Calcoli e coliche renali: sintomi, cause, cura e intervento

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Introduzione

I calcoli renali e le coliche, uno dei disturbi urologici più dolorosi, affliggono la specie umana da millenni, addirittura i ricercatori hanno trovato tracce di calcoli renali in una mummia egizia risalente a ben 7.000 anni fa.

La presenza di calcoli è uno dei disturbi più comuni delle vie urinarie; viene diagnosticata ogni anno a milioni di persone nel mondo, che spesso sono costrette a ricorrere ad assistenza ospedaliera (Pronto Soccorso) per la gestione del violento dolore e delle possibili complicazioni.

La maggior parte dei calcoli viene espulsa dal corpo senza che sia necessario alcun intervento medico, ma quelli che provocano sintomi di lunga durata o altre complicazioni possono essere curati usando varie tecniche, che per la maggior parte non richiedono il ricorso alla chirurgia.

Quando si bloccano nel tratto urinario i calcoli possono ostruire il flusso dell’urina e provocare un grande dolore a causa della colica renale che ne deriva.

I segni e i sintomi tipici della presenza di calcoli e di colica renale in corso sono:

La diagnosi avviene in genere avvalendosi di uno o più dei seguenti passi:

  • visita medica,
  • esami del sangue e delle urine,
  • esami di imaging.

Recenti scoperte scientifiche ci hanno permesso di capire meglio i diversi fattori che provocano la comparsa dei calcoli e quindi di ideare terapie migliori per prevenirli.

I calcoli e le vie urinarie

Calcoli renali

iStock.com/viyadaistock

L’apparato urinario (o escretore) è formato dai reni, dagli ureteri, dalla vescica e dall’uretra (nell’immagine viene evidenziata in rosso anche la prostata, appena sotto la vescica, ghiandola presente solo nel sesso maschile). I reni sono due organi a forma di fagiolo, collocati sotto le costole a metà circa della schiena, uno per lato rispetto alla colonna vertebrale.

I reni

  • rimuovono l’acqua e i rifiuti in eccesso dal sangue producendo l’urina,
  • mantengono l’equilibrio dei sali e di altre sostanze presenti nel sangue,
  • producono ormoni che aiutano a costruire ossa forti e a sintetizzare i globuli rossi.

Gli ureteri, due stretti tubicini, consentono il passaggio dell’urina dai reni alla vescica, una cavità di forma ovale che si trova nel basso ventre. Esattamente come in un palloncino le pareti elastiche della vescica si distendono e si espandono per accogliere l’urina; quando le pareti della vescica si contraggono l’urina fuoriesce dal corpo tramite l’uretra.

Calcolo renale umano (https://en.wikipedia.org/wiki/File:Nefrolit.jpg)

Calcolo renale umano (https://en.wikipedia.org/wiki/File:Nefrolit.jpg)

Il calcolo renale è un ammasso duro fatto di cristalli che si separano dall’urina all’interno delle vie urinarie. In condizioni normali l’urina contiene particolari sostanze chimiche che prevengono o inibiscono la formazione dei cristalli, sembra tuttavia che questi inibitori non funzionino bene in tutte le persone con conseguente sviluppo di calcoli.

Se i cristalli rimangono abbastanza piccoli percorreranno le vie urinarie e verranno espulsi dall’organismo insieme all’urina, senza causare problemi.

I calcoli renali possono contenere diverse combinazioni di sostanze chimiche, il tipo più comune contiene calcio, combinato con ossalato o con fosfato. Queste sostanze chimiche fanno parte della dieta normale e vanno a costruire parti importanti dell’organismo, come le ossa e i muscoli.

Un tipo meno comune è quello causato da un’infezione delle vie urinarie, in questo caso si parla di calcoli di struvite od infettivi. Un altro tipo, quelli da acido urico, è ancora meno frequente, mentre i calcoli di cistina sono rari.

