Ipoglicemia e iperglicemia nel diabete: sintomi, cause e valori

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Introduzione

La sfida che quotidianamente si trovano ad affrontare i soggetti affetti da diabete è quella di tenere sotto controllo la glicemia, ossia la quantità di zucchero nel sangue; nel paziente diabetico la tendenza è ovviamente quella di avere una glicemia troppo alta (iperglicemia), ma è altrettanto se non più pericolosa la condizione opposta, ossia una glicemia troppo bassa (ipoglicemia) indotta dai farmaci.

Nella popolazione sana è molto raro che la glicemia resti stabilmente sotto i 60 mg/dL o sopra i 100 mg/dL a digiuno, anche se in realtà esistono casi di questo tipo che non presentano alcun tipo di sintomo o disturbo; nella prima infanzia la glicemia può essere un po’ più bassa, sebbene comunque superiore a 60 mg/dL dopo il periodo neonatale (in cui non è raro rilevare valori da neonati perfettamente in salute addirittura fino a 27 mg/dL fin dal primo giorno di vita).

Vediamo quindi cause, sintomi e rimedi di situazioni in cui nel paziente diabetico ci allontaniamo eccessivamente da questi valori di normalità.

Fotografia di un glucometro appoggiato sull'esito di un esame del sangue per la glicemia

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Ipoglicemia

L’ipoglicemia si verifica quando non è presente abbastanza glucosio nel sangue (inferiori a 55 mg/dL).

Il prefisso “ipo” di ipoglicemia ha origine greca e significa “sotto”, mentre “glicemia” deriva dai termini “γλυκύς” e “αἷμα”, significanti rispettivamente “dolce” (perciò “zucchero”) e “sangue”, sempre dal greco.

La definizione di valore minimo può variare in funzione della definizione che si desidera usare, che può tenere conto di:

  • media della popolazione sana,
  • probabilità di comparsa di segni e/o sintomi,
  • risposta metabolica.

Nel paziente diabetico viene in genere fissato come limite minimo un valore pari a 70 mg/dL.

Causa

L’ipoglicemia di solito si verifica nei pazienti in terapia con insulina o con altri farmaci e può essere causata da:

  • un eccesso di insulina, in questo caso è anche definita shock insulinico,
  • farmaci (tipicamente si tratta di un pericoloso effetto collaterale di sulfaniluree e meglitinidi),
  • alimentazione insufficiente (in particolare in relazione all’apporto di carboidrati),
  • ritardo nell’assunzione del pasto,
  • lavoro fisico o attività sportiva eccessiva,
  • stress,
  • malattie e in particolare la febbre,
  • eccesso di alcool, soprattutto se consumato a stomaco vuoto.

Sintomi

I principali sintomi dell’ipoglicemia, che possono verificarsi tutti o solo in parte, sono:

Ricerche sperimentali su adulti sani hanno dimostrato che la capacità mentale cala in modo rilevabile se i valori di glicemia scendono al di sotto dei 65 mg/dL; valori inferiori ai 54 mg/dL scatenano meccanismi ormonali di difesa (rilascio in circolo di adrenalina e glucagone).

Se non viene curata, l’ipoglicemia può causare perdita di conoscenza e/o convulsioni.

Alcuni pazienti, al contrario, non avvertono alcun sintomo: in questi casi devono basarsi unicamente sull’esame della glicemia per scoprire se si trovano a rischio di ipoglicemia e prendere così i necessari provvedimenti.

Rimedi

In caso di glicemia bassa in genere viene consigliato di bere/mangiare immediatamente qualcosa che contenga zuccheri rapidamente disponibili, ad esempio:

  • succo di frutta o una bevanda gassata dolce,
  • un cucchiaio di zucchero o di miele,

A questo punto si attendono 15 minuti per poi controllare nuovamente la glicemia, in caso di livelli ancora bassi si assume nuovamente zucchero per poi ripetere il dosaggio dopo ulteriori 15 minuti e così via fino a risoluzione della crisi.

