Dolore alla coscia: cause muscolari e non

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Introduzione

Il dolore alla coscia, più o meno intenso, è un sintomo che può essere causato da condizioni cliniche di diversa natura, ma che nella maggior parte dei casi riguardano strutture anatomiche proprie di questa regione corporea. Normalmente si è portati a pensare alla sola componente muscolare (tra cui il quadricipite femorale, gli adduttori, il bicipite femorale, il semitendinoso), ma sono in realtà presenti anche:

  • ossa (femore),
  • articolazioni dell’anca o del ginocchio,
  • nervi (sciatico, crurale, cutaneo laterale del femore),
  • vasi sanguigni,
  • tendini e legamenti.

In alcuni casi, il dolore non origina primariamente dalla coscia, ma si irradia in questa zona a partire da altre regioni o strutture corporee.

L’entità del dolore e il corteo dei sintomi associati, variano in virtù della causa scatenante e, solo dopo aver individuato la ragione della sintomatologia dolorosa, attraverso l’attuazione delle dovute indagini clinico-diagnostiche, è possibile valutare il trattamento più appropriato.

Il tempo di recupero e la possibilità di guarigione sono strettamente correlate alla causa che è alla base del dolore riferito dal paziente, per cui la prognosi è variabile (in alcuni casi la sintomatologia si risolve in poco tempo, in altri, per la presenza di complicanze o di una malattia di base più grave, si possono allungare i tempi di guarigione).

Uomo che si tocca la coscia a causa di dolore

La principale causa di dolore alla coscia negli sportivi è rappresentata dagli infortuni muscolari (iStock.com/Jan-Otto)

Cause e sintomi associati

Diverse condizioni cliniche possono determinare la comparsa di dolore in questa regione corporea, che si estende tra l’anca e il ginocchio; tra le principali cause, è possibile distinguere:

  • Infortuni muscolari: sono i traumi più comuni nella medicina dello sport (costituiscono infatti dal 10 al 30% di tutti gli infortuni sportivi) e possono insorgere a causa di un colpo ricevuto (parleremo in questo caso di lesioni da trauma diretto o contusioni) o a causa di un movimento errato (lesioni da trauma indiretto).  Al dolore riferito alla coscia possono essere associati indolenzimento, spasmi muscolari nella regione dolente, difficoltà nei movimenti della regione colpita, ematomi.
    • Contusioni: di facile diagnosi (nella maggior parte dei casi è possibile identificare chiaramente il momento esatto in cui è comparso il dolore, proprio perché conseguente ad uno stimolo diretto e recente), possono essere di lieve, moderata o severa gravità; l’attuazione di cure tempestive, consente solitamente di risolvere la sintomatologia dolorosa, in base ai tempi previsti per il singolo caso in esame.
    • Traumi indiretti: possono essere dovuti a fenomeni di alterazione del tono delle fibre muscolari (nei casi di minore gravità) o a vere e proprie lesioni delle fibre muscolari (nei casi più severi) e scaturiscono solitamente da sforzi fisici eccessivi, rispetto alla capacità di contrazione delle fibre del muscolo coinvolto. Questo tipo d’infortunio può ulteriormente essere classificato, in ordine di gravità, come segue:
  • Artrosi: è una patologia cronica, di natura degenerativa, che colpisce la cartilagine articolare e l’osso subcondrale (localizzato al di sotto della cartilagine). Il dolore alla coscia, si associa a:
  • Artrite: condizione infiammatoria che coinvolge, nel caso di dolore riferito alla coscia, l’articolazione del ginocchio.
  • Meralgia parestetica: è una patologia dei nervi, anche nota come Sindrome di Bernhardt- Roth, dovuta all’intrappolamento del nervo cutaneo femorale laterale da parte del legamento inguinale. L’interessamento della componente sensitiva del nervo causa dolore (simile a bruciore) nella parte superiore ed esterna della coscia, associato a formicolio e senso di intorpidimento, lungo il decorso del femore.
  • Sindrome della bandelletta ileotibiale: conosciuta anche come “ginocchio del corridore” (colpisce infatti soprattutto i podisti), si manifesta con dolore che compare durante la corsa, quando il tallone entra in contatto con il terreno; è dovuta ad un sovraccarico del tessuto connettivo situato sulla parte esterna del ginocchio e della coscia, che normalmente stabilizza l’articolazione durante i movimenti di flessione ed estensione.
  • Neuropatia periferica: è una patologia che interessa il sistema nervoso periferico, indotta da numerose condizioni patologiche (per esempio diabete, alcolismo, carenze vitaminiche, ipotiroidismo, amiloidosi, malattie renali ed epatiche croniche); il dolore alla coscia può essere associato (a seconda della patologia di base) a:
    • crampi muscolari e formicolii lungo la coscia,
    • riduzione ed indebolimento della massa muscolare di questa regione,
    • difficoltà di movimento e perdita di equilibrio,
    • allodinia (percezione di impulsi dolorosi in seguito a stimoli innocui, come, per esempio, il semplice toccare la parte interessata),
    • costipazione,
    • diarrea,
    • difficoltà ad urinare,
    • disfunzioni nella sfera sessuale (per esempio, disfunzione erettile nell’uomo).
  • Trombosi venosa profonda: condizione clinica indotta dalla formazione di un trombo in una vena profonda del corpo umano; è un’evenienza molto pericolosa, perché in grado di  determinare un arresto del flusso sanguigno lungo il vaso coinvolto o la formazione di emboli che, dopo aver raggiunto il cuore attraverso la circolazione venosa, possono portarsi nell’arteria polmonare, ostruendola e causando embolia polmonare.
    Tra i soggetti più predisposti si annoverano pazienti obesi, donne che fanno uso di anticoncezionali ormonali (ad esempio pillola), fumatori, persone che mantengono una posizione statica per lunghi periodi di tempo, pazienti affetti da mutazioni genetiche. In questo caso il dolore alla coscia è tipicamente associato a gonfiore, indolenzimento, sensazione di calore, arrossamento o colorazione bluastra della cute.
  • Trocanterite: patologia infiammatoria che riguarda la porzione laterale di un distretto anatomico dell’anca, in corrispondenza del punto di inserzione di una prominenza del femore, detta grande trocantere; è riconducibile a cause traumatiche (cadute, botte, movimenti ripetitivi) o posturali. Si manifesta con dolore che interessa la porzione latero-superiore della coscia, gonfiore, arrossamento, calore, rigidità dell’anca, indolenzimento locale.