Urolitiasi è il termine che i medici usano per descrivere i calcoli che si formano nelle vie urinarie, altri termini usati di frequente sono calcolosi delle vie urinarie e nefrolitiasi. In campo medico si sentono inoltre termini particolari per descrivere la collocazione del cristallo nelle vie urinarie, ad esempio la parola ureterolitiasi è usata per descrivere un calcolo che si trova nell’uretere. In questo articolo, per semplicità, useremo sempre l’espressione calcolo renale o cristallo.

I calcoli biliari e i calcoli renali non sono in alcun modo collegati: si formano in zone diverse dell’organismo e chi è affetto da un calcolo biliare non ha necessariamente maggiori probabilità di sviluppare calcoli renali.

Renella

Quando si formano cristalli di piccole dimensioni, non tali da determinare vere e proprie coliche, si parla in genere di renella.

Si tratta di fatto di una sabbiolina che si forma a livello dei reni e che come i calcoli migra verso la vescica per poi essere espulsa attraverso l’urina; può essere causa di fastidi durante la minzione e dolore a livello lombare.

Può colorare di rosso le urine, non necessariamente per la presenza di sangue, ma perché i cristalli sono spesso costituiti da acido urico e acido ossalico.

Vale ovviamente lo stesso consiglio dato in presenza di calcoli, ossia aumentare l’idratazione (bere di più), mentre a meno di casi specifici (numerose recidive di episodi di calcolosi) la dieta sembra avere un ruolo secondario, ovviamente a patto che sia sana e correttamente equilibrata.

Cause

Per ragioni tuttora sconosciute il numero di persone affette da calcoli renali negli Stati Uniti è andato crescendo negli ultimi trentanni; non sono disponibili dati certi, ma è molto probabile che la situazione sia analoga anche in Italia.

Le persone di razza caucasica sono più soggette rispetto a quelle di razza africana, ed in generale ne sono maggiormente soggetti gli uomini; il rischio per la popolazione generale di sviluppare i calcoli è pari al 19% negli uomini e al 9% nelle donne. Negli uomini, il primo episodio si verifica in genere dopo i 30 anni.

Se in passato si hanno avuti diversi episodi di calcolosi c’è maggiore probabilità di svilupparne altri.

I medici non riescono sempre a risalire con certezza alle ragioni alla base della formazione del cristallo; anche se per esempio alcuni alimenti possono favorirne la formazione in persone già predisposte, si ritiene che questo non sia sufficiente a determinarne la precipitazione in soggetti privi di fattori di rischio.

Se ci sono precedenti famigliari di calcoli renali il paziente avrà maggiori probabilità di soffrirne.

Anche

  • le infezioni delle vie urinarie,
  • le malattie renali come il rene policistico
  • e alcuni disordini metabolici come l’iperparatiroidismo

sono collegati con la formazione dei calcoli.

Inoltre più del 70 per cento delle persone affette da una malattia rara di nome acidosi tubulare renale sviluppa calcoli renali.

La cistinuria e l’iperossaluria sono altri due rari disordini metabolici che spesso provocano la formazione di calcoli renali.

  • Nella cistinuria, viene eliminata troppa cistina (un aminoacido che non si dissolve nell’urina) e questo provoca la formazione di calcoli costituiti appunto da cistina.
  • Nei pazienti affetti da iperossaluria l’organismo produce troppo ossalato (un sale). Se le urine contengono una maggiore quantità di ossalato insolubile i cristalli si depositano e formano i calcoli.

L’ipercalciuria è una malattia ereditaria e rappresenta la causa principale del problema in più della metà dei pazienti. Il calcio viene assorbito dagli alimenti in quantità maggiore del dovuto e quindi passa nell’urina. L’elevato livello di calcio nell’urina provoca la formazione di cristalli di ossalato di calcio o fosfato di calcio nei reni, oppure in altre zone dell’apparato escretore.

