Virus intestinale marzo 2024 in bambini e adulti: sintomi e altro

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Introduzione

La gastroenterite virale è un’infezione intestinale che spesso viene definita erroneamente “influenza intestinale” o virus intestinale; il termine gastroenterite indica un’infiammazione dello stomaco e dell’intestino, tipicamente risultante da un’infezione virale, batterica o, meno comunemente, da parassiti. I virus più frequentemente associati alla gastroenterite nei paesi occidentali sono il Norovirus e il Rotavirus, con il primo che è la causa più comune negli adulti e il secondo nei bambini.

Sebbene sia particolarmente diffusa nei mesi freddi, è una delle malattie di più frequente diagnosi durante tutto l’anno ed è causata tipicamente da

  • contatto con una persona infetta,
  • contatto con oggetti contaminati,
  • ingestione di alimenti o acqua contaminati.

La miglior forma di prevenzione è un frequente lavaggio delle mani, ma si tratta di un disturbo che è capitato a tutti almeno una volta nella vita perché purtroppo non è sempre possibile prevenirlo.

I sintomi caratteristici della gastroenterite, che possono comparire tutti o solo in parte, sono:

  • vomito,
  • dolore addominale,
  • diarrea,
  • malessere generale
  • mal di testa.

Alcune forme particolarmente severe potrebbero essere causa dello sviluppo di febbre, segno della guerra in corso tra virus ed organismo; in questi casi è comune avvertire anche brividi e dolori diffusi.

L’influenza intestinale dura in genere pochi giorni, tipicamente 2-3, ma a seconda del virus responsabile i sintomi potrebbero persistere anche più a lungo.

In pazienti altrimenti sani la prognosi è ottima e il recupero avviene senza necessità di trattamento; la maggior parte dei casi di gastroenterite ha infatti un decorso autolimitante e si risolve spontaneamente, sebbene l’idratazione sia fondamentale per prevenire la disidratazione, soprattutto nei bambini piccoli e negli anziani.

Donna dolorante alla pancia e sullo sfondo un gabinetto.

Shutterstock/eldar nurkovic

Cause

I virus che provocano la gastroenterite virale danneggiano le cellule che formano le pareti dell’intestino tenue, con la conseguente fuoriuscita dei fluidi dalle cellule colpite e relativa diarrea acquosa.

Alla base della maggior parte delle gastroenteriti virali troviamo quattro famiglie di virus:

  1. Il rotavirus è la causa primaria tra i bambini di età compresa tra i 3 e i 15 mesi e la causa più comune della diarrea nei bambini di età inferiore ai 5 anni. I sintomi dell’infezione da rotavirus compaiono uno o due giorni dopo l’esposizione (tempo d’incubazione): il rotavirus di solito provoca vomito e scariche di diarrea acquosa per un periodo variabile dai 3 agli 8 giorni, oltre a febbre e dolore addominale. Può anche infettare gli adulti che vivono a stretto contatto con i bambini infetti, ma in genere in forma più lieve.
  2. L’adenovirus colpisce soprattutto i bambini di età inferiore a due anni; ne esistono 49 tipi diversi, ma solo una specie infetta l’apparato gastrointestinale provocando vomito e diarrea. I sintomi di solito compaiono a una settimana dall’esposizione. Le infezioni da adenovirus possono verificarsi in qualsiasi periodo dell’anno.
  3. I calicivirus possono provocare infezioni nelle persone di qualsiasi fascia d’età. Questa famiglia di virus comprende quattro tipi diversi: i norovirus sono i più comuni e sono i principali responsabili delle infezioni della specie umana, di solito provocano le epidemie di gastroenterite virale che si verificano con maggior frequenza nel periodo compreso tra ottobre e aprile. I sintomi più comuni dell’infezione sono: vomito e diarrea, affaticamento, mal di testa e in alcuni casi anche dolori muscolari. I sintomi compaiono da uno a tre giorni dall’esposizione.
  4. Gli astrovirus infettano soprattutto i neonati, i bambini piccoli e gli anziani. I virus di questo tipo sono maggiormente attivi nei mesi invernali. Il vomito e la diarrea compaiono da uno a tre giorni dopo l’esposizione.

