Ipotiroidismo e tiroide: sintomi, dieta, cura e gravidanza

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Introduzione

La tiroide è una ghiandola a forma di farfalla che si trova nella regione anteriore del collo; si tratta di una ghiandola endocrina, che si occupa cioè della produzione di ormoni in grado di controllare e gestire numerose funzioni dell’organismo, tra cui:

Quando la tiroide non lavora abbastanza, e non produce quindi una sufficiente quantità di ormone tiroideo per soddisfare le esigenze del corpo, si pone la diagnosi di ipotiroidismo.

L’ipotiroidismo è una condizione più comune

  • nelle donne,
  • nelle persone con altri problemi alla tiroide
  • e nei soggetti di età superiore a 60 anni.

La tiroidite di Hashimoto, un disturbo di origine autoimmune, ne è la ragione più comune, ma tra le altre possibili cause ricordiamo:

  • la presenza di noduli,
  • altre forme di tiroidite,
  • ipotiroidismo congenito,
  • rimozione chirurgica di una parte o di tutta la tiroide,
  • radioterapia della tiroide e alcuni farmaci.

I sintomi tipici dell’ipotiroidismo possono variare da persona a persona e comprendere:

Per diagnosticare l’ipotiroidismo il medico si basa su:

  • esame fisico,
  • valutazione dei sintomi,

ma soprattutto sulla valutazione di specifici esami del sangue.

Il trattamento prevede l’assunzione quotidiana dell’ormone tiroideo, per supplire all’insufficienza produzione endogena.

Senza trattamento, se trascurato, l’ipotiroidismo può condurre a complicazioni anche severe, ma una volta riconosciuto e adeguatamente corretto ha una prognosi buona, con i sintomi che in genere regrediscono in poche settimane o mesi.

Ecografia tiroidea ad una donna

Shutterstock/Peakstock

Cause

L’ipotiroidismo è la condizione caratterizzata da bassi livelli di ormoni tiroidei in circolo. Può essere distinto in

  • ipotiroidismo primario, quando è la tiroide a non essere in grado di produrre quantità adeguate di ormoni;
  • secondario, molto meno comune, quando la tiroide è sana, ma non la produzione ormonale è ridotta a causa di patologie a monte, sui centri responsabili della sua regolazione (che riguardano ghiandola pituitaria o ipotalamo).

La causa più comune è una carenza di iodio, ma si tratta di un’evenienza ormai rara nei Paesi sviluppati, dove invece predomina la tiroidite di Hashimoto, una malattia autoimmune; nell’organismo di alcune persone, per cause ancora sconosciute, il sistema immunitario che normalmente protegge il corpo dall’invasione di infezioni potrebbe scambiare le cellule della tiroide ed i loro enzimi per invasori e attaccarli. Di conseguenza non ci saranno abbastanza cellule della tiroide e relativi enzimi per produrre una quantità sufficiente di ormoni. La tiroidite autoimmune, più comune nelle donne che negli uomini, può esordire improvvisamente o svilupparsi lentamente nel corso degli anni.

Tra le altre possibili cause figurano:

  1. Rimozione chirurgica di parte o di tutta la tiroide. Alcune persone con noduli alla tiroide, cancro od altre gravi malattie necessitano la rimozione di parte o di tutta la ghiandola. Se viene rimossa interamente si diventerà definitivamente ipotiroidei. Se viene lasciata parte della ghiandola questa potrebbe essere in grado di produrre abbastanza ormoni tiroidei da mantenere normali i valori del sangue.
  2. Radiazioni. Alcune persone con malattie gravi, gozzo nodulare o cancro alla tiroide, vengono curate con iodio radioattivo allo scopo di distruggere la tiroide.I pazienti colpiti da linfoma di Hodgkin, cancro al cervello o altro vengono curati con radiazioni. Tutti questi pazienti possono perdere parte o tutta la funzione della tiroide.
  3. Ipotiroidismo congenito (cioè presente fin dalla nascita). Alcuni bambini nascono senza la tiroide o con una formata parzialmente. Alcuni hanno parte o tutta la tiroide nel posto sbagliato (tiroide ectopica). In alcuni bambini le cellule della tiroide o i loro enzimi non funzionano bene.
  4. Tiroidite. La tiroidite è un’infiammazione della tiroide causata, in genere, da un attacco autoimmune o da un infezione virale. La tiroidite può far scaricare il suo intero rifornimento di ormoni tiroidei depositati nel sangue nello stesso tempo, causando un ipertiroidismo breve (eccessiva attività tiroidea) seguito da una fase in cui la tiroide diventa ipoattiva come risposta.
  5. Farmaci come l’amiodarone, il litio, l’interferone alfa e l’interleukin-2 possono impedire alla ghiandola tiroidea di produrre ormoni normalmente. Questi farmaci sono la causa immediata dell’ipotiroidismo in pazienti con una tendenza genetica alla malattia tiroidea autoimmune.
  6. Danni all’ipofisi. L’ipofisi è una ghiandola che regola la produzione ormonale della tiroide. Quando l’ipofisi è danneggiata da un tumore, radiazioni od intervento chirurgico, potrebbe non essere più capace di fornire le istruzioni corrette e questa potrebbe smettere di produrre ormoni a sufficienza.
  7. Rari disturbi alla tiroide. In alcune persone rare malattie depositano nella tiroide sostanze anomali danneggiandone la funzionalità. Ad esempio l’amiloidosi può depositare proteine amiloidi, la sarcoidosi può depositare granulomi e l’emocromatosi ferro.

