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Introduzione

Il citomegalovirus (CMV) è un virus responsabile di un’infezione piuttosto comune che può interessare persone di tutte le età.

Nella maggior parte dei casi non si manifestano sintomi di alcun genere (infezione silente), ma possono comparire gravi complicazioni a livello fetale se contratto in gravidanza e nei pazienti con problemi di immunodeficienza.

Il citomegalovirus fa parte della famiglia degli herpesvirus, che comprende anche i virus responsabili di

Come in queste malattie, anche il CMV, una volta penetrato nell’organismo, è destinato a rimanerci per tutta la vita, mantenuto in forma latente dal sistema immunitario dell’organismo.

La diagnosi avviene attraverso esami del sangue in grado di rilevare la presenza in circolo di anticorpi IgM e IgG, che permettono di capire se

  • sia in corso un’infezione
  • o se al contrario il paziente abbia già sviluppato le difese necessarie grazie ad un precedente contagio.

Non esiste cura specifica e, nella maggior parte dei pazienti, non è peraltro necessario intervenire in alcun modo.

Ricostruzione grafica del citomegalovirus

iStock.com/Dr_Microbe

Trasmissione

Chiunque può contrarre un’infezione da citomegalovirus, ma nella maggior parte degli adulti e dei bambini infetti gli eventuali sintomi sono di lieve entità. Tra i gruppi di persone maggiormente a rischio rientrano invece

  • bambini non ancora nati (feti), contagiati durante la gravidanza,
  • persone con problemi al sistema immunitario (immunodeficienza).

È possibile diminuire il rischio di contagio da citomegalovirus ponendo attenzione all’igiene personale, ad esempio lavandosi le mani spesso.

Il contagio può avvenire tramite:

  • contatto interpersonale (baci, contatti sessuali, contatti con la saliva o l’urina infetta e subito dopo con gli occhi o con l’interno delle narici),
  • allattamento al seno da parte di una madre infetta,
  • madre infetta che trasmette il virus ai figli durante la gravidanza,
  • trasfusioni e trapianti.

Il citomegalovirus in fase attiva può essere isolato nelle secrezioni e nei fluidi corporei:

Si può essere contagiati entrando in contatto con un fluido corporeo infetto, tuttavia chi è è stato contagiato dal CMV in passato e ne ha superato l’infezione di solito non è in grado di trasmetterlo, quindi il rischio di essere contagiati attraverso un contatto casuale è praticamente trascurabile.

Il contatto con la saliva o l’urina dei bambini piccoli è invece una delle principali cause dell’infezione da citomegalovirus tra le donne incinte.

Chi è incinta o ha intenzione di avere un bambino dovrebbe attenersi a semplici norme igieniche (ad esempio il lavaggio frequente delle mani) per evitare l’infezione da citomegalovirus. I bambini piccoli hanno maggiori probabilità di trasmettere il CMV tramite l’urina o la saliva rispetto ai bambini più grandi o agli adulti, quindi le donne incinte che hanno bambini piccoli o lavorano a contatto con i bambini piccoli dovrebbero fare molta attenzione.

Sintomi

La maggior parte dei bambini e degli adulti sani contagiati dal citomegalovirus non presenta alcun sintomo, quindi il contagio può passare inosservato. Alcuni pazienti, invece, possono presentare un leggero stato di malessere caratterizzato da:

Questi sintomi sono simili a quelli di altre patologie, quindi la maggior parte dei pazienti non sa di essere stata colpita dal CMV.

Infezione congenita e perinatale

Molti dei bambini affetti da citomegalovirus congenito (cioè contagiati dal virus prima della nascita) non presentano alcun sintomo né disabilità, se invece hanno qualche disturbo (10% dei casi) i sintomi possono essere temporanei oppure permanenti.

Un neonato affetto da CMV congenito può:

  • mostrare ritardo di accrescimento intrauterino (basso peso alla nascita),
  • nascere prematuro.

Esempi di sintomi o disabilità provocati dal CMV congenito:

  • Sintomi temporanei
  • Problemi o disabilità permanenti
    • sordità,
    • cecità,
    • disabilità mentale,
    • microcefalia,
    • mancanza di coordinazione,
    • convulsioni,
    • morte.

I bambini affetti da citomegalovirus congenito rischiano maggiormente di sviluppare disabilità permanenti e di veder peggiorare i sintomi che si sono presentati al momento della nascita. Alcuni bambini che appena nati sembrano sani possono presentare problemi all’udito o alla vista dovuti al citomegalovirus solo nei mesi o negli anni successivi. Proprio per questo, se sapete che vostro figlio è stato contagiato dal citomegalovirus, è fondamentale un controllo periodico della vista e dell’udito.

È bene ricordare che la maggior parte dei bambini affetti da citomegalovirus congenito, tuttavia, non presenta alcun sintomo ed è per il resto perfettamente sana.