Sintomi

Il dolore alla coscia, d’intensità variabile, può essere descritto dal paziente in numerosi modi, tra cui:

  • acuto;
  • frequente;
  • bruciante;
  • pulsante;
  • lancinante;
  • correlato ai movimenti.

In base alla causa scatenante sarà poi accompagnato dal corteo sintomatologico specifico di ogni singola condizione clinica, già illustrato precedentemente.

Diagnosi

L’iter diagnostico è volto ad individuare la causa sottostante e si avvale principalmente di:

  • Anamnesi ed esame obiettivo: il medico esamina la regione interessata e interroga il paziente al fine di individuare a cosa potrebbe essere ricondotta, in prima istanza, la sintomatologia riferita.
  • Esami di diagnostica strumentale: ecografia eo risonanza magnetica, possono essere richieste per chiarire definitivamente il sospetto clinico.
  • Esami di carattere neurologico (visita neurologica, elettromiografia);
  • Esami del sangue.

Cura

Solo una volta stabilita la diagnosi è possibile impostare un trattamento, specifico a seconda dei casi.

  • Nei casi di semplice affaticamento muscolare è importante astenersi, per un periodo di tempo variabile (talvolta è sufficiente una sola giornata) dall’attività fisica, in modo da lenire la tensione delle fibre muscolari ed alleviare la sintomatologia dolorosa.
  • Nei casi di infortunio ai muscoli della coscia, oltre al riposo, potrebbero essere necessarie terapie mediche o fisioterapiche.
  • Nei casi di dolore ascrivibile a neuropatia periferica, oltre alla terapia per la malattia di base, è possibile gestire il dolore attraverso l’uso di farmaci antalgici (paracetamolo o FANS) o, in alternativa, sotto consiglio medico, con l’impiego di: antiepilettici (pregabalin, gabapentin), antidepressivi (amitriptilina e nortriptilina), oppure attraverso l’applicazione locale di capsaicina.

Infortuni negli sportivi, movimento o riposo?

Posto che il parere del medico è sempre auspicabile, soprattutto in caso di dolore severo, la tendenza attuale è quella di consigliare:

  • Nelle prime 24-48 ore un riposo della gamba infortunata, ma evitando lunghi periodi di inattività (muoverla delicatamente 10-20 secondi ogni ora).
  • Dopo 48 ore cercare di riprendere gradualmente un normale utilizzo nel quotidiano, il movimento infatti favorisce la guarigione muscolare.

Fino a guarigione si consiglia tuttavia di evitare attività sportiva impegnativa.

Fonti e bibliografia

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