
  • immunologiche,
  • allergiche
  • e reazioni indesiderate da farmaci.

Ci sono malattie esantematiche senza febbre?

Tralasciando per un attimo la possibilità che la presenza della manifestazione cutanea sia legata a disturbi diversi, come un’orticaria, tipicamente quasi tutte le malattie esantematiche dell’infanzia sono caratterizzate dalla presenza di febbre, che tuttavia:

  • potrebbe non presentarsi in alcuni pazienti,
  • per alcune patologie si esaurisce PRIMA della comparsa dell’esantema (talvolta peraltro manifestandosi in modo così lieve da passare inosservata o quasi).

Più in particolare:

  • Morbillo: ormai raro grazie alla vaccinazione, presenta spesso esantema e febbre alta contemporaneamente.
  • Scarlattina: tipicamente presente febbre, spesso alta.
  • Varicella: meno diffusa che in passato grazie alla vaccinazione, presenta quasi sempre febbre e vescicole (quest’ultime peraltro molto caratteristiche).
  • Rosolia: rara grazie alla vaccinazione, presenta in genere febbre moderata.
  • Quinta malattia: La fase esantematica è caratterizzata dall’assenza di febbre e caratterizzato dalla presenza delle tipiche guance arrossate come se fossero schiaffeggiate (vedi foto nella sezione dedicata).
  • Sesta malattia: L’esantema compare dopo la scomparsa della febbre.
  • Mani piedi bocca: La febbre è lieve-moderata, ma la manifestazione cutanea è molto caratteristica perché limitata a pochi distretti corporei.

Ricordiamo infine un caso particolare: se in presenza di una mononucleosi non diagnosticata viene somministrata amoxicillina, il paziente svilupperà un rash cutaneo diffuso che potrebbe indurre ad ulteriori difficoltà nella diagnosi. La febbre è quasi invariabilmente presente.

Come evolvono i sintomi?

La clinica si suddivide solitamente in due fasi:

  • una fase prodromica,
  • e una fase esantematica.

Con fase o periodo prodromico si intende l’insieme dei segni e sintomi che compaiono prima della comparsa dell’esantema, mentre nella fase esantematica compaiono le caratteristiche eruzioni cutanee.

Ogni patologia è poi ovvicamente caratterizzata da sintomi più specifici, ma tra i più comuni possiamo ricordare la febbre e uno stato di malessere generale (non sempre i sintomi sistemici sono contemporanei alla comparsa dell’esantema).

Come riconoscerle?

Le malattie esantematiche sono una sfida importante nella formulazione della diagnosi, data la somiglianza nella morfologia delle eruzioni cutanee delle varie malattie esantematiche. È necessaria quindi un’attenta analisi della storia del paziente e delle manifestazioni cliniche associate all’eruzione per poter distinguere una malattia da un’altra. Per lo stesso motivo, è importante anche valutare

  • il periodo di incubazione,
  • i sintomi e segni prodromici,
  • l’età tipica del paziente e l’eventuali vaccinazioni sostenute,
  • la storia di contatto o esposizione,
  • la distribuzione e la progressione dell’eruzione
  • e l’evidenza del coinvolgimento di altri organi o apparati.

Senza disporre di tutte queste informazioni effettuare una corretta diagnosi è pressoché impossibile.

Le complicazioni

Un aspetto molto importante delle malattie esantematiche sono le complicanze ad esse associate. Sebbene nella maggior parte dei casi presentino un decorso benevolo, senza provocare alcun danno, in alcuni casi sono in grado di determinare importanti sequele in grado di causare deficit permanenti e talora provocare anche la morte.

Le complicazioni insorgono più tipicamente

  • nei neonati molto piccoli, in cui il sistema immunitario non è ancora completamente sviluppato,
  • e nei soggetti anziani e debilitati, in cui invece il sistema immunitario può essere debilitato.

È dunque fondamentale, nelle età consigliate dal sistema sanitario nazionale, prevenire queste patologie con le vaccinazioni, un’arma sicura che impedisce l’insorgenza delle malattie esantematiche e delle loro potenzialmente mortali complicanze.

