Insufficienza renale acuta e cronica: sintomi, stadi, dieta

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Introduzione

I reni sono organi fondamentali per la vita, perché responsabili di numerose funzioni:

  • ripuliscono il sangue,
  • regolano la quantità dei fluidi nel corpo,
  • producono ormoni in grado di influenzare la salute di ossa e sangue.

Sono purtroppo organi vulnerabili a numerose patologie, alcune delle quali pericolose per la sopravvivenza ed altre che possono condurre a una completa disfunzione, tale da richiedere dialisi per evitare esiti fatali.

  1. Si definisce insufficienza renale acuta la patologia caratterizzata da un rapido decremento della funzione renale.
  2. Si definisce invece insufficienza renale cronica la sindrome caratterizzata dal lento e progressivo decadimento della funzione renale, indipendentemente dalla causa.

I 10 segni e sintomi che la National Kidney Foundation indica come campanelli d’allarme di una possibile malattia renale sono:

  1. Stanchezza, diminuzione dell’energia per affrontare la giornata e difficoltà di concentrazione.
  2. Disturbi del sonno.
  3. Pelle secca e prurito.
  4. Necessità di urinare più spesso.
  5. Presenza di sangue nelle urine.
  6. Formazione di schiuma nelle urine.
  7. Gonfiore attorno agli occhi.
  8. Ritenzione idrica e accumulo di liquidi a livello di piedi e caviglie.
  9. Diminuzione di appetito.
  10. Crampi muscolari.

Ovviamente ciascuno di questi segnali può avere numerose altre spiegazioni, ma nel caso in cui ne comparisse più d’uno e/o persistessero, si raccomanda di segnalarlo al proprio curante.

Reni

I reni sono 2 organi a forma di fagiolo localizzati nella parte bassa della schiena, ai lati della colonna vertebrale; la dimensione è indicativamente di 13 cm di lunghezza, 8 cm di larghezza e 3 cm in profondità e tipicamente il rene sinistro si presenta un po’ più lungo del destro.

Ogni giorno filtrano circa 110-140 litri di sangue per produrre circa 1-2 litri di urina, liquido di rifiuto composto da sostanze da eliminare e liquidi in quantità almeno sufficiente a scioglierle. L’urina scorre dai reni alla vescica attraverso due sottili tubi muscolari chiamati ureteri, uno su ciascun lato della vescica, che funge da serbatoio per l’urina.

I muscoli della parete della vescica sono rilassati fintanto che la vescica si riempie e, quando la quantità si avvicina alla portata massima, vengono inviati dei segnali al cervello che causano la classica sensazione di necessità di urinare.

Quando la vescica si svuota l’urina viene espulsa attraverso un tubo chiamato uretra, situato nella parte inferiore della vescica; negli uomini l’uretra è relativamente lunga, mentre nelle donne è decisamente più corta.

Oltre a gestire l’eliminazione di sostanze di rifiuto e liquidi in eccesso i reni svolgono anche altri compiti altrettanto importanti:

Un danno che colpisca un solo rene non è di solito un grosso problema, poiché l’altro può compensare in modo sufficiente, se tuttavia se entrambi i reni vengono gravemente danneggiati si rende indispensabile la dialisi per non andare incontro a complicazioni fatali.

Anatomia semplificata dell'apparato urinario

iStock.com/colematt

Cause

Insufficienza renale acuta

Sono numerose le possibili cause di insufficienza renale acuta, ma tendenzialmente vengono suddivise in base alla localizzazione e alla natura del problema:

Insufficienza renale cronica

L’insufficienza renale cronica è in genere il risultato di una malattia a monte, in grado di causare progressivamente nel tempo danni irreparabili ai reni; si stima che circa il 10% della popolazione mondiale sia interessato da un problema di insufficienza renale cronica, che nella maggior parte dei casi è sconosciuta al paziente.

La pressione alta e il diabete sono le due patologie che più comunemente (due pazienti su tre) spiegano un danno renale così grave, per le complicazioni causate a livello del microcircolo.

