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Introduzione

Con l’espressione malattia infiammatoria pelvica (Pelvic Inflammatory Disease, o PID) si indica genericamente un’infezione e infiammazione degli organi superiori dell’apparato genitale femminile.

L’infezione può colpire

  • l’utero,
  • le tube di Falloppio (le tube che permettono il transito dell’ovulo dall’ovaio all’utero)
  • ed altri organi riproduttivi.
Anatomia del distema genito-urinario femminile

iStock.com/kocakayaali

In molti casi la malattia rimane del tutto asintomatica, aumentando così il rischio di andare incontro a danni permanenti; quando presenti, i sintomi più comuni dell’infezione sono:

La PID viene quindi sospettata in qualsiasi giovane donna che presenti dolore al basso ventre e/o pelvico; tra le donne maggiormente a rischio troviamo quelle più esposte al contagio di  malattie sessualmente trasmissibili (MST), per esempio in caso di rapporti sessuali con partner multipli, e quelle che già hanno sofferto di PID in passato. Anche le donne sessualmente attive di età inferiore ai 25 anni sono a rischio perché la cervice (il collo dell’utero) delle adolescenti e delle giovani è maggiormente soggetta alle malattie sessualmente trasmissibili.

Tra gli altri potenziali fattori di rischio troviamo le lavande vaginali, che sarebbe sempre opportuno evitare a meno di prescrizione medica. In alcune donne, anche l’uso della spirale (IUD) come anticoncezionale può provocare la PID. In rari casi la malattia infiammatoria pelvica può essere causata da interventi ginecologici come la legatura delle tube.

Le cicatrici che potrebbero formarsi negli organi genitali interessati dall’infezione, se trascurata, possono provocare

Negli Stati Uniti, per esempio, la malattia infiammatoria pelvica è la principale causa di sterilità, ma può fortunatamente essere prevenuta.

Secondo il Centro di controllo e di prevenzione delle malattie americano ogni anno negli Stati Uniti più di un milione di donne si rivolge al medico per guarire la malattia infiammatoria pelvica ed è molto probabile che molte altre donne, anche altrettante o più, ne soffrano senza saperlo. Colpisce con maggior frequenza le adolescenti, rispetto alle donne adulte.

Ogni anno più di 100.000 donne diventano sterili e più di 150 muoiono per via della malattia infiammatoria pelvica o delle sue complicazioni.

Cause

La malattia infiammatoria pelvica è causata da specifici batteri che si spostano dalla vagina riuscendo ad infettare le tube, le ovaie e l’utero; può essere causata da diversi tipi di microrganismi, tuttavia i più comuni sono due batteri responsabili di malattie sessualmente trasmissibili particolarmente diffuse,

Dopo l’infezione possono trascorrere da alcuni giorni ad alcuni mesi prima che la malattia infiammatoria pelvica si manifesti.

In rari casi ci si può ammalare anche se non si soffre di alcuna malattia sessualmente trasmessa, ma si tratta di casi non comuni e dovuti alla risalita dei batteri facenti parte della fisiologica flora batterica vaginale.

Fattori di rischio

Sono a maggior rischio di sviluppare la malattia infiammatoria pelvica le donne che:

  • hanno contratto in passato una malattia sessualmente trasmessa,
  • hanno meno di 25 anni e sono sessualmente attive,
  • hanno diversi partner,
  • praticano periodicamente lavande vaginali, che possono favorire la risalita dei batteri verso l’utero, le ovaie e le tube provocando l’infezione. Le lavande, inoltre, possono mascherare i sintomi dell’infezione;
  • usano la spirale (IUD). Si raccomanda per ridurre il rischio di contrarre la PID di effettuare esami di screening per le principali MST prima di inserire la spirale.

Sintomi

Molte donne che hanno contratto la malattia infiammatoria pelvica purtroppo non se ne accorgono, perché in alcuni casi la patologia rimane asintomatica. Altre donne, al contrario, presentano sintomi tipici, la cui intensità può variare da lieve a grave.

Il sintomo più frequente della malattia infiammatoria pelvica è il dolore nei quadranti addominali inferiori (dolore pelvico, nel basso ventre), talvolta accompagnato da:

La PID può manifestarsi improvvisamente con forte dolore e febbre, soprattutto quando provocata dalla gonorrea.

Pericoli

Una terapia precoce ed adeguata può contribuire alla prevenzione delle complicazioni della malattia infiammatoria pelvica. Se non viene curata può invece provocare danni permanenti agli organi riproduttivi femminili. I batteri che causano l’infezione possono invadere silenziosamente le tube creando cicatrici in grado di bloccare o rendere più difficile la normale discesa dell’ovulo verso l’utero.