Gravidanza

Si rileva un maggior rischio di sviluppare un’infezione da citomegalovirus congenito se la madre viene contagiata per la prima volta durante la gravidanza: questa situazione è detta citomegalovirus primario.

  • L’infezione primaria si verifica in una percentuale variabile tra l’1 e il 4 per cento delle donne incinte sieronegative (che non hanno anticorpi contro il citomegalovirus) e il feto è contagiato in un terzo di queste gravidanze.
  • Nelle donne che sono state contagiate prima della gravidanza (sieropositive per il citomegalovirus) la riattivazione (o reinfezione) causa il contagio del feto in meno dell’uno per cento dei casi.

Tra i neonati che soffrono di infezione congenita uno su dieci presenta i sintomi già al momento della nascita, tra gli altri nove solo una percentuale variabile tra il 10 e il 15 per cento presenterà i sintomi nei mesi o negli anni successivi.

Quasi tutte le donne che hanno un figlio affetto da citomegalovirus congenito sono protette da un ulteriore contagio, perché sono ormai immuni dal virus. Sono stati registrati alcuni casi di madri con più di un figlio affetto da citomegalovirus congenito, ma si tratta di una situazione estremamente rara.

È importante ricordare che a partire dalle linee guida sulla Gravidanza fisiologica pubblicate a fine 2023 “lo screening dell’infezione da Cytomegalovirus […] sarà invece offerto a tutte le donne in gravidanza. Questa novità, molto attesa dai clinici, è legata alla disponibilità di un nuovo farmaco – il valacyclovir – che l’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha introdotto nell’elenco dei farmaci erogabili a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale per la prevenzione dell’infezione fetale da CMV nelle donne in gravidanza” (fonte). Più in particolare:

  1. Gli esami del sangue di controllo vengono offerti a tutte le donne in gravidanza con stato sierologico non noto o negativo (anticorpi IgG e IgM negativi)
    • alla prima alla prima visita e comunque entro il primo trimestre
    • e ripetuto ogni 4-6 settimane, se il primo esame risulta negativo (anticorpi IgG e IgM negativi) sino a 24 settimane di gravidanza.
  2. L’esame dev’essere offerto anche in presenza di segni suggestivi di infezione fetale all’ecografia ostetrica e/o di sintomi materni suggestivi di infezione.

Diagnosi, IgG e IgM

La maggior parte delle infezioni da citomegalovirus non viene diagnosticata perché il paziente infetto di solito presenta sintomi di lieve entità o appare perfettamente sano; chi è stato contagiato dal citomegalovirus sviluppa in ogni caso gli anticorpi specifici, che possono persistere all’interno dell’organismo anche per tutta la vita (gli anticorpi sono speciali proteine prodotte dall’organismo per combattere un’infezione).

Per capire se si è affetti dal citomegalovirus è sufficiente sottoporsi ad un semplice esame del sangue che andrà a misurare la quantità di anticorpi specifici per questo virus presenti in circolo.

Sono possibili 4 diversi casi:

  • IgG e IgM negativi: L’infezione non è mai stata contratta.
  • IgG positivi e IgM negativi: L’infezione è stata contratta in passato, ma al momento del prelievo non è attiva.
  • IgG negativi e IgM positivi: L’infezione è recente e attiva.
  • IgG e IgM positivi: L’infezione è attiva.

Nel caso delle donne in gravidanza si procede in genere a un test di avidità tutte le volte che si trova un risultati di IgM positivo, in modo da provare a capire a quando risale l’infezione.

Nel caso di IgG positivo e IgM negativo la donna si trova in una situazione favorevole, in quanto l’infezione è stata contratta in passato ma al momento non risulta attiva (una riattivazione è possibile, ma meno pericolosa del primo contagio).

Cura e terapia

Nel caso di pazienti altrimenti sani in genere l’infezione non richiede alcuna terapia, soprattutto in assenza di sintomi (situazione tipica della maggior parte dei pazienti).

Più delicata è invece la gestione della donna in gravidanza; le opzioni relative alla prevenzione e trattamento dell’infezione congenita da CMV erano fino a pochi anni fa sostanzialmente ridotte ad una gestione conservativa, in altre parole la continuazione della gravidanza o l’induzione del parto quando possibile (od eventualmente un’interruzione della gravidanza in caso di di lesioni particolarmente gravi). Più recentemente, sono state studiate terapie mediche volte a ridurre il rischio di trasmissione e la probabilità e/o gravità dell’infezione neonatale, farmaci antivirali (la cui scelta è molto limitata a causa dell’effetto teratossico di molte molecole) ed immunoglobuline.

Immunoglobuline ed antivirali sono di fatto, ad oggi, gli unici farmaci somministrabili in gravidanza. Più in particolare un articolo del 2020 pubblicato su “The Lancet” ha dimostrato che il Valaciclovir (farmaco antivirale) è efficace nel diminuire il rischio di trasmissione del citomegalovirus dalla mamma al feto, soprattutto nel primo delicato trimestre. L’efficacia del farmaco aumenta con un inizio precoce della terapia ed è associato a un’ottima tollerabilità (è privo di effetti collaterali significativi nelle donne incinte).