Nel seguente articolo vengono riportate

  • le principali malattie esantematiche,
  • la causa,
  • come riconoscerle,
  • le principali complicanze,
  • come prevenirle
  • e come curarle.

Si consiglia comunque di rivolgersi sempre al proprio medico nel caso in cui si abbia il sospetto di aver contratto una malattia esantematica.

Morbillo

Causa e modalità di trasmissione

Il morbillo è provocato dal virus Paramyxovirus, un virus a RNA che viene trasmesso per via aerea, attraverso starnuti, tosse o semplicemente restando a stretto contatto con il soggetto infetto. Il contagio può anche avvenire, sebbene più raramente, mediante contatto diretto o indiretto con i fluidi corporei di una persona malata, come saliva o sperma.

Il paziente è contagioso da 3-5 giorni prima della comparsa dell’esantema fino a 7 giorni dopo la sua risoluzione.

Si manifesta più tipicamente in età pediatrica, in particolar modo nei minori di 12-15 mesi.

Sintomi

La clinica si suddivide nella fase prodromica e nella fase dell’esantema.

Fase prodromica

Solitamente dura dai 3 ai 5 giorni ed è caratterizzata dalla comparsa di

  • febbre moderata,
  • tosse secca,
  • raffreddore,
  • starnuti,
  • congiuntivite,
  • fotofobia (fastidio alla luce),
  • malessere generale,
  • senso di stanchezza,
  • macchie di Koplik (macchie biancastre con alone eritematoso (rosso) che compaiono nella mucosa orale, in particolare a livello dei molari inferiori. Non sono sempre presenti, ma se compaiono sono un segno inequivocabile di morbillo).

Fase esantematica

L’esantema del morbillo presenta un aspetto maculo-papulare rosso intenso, che tende alla confluenza e non si sbianca alla digitopressione (cioè premendo, per esempio con un bicchere trasparente, la pelle del paziente).

Solitamente si manifesta inizialmente dietro alle orecchie, per poi discendere, gradualmente con una modalità che viene definita cranio-caudale, ovvero dalla testa ai piedi.

Contestualmente alla progressione cranio-caudale l’esantema ha anche un andamento centrifugo, quindi con il passare del tempo interesserà dapprima le aree centrali del corpo, come il tronco, per poi spostarsi lungo gli arti, interessando anche i palmi delle mani e le piante dei piedi.

Può provocare prurito, ma lieve e comunque non sempre presente.

Durante l’esantema la febbre, moderata nella fase prodromica, può raggiungere anche i 40 °C. Ha una durata di circa 6-10 giorni e nello stesso ordine con cui è comparso tende anche a svanire (andamento cranio-caudale e centrifugo), lasciando una desquamazione cutanea simile alla forfora. In alcuni casi l’esantema può essere accompagnato anche da un ingrossamento dei linfonodi e della milza.

Pelle colpita dall'esantema del morbillo

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Complicanze

Le possibili complicanze del morbillo sono

  • sovra-infezione batterica dell’esantema,
  • broncopolmonite (infezione polmonare),
  • otite media acuta (infezione dell’orecchio medio),
  • miocardite (infezione del miocardio),
  • complicanze oftalmologiche, tra cui cheratite e neurite ottica, in grado di provocare danni permanenti alla vista,
  • meningoencefalite (infezione delle meningi e del sistema nervoso centrale), ha un’incidenza di 1 su 1000 casi di morbillo ed è potenzialmente mortale,
  • panencefalite sclerosante subacuta di Dawson, una rara malattia degenerativa del sistema nervoso centrale. Si ritiene sia causata da un’infezione persistente del virus del morbillo che permane all’interno delle cellule nervose cerebrali. Provoca un progressivo deterioramento del comportamento e dell’intelletto, atassia, convulsioni epilettiche e, infine, morte.

Diagnosi

La diagnosi si basa principalmente sulla clinica del paziente.