Contagio

La gastroenterite virale è una condizione altamente contagiosa e purtroppo non si acquisisce immunità dopo averla contratta (se non verso quello specifico ceppo virale e comunque limitatamente nel tempo).

I casi di influenza intestinale sono più comuni in inverno, ma le epidemie possono verificarsi in qualsiasi periodo dell’anno.

La più comune via di contagio è oro-fecale, quindi è possibile contrarre norovirus ed altre infezioni portando accidentalmente alla bocca o a contatto con altre mucose minuscole particelle fecali o provenienti da vomito di soggetti infetti; questo avviene in genere mediante una delle seguenti modalità:

  • consumo di cibo o bevande contaminate,
  • toccando superfici o oggetti contaminati (fomiti) da norovirus e poi portando le dita alla bocca
  • contatto diretto e stretto con un soggetto infetto (vomito/feci).

I norovirus, in particolare, si diffondono mediante contatto con le feci o il vomito di persone infette o attraverso l’acqua o gli alimenti contaminati (soprattutto ostriche o molluschi provenienti da acque contaminate).

È possibile che ci si possa contagiare anche respirando particelle virali emesse da un paziente che abbia vomitato, ma si tratta ad oggi ancora di un’ipotesi.

Per quanto si è contagiosi?

  • Un paziente con gastroenterite inizia a essere contagioso dalla comparsa dei sintomi (o poco prima) e fino a 48 ore dopo la loro scomparsa.
  • Il virus può sopravvivere nelle feci per fino a due settimane dopo la guarigione, soprattutto nei bambini.
  • Anche chi non presenta sintomi può comunque essere contagioso.

Fattori di rischio

Ogni virus del tratto gastrointestinale manifesta un periodo di maggiore attività: per esempio, coloro che risiedono nell’emisfero settentrionale (come l’Italia) hanno una maggiore probabilità di contrarre il Rotavirus o il virus Norwalk tra ottobre e aprile. Tuttavia, è possibile essere esposti al contagio durante tutto il corso dell’anno.

Si tratta di patologie che trovano un fertile terreno di diffusione in dormitori, caserme, asili, scuole, navi da crociera, … ovvero in tutti i luoghi dove si registra un’alta concentrazione di persone.

I soggetti immunodepressi sono poi ovviamente ad alto rischio di contagio (neonati, persone anziani, pazienti sieropositivi, trapiantati, …) e a maggior rischio di complicazioni.

Sintomi

La gastroenterite spesso è definita influenza intestinale, ma non ha nulla a che vedere con l’influenza vera e propria, che colpisce primariamente l’apparato respiratorio (naso, gola e polmoni).

La gastroenterite (virus intestinale) colpisce l’intestino, provocando sintomi come:

Secondo alcuni autori non è raro che i sintomi peggiorino nelle ore serali e durante la notte, a causa di variazioni circadiane di tipo ormonale e metabolico.

Incubazione

I sintomi compaiono in genere da 12 a 48 ore dopo il contagio (tempo d’incubazione).

Quanto dura?

I sintomi persistono mediamente per un periodo compreso tra 1 e 3 giorni; la variabilità è dettata dalla reattività del sistema immunitario dell’ospite e dal virus responsabile del contagio (alcuni ceppi virali sono causa di malesseri in grado di persistere fino a 10 giorni e più).

Fa venire la febbre?

Sì, è possibile che si sviluppi una leggera febbre, ma in genere se presente tende a risolversi in modo relativamente rapido.

Pericoli

La disidratazione è la complicanza più comune della gastroenterite virale, che si verifica quando non è possibile reidratarsi per supplire alle perdite di liquidi causate da vomito e diarrea.

Un organismo disidratato non ha sufficienti liquidi per mantenere il giusto equilibrio di sali minerali necessari al buon funzionamento di organi e apparati (elettroliti).

I neonati, i bambini piccoli, gli adulti più anziani e le persone con sistema immunitario indebolito sono i soggetti che presentano il rischio maggiore di incorrere in questo problema.