Tra le altre cause della formazione di calcoli troviamo

Alcuni diuretici e antiacidi a base di calcio possono far aumentare il rischio di formazione di calcoli renali perché accrescono la quantità di calcio presente nell’urina.

I calcoli di ossalato di calcio possono comparire anche nelle persone affette da infiammazioni croniche dell’intestino o che si sono sottoposte a un’operazione di bypass intestinale od intervento di stomia. Come già abbiamo ricordato i calcoli di struvite si possono formare nei pazienti che hanno sofferto in passato di infezioni delle vie urinarie. Anche le persone che assumono l’inibitore delle proteasi indinavir, un farmaco usato per curare l’infezione da HIV, possono essere maggiormente a rischio per quanto riguarda i calcoli renali.

Fattori di rischio

  • Familiarità o storia personale,
  • età tra 20 e 30 anni (calcoli di calcio),
  • disidratazione,
  • sovrappeso,
  • alcune diete, per esempio quelle eccessivamente ricche in proteine, sodio e zucchero, possono aumentare il rischio di alcuni tipi di calcoli renali,
  • malattie e chirurgia del sistema digerente; gli interventi di bypass gastrico, le malattie infiammatorie intestinali (morbo di Crohn e colite ulcerosa) o la diarrea cronica possono causare modifiche del processo digerente che si ripercuotono sull’assorbimento di calcio e acqua, aumentando i livelli urinari di sostanze con tendenza a depositarsi,
  • altre condizioni mediche; malattie e condizioni che possono aumentare il rischio di calcoli renali sono, ad esempio,
    • acidosi tubulare renale,
    • cistinuria,
    • iperparatiroidismo,
    • alcuni farmaci,
    • alcune infezioni delle vie urinarie.

Sintomi

In molti pazienti la presenza di calcoli renali rimane a lungo priva di sintomi; di norma il primo segnale è un dolore molto intenso che inizia all’improvviso, quando il calcolo si muove nelle vie urinarie e ostruisce il flusso dell’urina.

Il paziente avverte immediatamente un dolore molto acuto e crampiforme alla schiena e sui fianchi nella zona del rene, oppure nel basso ventre: si tratta della cosiddetta colica renale. In seguito, il dolore può estendersi verso la zona inguinale.

Se il calcolo è di grandi dimensioni e non è in grado di transitare con facilità il dolore si fa più intenso: i muscoli che formano le strette pareti dell’uretere si contraggono per spingerlo verso la vescica. Quando il calcolo si muove e l’organismo cerca di espellerlo può comparire del sangue nell’urina, che quindi può diventare di colore rosato; quando il calcolo discende attraverso l’uretere e si avvicina alla vescica, il paziente può avvertire la necessità di urinare con maggior frequenza oppure avere una sensazione di bruciore durante la minzione.

A volte si possono verificare nausea e vomito.

Se uno o più di questi sintomi fosse accompagnato da febbre e brividi, potrebbe esserci un’infezione, in corso, condizione che richiede assistenza medica.

Prognosi e pericoli

I calcoli renali sono dolorosi, molto dolorosi, ma nella maggior parte dei casi possono essere eliminati dal corpo senza danni permanenti.

Spesso recidivano e ciò avviene ovviamente più spesso se la causa non viene identificata e trattata.

I rischi sono legati a possibili:

Si consiglia di rivolgersi in Pronto Soccorso o chiamare immediatamente il proprio curante se compaiono:

  • dolore molto forte alla schiena o al fianco, che non passa,
  • sangue nell’urina,
  • febbre e brividi,
  • vomito,
  • urina maleodorante o torbida,
  • una sensazione di bruciore durante la minzione.