È possibile, soprattutto nei casi più gravi, confermare la diagnosi mediante specifici test laboratoristici come la PCR su secreti respiratori o valutando la presenza di anticorpi IgM contro il virus su campioni ematici.

Cura

La principale terapia è il vaccino, che consente di prevenire l’insorgenza del morbillo. Viene effettuato insieme a quello della parotite, della rosolia e della varicella, solitamente al 13 o 15 mese di vita con richiamo intorno al sesto anno di vita.

È possibile, soprattutto negli immunodepressi, la somministrazione di immunoglobuline antimorbillo, ma al massimo entro 5 giorni dall’esposizione al virus. Per ridurre la sintomatologia dolorosa è possibile la somministrazione di antidolorifici. Alcuni studi hanno dimostrato che la somministrazione di vitamina A può ridurre la sintomatologia e accelerare la guarigione.

Scarlattina

Cause e modalità di trasmissione

La scarlattina è l’unica malattia esantematica ad essere provocata da un batterio, lo Streptococco Pyogenes (detto anche streptococco beta emolitico di tipo A).

La trasmissione avviene per via aerea, attraverso il contatto con le goccioline di saliva di un paziente infetto emesse ad esempio con un colpo di tosse, con uno starnuto o semplicemente parlando in modo ravvicinato.

I pazienti sono contagiosi fino a 5 giorni prima della comparsa della clinica e fino a 24 ore dopo l’inizio della terapia. Compare più frequentemente tra i 5 e 15 anni, mentre è rara sotto i 3 anni.

Sintomi

La clinica si suddivide nella fase prodromica e nella fase dell’esantema

Fase prodromica

I sintomi che si manifestano prima della comparsa dell’esantema sono

  • febbre con brividi,
  • malessere generale,
  • mal di testa,
  • nausea e vomito,
  • lingua cosiddetta a fragola: prima bianca e poi rossa, la lingua si ricopre dapprima di una patina biancastra e poi, in seguito alla sua desquamazione, assume un intenso colore rosso,
  • rash mucosale a livello della faringe e del palato molle,
  • deglutizione dolorosa,
  • ingrossamento dei linfonodi laterocervicali, talora con dolore.

Fase esantematica

L’eruzione cutanea si manifesta con delle piccole papule palpabili di colore rosso che scompaiono alla digitopressione.

L’esantema è più evidente nelle pieghe cutanee, come quella ascellare o quella interglutea, dove confluisce a formare le cosiddette linee di Pastia. Le micro-papule compaiono anche sul volto, risparmiando però caratteristicamente il naso, la bocca e il mento con aspetto definito a “maschera di Filatov”.

L’esantema dura in media 7 giorni, dopo i quali inizia la fase di desquamazione con una sua progressiva risoluzione.

Fotografia di una bambina colpita da scarlattina

iStock.com/blackjake

Complicazioni

Le principali complicanze che possono seguire l’insorgenza della scarlattina sono

  • infezione vie respiratorie superiori,
  • infezioni a distanze per disseminazione ematogena,
  • febbre reumatica,
  • glomerulonefrite post-streptococcica (grave infezioni dei reni).

Diagnosi

La diagnosi di basa principalmente sugli aspetti clinici della malattia.

Nei casi dubbi è possibile effettuare un tampone faringeo per dimostrare la presenza dello Streptococco Pyogenes, seppur esista una considerevole parte della popolazione portatrice di questo batterio in maniera del tutto asintomatica.

Cura

Il trattamento è prettamente antibiotico, a base di Amoxicillina-acido clavulanico (Augmentin o equivalenti) per 10 giorni.

Varicella

Cause e modalità di trasmissione

La varicella è una malattia esantematica causata dall’infezione di un virus a DNA, il Varicella-zoster virus (VZV o Herpesvirus umano 3), appartenente alla famiglia Herpesviridae. Il virus è molto contagioso e l’infezione si trasmette facilmente per via aerea attraverso tosse o starnuti di individui malati, ma anche attraverso il contatto diretto con le secrezioni delle vescicole dell’esantema.