I sintomi e i segni più comuni di disidratazione nell’adulto sono:

In neonati e bambini è invece possibile verificare la presenza di:

  • bocca e lingua secca,
  • assenza di lacrime durante il pianto,
  • pannolino asciutto per tre o più ore,
  • febbre alta,
  • irritabilità o eccessiva sonnolenza,
  • guance scavate e/o fontanella eccessivamente evidente nei neonati.

Può essere inoltre utile verificare, su adulti e bambini, pizzicando delicatamente la pelle; in caso di disidratazione questa non si distende normalmente quando viene rilasciata.

Nei casi più gravi, soprattutto nei Paesi poveri, la disidratazione può anche causare morte.

Quando chiamare il medico

Normalmente la gastroenterite virale non richiede assistenza medica, in quanto patologia autolimitante e destinata quindi a risolversi nel giro di qualche giorno; è invece indispensabile contattare un medico nel caso di adulto con:

  • severi sintomi di disidratazione, come ad esempio l’assenza di urine, vertigini persistenti o la perdita di conoscenza,
  • presenza di sangue nelle feci (potrebbe essere segno di infezione batterica),
  • vomito persistente che impedisce di reidratarsi,
  • febbre oltre i 38°,
  • sintomi che non migliorano dopo qualche giorno,
  • sintomi comparsi al ritorno da un viaggio un Paese a rischio,
  • patologie pre-esistenti come malattie renali, malattie infiammatorie intestinali o un sistema immunitario indebolito da altre cause.

Nel caso di bambini tendenzialmente è possibile gestire la situazione in casa, ma si raccomanda di rivolgersi al Pronto Soccorso in caso di:

  • sintomi di disidratazione, come ad esempio l’assenza di urine (pannolino asciutto), pianto senza lacrime, irritabilità, letargia, mani e piedi freddi, …
  • sangue nelle feci o vomito di colore verde,
  • vomito persistente che impedisce di reidratarsi,
  • diarrea per più di una settimana,
  • vomito per tre giorni o più,
  • sintomi anomali legati a patologie più gravi:
  • sistema immunitario indebolito per altre cause.

Diagnosi

In genere la diagnosi di gastroenterite virale viene formulata in base ai soli sintomi (diagnosi clinica) e solo nel caso di sintomatologia grave che persista per più di 2-3 giorni potrebbero essere necessari ulteriori test; in questi il curante potrebbe voler richiedere un esame delle feci per poter per esempio escludere infezioni batteriche o parassitarie.

In molti casi i medici curanti sono facilitati nella diagnosi dall’osservazione della situazione nella comunità, in questi casi è infatti frequente che i casi diventino improvvisamente numerosi e con sintomi paragonabili tra loro.

Farmaci, cosa prendere?

La maggior parte dei casi di gastroenterite virale si risolve spontaneamente senza necessità di alcun farmaco (e ricordiamo che gli antibiotici non sono efficaci contro le infezioni virali); l’obiettivo principale del trattamento è quindi quello di ridurre i sintomi e prevenire le complicazioni.

Tra i farmaci più comunemente usati ricordiamo:

I farmaci antidiarroici, in grado quindi di bloccare la diarrea, impediscono all’organismo di eliminare dall’intestino i virus responsabili dei sintomi stessi, mentre nel caso di farmaci antiemetici (contro il vomito) il profilo di rischio dei principi attivi più efficaci in realtà non sempre ne giustifica l’utilizzo (entrambe le molecole nominate sono generalmente controindicate nei bambini).

Si raccomanda di NON associare farmaci antidiarroici come loperamide e procinetici come Plasil o Peridon (hanno effetto opposto sulla muscolatura gastrointestinale); per la diarrea possono essere utili fermenti lattici.

Si raccomanda quindi di fare sempre riferimento al medico prima di assumere farmaci, soprattutto nel caso pazienti bambini, perché in questi casi si rivelano spesso un’arma a doppio taglio.

