Bruciore (intimo) vaginale: cause, sintomi e rimedi

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Introduzione

Il bruciore vaginale è un sintomo molto comune che si può presentare per la presenza di fenomeni infiammatori e irritativi locali di scarso significato clinico, ma anche a causa di patologie più serie e degne di nota.

Quando persiste nel tempo, o quando si presenta con sintomi intensi, è quindi necessario recarsi dal proprio medico di fiducia o dal ginecologo per impostare il percorso diagnostico e terapeutico più adatto: in alcuni casi il sintomo potrebbe infatti essere la spia di

  • malattie di natura infettivo-dermatologica,
  • alterazioni della microflora vaginale,
  • squilibri ormonali,
  • irritazioni date dall’azione di agenti irritanti locali, come ad esempio:
    • detergenti,
    • lavande vaginali,
    • indumenti troppo stretti;

qualunque sia la natura del problema deve essere correttamente identificata ed affrontata.

Il bruciore vaginale può essere costante o manifestarsi solo in alcune situazioni, come durante i rapporti o la minzione. Spesso inoltre il bruciore non compare in maniera isolata, ma è affiancato da altri sintomi come

  • prurito,
  • dolore (talvolta solo durante i rapporti),
  • alterazioni dell’aspetto e della composizione delle secrezioni vaginali (perdite).

Esistono numerose possibilità terapeutiche, specificatamente indicate per le diverse cause del bruciore, e molti accorgimenti che possono aiutare ad alleviare il sintomo e a prevenirne la ricomparsa.

Donna che appoggia le mani a livello pelvico a causa del disagio percepito

iStock.com/todaydesign

Cause

Le cause del bruciore vaginale possono essere raggruppate in alcune grandi categorie che comprendono

  • malattie di natura infettiva,
  • dermatiti irritative,
  • dermatiti da ipersensibilità,
  • vaginite atrofica causata da squilibri ormonali.

Cause di natura infettiva o dismicrobismi

La vagina ospita normalmente una grande quantità di batteri e altri microrganismi, essenziali per mantenere il normale equilibrio biologico ed il giusto pH locale. La specie più rappresentata è quella dei lactobacilli acidofili, che arrivano a ricoprire fino al 90% del totale di batteri presenti a questo livello e la cui presenza è essenziale per evitare l’eccessiva crescita di altri microorganismi patogeni.

Alcune condizioni possono alterare questo normale equilibrio biologico, causare un abbassamento dei lactobacilli ed un prevalere di specie batteriche, come la Gardnerella vaginalis o altri microrganismi anaerobi, che se presenti in quantità elevate possono diventano patogeni.

Si parla in questi casi di vaginosi batterica: non si tratta di vere e proprie infezioni, in quanto i batteri responsabili sono presenti anche in condizioni di normalità, seppure a concentrazioni estremamente basse. Nel caso in cui prendano il sopravvento possono portare allo sviluppo di disturbi come

  • bruciore,
  • prurito,
  • perdite vaginali grigio-biancastre dall’odore tanto caratteristico quanto sgradevole, che viene descritto come “a puzza di pesce”.

In altre situazioni invece la cavità vaginale può essere colonizzata da specie microbiche prettamente patogene: è questo il caso delle malattie sessualmente trasmissibili come

  • gonorrea,
  • chlamidia,
  • tricomoniasi.

Queste infezioni possono essere riconosciute più o meno facilmente a seconda del caso: molte volte sono scarsamente sintomatiche nella donna e possono per questo motivo passare inosservate. I sintomi infatti possono essere assenti o molto aspecifici e confondersi con quelli delle più comuni vaginiti (prurito, bruciore durante la minzione, secrezioni vaginali anomale, vago dolore pelvico).

La candidosi vaginale è una condizione molto frequente che, al contrario delle precedenti, è spesso facilmente riconoscibile a causa della presenza di un forte prurito e, talvolta, della produzione di secrezioni vaginali bianche e dense.

Tra le cause infettive di bruciore vaginale vanno infine ricordate le infezioni di origine virale, benché rappresentino una categoria quantitativamente meno importante. L’Herpes genitale può dare origine a bruciore, soprattutto durante la minzione, in quanto l’urina viene a contatto con zone di cute e mucosa irritate e lese a causa della presenza delle vescicole che sono presenti nella malattia in fase attiva.

Dermatiti da irritazione chimica, meccanica, reazioni allergiche o da ipersensibilità

Queste forme infiammatorie possono essere provocate da:

  • detergenti e lavande vaginali,
  • saponi e bagnoschiuma,
  • carta igienica profumata,
  • profilattici in lattice,
  • dispositivi intrauterini (ad esempio la spirale),
  • tamponi vaginali,
  • indumenti troppo stretti,
  • scarsa lubrificazione durante il coito.

Alcune sostanze presenti all’interno di detergenti, saponi, tamponi vaginali o indumenti possono provocare reazioni di natura allergica o da ipersensibilità, che si manifestano con bruciore, prurito e irritazione locale. Le varie essenze che vengono utilizzate in ambito industriale rientrano tra le sostanze maggiormente sensibilizzanti, ragion per cui i soggetti predisposti dovrebbero evitare l’utilizzo di prodotti che le contengono, come ad esempio la carta igienica profumata.

L’uso eccessivo di lavande vaginali o di detergenti troppo aggressivi può andare a danneggiare le mucose e provocare l’insorgenza di irritazione e bruciore. Una corretta igiene intima è senza dubbio importante per prevenire lo sviluppo di infezioni locali e per mantenere una corretta pulizia personale, ma anche un suo eccesso può essere controproducente; per questo motivo è consigliabile l’utilizzo di prodotti specifici e delicati.