Diagnosi

Radiografia con calcoli (https://en.wikipedia.org/wiki/File:Kidney_stones_abdominal_X-ray.jpg)

Radiografia con calcoli (https://en.wikipedia.org/wiki/File:Kidney_stones_abdominal_X-ray.jpg)

Spesso i calcoli silenti, cioè quelli che non provocano sintomi evidenti come la colica renale, possono essere individuati da una radiografia, durante un esame di routine. Se i calcoli sono piccoli, nella maggior parte dei casi verranno espulsi senza creare problemi.

Più spesso, invece, i calcoli renali vengono individuati attraverso una radiografia o da un’ecografia, richiesta dal medico per un paziente che lamenta presenza di sangue nelle urine od un dolore improvviso. Queste immagini diagnostiche forniscono al medico informazioni importanti sulla dimensione e sulla posizione del calcolo, mentre gli esami del sangue e delle urine possono permettere di individuare qualsiasi sostanza anomala che potrebbe favorire la formazione del calcolo.

Il medico può decidere di esaminare le vie urinarie usando uno speciale esame chiamato tomografia computerizzata (TAC) oppure un pielogramma intravenoso (IVP).

I risultati di uno o più di questi esami aiuteranno a decidere quale sia la terapia più adatta.

Cura e terapia

Per fortuna di solito non è necessario ricorrere all’intervento chirurgico, perché la maggior parte dei calcoli renali vengono espulsi naturalmente se si beve molta acqua (due o tre litri al giorno), favorendone così l’espulsione. Spesso il paziente può restare a casa durante questa terapia, bevendo molti liquidi ed assumendo farmaci analgesici se necessario. Il medico di solito chiede al paziente di conservare il calcolo, una volta espulso, per ulteriori analisi di laboratorio (per raccoglierlo si può usare una tazza o un colino).

Dieta e stile di vita

La strategia di prevenzione più importante e più semplice per prevenire la formazione di calcoli e la conseguente comparsa di coliche è ovviamente assumere più liquidi: l’acqua è l’alternativa migliore. Chi è più soggetto alla formazione di calcoli dovrebbe cercare di bere durante la giornata abbastanza liquidi da produrre almeno due litri di urina nelle 24 ore.

In passato alle persone affette da calcoli di calcio veniva consigliato di evitare i prodotti caseari ed altri alimenti con alto contenuto di calcio, in realtà ricerche recenti hanno dimostrato che gli alimenti ricchi di calcio, compresi i prodotti caseari, possono contribuire alla prevenzione dei calcoli di calcio. Se si assumono integratori di calcio invece il rischio di sviluppare i calcoli può aumentare. Ai pazienti può essere consigliato di evitare alimenti arricchiti con vitamina D e alcuni tipi di antiacidi a base di calcio.

Chi soffre di alti livelli di acido urico dovrebbe mangiare meno carne, pesce e pollame; questi alimenti sono responsabili di un aumento della quantità di acido urico nell’urina.

Per prevenire i calcoli di cistina il paziente dovrebbe bere ogni giorno abbastanza acqua da diluire la concentrazione urinaria della cistina, ma questo processo non è né semplice né lineare. Potrebbe essere necessario bere circa quattro litri d’acqua nelle 24 ore, e circa un terzo di questa quantità dovrebbe essere bevuto durante la notte.

Quale acqua per i calcoli renali?

La concentrazione di calcio presente nell’acqua potabile di casa non provoca un aumento di calcoli renali.

Questa indicazione arriva direttamente dall’Istituto Superiore di Sanità, che spiega inoltre che “è stato dimostrato che anche le acque minerali ricche di calcio sono utili nella prevenzione della calcolosi renale mentre, viceversa, una dieta povera di calcio può aumentare il rischio di sviluppare questa patologia”.

Comprensibilmente può apparire contro-intuitivo, ma la realtà è che il calcio assunto con la dieta (acqua, latticini, …) si lega con l’ossalato PRIMA di arrivare nei reni, riducendone quindi le concentrazioni libere e che potrebbero formare complessi in grado di precipitare sotto forma di calcoli.