In buona sostanza serve quindi un po’ di paziente attesa che l’infezione faccia il suo corso, ma è possibile ad esempio ricorrere a medicinali a base di diosmectite, sostanza che non riduce il numero di scariche favorendo la formazione di feci più compatte (il farmaco è tuttavia controindicato al di sotto dei due anni, in gravidanza e allattamento). Il meccanismo d’azione è legato alla capacità di assorbire batteri, virus e tossine eventualmente presenti a livello intestinale, permettendone la successiva evacuazione.

Nel caso dei bambini più piccoli, quando il vomito fosse persistente, potrebbe rendersi necessario ricorrere all’idratazione per via endovenosa (flebo).

Dieta: cosa mangiare?

A differenza del passato non è più ritenuto strettamente necessario ricorrere ad una dieta in bianco; in caso di vomito severo è possibile senza timori sospendere il consumo di alimenti e liquidi per qualche ora, mentre quando possibile si consiglia di riprendere gradualmente la reidratazione per prevenire il rischio di disidratazione.

Per evitare i problemi e prevenire la disidratazione in fase di guarigione, si consiglia di:

  • Bere abbondantemente, possibilmente soluzioni reidratanti specifiche, oppure in alternativa bibite frizzanti al limone (Sprite®, 7UP®) non fredde da frigo, brodi o bevande energetiche senza caffeina, come il Gatorade® e simili. Nei casi di disidratazione più severa l’acqua naturale va sempre integrata con sali minerali. Utile anche cercare di mangiare lentamente un ghiacciolo e in generale bere poco per volta, per evitare di innescare episodi di vomito (in questi casi è utile lasciar sciogliere in bocca piccoli cubetti di ghiaccio).
  • Reintrodurre molto gradualmente il cibo solido, partendo da alimenti facilmente digeribili come riso, patate, pane bianco, carne bianca, banane, … In caso di ricomparsa di vomito sospendere nuovamente.
  • Evitare per qualche tempo e comunque almeno fino a completo recupero cibi grassi, dolci, latte e latticini nel caso degli adulti, caffeina e alcolici.
  • Riposare.

Pazienti anziani o soggetti immunocompromessi necessitano di attenzioni quasi quanto i bambini, dato l’organismo più fragile e soggetto a disidratazione.

Bambini

I bambini richiedono invece qualche attenzione e precauzione aggiuntiva; a causa della loro dimensione corporea più piccola, neonati e bambini sono maggiormente esposti al rischio di disidratazione quando la gastroenterite virale diventa causa di diarrea e vomito e l’aspetto più importante è quindi reintegrare liquidi e sali minerali.

Si consiglia quindi di:

  • Somministrare soluzioni reidratanti orali, come Dicodral® o Humana Idravita®. Si raccomanda di non usare l’acqua, in quanto nei bambini affetti da gastroenterite l’acqua priva di sali minerali non viene assorbita correttamente e non è in grado di reintegrare liquidi e sali. Le soluzioni reidratanti orali sono in vendita in tutte le farmacie, ma rivolgetevi comunque al medico se non siete sicuri su come usarle. Non cercate di reidratare vostro figlio usando succhi di frutta o altre bevande dolci, perché potrebbero far peggiorare la diarrea.
  • Proporre al bambini alimenti solidi di facile digestione in caso di richiesta, come biscotti, pane, riso, banane e patate.
  • In caso di neonato allattato al seno continuare regolarmente, così come in caso di allattamento con il latte artificiale, eventualmente associato alle soluzioni reidratanti se prescritte.
  • Riposo.

Dieta BRAT

In passato veniva talvolta suggerita la dieta BRAT, acronimo inglese di:

  1. Banane: facilmente digeribili e ricche di potassio, che può essere perso a causa della diarrea.
  2. Riso: fonte di carboidrati complessi facilmente digeribili, che fornisce calorie senza irritare lo stomaco o l’intestino.
  3. Mela: Le mele, preferibilmente cotte o in purea, sono sono incluse per la presenza di pectina (una fibra che migliora l’infiammazione intestinale).
  4. Toast: Le fette di pane tostato sono un’alternativa secca al riso.