Il paziente è contagioso da 1 giorno prima dell’insorgenza dell’esantema fino alla comparsa delle croste, che non sono contagiose e indicano la risoluzione della lesione.

Una volta che si è risolta l’infezione il virus entra tuttavia in una condizione di latenza nei gangli del sistema nervoso sensitivo, dove solitamente rimane silente per tutta la vita grazie all’attività del sistema immunitario. In alcuni individui anziani o in soggetti immunocompromessi tuttavia, il virus può riattivarsi, innescando la comparsa dell’herpes zoster, comunemente chiamato “fuoco di Sant’Antonio“.

Sintomi

La clinica si suddivide nella fase prodromica e nella fase dell’esantema.

Fase prodromica

La fase prodromica è caratterizzata da segni e sintomi sfumati, quali

Fase esantematica

La varicella si manifesta con lesioni intensamente pruriginose che seguono un’evoluzione particolarmente caratteristica:

  • Inizialmente si presentano come delle macule/papule eritematose (puntini),
  • per poi trasformarsi dapprima in vescicole limpide
  • e poi in pustole purulente il giorno successivo.
  • Le pustole vanno poi progressivamente incontro a rottura formando delle croste, che indicano la guarigione della lesione.

Inizialmente l’esantema tende a interessare il tronco, per poi estendersi soprattutto all’addome, al volto, al cuoio capelluto e alle mani. Possono essere interessate anche le mucose, soprattutto della bocca e dei genitali.

Le lesioni si presentano nelle diverse fasi contemporaneamente, quindi ad esempio è possibile vedere sul tronco la co-presenza di vescicole chiare, pustole e croste, dando un aspetto che viene definito a “cielo stellato”.

Solitamente l’esantema si risolve completamente dopo una settimana-10 giorni

Schiena di un bimbo affetto da varicella

iStock.com/John-Kelly

Complicazioni

Le più frequenti complicanze della varicella sono

  • sovra-infezione batterica delle lesioni, in particolare in seguito al loro grattamento. È la complicanza più frequente e i batteri principalmente coinvolti sono lo Streptococco Pyogenes e lo Stafilococco aureus,
  • polmonite da varicella,
  • encefalite.

Diagnosi

La diagnosi di varicella avviene nella maggior parte dei casi anche solo attraverso la clinica, estremamente caratteristica. Nei casi dubbi la conferma diagnostica può avvenire attraverso l’esame del liquido contenuto nelle vescicole, o mediante esami del sangue.

Il liquido delle vescicole può essere analizzato mediante lo striscio di Tzanck, l’immunofluorescenza diretta o può essere direttamente coltivato nel tentativo di far crescere il virus nella cultura.

Con gli esami del sangue vengono invece ricercati gli anticorpi IgM rivolti verso il virus della varicella.

Cura

La principale terapia è il vaccino, che consente di prevenire l’insorgenza della varicella e delle sue complicanze. Viene effettuato insieme al vaccino della parotite, della rosolia e del morbillo, solitamente al 13 o 15 mese di vita con richiamo intorno al sesto anno di vita.

È invece indicata negli immunodepressi e nel primo trimestre di gravidanza la somministrazione di immunoglobuline contro il virus della varicella zoster, ma al massimo entro 3 giorni dal momento dell’esposizione al virus. Nell’insorgenza di complicanze è utile la somministrazione di Aciclovir, che ne riduce la durata e la gravità.

Per ridurre la sintomatologia dolorosa è possibile la somministrazione di antidolorifici, ma è da evitare l’aspirina (acido acetil salicilico), soprattutto nei bambini, per la possibile insorgenza della sindrome di Reye.

Utile il ricorso ad antistaminici per prevenire/lenire il prurito.

Rosolia

Causa e modalità di trasmissione

La rosolia è una malattia esantematica causata da un virus a RNA del genere Rubivirus, appartenente alla famiglia dei Togaviridae.

