Diverticolosi (sigma e colon): sintomi, dieta e cura

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Introduzione

I diverticoli sono piccole sacche (o tasche) che si formano lungo le pareti di un organo cavo, come ad esempio l’intestino (che si presenta come un lungo tubo). Dal punto di vista medico si definiscono come estroflessioni sacciformi (a forma di piccolo sacco).

Diverticoli all'interno dell'intestino, ricostruzione grafica

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Tutto il tratto digerente può dare origine ai diverticoli, ma tra i diversi segmenti del canale alimentare, il colon è senza dubbio il tratto maggiormente predisposto alla loro formazione.

I diverticoli possono essere di due tipi: veri o falsi.

  • I diverticoli veri sono formati da tutti gli strati di cui è formata la parete intestinale,
  • mentre i diverticoli falsi, chiamati anche pseudo-diverticoli, attraversano semplicemente la parte più superficiale (mucosa e sottomucosa).

I diverticoli veri sono generalmente rari e sono conseguenza perlopiù di condizioni congenite (presenti cioè fin dalla nascita), mentre i diverticoli falsi sono molto più comuni, acquisiti durante la vita (solitamente in età adulta) e quelli che nella quasi totalità dei casi si individuano nel colon.

La diverticolosi è una condizione che di per sé indica solamente la presenza di diverticoli, che di norma non danno alcun segno o sintomo; spesso il termine diverticolosi viene confuso con quello di malattia diverticolare e diverticolite, ma queste sono in realtà due entità ben distinte:

  • la malattia diverticolare indica la presenza di diverticoli con associati segni e sintomi clinici,
  • mentre la diverticolite è una complicanza della diverticolosi e denota la presenza di un’infiammazione del diverticolo.

L’incidenza globale della diverticolosi è molto elevata, recenti studi mostrano che più del 50% dei soggetti dopo la sesta decade di vita (60 anni) soffre di diverticolosi, con picchi che raggiungono il 65% dopo gli 85 anni. È una patologia che colpisce principalmente il mondo occidentale, probabilmente a causa delle abitudini alimentare e dello stile di vita presente in questi Paesi.

Sebbene la diverticolosi sia nella maggior parte dei casi assolutamente asintomatica, alcuni soggetti lamentano un fastidio o un dolore addominale, spesso mal definibile. Nel caso in cui dovesse insorgere la febbre associata ad un aumento del dolore addominale è bene pensare che la diverticolosi si sia complicata in una diverticolite.

L’indagine più diffusamente adottata per diagnosticare una condizione di diverticolosi è l’esame radiologico mediante clisma opaco.

Essendo la diverticolosi una condizione solitamente asintomatica, non necessita generalmente di alcuna terapia. Per ridurre il senso di fastidio addominale può essere utile adottare una dieta ricca di fibre vegetali.

Intestino crasso, di cui il colon rappresenta il tratto principale

Intestino crasso, di cui il colon rappresenta il tratto principale (fonte: iStock.com/yodiyim)

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Cause

Le cause esatte che portano allo sviluppo della diverticolosi del colon non sono ancora state chiarite completamente; l’ipotesi più accreditata afferma che alla base dell’insorgenza dei diverticoli vi sia un aumento della pressione endo-luminale, che si instaura per la partecipazione di più fattori concomitanti.

La pressione endo-luminale è la forza che si viene a esercitare sulle pareti intestinali dall’interno, favorendo l’estroflessione della mucosa e della sottomucosa da punti di minore resistenza della parete intestinale, solitamente localizzati là dove i vasi sanguigni penetrano nella parete del colon.

L’elemento che più di tutti sembra essere in grado di provocare un aumento della pressione endo-luminale è una dieta povera di fibre vegetali.

La fibra alimentare è una componente degli alimenti derivata principalmente dalle piante (cereali integrali, frutta e verdura); non viene digerita e per questo è priva di valore nutrizionale, ma il suo consumo è associato a benefici enormi per la salute. Da un punto di vista chimico si tratta generalmente di carboidrati, ma con alcune eccezioni.