Fattori di rischio

L’ipotiroidismo è un disturbo più comune di quanto si pensi; colpisce fra il 5-10% della popolazione, soprattutto tra le donne.

Anche i bambini possono presentare una tiroide scarsamente funzionante, ma si tratta di una condizione diagnosticata principalmente dopo i 60 anni; più in generale sono a maggior rischio di sviluppare ipotiroidismo soggetti:

  • con precedenti problemi tiroidei (come il gozzo),
  • con precedenti di chirurgia alla tiroide,
  • sottoposti a radioterapia a tiroide, collo o petto,
  • con famigliarità per disturbi tiroidei,
  • in gravidanza (e ancora nei 6 mesi successivi al parto),
  • colpiti da sindrome di Turner,
  • affetti da altre malattie autoimmuni (diabete mellito di tipo 1, vitiligine, artrite reumatoide, …).

Sintomi

Infografica riassuntiva sull'ipotiroidismo e sui suoi sintomi

iStock.com/VectorMine

Quando i livelli degli ormoni tiroidei sono troppo bassi, le cellule del corpo non riescono a ricevere sufficienti stimoli ed i processi fisiologici iniziano a rallentare.

I sintomi tipici dell’ipotiroidismo possono essere:

Nei rari casi in cui non venga trattato possono comparire:

Poiché i sintomi sono abbastanza variabili e compaiono in modo molto graduale, spesso il paziente non si accorge di nulla per mesi o anni, anche perché alcuni sintomi particolarmente comuni (aumento di peso, stanchezza, …) sono spesso spiegabili anche da altre cause; l’unico modo per sapere con certezza se soffri di ipotiroidismo è quindi sottoporsi ad esami del sangue.

Ipotiroidismo subclinico

L’ipotiroidismo subclinico è la condizione in cui si verifica un aumento dei livelli circolanti di TSH, ma con valori degli ormoni tiroidei nella norma; in questo il paziente in genere non manifesta alcun sintomo, se non in forma molto leggera.

La causa più frequente dell’ipotiroidismo subclinico è la tiroidite di Hashimoto.

Se viene trascurata la disfunzione può progredire fino all’ipotiroidismo conclamato, condizione più seria con sintomi più spiccati se non addirittura severi; difficile indicare quando una vigile attesa, cioè la sola misurazione periodica dei valori degli esami del sangue, debba essere affiancata da una vera e propria terapia, in quanto la stessa comunità scientifica non ha ancora stabilita linee guida comuni su questo punto.

Complicazioni

Oltre a pericoli in gravidanza, che trattiamo alla fine dell’articolo, l’ipotiroidismo può essere causa di:

Quando chiamare il medico

In genere i sintomi che potrebbero instillare il dubbio della presenza di ipotirodismo nel paziente o nel medico sono:

Diagnosi

In caso di diagnosi positiva è importante avvertire i membri della propria famiglia; poichè le malattie della tiroide possono essere ereditarie, è buona norma per i famigliari fare dei regolari esami del TSH.

