Dolori addominali: cause, esami, diagnosi e terapia

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Introduzione

Il dolore addominale, spesso descritto più semplicemente come mal di pancia, è un termine usato per riferirsi a crampi o a un dolore sordo (cioè diffuso) localizzato nell’addome, la regione anatomica delimitata in alto dal torace (petto) e in basso dall’inguine e che contiene numerosi organi essenziali alla vita:

  • Apparato digerente:
    • stomaco,
    • intestino,
    • fegato,
    • cistifellea
    • e pancreas.
  • Sistema genito-urinario:
    • reni,
    • ureteri,
    • utero,
    • ovaie,
    • tube di Falloppio (questi ultimi tre solo nella donna).
  • Altro: milza.

Gli organi contenuti nella cavità addominale sono infine racchiusi all’interno di una membrana chiamata peritoneo.

Il dolore addominale può quindi derivare da uno qualunque di questi organi, oppure nascere anche in altra parte dell’organismo e riflettersi poi nella regione addominale.

A seconda della causa, un sintomo addominale può essere indicativo di:

  • condizioni banali,
  • condizioni in grado di manifestare un impatto sulla qualità di vita del paziente, ma senza esporlo a rischi,
  • condizioni considerate come urgenza medica perché potenzialmente fatali.

Si noti che la severità del dolore non è necessariamente proporzionale alla gravità della causa, in altre parole:

  • un dolore severo non significa necessariamente che la causa sia altrettanto grave (per esempio alcune forme di gastroenterite),
  • ma allo stesso modo un dolore lieve non esclude un problema serio (per esempio un tumore o un’appendicite nelle fasi iniziali);

vedremo quindi nel dettaglio quando sia essenziale rivolgersi rapidamente al medico o a un Pronto Soccorso, ma in generale si raccomanda assistenza medica immediata in caso di:

  • dolore addominale improvviso, localizzato e molto forte,
  • contemporanea presenza di dolori a petto, collo o spalla,
  • sangue nelle feci o nel vomito,
  • addome rigido e duro al tatto.

La maggior parte delle forme di dolore lieve scompare anche senza trattamenti specifici, ma dietro indicazione medica è possibile trovare sollievo attraverso alcuni accorgimenti:

  • applicare la borsa dell’acqua calda sull’addome (o fare un bagno caldo),
  • reidratarsi,
  • ridurre l’assunzione di alcolici, bevande a base caffeina e gassate,
  • assunzione di antidolorifici (se suggeriti dal medico o dal farmacista), preferendo quelli più delicati per lo stomaco come la Tachipirina.
Foto di donna che si tiene alla pancia a causa del dolore.

iStock.com/elenaleonova

Cause

Il dolore può avere origine in una qualsiasi delle strutture dell’addome o della parete addominale e le sensazioni di male che provengono dal torace, dalla schiena o dalla zona pelvica possono essere percepite come provenienti dall’addome.

Un primo modo per descrivere il tipo di dolore è sulla base della tipologia di sensazione avvertita:

  • Dolore sordo e diffuso, percepito in gran parte dell’addome e tipico di gastroenterite virale, indigestione o presenza di gas intestinali.
  • Dolore localizzato, ossia avvertito in un punto specifico e per questo spesso legato a un organo in particolare (appendice, cistifellea, stomaco).
  • Dolore crampiforme, che nella maggior parte dei casi non è legato a nulla di grave (è spesso causato da un’eccessiva presenta di gas, diarrea, …).
  • Dolore da colica, che tende a comparire a ondate successive, spesso improvvisamente, e che altrettanto bruscamente sparisce. La severità del dolore è tipicamente molto elevata (pensiamo per esempio alle coliche renali).

Un diverso modo per elencare le possibili cause di dolore addominale è quello di fare riferimento alla tipologia di problema scatenante il sintomo (fonte: American College of Gastroenterology):

Quando chiamare il medico

Certamente il mal di pancia e i dolori addominali non possono mai essere considerati “normali”, ma nella maggior parte dei casi non è necessario preoccuparsi troppo. Se c’è un dolore lieve o cronico che non presenta segnali di allarme bisognerebbe informare il proprio medico, senza alcuna fretta.