Se al pasto successivo manca più di un’ora di distanza è infine consigliabile fare uno spuntino per mantenere il livello di glucosio stabile, per esempio con cracker o un pezzo di frutta.

In caso di grave crisi ipoglicemica si ricorre all’iniezione di glucagone, un ormone in grado di provocare un immediato aumento dei valori; in genere questo viene praticato da un famigliare, perché il paziente potrebbe non essere più in grado di procedere autonomamente.

Ipoglicemia non diabetica

L’ipoglicemia non diabetica, che si verifica cioè in pazienti non affetti da diabete, è una condizione rara che può essere classificata in due possibili forme:

  • ipoglicemia reattiva, che si verifica entro poche ore dal consumo di un pasto,
  • ipoglicemia a digiuno, che può essere correlata a una qualche malattia.

Le due situazioni presentano ovviamente cause diverse; nel caso di ipoglicemia reattiva gli eventi scatenanti non sono ancora stati del tutto chiariti, ma si ritiene che l’abbassamento delle concentrazioni di glucosio avvenga in risposta ad un eccessivo rilascio in circolo di insulina, come può avvenire in caso di

  • condizione di pre-diabete,
  • chirurgia dello stomaco, che causa un passaggio troppo rapido del cibo verso l’intestino, dove avviene l’assorbimento di zucchero,
  • rare carenze enzimatiche.

Per quanto riguarda invece gli episodi di ipoglicemia a digiuno questi possono essere innescati da:

  • farmaci (aspirina, sulfamidici, chinino, …),
  • alcolici (soprattutto in caso di binge-drinking un consumo occasionale ma esagerato),
  • alterazioni ormonali,
  • tumori pancreatici.

Il trattamento d’elezione dipende ovviamente dalla causa, ma spesso alcuni accorgimenti possono rendere meno frequenti gli episodi.

Ai fini di una corretta prevenzione si consiglia di

  • consumare 5-6 piccoli spuntini al posto dei 2-3 pasti tradizionali,
  • seguire una dieta varia, sana e ricca di fibre,
  • limitare gli alimenti ad alto contenuto di zuccheri semplici.

Iperglicemia

La condizione in cui la concentrazione di glucosio nel sangue è eccessiva prende il nome di iperglicemia.

Iperglicemia è una parola formata dal prefisso di origine greca “iper” (ὑπέρ) che significa semplicemente “sopra”.

È difficile individuare e definire dei livelli massimi, ma è possibile affermare che la diagnosi di diabete viene posta in caso di

  • glicemia a digiuno superiore a 126 mg/dL,
  • oppure un valore preso a caso durante la giornata superiore a 200 mg/dL;

nel paziente diabetico l’obiettivo terapeutico (il valore di glicemia che non deve essere superato) viene individuato e personalizzato in base a numerosi fattori (età, stato di salute, …), tenendo conto che

  • tendenzialmente livelli cronicamente superiori ai 180-210 mg/dL sono causa di complicazioni d’organo sul lungo periodo,
  • eventuali sintomi immediati possono tuttavia non comparire fino a livelli superiori, attorno a circa 250-300 mg/dL.

Cause

Tra i principali fattori di rischio alla base dello sviluppo di iperglicemia del paziente diabetico ricordiamo:

  • alimentazione eccessiva,
  • consumo di dolci,
  • mancata assunzione dei farmaci antidiabetici,
  • somministrazione insufficiente di insulina,
  • malattie,
  • stress,
  • scarso esercizio fisico.

Il paziente non diabetico è invece associato ad un maggior rischio di manifestare iperglicemia in caso di:

che sono ovviamente i classici fattori di rischio per lo sviluppo di diabete.

Sintomi

Purtroppo si tratta di una condizione che fino a valori molto elevati potrebbe rimanere del tutto asintomatica; quando presenti, tra i sintomi dell’iperglicemia ricordiamo:

Se persistente nel tempo possono comparire ulteriori sintomi, come ad esempio:

Se non viene curata può sfociare nel coma.

