Emicrania oftalmica: sintomi, cause, pericoli, cura

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Introduzione

Per emicrania oftalmica s’intende un tipo di mal di testa caratterizzato dalla presenza di disturbi visivi eo fenomeni neurologici associati.

Oltre ai sintomi tipici dell’emicrania, come la cefalea intensa, la nausea, le vertigini, chi ne è affetto presenta anche sintomi visivi, quali:

  • elevata sensibilità alla luce (fotofobia),
  • lampi di luce e scie luminose (fotopsie),
  • macchie nere o colorate nel campo visivo (scotomi),
  • lacrimazione eccessiva,
  • temporaneo abbassamento della vista.
Esempio di visione durante un episodio di emicrania oftalmica

iStock.com/mangpor_2004

Questa condizione clinica, pur essendo considerata transitoria e non particolarmente grave, può compromettere notevolmente la qualità di vita di chi ne è affetto, imponendogli di trascorrere del tempo a riposo e lontano da fonti luminose per alleviare l’intensità dei sintomi.

Riconoscere l’emicrania oftalmica e i suoi fattori scatenanti può essere importante per affrontarla al meglio e ridurre la frequenza degli attacchi.

Quando l’emicrania oftalmica non è il sintomo di una malattia sottostante, la prognosi è buona e la patologia tende a risolversi spontaneamente o nel giro di un paio di giorni.

Risulta fondamentale per il paziente cercare di ridurre o eliminare l’esposizione a fattori scatenanti, attuando modificazioni dello stile di vita (abitudini alimentari o legate al sonno scorrette, fonti di stress, fumo di sigaretta e assunzione di alcolici, …) e possono risultare utili alcuni rimedi naturali (infusi di valeriana, camomilla e melissa) o la pratica di attività rilassanti come yoga o meditazione.

È importante, infine, non abusare di antidolorifici e non utilizzare farmaci in maniera impropria, ma fare sempre ricorso ad un medico perché ci illustri il percorso terapeutico più appropriato, per risolvere la condizione dopo una diagnosi di certezza.

Cause

L’emicrania oftalmica si presenta generalmente come un mal di testa pulsante e d’intensità grave-moderata, accompagnato da cambiamenti della visione monoculare (che interessa cioè un unico occhio) e manifestazioni neurologiche transitorie, come aumento della sensibilità ai suoni, nausea e vomito.

Nonostante le ricerche volte ad identificare i meccanismi alla base di questa patologia siano ancora in corso, nel tempo sono state elaborate due teorie che potrebbero spiegare l’insorgenza di questa forma di emicrania:

  • Teoria genetica: la causa principale che spiegherebbe l’insorgenza dell’emicrania oftalmica è da rintracciare nell’eredità familiare del disturbo;
  • Teoria vascolare: una costrizione improvvisa nella zona del bulbo oculare, con riduzione del flusso sanguigno a livello oculare, potrebbe causare e spiegare l’attacco emicranico.

La cefalea oftalmica può inoltre essere determinata da alcune specifiche patologie della vista, come:

  • difetti visivi non corretti (miopia, ipermetropia, astigmatismo),
  • affaticamento degli occhi,
  • malattie oculari, come la cataratta, che rendono difficoltosa la visione.

Anche un’infiammazione del nervo trigemino, infine, può essere alla base di un’emicrania oftalmica.

Fattori scatenanti

Questa patologia può essere innescata da diversi fattori, tra cui:

Nella maggior parte dei casi questi fattori possono determinare un’alterazione del sistema di regolazione del dolore e un’anomala risposta a livello neurologico, innescando la crisi emicranica.

Chi è più predisposto?

Sono a rischio principalmente le giovani donne (fino ai 40 anni) o coloro che presentano una predisposizione familiare o personale a manifestare un’emicrania con aurea (una cefalea primaria, caratterizzata da sintomi soprattutto visivi che annunciano e precedono il sopraggiungere dell’emicrania).

Sintomi

Un episodio di emicrania oftalmica si manifesta, oltre che con la presenza di un mal di testa di intensità moderata o grave, con la comparsa di disturbi visivi di carattere generale che interessano un unico occhio, come:

  • lacrimazione,
  • gonfiore alle palpebre o all’occhio stesso,
  • rossore,
  • scotomi (visione di macchie scure o colorate nel campo visivo),
  • fotofobia (fastidio oculare causato dall’esposizione alla luce),
  • fosfeni (visione di lampi di luce o flash luminosi),
  • perdita o alterazione momentanea della visione.

Possono, inoltre, essere associati altri disturbi, che si accentuano nel caso di sforzi fisici anche lievi (come camminare, salire o scendere dei gradini), quali:

  • nausea eo vomito, senso di repulsione per il cibo (nel caso di crisi molto forti);
  • vertigini,
  • debolezza muscolare,
  • impaccio nei movimenti di un’estremità,
  • aumentata sensibilità e fastidio in caso di esposizione a rumori o a odori molto forti,
  • disturbi del linguaggio di tipo afasico (difficoltà ad articolare le parole),
  • sensazione di intorpidimento, formicolii, riduzione della sensibilità di un arto o metà del corpo (le parestesie, si diffondono tipicamente dalla mano al braccio e possono coinvolgere un lato del volto).

Di solito queste manifestazioni cliniche sono reversibili (regrediscono in un arco di tempo compreso tra i 5-20 minuti e non si protraggono quasi mai per più di un’ora), mentre il mal di testa ha una durata maggiore e può persistere anche per qualche giorno.

Generalmente i pazienti che soffrono di emicrania oftalmica sperimentano episodi ogni pochi mesi, sebbene la frequenza possa variare; tipicamente l’occhio interessato rimane sempre lo stesso.

Pericoli e diagnosi

L’emicrania oftalmica, a differenza dell’aura che può precedere un attacco di emicrania classico, interessa solo un occhio, non entrambi.

Questi episodi possono essere spaventosi per il paziente, che può perdere completamente la vista all’occhio interessato, ma nella maggior parte dei casi sono innocui e di breve durata, caratterizzati da un completo recupero; si tratta comunque di una condizione poco comune, quindi si raccomanda di evitare l’autodiagnosi e rivolgersi prontamente al medico per una diagnosi di certezza che esclusa patologie più serie.

L’oculista raccoglierà informazioni utili per elaborare una diagnosi e impostare una terapia, alla luce dell’anamnesi familiare e della storia clinica del paziente.

Durante un episodio di cefalea oftalmica i sintomi visivi sono monolaterali (coinvolgono cioè un solo occhio), ma prima di formulare la diagnosi certa, è importante escludere altre cause di amaurosis fugax (cecità monoculare transitoria), tra cui:

Cura

A seconda dei casi, il medico, una volta accertato che si tratti di emicrania oftalmica, potrà prescrivere farmaci, come:

  • FANS (antinfiammatori non steroidei, come ibuprofene o aspirina) utilizzati per controllare rapidamente il sintomo principale, cioè il dolore,
  • ergotamina o triptani (in caso di emicrania oftalmica dovuta a vasodilatazione),
  • beta-bloccanti e calcio-antagonisti (per rilassare i vasi sanguigni presenti nel cervello),
  • farmaci antidepressivi o anticonvulsivanti (utilizzati in profilassi, per ridurre o prevenire l’insorgenza delle crisi).

Fonti e bibliografia

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