Bere acque ricche di calcio è quindi un fattore protettivo.

Terapie mediche

Il medico può prescrivere alcuni farmaci che contribuiscono a prevenire la formazione di calcoli di calcio e di acido urico: questi farmaci controllano la quantità di acidi o di alcali presenti nell’urina, fattori fondamentali nella formazione dei cristalli. L’allopurinolo (Zyloric®) è un farmaco che può rivelarsi utile in alcuni casi di iperuricosuria.

I medici di solito tendono a tenere sotto controllo l’ipercalciuria, e quindi a prevenire i calcoli di calcio, prescrivendo particolari diuretici, come ad esempio l’idroclorotiazide (Esidrex®). Questi farmaci fanno diminuire la quantità di calcio rilasciata dai reni nell’urina, favorendo così la ritenzione del calcio all’interno delle ossa; la loro efficacia è massima se l’apporto di sodio dalla dieta è basso. Più raramente ai pazienti affetti da ipercalciuria viene somministrato uno speciale farmaco che lega il calcio nell’intestino e previene il suo passaggio nell’urina.

Se non si riesce a tenere sotto controllo i calcoli di cistina con la maggiore assunzione di liquidi, il medico potrebbe prescrivere farmaci come il Thiola® che aiutano a diminuire la quantità di cistina nell’urina.

Per i calcoli di struvite che sono stati completamente rimossi, la prima forma di prevenzione è quella di eliminare dall’urina i batteri che possono causare l’infezione. L’urina del paziente sarà esaminata regolarmente per accertarsi che non siano presenti i batteri. Se non si riescono a rimuovere completamente il medico può prescrivere un farmaco chiamato acido acetoidrossaminico che, usato in combinazione con una terapia antibiotica sul lungo periodo, può prevenire l’infezione che porta alla crescita dei cristalli.

Le persone affette da iperparatiroidismo a volte sviluppano calcoli di calcio: la terapia in questo caso prevede l’intervento chirurgico di rimozione delle paratiroidi, ghiandole collocate nel collo. La rimozione delle ghiandole risolve i problemi di iperparatiroidismo e di formazione di calcoli renali.

Intervento chirurgico

L’intervento chirurgico può rivelarsi necessario per rimuovere il calcolo renale se il cristallo:

  • non viene espulso dopo un periodo ragionevole e provoca dolore  e coliche costanti,
  • è troppo grande per essere espulso naturalmente, oppure è collocato in posizione difficile,
  • ostruisce il flusso dell’urina,
  • provoca un’infezione di lunga durata delle vie urinarie,
  • danneggia i tessuti renali o provoca un sanguinamento costante,
  • si è ingrandito, come si desume dalle radiografie di controllo.

Fino a 20 anni fa era necessario un intervento chirurgico a cielo aperto per rimuovere il calcolo, per quest’operazione era necessario un ricovero da 4 a 6 settimane. Al giorno d’oggi le terapie sono state perfezionate, molte possibilità di cura non richiedono necessariamente complicati interventi chirurgici a cielo aperto e possono essere eseguite in ambulatorio.

Litotrissia extracorporea a onda d’urto

Risultati di ricerca Risultati web Litotrissia extracorporea ad onde d'urto

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La litotrissia extracorporea a onda d’urto è la procedura usata con maggiore frequenza per il trattamento dei calcoli renali.

In questo caso le onde d’urto che si creano fuori dall’organismo vengono trasmesse dalla pelle e dai tessuti, fino a colpire i calcoli. I calcoli si rompono in tanti piccoli frammenti e così risulta più facile il loro passaggio nelle vie urinarie, trasportati dall’urina.

Esistono diverse apparecchiature per la litotrissia extracorporea. La maggior parte di esse usa le radiografie oppure l’ecografia per permettere al chirurgo di individuare la posizione del calcolo durante l’intervento. Per la maggior parte degli interventi di litotrissia è necessaria l’anestesia.