Tra le altre potenziali cause ricordiamo anche:

La condizione è in costante aumento, tanto che alcuni sistemi sanitari iniziano a parlare di epidemia; alla base di questo fenomeno troviamo diversi fattori:

  • invecchiamento della popolazione,
  • diffusione di condizioni cliniche predisponenti (quelle elencate prima),
  • aumentata sopravvivenza dei pazienti.

Stadi

La malattia renale cronica è definita come “una condizione di alterata funzione renale che persiste per più di 3 mesi” ed è classificata in 5 stadi di crescente gravità; la definizione e la stadiazione è stata originariamente proposta dalla National Kidney Foundation americana nel 2002 e in seguito modificata nel 2004 e si basa fondamentalmente sulla valutazione della velocità di filtrazione glomerulare, una stima quantità della quantità di sangue che viene filtrato dai glomeruli renali per minuto. Maggiore è il valore, migliore è la salute del rene.

  • Stadio 1: Segni di danno renale con funzione normale o aumentata (GFR > 90 ml/min)
  • Stadio 2: Segni di danno renale e lieve compromissione funzionale (GFR tra 60 e 89 ml/min)
  • Stadio 3: Riduzione funzionale moderata (GFR tra 59 e 30 ml/min)
  • Stadio 4: Compromissione funzionale grave (GFR tra 29 e 15 ml/min)
  • Stadio 5: Insufficienza renale terminale (GFR < 15 ml/min o paziente in terapia sostitutiva con dialisi)

Si noti che l’assegnazione ad uno stadio si basa su due fattori:

  • danno renale diagnosticato attraverso esami di laboratorio e strumentali
  • riduzione della funzione renale, intesa come velocità di filtrazione glomerulare (VFG o GFR).

Data la sua insorgenza lenta e graduale e la progressiva comparsa di meccanismi di adattamento, l’insufficienza renale cronica può rimanere silente per molto tempo; tendenzialmente è lo stadio 3 quello nel quale si evidenzia una tendenza alla progressione più marcata.

Approfondiamo ora i diversi stadi di malattia.

Stadio 1

Nello stadio 1 si registra un lieve danno renale e tipicamente nessun sintomo; generalmente l’eGFR è ancora nella norma e la diagnosi è posta sulla base di altri reperti (proteine nelle urine o danni fisici ai reni, per esempio).

in questa fase l’obiettivo è essenzialmente prevenire il peggioramento del danno renale ed è possibile anche attraverso un miglioramento dello stile di vita:

  • controllo ottimale della glicemia in caso di diabete,
  • mantenimento della pressione sanguigna all’interno di un range di normalità,
  • dieta sana,
  • evitare il fumo,
  • attività fisica,
  • recupero e mantenimento del peso ideale.

Il medico curante valuterà l’eventuale necessità di farmaci e potrebbe essere il momento di trovare un nefrologo di fiducia.

Stadio 2

Nella fase 2 si registra un lieve danno renale e ancora nessun sintomo; diventa imperativo fare il possibile per prevenire il peggioramento del danno renale.

Un eGFR tra 60 e 89 significa che i reni funzionano ancora bene e riescono a supplire efficacemente ai danni presenti.

Stadio 3

I reni non funzionano più in modo ottimale e molti pazienti iniziano a manifestare sintomi come:

  • gonfiore alle mani e ai piedi,
  • mal di schiena,
  • urinare più o meno del normale.

Aumenta la probabilità di iniziare a notare complicazioni dovute all’accumulo di sostanze di rifiuto, che non vengono più smaltite correttamente; possono comparire ad esempio ipertensione, anemia e disturbi ossei.

Stadio 4

Lo stadio 4 d’insufficienza renale è indicativo di un netto peggioramento della funzionalità renale; diventa più comune avere sintomi e complicazioni descritte per lo stadio 3.

In questa fase diventa ancora più importante collaborare strettamente con il nefrologo e il dietologo, anche per prepararsi alla necessità di dialisi e/o trapianto.

Stadio 5

I reni sono prossimi alla completa incapacità di funzionare, oppure hanno di fatto già smesso; i sintomi sono gravi e lo stato di salute del paziente può peggiorare drasticamente per la comparsa di:

Per sopravvivere è necessario iniziare la dialisi o procedere al trapianto di rene.