Possiamo tuttavia individuare alcuni altri sintomi e condizioni che, quando presenti, dovrebbero spingere a un approfondimento in tempi più rapidi.

Contattare il medico è necessario se:

Recarsi in Pronto Soccorso se:

Diagnosi

L’anamnesi è uno strumento fondamentale per orientare il medico nella giusta direzione; essendo così numerose le cause di dolore addominale, una corretta interpretazione di

  • caratteristiche del dolore,
  • tempi di comparsa,
  • valutazione dei fattori di rischio,
  • altri sintomi presenti,

sono informazioni preziose che possono aiutare nell’eventuale prescrizione di esami più mirati.

Per chiarire la natura del sintomo, durante l’esame obiettivo (la visita) è necessario riservare particolare attenzione a sei caratteristiche fondamentali:

  • insorgenza,
  • progressione,
  • migrazione,
  • carattere,
  • intensità
  • e localizzazione.

Altrettanto importante è indagare l’eventuale presenza/assenza di:

  • rumori,
  • distensione addominale,
  • masse palpabili,
  • gonfiori,
  • sangue nelle feci.

A seconda della storia medica del paziente e dei risultati della visita, il medico potrà avere un’idea chiara della causa del dolore ed in alcuni casi potrà arrivare alla diagnosi e prescrivervi una terapia.

In altre circostanze, invece, saranno necessari ulteriori esami diagnostici per confermare o escludere una determinata diagnosi, a questo scopo vi potranno essere prescritti molti esami diversi e tra quelli usati con maggior frequenza ricordiamo:

Gli esami del sangue utili in caso di dolori addominali comprendono:

  • emocromo (analisi e conteggio dei globuli bianchi che combattono gli agenti infettivi, dei globuli rossi che trasportano l’ossigeno e tendono a diminuire in caso di anemia e delle piastrine che aiutano il sangue a coagularsi),
  • esami ematochimici (esami della funzionalità del fegato e dei reni, analisi dei minerali presenti nel sangue, analisi delle transaminasi, in caso di lesioni del fegato o del pancreas),
  • esami sierologici (misura degli anticorpi per diverse infezioni).

Gli esami delle urine comprendono:

  • misurazione delle caratteristiche fisiche e delle sostanze chimiche presenti nelle urine, effettuata tramite ispezione al microscopio di una goccia di urina,
  • urinocoltura (ricerca di infezioni batteriche).

Gli esami delle feci, infine, vanno alla ricerca di:

  • tracce di sangue, muco e pus (sintomo di infezioni, infiammazioni o tumori),
  • tracce di grassi (sintomo di problemi digestivi e di assorbimento dei grassi),
  • eventuali germi patogeni.

Tecniche di imaging

Per visualizzare l’interno dell’organismo sono ormai disponibili numerosi approcci, nella maggior parte dei casi del tutto indolori; la scelta del tipo di esame viene fatta in base alle strutture anatomiche che si desidera studiare.

Le radiografie sono particolarmente utili in caso di dolore addominale in associazione all’assunzione/somministrazione del solfato di bario come mezzo di contrasto; la sostanza viene ingerita (radiografia dell’intestino tenue) o iniettata nell’intestino tenue (clisma opaco) o nel colon (clisma al bario) e permette di visualizzare il funzionamento interno degli organi interessati.

L’ecografia è un esame che utilizza gli ultrasuoni per visualizzare e studiare tutti gli organi dell’addome e i principali vasi sanguigni che si trovano nella cavità addominale; è particolarmente utile per valutare la salute di fegato, colecisti, vie biliari, reni, pancreas, milza, aorta, vescica e organi genitali interni. Non presenta alcun rischio per il paziente ed è relativamente poco costosa, è quindi utile come esame di primo livello in casi selezionati di dolore addominale.