Nella maggior parte dei casi può essere eseguita in ambulatorio, la guarigione avviene in un periodo relativamente breve e la maggior parte dei pazienti trattati può riprendere le normali attività già dopo alcuni giorni.

Durante gli interventi di litotrissia, possono originarsi alcune complicazioni:

  • alcuni pazienti possono avere sangue nelle urine per alcuni giorni dopo l’intervento.
  • Si possono verificare bruciore e disagio alla schiena o all’addome provocati dalle onde d’urto.
  • Talvolta i frammenti del cristallo causano lievi ostruzioni durante il transito nelle vie urinarie e provocano disagio. In alcuni casi, il medico inserirà un tubicino (lo stent) per collegare la vescica all’uretere e rendere più agevole il transito dei frammenti.
  • A volte il calcolo non si frantuma totalmente con un solo intervento e quindi può rivelarsi necessario un secondo intervento.

Per ridurre il rischio di complicazioni di solito viene consigliato ai pazienti di non assumere aspirina o altri farmaci che influiscono sulla coagulazione sanguigna per alcune settimane prima dell’intervento.

Come per qualsiasi altro intervento chirurgico bisognerebbe parlare dei rischi e delle complicazioni potenziali con il medico prima di scegliere una terapia di questo genere.

Nefrolitotomia percutanea

A volte per rimuovere un calcolo si consiglia un intervento chiamato nefrolitotomia percutanea.

Nella maggior parte dei casi si ricorre a un intervento di questo tipo quando il calcolo è abbastanza grande oppure si trova in un luogo per cui non sarebbe efficace la litotrissia.

In quest’intervento il chirurgo pratica una minuscola incisione nella schiena e crea un’apertura che va a finire direttamente nel rene. Usando uno strumento apposito (nefroscopio) il chirurgo individua il calcolo e lo rimuove. Per i calcoli più grandi può essere necessario un qualche tipo di energia (ultrasuoni o energia elettroidraulica) per spezzare il calcolo in frammenti di minori dimensioni; spesso i pazienti vengono ricoverati in ospedale per diversi giorni e può essere lasciato inserito un nefrostoma nel loro rene durante il processo di guarigione.

La nefrolitotomia percutanea ha un vantaggio importante: il chirurgo può rimuovere direttamente alcuni dei frammenti del calcolo invece di fare soltanto affidamento sulla loro espulsione naturale dal rene.

Ureteroscopia

Alcuni calcoli che si sviluppano negli ureteri possono essere rimossi con la litotrissia, però può rivelarsi necessaria l’ureteroscopia per quelli che si trovano nella parte media o bassa dell’uretere.

In quest’intervento non viene praticata alcuna incisione, il chirurgo invece fa passare un minuscolo strumento in fibra ottica (l’ureteroscopio) nell’uretra e nella vescica, fino a raggiungere l’uretere. Si individua il calcolo che viene rimosso con un dispositivo simile a una gabbia, oppure è frantumato con uno strumento che produce una specie di onda d’urto.

Per alcuni giorni dopo l’intervento, può essere lasciato un tubicino (stent) nell’uretere, per facilitare il flusso dell’urina. Prima che l’avvento della fibra ottica rendesse possibile l’ureteroscopia, i chirurghi usavano un metodo di estrazione simile, che però avveniva quasi alla cieca, tuttavia questa tecnica viene usata raramente perché comporta un alto rischio di danneggiamento degli ureteri.

Chirurgia a cielo aperto

Ad oggi la chirurgia a cielo aperto, ossia l’intervento classico che prevede un taglio addominale, è estremamente rara e limitata ai casi in cui ci siano forti controindicazioni all’approccio endoscopico (meno dell’1% dei casi).

Questo intervento prevede un’incisione nella schiena che permetta al chirurgo di accedere all’uretere e ai reni per la rimozione del calcolo.