L’utilizzo di indumenti troppo stretti o di biancheria in fibre sintetiche e non traspirante può complicare e accentuare la sintomatologia dolorifica e il bruciore, soprattutto nel caso in cui ci siano già un’infezione o un processo irritativo in atto.

Alterazioni ormonali

I cambiamenti ormonali che si verificano in seguito all’entrata in menopausa possono avere ripercussioni importanti a livello dell’epitelio vaginale: questi tessuti infatti sono estremamente sensibili ai livelli di estrogeni che ne garantiscono, in condizioni normali e durante il periodo di vita fertile di una donna, l’adeguato trofismo (processo di nutrizione del tessuto).

Quanto gli estrogeni iniziano a calare la mucosa vaginale diventa più sottile, fragile e maggiormente predisposta alle infezioni. Anche la produzione di muco tende a calare con conseguente minor lubrificazione. I sintomi che vengono maggiormente sperimentati da chi soffre di questo tipo di disturbo comprendono:

La vaginite atrofica è una condizione che si sviluppa soprattutto in età postmenopausale come conseguenza del calo della produzione endogena di estrogeni ma, in casi meno frequenti, può essere provocata anche da radioterapia, chemioterapia o da alcuni farmaci utilizzati per il trattamento dell’endometriosi e del tumore al seno.

Fattori predisponenti

Alcune condizioni possono favorire l’insorgenza di bruciore vaginale e degli altri sintomi d’accompagnamento ad esso correlati; questi fattori possono predisporre all’insorgenza di infezioni batteriche o micotiche, stati di dismicrobismo (alterazioni della normale flora batterica vaginale) o allo sviluppo di irritazioni locali:

  • utilizzo di antibiotici,
  • stati di immunodepressione anche temporanea,
  • squilibri ormonali,
  • dieta eccessivamente ricca di zuccheri o presenza di diabete conclamato,
  • utilizzo di detergenti troppo aggressivi e di irritanti locali,
  • biancheria intima e abitudini igieniche inadeguate.

Sintomi di accompagnamento

Spesso il bruciore vaginale non compare in maniera isolata, ma si accompagna ad altre manifestazioni cliniche come:

Alcuni di questi sintomi possono essere più presenti rispetto ad altri e la modalità di presentazione dipenderà dalla patologia di base e dalla predisposizione soggettiva a sviluppare alcuni disturbi piuttosto che altri.

Diagnosi

Per arrivare ad identificare la causa del bruciore vaginale è necessario prendere in considerazione diversi fattori; in molti casi la raccolta dei sintomi e l’esame obiettivo sono sufficienti per porre una diagnosi corretta, ma talvolta può essere necessario ricorrere ad esami di laboratorio che permettano di rilevare la presenza di specifiche alterazioni o di identificare l’eventuale microorganismo patogeno responsabile della vaginite.

Un iter diagnostico completo comprende quindi l’analisi di:

  • anamnesi: storia di precedenti episodi, altre eventuali patologie in atto o pregresse, assunzione di farmaci, abitudini e stile di vita,
  • esame obiettivo:
    • sintomi riferiti dalla paziente,
    • segni clinici evidenziabili durante la visita ginecologica,
  • esame delle urine,
  • urinocoltura,
  • tampone vaginale o uretrale.

Cosa fare? Cure e rimedi

La cura del bruciore vaginale non può prescindere dalla terapia della malattia di base che l’ha causato, per questo motivo deve essere individualizzata e specifica.

Nel caso in cui il prurito sia causato da una vaginite di natura infettiva sarà necessario utilizzare dei farmaci antimicrobici specifici: gli antibiotici sono indicati in caso di infezioni batteriche, mentre per candidosi si utilizzano invece antimicotici come il clotrimazolo; le infezioni da Trichomonas vaginalis vengono trattate con il metronidazolo.

In molti casi può poi essere utile assumere dei probiotici che aiutano a ripristinare la normale flora batterica vaginale.

I disturbi provocati dalla vaginite atrofica possono essere alleviati grazie all’utilizzo di lubrificanti vaginali e, nei casi più gravi, è possibile ricorrere sotto prescrizione ginecologica, ad una terapia estrogenica.

Al fine di prevenire l’insorgenza di infezioni vaginali e di irritazioni locali è consigliabile adottare alcuni semplici accorgimenti come ad esempio:

  1. Eseguire una corretta igiene intima quotidiana che si basi sull’utilizzo di un detergente non troppo aggressivo e dal pH compreso tra 4 e 5 per le donne in età fertile.
  2. Cambiare regolarmente la biancheria, i proteggi slip, gli assorbenti e i tamponi vaginali.
  3. Cercare di evitare l’utilizzo troppo prolungato di biancheria sintetica e prediligere invece il cotone o altre fibre naturali le quali, oltre a permettere una maggiore traspirazione, risultano essere meno irritanti e meno sensibilizzanti.
  4. Evitare di condividere con altre persone biancheria intima o asciugamani.

L’utilizzo di metodi contraccettivi di barriera (preservativo) durante i rapporti protegge dal rischio di contrarre malattie a trasmissione sessuale.

Nel caso in cui il bruciore sia provocato da una malattia infettiva anche il partner dovrebbe sottoporsi al trattamento antimicrobico specifico al fine di evitare reinfezioni frequenti.

Fonti e bibliografia

  • Cainelli T., Giannetti A., Rebora A. Manuale di Dermatologia Medica e Chirurgica, IV edizione, McGraw-Hill, Milano, 2008.
  • Moroni, Esposito, De Lalla. Malattie infettive, VII edizione, Masson, 2008.
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