La corretta diagnosi dell’ipotiroidismo dipende da:

  • Sintomi. L’ipotiroidismo non ha nessun sintomo caratteristico. Non esistono sintomi che le persone con ipotiroidismo hanno sempre e molti sintomi dell’ipotiroidismo possono presentarsi in persone affette da altre malattie. Un modo per aiutare a capire se i disturbi sono sintomo di ipotiroidismo è di pensare se il sintomo è presente da sempre (l’ipotiroidismo è meno probabile) o se il sintomo consiste in un cambiamento più recente (l’ipotiroidismo è più probabile)
  • Anamnesi medica e di famiglia. E’ necessario discutere con il proprio medico di:
    • cambiamenti nella salute che suggeriscono un rallentamento  delle funzioni dell’organismo;
    • se hai mai subito interventi chirurgici alla tiroide;
    • se hai mai fatto radiazioni al collo per curare il cancro;
    • se hai mai preso qualche farmaco che può provocare l’ipotiroidismo (amiodarone, litio, interferone alfa, interleukin-2 e forse talidomide);
    • se qualcuno della tua famiglia ha una malattia alla tiroide.
  • Visita medica. Il dottore controllerà la tiroide e se ci sono cambiamenti come pelle secca, gonfiore, riflessi più lenti, frequenza cardiaca più lenta.
  • Esami del sangue. Ci sono due tipi di esami del sangue usati nella diagnosi dell’ipotiroidismo.
    • Esame TSH. Questo è il più importante e sensibile esame per l’ipotroidismo. Serve a misurare quanta tiroxina (T4) è stata richiesta alla ghiandola tiroide. Un TSH alto in modo anormale indica ipotiroidismo: è stato chiesto alla ghiandola tiroide di produrre più T4, perché non c’è abbastanza T4 nel sangue
    • Esami T4. La maggior parte di tiroxina nel sangue è legata a diverse proteine, che ne impediscono l’ingresso nelle cellule del corpo. Solo l’1%-2% circa di T4 nel sangue non è legato e può entrare nelle cellule. La tiroxina non legata e l’indice di tiroxina non legata sono entrambi semplici esami del sangue che misurano quanto T4 non legato c’è nel sangue e quanto ne può entrare nelle cellule.

Cura e terapia

L’ipotiroidismo non può essere guarito.

In quasi tutti i pazienti tuttavia l’ipotiroidismo può essere tenuto efficacemente sotto controllo, somministrando la quantità di ormoni che la tiroide non può più produrre in modo da riportare T4 e TSH a livelli normali. Così, anche se la tiroide non funziona bene, la sostituzione di tiroxina può riportare alla normalità i livelli di ormoni tiroidei e le funzioni del corpo. I farmaci a base di tiroxina (Eutirox®) contengono la quantità di ormoni che la tiroide non è riuscita a produrre.

L’ipotiroidismo può diventare più o meno grave nel tempo e la dose di tiroxina potrebbe quiindi necessitare aggiustamenti. Tipicamente è necessario seguire la cura per tutta la vita.

Assumendo costantemente il farmaco e, con l’aiuto del proprio medico, ottenendo e mantenendo la giusta dose di tiroxina, non è difficile mantenere completamente sotto controllo l’ipotiroidismo. I sintomi potrebbero sparire ed altre manifestazioni del basso livello di ormoni tiroidei potrebbero smettere di peggiorare o addirittura migliorare.

Effetti collaterali e complicazioni di Eutirox

Inizialmente verrà richiesto di controllare periodicamente il TSH, in modo da calibrare correttamente la dose di tiroxina, mentre nel tempo sarà sufficiente un controllo meno serrato (seguito da un aggiustamento del dosaggio in caso di variazioni). Le analisi saranno più comuni anche in caso di gravidanza o contemporanea assunzioni di farmaci che possono interferire con la tiroxina.

Lo scopo della cura è di ottenere e mantenere il TSH nella normalità. I bambini dovrebbero seguire le loro cure quotidianamente e controllare i livelli di TSH crescendo per prevenire ritardi mentali e crescita stentata.

Nel caso di donne in gravidanza la quantità va attentamente pianificata con il ginecologo, per supplire alle necessità del feto.

Si raccomanda di ripetere gli esami prima nel caso in cui:

  • i sintomi ricompaiano o peggiorino,
  • si modifichi la dose di tiroxina, il tipo, o la modalità di assunzione con o senza cibo,
  • si prenda/perda molto peso,
  • si inizi, si modifichi o si interrompa l’assunzione di un farmaco in grado d’interferire con l’assimilazione di tiroxina.

Gli unici rischi della tiroxina sono associati ad un errato dosaggio. Assunzioni eccessive potrebbero manifestare sintomi di ipertiroidismo, ossia una ghiandola tiroide iperattiva. I sintomi più comuni di una quantità circolante di ormoni tiroidei sono:

I pazienti che mostrino sintomi di ipertiroidismo vengono in genere sottoposti ad analisi del TSH che, se troppo basso, sarebbe indice di una dose eccessiva di farmaco.