La malattia non ha una clinica e delle complicanze particolarmente rilevanti, ma è un’infezione estremamente pericolosa se viene contratta durante la gravidanza, in quanto in grado di provocare importanti malformazioni e danni al prodotto del concepimento.

La trasmissione avviene solitamente per via aerea, attraverso goccioline di saliva emesse con starnuti o colpi di tosse. Importante dal punto di vista medico è la trasmissione verticale madre-feto attraverso la placenta durante la gravidanza, il cui rischio è più alto se il virus viene contratto dalla gestante durante il primo trimestre.

Il periodo di incubazione (periodo che intercorre dall’infezione alla comparsa dei sintomi) è particolarmente lungo e può arrivare fino a 21 giorni. Il paziente è contagioso da 7 giorni prima della comparsa dell’esantema, fino a 4 giorno dopo la sua scomparsa.

Sintomi

La rosolia si manifesta tipicamente con una fase prodromica e una fase esantematica.

Fase prodromica

Si caratterizza per:

  • febbre moderata,
  • ingrossamento dei linfonodi nucali, laterocervicali e retro-auricolari, che molte volte sono anche dolenti, soprattutto quando si appoggia la testa al cuscino per dormire la notte. Il loro ingrossamento inizia prima della comparsa de rush cutaneo e si risolve dopo la sua scomparsa,
  • naso che cola,
  • starnuti,
  • tosse,
  • mal di gola,
  • occhio arrossato,
  • dolori muscolari,
  • malessere generale,
  • stanchezza.

Fase esantematica

L’esantema viene descritto come micro-papuloso non confluente, ovvero si presenta con numerosi piccoli puntini di colore rosso molto ravvicinati tra loro.

L’evoluzione è rapida e avviene in senso cranio-caudale, cioè dalla testa ai piedi.

Le prime sedi in cui insorge sono tipicamente le orecchie e la testa, mentre solo in un secondo momento interessa

  • tronco,
  • addome
  • e gli arti.

Dura in media fino a 5 giorni e la sua risoluzione segue l’andamento della sua comparsa, ovvero cranio-caudale.

Schiena di bambino affetto da rosolia

By CDC – crop of File:Rash of rubella on skin of child’s back.JPG, Public Domain, Link

Complicazioni

Le principali complicanze correlate alla rosolia si presentano sul feto quando il virus viene contratto durante la gravidanza. L’infezione della gestante può essere trasmessa per via trans-placentare, in particolar modo se viene contratta nel primo trimestre di gravidanza, e può determinare gravi complicanze, quali ad esempio:

  • sordità neurosensoriale,
  • cardiopatie congenite, soprattutto dotto arterioso pervio e stenosi dell’arteria polmonare,
  • cataratta,
  • retinopatia,
  • meningoencefalite,
  • alterazioni ossee,
  • ipoplasia timica (timo non completamente sviluppato),
  • alterazioni a carico della tiroide,
  • criptorchidismo (mancata discesa di uno o entrambi i testicoli nel sacco scrotale),
  • policistosi renale.

Diagnosi

La diagnosi avviene generalmente clinicamente (attraverso l’osservazione di sintomi e segni) e mediante la storia di esposizione del paziente.

Nelle donne in gravidanza viene eseguito uno screening sistematico per valutare se la donna ha già contratto l’infezione in passato o se è stata vaccinata. Questo screening viene definito TORCH e valuta lo stato immunologico anche di altri microrganismi pericolosi se contratti durante la gravidanza.

Cura

La principale terapia è il vaccino, che consente di prevenire l’insorgenza della rosolia e delle sue complicanze, soprattutto quelle correlate alla gravidanza. Viene effettuato insieme al vaccino della parotite, della varicella e del morbillo, solitamente al 13 o 15 mese di vita con richiamo intorno al sesto anno di vita. Se per qualsiasi motivo il vaccino dovesse essere effettuato in età adulta, devono essere evitate gravidanze e allattamento per i 3 mesi successivi.