Se le tube sono completamente bloccate dal tessuto cicatriziale gli spermatozoi non possono più raggiungere e fecondare l’ovulo, causando quindi una condizione di sterilità: si può diventare sterili anche se le tube sono solo parzialmente bloccate o lievemente danneggiate. Circa il 20 percento delle donne affette da malattia infiammatoria pelvica non riesce ad avere figli.

Inoltre, se le tube sono parzialmente bloccate o lievemente danneggiate, l’ovulo può rimanere fermo al loro interno anziché scendere verso l’utero. Se l’ovulo fecondato si impianta nelle tube anziché nell’utero, si sviluppa una gravidanza ectopica o tubarica. La gravidanza ectopica può avere come conseguenze

  • la lacerazione della tuba, provocando un dolore molto intenso,
  • un’emorragia interna
  • e persino il decesso della paziente in assenza di assistenza ospedaliera.

Le cicatrici all’interno delle tube o degli altri organi dell’apparato riproduttivo possono infine causare il dolore pelvico cronico (ovvero un dolore che continua per mesi o addirittura per anni). Se nella vita avete sofferto già diverse volte di PID, avete maggiori probabilità di non riuscire ad avere un figlio (20 percento delle donne), di avere una gravidanza ectopica (9 percento) o di soffrire anche di dolore pelvico cronico (18 percento).

Maggiori sono gli episodi di PID, maggiori sono le probabilità di non riuscire ad avere un figlio.

Diagnosi

Poiché la PID è principalmente una diagnosi clinica, un’attenta ricostruzione della storia della paziente (anamnesi) e un esame fisico sono fondamentali; in particolare dovrebbero essere chiariti l’esordio e le caratteristiche del dolore se presente, esplorando anche possibili diagnosi alternative.

Il medico può avere difficoltà a capire che soffrite di PID. I sintomi possono essere molto lievi e simili a quelli di alcune altre patologie. Se pensate di aver contratto la malattia infiammatoria pelvica, andate immediatamente dal medico. Se la cura inizierà tempestivamente, avrete minori probabilità di soffrire di problemi sul lungo periodo, come l’infertilità.

Se avete mal di pancia (nella zona del basso ventre), il ginecologo vi visiterà. La visita comprenderà un esame ginecologico (interno) che consentirà al medico di capire meglio l’origine del dolore. Il medico controllerà se sono presenti:

  • perdite vaginali o cervicali anomale,
  • gonfiori e noduli nella zona delle ovaie e delle tube,
  • dolore legato agli organi riproduttivi.

Il medico vi farà anche fare degli esami per escludere la presenza di malattie sessualmente trasmissibili e di infezioni dell’apparato urinario; se necessario vi consiglierà anche di fare un test di gravidanza. Inoltre potreste dovervi sottoporre agli esami per l’HIV e la sifilide.

Se necessario, il medico potrà sottoporvi ad ulteriori esami:

  • Ecografia: in quest’esame vengono usate le onde sonore per scattare immagini della zona pelvica.
  • Biopsia endometriale (uterina): viene prelevato un piccolo campione di tessuto endometriale (il rivestimento interno dell’utero), che sarà esaminato in laboratorio.
  • Laparoscopia: un tubicino con una fonte luminosa all’estremità viene inserito nell’addome (praticando un’incisione) e viene usato per esaminare più da vicino gli organi riproduttivi.

Questi esami aiuteranno il vostro medico a scoprire se siete affette da PID o da un problema diverso ma con sintomi simili.

Si stima che nelle donne rispettivamente il 70 e il 50 per cento circa delle infezioni da clamidia e da gonococco rimangono asintomatiche (cioè non presentano sintomi evidenti), venendo quindi diagnosticate durante le normali visite di screening. Per questo motivo è così importante sottoporsi a periodiche visite ginecologiche, che possano escludere contagi da clamidia, gonorrea e infezioni dell’apparato urinario, da associare eventualmente alle analisi utili alla diagnosi di HIV e sifilide.

Cura e terapia

Senza una terapia adeguata una percentuale variabile tra il 20 e il 40 percento delle donne affette da clamidia e tra il 10 e il 40 percento di quelle affette da gonorrea può iniziare a soffrire anche di malattia infiammatoria pelvica.

L’episodio può essere provocato da molti batteri diversi, quindi il medico vi prescriverà degli antibiotici ad ampio spettro (generalmente vengono associati due antibiotici diversi, somministrati per endovena o per via orale): ampio spettro significa che gli antibiotici agiscono contro diversi tipi di batteri. Dovreste iniziare la terapia appena il medico ha diagnosticato la malattia, perché se gli antibiotici vengono assunti immediatamente è possibile prevenire le complicazioni della malattia.