Curiosità

Ricerche preliminari suggeriscono che il rimedio possa anche essere divertente: un giro sulle montagne russe.

Ci sono casi aneddotici di pazienti che, grazie a corse spericolate in parchi di divertimento, hanno eliminato piccoli calcoli, ha spiegato il Dr. David Wartinger, professore di urologia presso la Michigan State University College of Osteopathic Medicine.

La nuova ricerca del suo gruppo, condotta nel parco di divertimento di Disney World a Orlando, sembra confermare gli aneddoti. Nello studio il gruppo di Wartinger ha usato una stampante 3D per creare un modello di rene in silicone trasparente contenente urina e tre calcoli di dimensioni diverse.

Il modello renale è stato messo in uno zaino e sottoposto a 60 giri sulle montagne russe.

Un giro su montagne russe di intensità moderata potrebbe risultare di aiuto per alcuni pazienti con calcoli renali piccoli.

Lo studio suggerisce che il giro potrebbe essere terapeutico per calcoli piccoli, e non sarebbe poco.

Eliminare un calcolo renale prima che raggiunga dimensioni ostruttive può evitare interventi chirurgici e ricoveri in pronto soccorso, ha affermato Wartinger. Una corsa sulle montagne russe dopo trattamenti come la litotripsia e prima di gravidanze programmate può impedire l’ingrossamento dei calcoli.

Fonte: Evaluation of Renal Calculi Passage While Riding a Roller Coaster

Prevenzione

Se in passato si è già sofferto più volte di calcoli e/op coliche renali c’è maggiore probabilità di soffrirne anche in futuro, è quindi importante seguire una strategia di prevenzione. Per capirne la causa il medico prescriverà degli esami di laboratorio, tra cui gli esami delle urine e del sangue; indagherà quindi sulla storia medica del paziente, sulla sua occupazione e sulle abitudini alimentari. Se il calcolo è stato rimosso, oppure se il paziente ne ha già espulso e conservato uno, un’analisi del calcolo potrà aiutare il medico a programmare una terapia corretta.

Il medico potrà chiedere al paziente di raccogliere l’urina delle 24 ore dopo l’espulsione o la rimozione del calcolo. Per la raccolta delle urine delle 24 ore viene fornito al paziente un contenitore grande, che deve essere conservato in frigorifero dopo essere andati in bagno. Il campione raccolto viene usato per misurare il volume dell’urina e i livelli di

  • calcio,
  • sodio,
  • acido urico,
  • ossalato,
  • citrato,
  • creatinina (una sostanza prodotta dal metabolismo muscolare).

Il medico userà queste informazioni per capire qual è la causa della formazione del calcolo, potrebbe essere necessaria una seconda raccolta delle 24 ore per capire se la terapia prescritta è efficace.

Generalmente la prevenzione passa essenzialmente attraverso i seguenti cinque punti:

  1. Bere molta acqua: bere acqua diluisce le sostanze in grado di precipitare nelle urine sotto forma di calcoli; è utile includere anche spremute di agrumi, che grazie alla presenza di citrato riducono ulteriormente il rischio.
  2. Assumere adeguate quantità di calcio: la carenza di calcio può far aumentare i livelli di ossalato.
  3. Ridurre il sodio: una dieta ricca di sodio, tipicamente assunto attraverso il sale, può innescare la formazione di calcoli renali perché aumenta la quantità di calcio nelle urine; una sua riduzione è anche consigliabile in ottica di prevenzione cardiovascolare.
  4. Limitare il consumo di proteine animali: le proteine animali (da carne, uova e pesce, …) aumentano le concentrazioni di acido urico e riducono le quantità di citrato.
  5. Evitare alimenti a rischio (vedi paragrafo successivo).

Alimenti e bevande che contengono ossalato

Il medico potrebbe consigliare alle persone predisposte alla formazione di cristallii di ossalato di calcio di limitare o evitare del tutto alcuni cibi, se la loro urina contiene un eccesso di ossalato.