Se il soggetto non è stato vaccinato ed è stato esposto a pazienti con la rosolia, è possibile la somministrazione di immunoglobuline anti-rosolia, ma al massimo fino a una settimana dopo il contatto, altrimenti perdono la loro efficacia.

Quinta malattia (eritema infettivo)

Cause e modalità di trasmissione

L’eritema infettivo (quinta malattia) è una malattia esantematica provocata dal Parvovirus B19, un virus a DNA monocatenario con tropismo per i globuli rossi immaturi contenuti nel midollo osseo.

La trasmissione avviene per via respiratoria, mediante colpi di tosse, starnuti e contatti ravvicinati con pazienti infetti, ma è possibile anche la trasmissione mediante contatto diretto con il sangue del soggetto malato.

Colpisce prevalentemente la fascia d’età che va dai 5 ai 15 anni e il periodo di contagio massimo con cui il paziente infetto può trasmettere il virus avviene prima della comparsa dell’esantema.

Sintomi

L’eritema infettivo si manifesta con una fase prodromica e una fase esantematica.

Fase prodromica

È caratterizzata da

  • febbricola, non particolarmente alta,
  • mal di testa,
  • naso che cola,
  • tosse,
  • starnuti,
  • ma di gola,
  • malessere generale,
  • dolore alle articolazioni.

Fase esantematica

La fase esantematica è caratterizzata dall’assenza di febbre e presenta un’evoluzione in 3 fasi:

  1. Arrossamento delle guance (eritema nodoso), con un aspetto simile a un livido che compare dopo uno schiaffo, tanto che spesso la quinta malattia viene volgarmente chiamata “malattia del bambino schiaffeggiato”.
  2. Comparsa dell’eruzione cutanea su tutto il corpo, più tipicamente sul tronco e sugli arti, ma risparmiando caratteristicamente a regione palmare e plantare di mani e piedi. L’esantema ha un aspetto maculo-papulare di colore rossastro e può essere lievemente pruriginoso.
  3. Schiarimento e risoluzione delle macchie, senza desquamazione

La fase esantematica dura in media una settimana.

Fotografia di un bambino con la tipica eruzione cutanea della quinta malattia

By Andrew Kerr – Own work, Public Domain, Link

Complicazioni

Le principali complicanze che possono seguire la quinta malattia sono:

  • artrite (infiammazione delle articolazioni che provoca dolore. Possono interessare sia le piccole che le grani articolazioni e possono persistere anche fino all’età adulta),
  • raramente aborti se viene contratto durante la gravidanza,
  • aplasia midollare, soprattutto in pazienti che già soffrono di patologie ematologiche quali la talassemia, l’anemia falciforme e la sferocitosi,
  • immunodepressione.

Diagnosi

La diagnosi avviene grazie alla clinica molto caratteristica.

Nei casi dubbi possono essere ricercati gli anticorpi contro il parvovirus B19 o può essere ricercato direttamente il virus mediante PCR nella saliva o nel sangue.

Cura

Non è disponibile un vaccino contro il parvovirus B19.

L’esantema si risolve spontaneamente, eventualmente si consiglia di somministrare il paracetamolo (Tachipirina®) per abbassare la febbre. Da evitare l’esposizione diretta alla luce solare, che potrebbe accentuare l’esantema.

Sesta malattia (esantema subitum)

Cause e trasmissione

L’esantema subitum (sesta malattia) è causato dall’infezione dell’herpes virus umano 6 (HSV 6) di tipo A o B. Solo in rari casi l’agente eziologico è l’HSV 7.

La trasmissione avviene principalmente per via respiratoria, attraverso starnuti, tosse o contatti ravvicinati con soggetti infetti. È caratteristico dell’età pediatrica, con un picco di incidenza tra i 6 e i 15 mesi. il bambino è contagioso da qualche giorno prima della comparsa del caratteristico esantema, fino alla sua completa risoluzione.

Sintomi

La clinica presenta una fase prodromica e una fase esantematica.