Le donne che eseguono lavande vaginali senza necessità particolari sono una delle categorie più a rischio. Le lavande possono alterare la flora batterica vaginale (i microrganismi che vivono nella vagina) e possono spingere i batteri verso gli organi riproduttivi superiori.

Anche se i sintomi scompaiono è necessario seguire la terapia fino alla fine.

Può invece essere opportuno ricorrere ad assistenza ospedaliera in caso di:

  • sintomi gravi e severi,
  • gravidanza,
  • terapia inefficace o impossibilità di assunzione per via orale,
  • presenza di un ascesso (gonfiore anomalo) nelle tube o nell’ovaio.

Quando nonostante tutto i sintomi dovessero persistere e/o l’ascesso non risolversi, probabilmente dovrete sottoporvi a un intervento chirurgico. Le complicazioni della PID, come il dolore pelvico cronico e le cicatrici, sono difficili da curare, ma a volte migliorano dopo la chirurgia.

I vostri partner potrebbero essere stati contagiati dai batteri che provocano la PID, ma non rendersene conto perché la malattia è asintomatica. Per proteggervi dalla reinfezione da parte dei batteri che provocano la malattia infiammatoria pelvica vi consigliamo di chiedere consiglio al vostro medico.

Non si dovrebbero avere rapporti con un partner malato fino alla sua completa guarigione.

Prevenzione

Nella maggior parte dei casi la malattia infiammatoria pelvica è causata da una malattia sessualmente trasmissibile che non è stata curata, quindi è possibile prevenire la PID prevenendo le malattie sessualmente trasmesse.

  1. L’unico modo sicuro è ovviamente l’astinenza.
  2. Limitate i rapporti ad un unico partner sano.
  3. Usate il preservativo in tutti i rapporti, siano essi vaginali, anali o orali. Leggete e seguite attentamente le istruzioni riportate sulla confezione. Se usato correttamente, il preservativo può diminuire le probabilità di contrarre le malattie sessualmente trasmesse.
  4. Non praticate lavande vaginali se non prescritte dal medico. Le lavande rimuovono alcuni dei normali batteri presenti nella vagina, proprio quelli che vi proteggono dalle infezioni. Senza questa difesa, è più facile contrarre una malattia a trasmissione sessuale.
  5. Se siete sessualmente attive chiedete al medico l’impegnativa per gli esami di controllo delle malattie più comuni. Se diagnosticate precocemente sono più facili da curare.
  6. Documentatevi sui sintomi più frequenti delle malattie sessualmente trasmesse. Se sospettate di aver contratto una di queste patologie andate immediatamente dal medico.

Fonti e bibliografia

Domande e risposte
Cos'è la malattia infiammatoria pelvica?
La PID, malattia infiammatoria pelvica, è una infezione del tratto genitale femminile superiore, che può interessare utero, tube oppure ovaie.
Quali sono i sintomi?
Purtroppo in molti casi non compare alcun sintomo, rendendo quindi impossibile per la donna accorgersi della presenza dell'infezione.
Quando presenti i sintomi possono annoverare:
  • dolore pelvico o al basso addome
  • dolore durante i rapporti sessuali
  • dolore durante la minzione
  • sanguinamenti vaginali anomali
  • mestruazioni più abbondanti ed accompagnate da dolore intenso
  • perdite vaginali anomale.
Più raramente compaiono sintomi indicativi di una grave infezione, come dolore addominale severo, febbre e senso di malessere.
Come viene diagnosticata?
Non esiste un test specifico, quindi la diagnosi è il risultato della combinazione di:
  • analisi storia clinica e fattori di rischio (anamnesi)
  • valutazione dei sintomi (esame obiettivo e visita ginecologica)
  • esami del sangue e delle urine
  • ecografia.
Nel caso di persistenza di dubbi è possibile valutare esami più invasivi, come la laparoscopia diagnostica e la biopsia.
Con il PAP-test si può diagnosticare la malattia infiammatoria pelvica?
Il PAP-test di per sé non consente una diagnosi della PID, ma permette di diagnosticare infezioni vaginali suggestive di PID, proteggendo quindi dallo sviluppo e dalle complicazioni della condizione.
Quale terapia per la malattia infiammatoria pelvica?
La cura consiste generalmente in una terapia antibiotica piuttosto aggressiva, volta ad eradicare l'infezione.
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Domande e risposte
  1. Buongiorno Dott.ieri ho fatto una colonscopia perché da qualche anno ho forti dolori addominali e diarrea .. Tutto è risultato negativo solo che ho una malattia infiammatoria pelvica …ora mi domando ma e’ possibile che una semplice infiammazione pelvica mi dia tutti questi dolori che anche il mio medico credeva che fosse dovuto più a un colon irritabile ..??non ci ho dormito nulla non è una cosa da sottovalutare ? Grazie in anticipo Dott.