Alimenti che contengono ossalato (dalla quantità maggiore alla minore)

  1. Rabarbaro
  2. Spinaci
  3. Barbabietola
  4. Bietole
  5. Germe di grano
  6. Cracker di soia
  7. Arachidi
  8. Cioccolato
  9. Tè nero
  10. Patate dolci

Gli alimenti seguenti, che contengono una modica quantità di ossalato (dalla quantità maggiore alla minore), possono essere assunti in quantità limitata:

  1. Farina di mais
  2. Uva
  3. Sedano
  4. Pepe verde
  5. Lamponi rossi
  6. Torte di frutta
  7. Fragole
  8. Marmellata di agrumi
  9. Fegato

Fonti e bibliografia

Domande e risposte
Quali sono i sintomi di una colica renale?
Una colica renale è caratterizzata da un dolore molto intenso avvertito a livello della parte bassa della schiena e del fianco, sul lato del rene colpito; il dolore può irradiarsi verso il basso addome e l'inguine e generalmente si presenta con andamento intermittente. È accompagnato da dolore durante la minzione, con l'urina che spesso si presenta con tracce di sangue..

Può essere presente nausea e/o vomito, febbre in caso d'infezione.
Da cosa è causata?
La colica renale è il risultato della presenza di un calcolo, ossia un piccolo sassolino, di dimensioni tale da impedire il normale deflusso dell'urina.
Cosa fare in caso di colica renale?
Il dolore è tale da rendere quasi sempre necessario l'intervento del medico, per la prescrizione di forti antidolorifici (come il ketorolac - ToraDol).
Cosa mangiare in caso di colica renale?
Durante la colica il soggetto non è in grado di mangiare. A fini di prevenzione in genere viene consigliato soprattutto di bere adeguatamente, per ridurre il rischio di un ingrandimento dei cristalli responsabili.

Quando vengono analizzati chimicamente i calcoli è infine possibile, in soggetti recidivi, procedere a consigli dietetici mirati per ridurre il rischio di nuovi episodi.
Quanto dura una colica renale?
In genere le ondate di dolore durano tra i 20 e i 60 minuti. Fonte: https://www.uptodate.com/contents/kidney-stones-in-adults-beyond-the-basics
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Domande e risposte
  1. Sono incinta da un messe, ma ho i calcoli renali. Oggi ho un dolore, non fortissimo, ma presente. C’è qualche rischio per il bambino?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Di norma no, ma raccomando di sentire il ginecologo per valutare se e come provare a prevenire eventuali coliche. In caso di necessità Pronto Soccorso.

  2. Salve sono capitata qua perché cercavo info ,
    È Da 3/4 ore che ho come una sensazione di pipì sulla dx della vescica che va e viene con alternanza di una ventina di secondi …..
    come se qualcuno dentro mi spingesse con un dito
    Cistite in arrivo ?

    1. Dr. Roberto Gindro

      È possibile, anche se a volte può essere per esempio solo un po’ di fastidio causato dal freddo, per esempio.

      Utile comunque sentire il medico.

  3. Cosa posso prendere per calmare il dolore durante una colica?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Mi dispiace, ma non posso prescrivere o consigliare farmaci (e in genere servono medicinali che richiedono ricetta medica, in alcuni casi anche non ripetibile).

  4. Va bene Moment per le coliche renali?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Se sufficiente a calmare il dolore sì, in genere servono purtroppo antidolorifici più forti.

  5. È vero che l’acido citrico fa sciogliere i calcoli? Dove si trova?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Sì, perchè alcalinizzando le urine previene la formazione dei calcoli.
      È presente principalmente nel limone, ma attenzione allo stomaco!, oppure in alcuni integratori.

  6. Sono genetiche?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Intende le coliche? No, non si parla di trasmissione genetica vera e propria, ma può certamente riscontrarsi una certa famigliarità.