Fase prodromica

Si manifesta con

  • febbre alta, che può arrivare anche a 40-41 °C e che dura in media 3-4 giorni,
  • raffreddore,
  • starnuti,
  • tosse,
  • arrossamento della gola, con possibile presenza di piccole vescicole,
  • ingrossamento dei linfonodi de collo e di quelli retro-auricolari.

Fase esantematica

L’esantema compare caratteristicamente e improvvisamente quando la febbre scompare. Ha un aspetto maculo-papulare non confluente che si presenta inizialmente sul tronco per poi spostarsi sugli arti superiori. Non vengono interessati il volto e gli arti inferiori. Ha una durata molto breve, di circa 24-48 ore.

Schiena di bambina colpita da sesta malattia

By M Davis – Own work, Public Domain, Link

Complicazioni

Le possibili complicanze che possono seguire la sesta malattia sono

Diagnosi

La diagnosi è prevalentemente clinica, nei casi dubbi possono essere ricercati gli anticorpi contro i virus HSV 6 e 7 o può essere ricercato direttamente il virus mediante PCR nella saliva o nel sangue.

Cura

Non esiste un vaccino contro l’HSV 6 e 7. Solitamente la sesta malattia non necessita di terapia, se non di antipiretici come il paracetamolo per abbassare la febbre molto alta. Nei soggetti immunodepressi è consigliata la somministrazione di Ganciclovir e Foscarnet per ridurre il rischio di complicanze.

Mani-piedi-bocca

Cause e modalità di trasmissione

La mani-piedi-bocca è una malattia esantematica causata dal Coxsackievirus A16 (CVA16) o dall’Enterovirus 71 (EV71).

La trasmissione avviene principalmente mediante via area, tramite starnuti o colpi di tosse, ma è possibile anche la trasmissione attraverso il contatto diretto con le vescicole dell’esantema o attraverso l’ingestione di cibi contaminati da feci del paziente infetto, solitamente in seguito a una non accurata detersione delle mani dopo aver cambiato il pannolino di un bambino.

Colpisce più frequentemente i bambini, in genere entro il 10 anni di vita.

Sintomi

La mani-piedi-bocca è una infezione generalmente lieve, che può però essere molto fastidiosa, soprattutto nei bambini più piccoli, in quanto può generale dolore durante l’alimentazione, causando una perdita di appetito.

L’esantema presenta l’aspetto di piccole vescicole che si localizzano caratteristicamente a livello della bocca, delle mani e dei piedi, interessandone soprattutto il dorso e raramente il palmo o la pianta. A livello orale le vescicole possono andare incontro a rottura, generando piccole ulcere dolorose che sono la causa della difficoltà nell’alimentazione dei bambini durante l’infezione.

Negli adulti il prurito può essere particolarmente severo.

Altri sintomi caratteristici sono:

  • febbre moderata,
  • mal di gola,
  • starnuti,
  • tosse,
  • naso che cola,
  • malessere generalizzato,
  • irritabilità.

Solitamente presenta una risoluzione in circa una settimana.

Immagine con puntini nelle mani dovuti alla mani piedi bocca

By M Davis – Own work, Public Domain, Link

Complicazioni

La principale complicanza che può seguire la mani-piedi-bocca è la non adeguata alimentazione e idratazione del bambino a causa del dolore per le vescicole presenti sulla mucosa orale.

Altre possibili complicanze, molto più rare, sono

  • encefalite,
  • meningite.

Diagnosi

La diagnosi si basa prevalentemente sui sintomi clinici. Nei casi dubbi, possono essere effettuate delle analisi laboratoristiche sul liquido delle vescicole, un tampone orale o l’analisi di un campione fecale per identificare il virus.

Cura

Non è disponibile un vaccino per prevenire l’infezione. La mani-piedi-bocca si risolve spontaneamente senza particolari problemi, ma è consigliato l’uso di antidolorifici come il paracetamolo per ridurre il dolore durante l’alimentazione.

Altre malattie esantematiche

Fra le altre malattie in grado di causare esantema, ma meno diffuse nella popolazione, ricordiamo infine:

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