    1. Dr. Roberto Gindro

      Il colon irritabile è stato escluso?

    2. Credo di si Dott.scrivo qui il referto ,: proctite lieve aspecifica .marcata rigidità delle viscere alle manovre endoscopiche che evocano dolore ,peraltro in assenza di lesioni o segni flosistici (verosimile sindrome aderenziale/malattia infiammatoria pelvica) non lesioni a carico del grosso intestino studiato fino al ceco ;valvola ileocecale e sfondato nella norma.ileo terminale con mucosa normale …..che dice Dott.sono un po’ demoralizzata credo di aver fatto la colon e non essere arrivata a risolvere il mio problema che da tempo mi assilla ..grazie .

    3. Dr. Cracchiolo (Medico Chirurgo)

      Effettivamente, dal referto della colonscopia, a livello intestinale non sembrano esserci alterazioni che possano giustificare i dolori addominali di cui soffre.

    4. Scusi ancora Dott.quindi potrebbe essere davvero questa infiammazione pelvica?? Mi aiuti a chiarirmi le idee perché io anche stamani ho questi forti dolori addominali a crampi e non riesco a capire la causa..mi sono anche informata su questa proctite lei che dice??

    5. Dr. Roberto Gindro

      Sì, è un’ipotesi plausibile, ma non la sola, il medico che ha effettuato l’esame ha ipotizzato anche possibili aderenze; ha mai subito qualche tipo di intervento? Cesareo?

    6. Appendicite da piccolina e un isteroscopia uterina 3 anni fa ma non mi hanno inciso

    7. Dr. Roberto Gindro

      Questo rende un po’ meno probabile l’ipotesi di aderenze, ma NON significa che sia necessariamente malattia infiammatoria pelvica (per ora sono tutte ipotesi).

    8. Quindi lei mi dice che la proctite non c’ entra nulla?? Mi scusi Dott. Sto andando nel pallone …

    9. Dr. Roberto Gindro

      In teoria non dovrebbe dare dolori addominali.

    10. Grazie veramente Dott…. È stato gentilissimo e esauriente alle mie domande ..

  2. Buongiorno, da un’ecografia mi è stato trovato del liquido pelvico e non si sa il motivo. Ho contattato il ginecologo telefonicamente e ha detto senza neanche visitarmi di prendere il Peanase…e se non passa di prendere l’antibiotico. Ma non sono tanto convinta perché nel foglietto illustrativo ho letto che il Peanase serve a contrastare i dolori ma io non ho dolori..quindi non vorrei prendere medicinali che poi non mi fanno andare via il liquido se poi dovrò prendere anche l’antibiotico… cosa ne pensa?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Si tratta di un integratore e può prenderlo tranquillamente.

  3. Salve dottore sono una ragazza di 30 anni,che pratico normalmente rapporti sessuali essendo fidanzata da anni.l anno scorso ho avuto perdite acquose una decina di giorni prima del ciclo,molto maleodoranti, a volte secrezioni di sangue e dolori a basso ventre.ho effettuato un paptest,di cui mi uscita una candida.fatta la cura,tutto bene,ma dopo un paio di mesi mi si è ripresentata e ancora peggio.perdite quasi tutto il mese,colore giallo,molto maleodoranti e secrezioni, pochissime volte,di sangue.sono costretta A portate salvaslip tutti i giorni,se no macchio l intimo.alcune volte mi porta prurito all interno,altre volte dolore durante una penetrazione più profonda. Io non credo che sia più candida,ma credo a qualche altra cosa.può essere una vaginosi?grazie

    1. Dr. Roberto Gindro

      Quasi sicuramente si tratta di un’infezione, ma sarebbe come tirare a indovinare nel provare a formulare una diagnosi; non la trascuri e si rivolga rapidamente al medico.

  4. Una cistite si può trasformare in PID?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Decisamente improbabile, in quanto la cistite è un’infezione delle vie urinarie, mentre la malattia infiammatoria pelvica deriva da infezione dell’apparato genitale.

  5. Se non ho mai avuto rapporti potrei ugualmente esserne colpita?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Fortemente improbabile.

  6. È una malattia nuova? Non ne ho mai sentito parlare…

    1. Dr. Roberto Gindro

      No, non è “nuova”, ma purtroppo effettivamente non le si dà l’attenzione che meriterebbe alla luce delle possibili gravi complicazioni.