Da dicembre 2020, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha incluso il Valaciclovir nell’elenco dei farmaci forniti gratuitamente dal sistema sanitario nazionale per prevenire l’infezione fetale da citomegalovirus.

Prevenzione

Non esiste purtroppo alcun vaccino in grado di prevenire il contagio da citomegalovirus, tuttavia le future mamme possono prendere alcuni semplici provvedimenti per diminuire il rischio di contagio da questo virus e da altre infezioni che potrebbero rappresentare un rischio per il bambino. Se siete incinte:

  1. Lavatevi spesso le mani con acqua e sapone, per 15-20 secondi, soprattutto se avete cambiato il pannolino o toccato la saliva o le secrezioni nasali di un bambino piccolo.
  2. Limitate i contatti con la saliva e le secrezioni nasali dei bambini piccoli con questi semplici accorgimenti: usate acqua e sapone oppure un disinfettante per pulire le superfici contaminate dalle secrezioni, non condividete alimenti, bevande o stoviglie con i bambini piccoli, non baciate i bambini sulle labbra.
  3. Nessun oggetto che può essere stato a contatto con la bocca del bambino (ciucci, ma anche mani e piedi) deve arrivare a contatto con la mucosa orale della mamma, perché fino ai tre anni di vita il virus risulta presente sopratutto nella saliva e nelle urine.
  4. Se lavorate in un asilo nido cercate di entrare il meno possibile in contatto con i bambini di età inferiore ai due anni e mezzo, soprattutto se non siete mai state contagiate dal CMV o non sapete se siete state contagiate oppure no.

Fonti e bibliografia

Domande e risposte
Cos'è il citomegalovirus?
Il citomegalovirus (CMV) è un virus capace di causare una malattia che passa sostanzialmente inosservata o quasi nella maggior parte dei pazienti; può invece esporre a gravi rischi di salute pazienti con sistema immunitario indebolito e feti di donne in gravidanza.
Come si cura?
Non esistono cure specifiche purtroppo; a livello sperimentale sono disponibili infusioni di immunoglobuline per sostenere la difesa da parte del sistema immunitario.
Come leggere i risultati degli esami?

Sono possibili 4 diversi casi:

  • IgG e IgM negativi: L'infezione non è mai stata contratta.
  • IgG positivi e IgM negativi: L'infezione è stata contratta in passato, ma al momento del prelievo non è attiva.
  • IgG negativi e IgM positivi: L'infezione è recente e attiva.
  • IgG e IgM positivi: L'infezione è attiva.
Per quanto tempo gli IgM rimangono positivi?
La persistenza in circolo degli anticorpi IgM (segno di infezione attiva) è variabile, ma tipicamente compaiono entro 1-2 settimane dal primo contagio per rimanere misurabili circa 4 mesi in 3 pazienti su 4. Nei restanti casi potrebbero persistere fino ad un anno. Per questa ragione spesso si fa riferimento al test di avidità per valutare quando sia avvenuto il contagio. Fonte
Come si prende il CMV?
Il CMV si diffonde principalmente attraverso uno stretto contatto con un soggetto infetto in fase attiva; il virus è presente in diversi fluidi corporei, tra cui saliva, sangue e urina.

Un soggetto si definisce in fase attiva
  • quando viene contagiato per la prima volta
  • in caso di riattivazione del virus
  • in caso di contagio con un ceppo diverso
Purtroppo le donne in gravidanza possono trasmettere un'infezione "attiva" da CMV al feto che portano in grembo.
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Domande e risposte
  1. È possibile ripetere due volte l’infezione da CMV?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Il virus si può riattivare più volte nel tempo, non è quindi un nuovo contagio, ma una riattivazione del virus rimasto latente nell’organismo.

  2. IgM positivo e IgG negativo, cosa significa?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Immagino che parli di citomegalovirus, in questo caso significa che è in corso la prima infezione; se fosse incinta contatti urgentemente il ginecologo.

  3. Mi hanno appena diagnosticato la mononucleosi, mi chiedevo se la dieta dovesse prevedere qualche accorgimento particolare. Grazie.

    1. Dr. Roberto Gindro

      In genere è sufficiente una dieta leggera, evitando in particolar modo alimenti pesanti per il fegato (come ad esempio l’alcool).

  4. Sono incinta e non ho mai fatto il CMV; vivo in casa con una gattina e un canarino, rischio di prendermelo da loro?

    1. Dr. Roberto Gindro

      No, osservando le più basilari norme igieniche non c’è questo rischio (e in ogni caso il CMV non è una zoonosi, quindi l’eventuale “trasporto” del virus sarebbe comunque accidentale e raro).