Dieta

La tiroide utilizza iodio per sintetizzare ormoni tiroidei, ma i pazienti affetti da tiroidite di Hashimoto o altri tipi di disturbi autoimmuni della tiroide possono essere particolarmente sensibili agli effetti secondari derivanti da un’eccessiva assunzione di iodio. Consumare alimenti che ne contengono grandi quantità, come le alghe, può essere causa di ipotiroidismo o di peggioramento della condizione, così come l’assunzione di integratori.

Non è necessario seguire un’alimentazione particolare in caso di ipotiroidismo, è sufficiente attenersi ad una dieta sana e varia, salvo due importanti eccezioni:

  1. limitare gli alimenti a base di soia nelle ore a cavallo dell’assunzione della terapia sostitutiva, (a distanza non c’è alcun problema) perché in grado di interferire con l’assorbimento del farmaco, dell’ormone tiroideo;
  2. evitare farmaci ed integratori che contengano iodio in quantità eccessive, perché in grado di spostare l’equilibrio raggiunto con la terapia.

Per quanto riguarda le verdure, che spesso preoccupano i malati, gli specialisti americani dell’American Thyroid Association sottolineano la necessità di concentrarsi sull’assunzione di un’adeguata quantità quotidiana e soprattutto di un’ampia variabilità e non su cosa evitare; le crucifere (cavolo, broccoli, cavolfiore, …) possono effettivamente impattare sull’assorbimento di iodio da parte della tiroide, ma un effetto realmente significativo si osserva solo in caso di quantità e frequenza decisamente superiori alla media.

Inoltre l’effetto di queste verdure nei pazienti in terapia sostitutiva è pressoché trascurabile, così come in diete corrette e sufficientemente ricche di iodio e selenio.

Ipotiroidismo in gravidanza

I sintomi più comuni di ipotiroidismo in gravidanza sono:

La diagnosi clinica di ipotiroidismo in gravidanza è spesso difficile. La gestante normale può presentare alcune manifestazioni suggestive di ipotiroidismo, come intolleranza al freddo, capelli ruvidi, difficoltà di concentrazione e astenia.

I dati anamnestici che possono far sospettare l’ipotiroidismo in gravidanza sono:

  • famigliari con malattie tiroidee,
  • rilievo di anticorpi antitiroide e/o gozzo,
  • diabete mellito 1,
  • assunzione di farmaci antitiroidei.

Le indagini di laboratorio utili per una corretta diagnosi sono:

  • FT3, FT4, TSH,
  • anticorpi,
  • ecografia,
  • ioduria (dosaggio dello iodio nel sangue).

Le complicanze legate ad un ipotiroidismo non trattato in gravidanza sono diverse ed anche molto pericolose per la salute del feto, ad esempio il passaggio transplacentare di tiroxina dalla madre al feto nella prima e nell’ultima fase della gestazione è modesto, ma molto importante per lo sviluppo cerebrale del feto.

La terapia dell’ipotiroidismo permanente si basa sulla somministrazione continuativa di ormone tiroideo sotto forma di l-tiroxina (Eutirox). un preparato sintetico chimicamente puro che assicura una potenza uniforme. Eutirox deve essere assunto a digiuno 20 min prima della colazione. In presenza di vomito è comunque possibile assumere Eutirox anche dopo aver mangiato.

La dose sostitutiva di L-tiroxina è maggiore in gravidanza rispetto al periodo precedente e successivo, anche per questo l’adeguatezza del trattamento deve essere controllato frequentemente con dosaggi ormonali.

Un ipotiroidismo diagnosticato per la prima volta in gravidanza richiede l’inizio immediato della terapia sostitutiva con L-tiroxina, mentre  le donne con ipotiroidismo già diagnosticato che iniziano una gravidanza devono aumentare la dose valutandola con accurati esami del sangue.

L’aumentato fabbisogno di tiroxina può rendersi evidente già nelle prime 4 settimane dal concepimento, è quindi consigliabile misurare il TSH immediatamente. E’ importante ricordare al proprio medico ed al proprio ginecologo la condizione di ipotiroidismo in caso di prescrizione di nuovi farmaci/integratori perchè, ad esempio il solfato ferroso somministrato per correggere la carenza di ferro, può ridurre l’assorbimento della L-tiroxina se i due farmaci sono assunti contemporaneamente.

Fonti principali

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Domande e risposte
  1. Cosa mangiare in caso di ipotiroidismo? E cosa per dimagrire?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Il paziente ipotiroideo dovrebbe attenersi ad una dieta sana e varia, ricca di frutta e verdura come la popolazione generale; quando ci sia la necessità di perdere peso, allo stesso modo, si consiglia di attenersi ad una dieta moderatamente ipocalorica ma ugualmente varia e soprattutto correttamente bilanciata.