In realtà ad oggi NON è più consigliata perché eccessivamente e soprattutto inutilmente restrittiva; i singoli alimenti rimangono comunque ottime opzioni come singoli componenti di una normale dieta leggera.

Prevenzione

Per ridurre il rischio di contrarre la gastroenterite virale si consiglia di:

  1. Lavare accuratamente le mani con acqua calda e sapone, fregando bene per almeno 20 secondi; è particolarmente importante soprattutto dopo aver usato il bagno, cambiato un pannolino e in generale prima di maneggiare o consumare del cibo.
  2. Disinfettare le superfici potenzialmente contaminate come il tavolo, i tavolini da gioco dei bambini, le superfici di preparazione del cibo, … e in generale gli oggetti utilizzati da famigliari affetti dall’infezione. Particolare attenzione va posta nella disinfezione dei sanitari.
  3. Evitare la condivisione di asciugamani, posate, bicchieri, cuscini, … con pazienti colpiti da sintomi.
  4. Evitare cibi e bevande che potrebbero essere contaminati, soprattutto in viaggio in Paesi con condizione igieniche precarie.

Ricordiamo l’esistenza di uno specifico vaccino contro il rotavirus; se nei Paesi del terzo mondo si tratta di una forma di prevenzione in grado di salvare delle vite, in Italia e nei Paesi con sistemi sanitari più avanzati è di fatto una possibilità che può prevenire un ricovero ospedaliero per reidratare i bambini che ne vengono colpiti.

Fonti e bibliografia

Domande e risposte
Come capire se è un virus intestinale?
I virus intestinali provocano un'infiammazione dello stomaco e dell'intestino e si manifestano tipicamente con:
  • Diarrea: Sia acquosa che ripetitiva, è uno dei segnali principali.
  • Vomito: Frequentemente accompagnato da nausea.
  • Crampi e dolore addominale: Sensazioni di dolore o discomfort a livello dello stomaco o dell'intestino.
  • Febbriciattola: Non sempre presente, ma può manifestarsi in alcuni casi.
  • Mal di testa e affaticamento: Sintomi generali che possono comparire.
  • Dolori muscolari: Alcuni individui possono sperimentare anche dolori muscolari.
Molto spesso sono presenti solo alcuni dei sintomi elencati (ad esempio solo nausea e diarrea, o anche solo diarrea e crampi, ...); più in generale questi sintomi possono variare in intensità e durata da persona a persona e possono essere comuni anche ad altre condizioni mediche.

Alcune cose che possono aiutare a distinguere un virus intestinale da altre condizioni sono:
  • La durata dei sintomi: I sintomi di un virus intestinale di solito durano da pochi giorni a una settimana.
  • La presenza di altri malati in famiglia o nella comunità: I virus intestinali sono spesso contagiosi e possono diffondersi facilmente.
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Domande e risposte
  1. Cosa prendere per il vomito?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Il vomito nel caso della gastroenterite è destinato a risolversi in genere entro 12-24 ore, quindi tipicamente non è necessario assumere farmaci antiemetici (che peraltro richiedono quasi tutti prescrizione medica).

  2. Cosa prendere per la diarrea?

    1. Dr. Roberto Gindro

      La diarrea, come d’altra parte il vomito, è un meccanismo di difesa per l’organismo che cerca di liberarsi della causa del malessere (il virus); per questa ragione è consigliabile NON assumere farmaci antidiarroici, che bloccando lo stimolo di espulsione hanno come effetto indesiderato quello di aumentare la permanenza del virus nell’intestino. È invece possibile assumere fermenti lattici, di cui tuttavia non si rileva in letteratura alcuna dimostrazione inequivocabile della loro utilità. È invece indispensabile l’assunzione abbondante di acqua e liquidi chiari, eventualmente arricchite da sali minerali, per evitare la disidratazione.

  3. Quanto dura la gastroenterite?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Nella maggior parte dei casi 1-2 giorni, anche se alcuni virus possono persistere con sintomi fino a 10 giorni circa.