Rimedi

In caso di iperglicemia cronica potrebbe essere necessario rivalutare la terapia prescritta e/o la dieta seguita, nonché migliorare quando possibile lo stile di vita; in caso di episodi acuti non ci sono alternative all’insulina per un effetto immediato.

Fonti e bibliografia

Domande e risposte
Cosa significa iperglicemia?
Iperglicemia è il termine medico che si usa quando la quantità di zucchero nel sangue è troppo elevata.
Quali sono i sintomi dell'iperglicemia?
Entro certi limiti l'iperglicemia non causa alcun sintomo, nonostanze sia causa di danni permamenti sul lungo periodo; valori occasionalmente elevati possono essere causa di confusione e senso generalizzato di malessere.

La persistenza di valori elevati può causare la comparsa di
  • aumento della sete
  • bocca secca
  • aumento della frequenza di minzione
  • stanchezza
  • visione offuscata
  • perdita inspiegabile di peso (nonostante un aumento della fame)
  • infezioni ricorrenti (ad esempio genitali, come la candida)
  • dolori addominali
  • senso di malessere
  • disfunzione erettile nell'uomo
  • alito fruttato.
Cosa fare in caso di iperglicemia?
In caso di valori particolarmente elevati, che richiedono un abbassamento d'urgenza, l'unica terapia possibile è la somministrazione di insulina; nel caso di valori persistentemente elevati nel tempo si tratta invece con buona probabilità di diabete e deve quindi essere considerato un generale miglioramento dello stile di vita e la pianificazione con un medico della necessaria terapia.
Cosa significa ipoglicemia?
Ipoglicemia è il termine usato per indicare un'insufficiente quantità di zuccheri nel sangue (valori più bassi di 55 mg/dL).
Quali sono i sintomi dell'ipoglicemia?
L'ipoglicemia si manifesta con la comparsa di
  • palpitazioni
  • stanchezza
  • pallore
  • ansia
  • sudorazione
  • senso di freddo e brividi
  • capogiri
  • irritabilità
  • formicolio
In caso di ulteriore abbassamento possono comparire confusione, disturbi della visione, convulsioni e perdita di conoscenza.
Cosa fare in caso di ipoglicemia? Cosa mangiare?
In caso di ipoglicemia nel paziente diabetico si consiglia in genere di assumere bevande o cibi dolci, contenenti zuccheri a rapido assorbimento; la società italiana diabetologia consiglia ad esempio come possibili opzioni 3 zollette di zucchero (equivalenti a un cucchiaio da brodo e mezzo di zucchero), un cucchiaio da brodo e mezzo di miele o marmellata, un bicchiere grande di Coca-Cola, ...

Dopo circa 15 minuti mangiare circa 50 g di pane oppure un pacchetto di cracker oppure un frutto.

Fonte: SID
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Domande e risposte
  1. 92 a digiuno, cosa ne dice?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Sembra ottimo, ma va sempre inquadrato nel contesto generale (stato di salute, storia clinica, età, …).

  2. Lo stress può influire sulla glicemia? Mia mamma è diabetica di tipo 2 ed è da sempre molto ansiosa, ma mi dà l’idea che quando si agita anche la glicemia salga di conseguenza.

    1. Dr. Roberto Gindro

      In letteratura non esistono ancora prove certe in tal senso (http://www.diabete.com/quali-fattori-nella-vita-quotidiana-influenzano-la-glicemia/), ma le confermo che praticamente tutti gli operatori sanitari le confermeranno di aver visto personalmente effetti simili.

      Nel mio piccolo posso dirle che in pazienti con situazioni simili a quella descritta ho visto prescrivere da parte dei rispettivi medici di famiglia dei blandi ansiolitici, ottenendo miglioramenti sia sulla qualità di vita che sul controllo della glicemia.