Una dieta carente di fibre comporta per esempio le formazioni di feci più dure, che necessitano di un maggior impegno durante la defecazione per essere espulse. Lo sforzo che si crea durante la defecazione di feci prive di fibre comporta un notevole aumento della pressione endo-luminale e può provocare l’erniazione dei diverticoli dalla parete. Mediante lo stesso principio di fondo, si ritiene che anche alterazioni della motilità intestinale, come la stipsi, possa provocare un aumento della pressione endo-luminale, in quanto anche in questo caso è necessario un impegno maggiore per evacuare le feci.

Un altro fattore che contribuisce alla formazione dei diverticoli è la quantità e la qualità di fibre collagene presenti nella parete intestinale, che conferiscono resistenza contro la spinta erniante della pressione endo-luminale. L’età avanzata, in cui le fibre collagene tendono fisiologicamente a diminuire, e alcune particolari patologie, come ad esempio la sindrome di Marfan, in cui le caratteristiche qualitative del collagene sono alterate, sono fattori che partecipano insieme ad altri all’insorgenza della diverticolosi.

La diverticolosi è dunque una patologia complessa da punto di vista delle cause, di cui ancora non si sa tutto. È chiaro che comunque non esista una singola causa che ne provochi l’insorgenza, ma che è spesso il risultato di più meccanismi associati alla presenza di diversi fattori di rischio.

Fattori di rischio

I principali fattori di rischio per lo sviluppo dei diverticoli del colon sono

  • età: con l’aumento dell’età si ha una progressiva riduzione della motilità intestinale e un indebolimento della parete del condotto digerente, che predispongono allo sviluppo della diverticolosi;
  • alimentazione scorretta e non equilibrata, in particolar modo
    • dieta povera di fibre vegetali,
    • dieta eccessivamente ricca di carni rosse,
    • scarsa idratazione,
  • stipsi, in quanto causa un aumento della pressione endo-luminale intestinale,
  • familiarità (il rischio di di sviluppare diverticolosi è più alto se ne soffrono anche parenti prossimi).

Sintomi

La maggior parte delle persone che soffre di diverticolosi non manifesta alcun segno o sintomo, tanto che nella maggior parte dei casi la condizione viene scoperta durante esami di controllo richiesti ed effettuati per altri motivi.

Tuttavia, in alcuni soggetti, la diverticolosi può manifestarsi attraverso alcuni sintomi, spesso definiti più come dei fastidi, generalmente sordi e mal definibili.

Tra i principali sintomi di diverticolosi, quelli che vengono più comunemente descritti sono

  • Dolore addominale: profondo e spesso mal definibile. Si localizza il più delle volte nei quadranti addominali inferiori, più frequentemente a sinistra e compare tipicamente durante o dopo i pasti;
  • gonfiore addominale;
  • senso di pienezza addominale;
  • crampi addominali;
  • modificazioni dell’alvo (alternanza di diarrea e stipsi).

Nel caso in cui questi sintomi si dovessero accentuare, il dolore addominale divenisse più importante e ben definibile e dovesse comparire la febbre, viene in genere sospettata l’insorgenza della più temibile complicanza della diverticolosi, la diverticolite.

La diverticolite è l’infiammazione di uno o più diverticoli e necessita di una diagnosi e un trattamento accurato e tempestivo, in quanto a sua volta è gravata da temibili complicanze quali

Diagnosi

Essendo la diverticolosi nella maggior parte dei casi asintomatica, la diagnosi è spesso un reperto casuale, formulata nel corso di altre indagini.

Quando sintomatica, la diagnosi di diverticolosi viene solitamente effettuata anche solo grazie alla clinica. In un secondo momento il medico richiede esami di imaging per confermare l’ipotesi diagnostica ed escludere la presenza di complicanze o altre patologie più gravi sottostanti.