Sintomi

Forma acuta

In caso di insufficienza renale acuta spesso non compare alcun sintomo, se non in alcuni pazienti una riduzione della produzione di urina; in seguito possono manifestarsi:

Nei casi più gravi il paziente potrebbe sviluppare convulsioni ed eventualmente coma.

Forma cronica

Moltissime persone con insufficienza renale cronica non manifestano alcun sintomo fino alle fasi più avanzate della malattia, perché l’organismo riesce a compensare per lungo tempo le difficoltà insorte in modo graduale. Questa è una delle principale sfide della medicina, perché più viene ritardata la diagnosi e più saranno le difficoltà incontrate dal paziente in fase di trattamento.

Nelle fasi più avanzate compaiono invece i seguenti sintomi:

  • diminuzione di appetito e perdita di peso,
  • gonfiore di caviglie, piedi e mani,
  • gonfiore attorno agli occhi, soprattutto al risveglio,
  • mancanza di fiato,
  • stanchezza e riduzione di energia,
  • sangue nelle urine,
  • aumentato bisogno di urinare, soprattutto di notte,
  • insonnia e altri disturbi del sonno,
  • prurito e pelle secca,
  • crampi muscolari (soprattutto notturni),
  • sensazione generale di malessere,
  • mal di testa.

Cura

Il trattamento dell’insufficienza renale acuta richiede in genere una costante assistenza ospedaliera; è necessario innanzi tutto individuare e risolvere la causa scatenante, per esempio:

  • interrompendo l’uso di farmaci responsabili dell’insufficienza renale,
  • intervenire sulla disidratazione se presente,
  • curare eventuali infezioni,
  • risolvere eventuali blocchi urinari.

In alcuni casi può essere necessario sottoporsi per qualche tempo alla dialisi, un processo che sostituisce la funzione renale.

Per i pazienti affetti dalla forma acuta la dialisi è temporanea e può essere interrotta non appena i reni sono capaci di funzionare di nuovo, ma per la maggior parte dei pazienti con grave insufficienza cronica è un trattamento permanente.

Nel caso di pazienti affetti da insufficienza renale cronica, per definizione una condizione incurabile, il trattamento prevede:

Dieta


Sezione sull’alimentazione a cura del Dott. Giuliano Parpaglioni
Biologo nutrizionista
Master internazionale di II livello in nutrizione e dietetica
Riceve a Brescia, Leno e Toscolano Maderno
340 418.93.93


La dieta in questi casi è stilata in maniera molto precisa dal nutrizionista e normalmente prevede le caratteristiche elencate di seguito (ovviamente in questi casi il fai da te è assolutamente sconsigliato).

  • Un elevato livello energetico. L’alimentazione deve essere ricca in modo da evitare la malnutrizione, molto frequente in caso di insufficienza renale cronica. In caso di necessità si può ricorrere a preparati appositi, molto calorici con contenuto apporto di proteine, sodio e potassio.
  • I carboidrati devono rappresentare la maggioranza dell’apporto quotidiano di nutrienti, preferibilmente complessi.
  • I lipidi (grassi) sono in quantità regolare, ma devono essere controllati a livello qualitativo ed è quindi importante non esagerare con i grassi saturi (prodotti animali), a favore degli oli, soprattutto extravergine d’oliva, perché è molto frequente che all’insufficienza renale sia associata una condizione di rischio cardiocircolatorio molto elevato.
  • Le proteine sono l’elemento critico dell’alimentazione per l’insufficienza renale. Devono essere in quantità ridotta, soprattutto se l’insufficienza è media o grave, e spesso una dieta aproteica deve essere integrata per raggiungere gli standard nutritivi richiesti. Le proteine devono essere ad alto valore biologico (quindi in teoria derivare da prodotti animali), ma sono state presentate con successo anche soluzioni vegetariane, con l’accurata selezione di integratori e alimenti quali cereali e legumi per dare l’intero spettro amminoacidico in quantità limitata ma sufficiente. Il vantaggio di una dieta vegetariana/vegana con integratori piuttosto che una dieta comprendente prodotti animali è la facilità di gestione anche dei minerali, altro importante fattore da tenere sotto controllo, soprattutto sodio, potassio e fosforo.
  • Il sodio va controllato strettamente, anche in questo caso, come per la sindrome nefrosica, si può arrivare a dosaggi molto bassi per evitare di affaticare il rene.
  • Il potassio è presente in discrete quantità negli alimenti vegetali ed è un minerale che va ridotto. Il modo migliore per ridurre il contenuto di potassio nella dieta è quello di limitare gli alimenti che ne sono ricchi, ad esempio:
    • caffè solubile,
    • lievito secco,
    • farina di soia,
    • latte in polvere,
    • pepe,

    mentre sono particolarmente poveri di potassio:

    • olio d’oliva,
    • amido di riso,
    • maionese,
    • maccheroni,
    • spaghetti.

    Un modo per eliminare il potassio (e in genere i minerali) dalle verdure può essere quello di bollirle due volte gettando ogni volta l’acqua di cottura. In questo modo le verdure risultano impoverite ma più accettabili dal punto di vista renale.

  • Ferro e vitamine, a seconda delle condizioni del paziente e della dieta, potrebbero venire integrati con prodotti specifici.
  • Il fosforo, al pari del potassio, va controllato accuratamente, è bene quindi evitare i formaggi.
  • La fibra andrebbe consumata in quantità normali (ovvero 20-30 g al giorno), per questo frutta e verdura sono importanti.

Dialisi

Ci sono 2 tipi di dialisi:

  • emodialisi (che sfrutta un dispositivo per eliminare le tossine dal sangue e regolare i livelli di sostanze chimiche essenziali come il potassio; richiede 3-4 sedute alla settimana, per 4-5 ore circa di durata ciascuna),
  • dialisi peritoneale (che sfrutta come filtro il peritoneo, ossia il rivestimento della cavità addominale; ci sono diversi protocolli possibili, in genere da seguire a casa, ma con maggior frequenza rispetto all’emodialisi. Sono inoltre necessarie severe restrizioni dietetiche sulla quantità di sale, proteine e liquidi che mangiano e bevono).
Fotografia di un paziente in dialisi

iStock.com/gopixa

Quando la dialisi non è più sufficiente l’ultima alternativa rimane il trapianto di rene, ma sfortunatamente la disponibilità di organi è estremamente limitata e in ogni caso non è la migliore opzione per tutti i soggetti.

Prognosi

Nella maggior parte dei casi i soggetti che vanno incontro a insufficienza acuta recuperano in modo quasi sempre ottimale e solo occasionalmente sviluppano un danno permanente. Aumenta tuttavia il rischio di sviluppare in futuro nuovi disturbi renali e, più in generale, problema cardiovascolari.

Nel caso di insufficienza renale cronica, invece, non esiste purtroppo via d’uscita e l’unico obiettivo è quello di rallentare la progressione della malattia e tamponare le complicazioni che via via si presenteranno, attraverso stile di vita, farmaci, dialisi ed eventualmente trapianto.

Domande e risposte
Cos'è l'insufficienza renale?
È il termine medico che indica la riduzione della capacità dei reni di filtrare correttamente il sangue; se nelle prime fasi il pazienti spesso non mostra alcun sintomo, quando la malattia renale progredisce verso l'insufficienza renale nel corpo possono accumularsi pericolosamente liquidi, elettroliti e sostanze di rifiuto.
Come si cura?
Nel caso di insufficienza renale acuta in genere si procede alla cura della malattia che ne è la causa, nel caso di insufficienza renale cronica invece spesso non è possibile guarire, ma solo rallentare la progressione della malattia attraverso uno stile di vita scrupoloso e, eventualmente, uno o più farmaci in grado di limitare il danno causato da fattori di rischio quali pressione alta, diabete, ipercolesterolomia, ...
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Domande e risposte
  1. In poche parole cos’è l’insufficienza renale che non ho capito?

    1. Dr. Roberto Gindro

      I reni funzionano male e non riescono più a svolgere il loro lavoro, ossia depurare il sangue.

  2. Un grave episodio di colica renale (la notte di Natale sono stata malissimo!) può predisporre a danni più gravi?

    1. Dr. Roberto Gindro

      No, in genere non è legata ad alcuna conseguenza a lungo termine (soprattutto se l’episodio è occasionale).