La TAC (tomografia assiale computerizzata) è una tecnica molto sofisticata che elabora immagini radiografiche in sezione dell’organismo con l’aiuto di un computer; viene in genere ripetuta senza e con mezzo di contrasto, al fine di valutare la vascolarizzazione dell’organo, evidenziare eventuali masse sospette e altre anomalie. Può essere utile ad esempio per studiare il funzionamento dell’apparato urinario, per la valutazione del fegato e delle vie biliari, per la diagnosi di pancreatite e per evidenziare vari tipi di tumore. Questo approccio permette grande precisione nella diagnosi, ma espone il paziente a una dose significativa di radiazioni, per questo motivo quando possibile vengono preferiti altri esami.

La risonanza magnetica è una tecnica simile alla TAC in cui sono usate le onde radio e uno speciale magnete per realizzare le immagini degli organi interni; ha il grande vantaggio di esporre il paziente a una dose trascurabile di radiazioni, ma purtroppo il costo dell’esame è particolarmente elevato. È in grado di fornire immagini dettagliate e ad alta risoluzione di tutti gli organi e apparati e permette quindi di rilevare malattie di varia origine (infettive, infiammatorie, tumorali); consente di visualizzare immagini a livello di organi, tessuti molli, vasi sanguigni e strutture nervose presenti nell’intero addome. Viene di norma utilizzata come esame di secondo livello, per chiarire eventuali dubbi residui da esami precedenti.

Tecniche endoscopiche

L’endoscopia prevede l’uso di speciali strumenti per visualizzare dall’interno gli organi dell’apparato digerente

La gastroscopia per fa uso di un tubicino flessibile con una telecamera e un sistema di illuminazione all’estremità per esaminare l’esofago, lo stomaco e il duodeno (la parte dell’intestino che si trova subito dopo lo stomaco). All’interno del tubicino possono essere fatti scorrere strumenti chirurgici per rimuovere eventuali polipi o per ottenere campioni da destinare alla biopsia al microscopio. Si tratta di un esame piuttosto invasivo, che tuttavia è altamente informativo sulle cause di dolore addominale associato a uno o più di questi tre organi (tipico è il caso di gastrite, ulcera, …). È possibile procedere inoltre al prelievo di una piccola porzione di tessuto della parete gastrica per esaminarlo in un secondo momento al microscopio ed ottenere così ulteriori informazioni.

Un’alternativa più recente è la gastroscopia virtuale, che ha il grosso vantaggio di non risultare invasiva, anche se purtroppo non è altrettanto informativa quanto quella tradizionale.

Dispositivi simili possono essere introdotti anche nel retto per visualizzare il colon (colonscopia), quando il medico ritenga che il dolore addominale abbia cause intestinali; anche in questo caso purtroppo l’esame risulta molto invasivo (sia per quanto riguarda la preparazione che l’esecuzione), anche se è di fatto l’esame di prima scelta in caso di sintomi suggestivi patologie intestinali (polipi, tumori, …); un buon compromesso è rappresentato dall’utilizzo dell’endoscopia capsulare, che permette la visualizzazione delle pareti interne dell’intestino attraverso una minuscola telecamera deglutita dal paziente. Purtroppo ad oggi non permette ancora di sostituire la colonscopia, che ha il grosso vantaggio di consentire al medico di intervenire sul momento in caso di presenza di polipi.

Ricordiamo infine la possibilità offerta dalla colonscopia virtuale, che in alcuni casi può rappresentare un buon compromesso tra qualità del risultato ed invasività.

Fonti e bibliografia

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Domande e risposte
  1. Ho mal di pancia a destra da mesi, potrebbe essere appendicite?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Improbabile che duri da mesi, in genere o si risolve o si esacerba (cioè peggiora richiedendo tassativamente assistenza medica).

  2. Il colon irritabile può causare dolore addominale per oltre 2 anni?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Purtroppo sì, il sintomo chiave della sindrome del colon irritabile è proprio il dolore, che può persistere molto a lungo.