Nella diagnosi di conferma l’esame più utilizzato è l’RX mediante clisma opaco: l’esame prevede l’introduzione per via rettale di un mezzo di contrasto radiopaco, generalmente bario solfato, che permette di vedere chiaramente la presenza di diverticoli.

Altri esami di imaging che possono essere richiesti per un’ulteriore conferma sono

  • TC addome con mezzo di contrasto, soprattutto nei casi in cui si sospetti che la diverticolosi si sia complicata in diverticolite;
  • colonscopia (per effettuarla bisogna però escludere la diverticolite, in quanto la colonscopia è fortemente controindicata durante un episodio acuto infiammatorio per rischio di perforazione intestinale),
  • risonanza magnetica (offre maggiore qualità dell’immagine, ma è molto più costosa).

Non esistono esami del sangue o altri esami laboratoristici che possano aiutare nella diagnosi di diverticolosi.

Cura e dieta

Nella maggior parte dei casi i pazienti con diverticolosi sono asintomatici e pertanto non richiedono alcun trattamento specifico.

Nell’eventualità in cui la diverticolosi si dovesse manifestare clinicamente la strategia più efficace prevede un aumento graduale del contenuto di fibre nella propria dieta, possibilmente attraverso il consumo di legumi, cereali integrali, frutta e verdura, o in alternativa tramite integratori a base di fibre vegetali. Associata ad un’abbondante idratazione (bere molto), quest’abitudine consente la formazione di feci più tenere e facilmente evacuabili, prevenendo così la stitichezza, una delle causa alla base dell’aumento della pressione endo-luminale intestinale e quindi della formazione dei diverticoli.

È altresì importante la pratica di un’attività fisica regolare, che consente di stimolare la peristalsi intestinali (i movimenti involontari dell’intestino che permettono l’avanzamento del contenuto lungo il tratto digerente).

Vanno invece evitati, quando possibile,

  • cibi grassi di origine animale,
  • alimenti raffinati e/o ricchi di conservanti,
  • alimenti e bevande altamente zuccherati.

Sono inoltre sconsigliate le “abbuffate”, ovvero l’assunzione di cibo in grandi quantità durante un unico pasto. Si suggerisce invece di spezzettare i grandi pranzi e cene in più pasti durante la giornata.

Perseguire una dieta ricca di fibre può aiutare ad alleviare i sintomi della malattia diverticolare e prevenire la diverticolite. In generale, gli adulti dovrebbero mirare a mangiare almeno 30 g di fibre al giorno, ma il proprio medico è ovviamente in grado di fornire un obiettivo specifico, sulla base di altezza e peso individuale.

Buone fonti di fibre includono frutta e verdura fresca e secca, fagioli e legumi in genere, noci, cereali e cibi ricchi di amido; gli integratori di fibre, di solito disponibili in forma di polveri in bustina che si mescolano con l’acqua, sono da intendersi come possibili integrazioni quando per qualche motivo non sia possibile raggiungere il fabbisogno giornaliero attraverso la sola dieta.

Si raccomanda di aumentare molto gradualmente l’apporto di fibre giornaliero, distribuendolo nell’arco di almeno due settimane, associando un’abbondante idratazione; in caso di episodi acuti in cui si presentino i sintomi della malattia diverticolare alcuni pazienti traggono giovamento dalla sospensione temporanea del consumo di fibra, da riprendere gradatamente non appena superata la fase più delicata.

I semi si possono mangiare in caso di diverticoli?

Mentre in passato si raccomandava di evitare il consumo di tutti gli alimenti contenenti piccoli semi o particelle dure per il timore che potessero incastrarsi all’interno del diverticolo causandone infiammazione o infezione, è ad oggi stato dimostrato che si tratta di un timore infondato. Al contrario semi e germogli rappresentano di norma un’ottima fonte alternativa di fibra e di altri nutrienti preziosi dal punto di vista nutrizionale.

Fonti e bibliografia

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