Asma bronchiale: sintomi, allergia, terapia

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Introduzione

Forse non tutti sanno che l’asma è una delle più diffuse malattie croniche fra i bambini ma non solo, secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) le persone che ne soffrono nel mondo sono più di 230 milioni e fra questi più di 383000 sono deceduti per questa ragione nel 2015.

Si tratta di una malattia cronica che colpisce le vie aeree, ossia canali che permettono il passaggio di aria da e verso i polmoni; in un paziente asmatico le pareti interne delle vie aeree diventano dolenti e gonfie, questo le rende così sensibili da reagire al contatto con molecole allergeniche o irritanti. La reazione causa un restringimento del canale, con conseguente diminuzione dell’aria disponibile che può arrivare ai polmoni.

I sintomi più caratteristici dell’asma comprendono:

Non tutti i soggetti asmatici manifestano questi sintomi e, allo stesso modo, manifestarli non significa necessariamente essere asmatici.

Il medico sarà in grado di diagnosticare l’eventuale presenza di asma basandosi su

  • test di funzionalità polmonare,
  • storia medica,
  • esame obiettivo (visita);

in alcuni casi possono essere necessarie le prove allergiche.

Nella fase acuta, quando i sintomi peggiorano, si parla di “attacco asmatico”; gli attacchi più severi possono richiedere cure di emergenza perché, se non trattati, possono risultare fatali.

Purtroppo non è possibile guarire dall’asma, ma l’obiettivo della terapia è duplice:

  • farmaci per trovare sollievo durante gli attacchi,
  • farmaci a lungo termine per prevenire i sintomi.

Non sono ancora stati del tutto chiariti i meccanismi che sottendono alla comparsa della malattia, sembra tuttavia che siano di notevole importanza alcuni fattori genetici ma soprattutto ambientali. Ciò rende difficile la completa conoscenza dell’asma e la sua estrema variabilità non solo nei sintomi, ma anche nel modo in cui coinvolge le cellule degli organi dell’apparato respiratorio.

Bronchi infiammati a causa dell'asma

iStock.com/blueringmedia

Cause

Per comprendere le basi dell’asma può aiutare capire il funzionamento delle vie aeree, ossia dei canali che servono a portare l’aria dentro e fuori dai polmoni; i soggetti asmatici sono caratterizzati da un’infiammazione delle vie aeree e questo le rende gonfie e molto sensibili, in grado di reagire severamente al contatto con determinate sostanze inalate.

A seguito di questa reazione i muscoli che avvolgono le vie aeree si restringono e questo riduce immediatamente la quantità di aria che passa, come se chiudessimo in parte il rubinetto dell’acqua.

Il gonfiore peggiora ulteriormente la situazione, rendendo il passaggio ancora più piccolo, inoltre le cellule presenti potrebbero reagire producendo più muco, un liquido adesivo e spesso che può ulteriormente restringere le vie respiratorie.

Questa reazione a catena può causare i sintomi caratteristici dell’asma, che possono verificarsi ogni volta che le vie aeree si infiammano.

Quanto descritto è il processo alla base della comparsa di asma, ma in realtà la causa per cui succede tutto questo ad oggi non è nota con esattezza; i ricercatori ritengono che possa essere il risultato di una combinazione di fattori genetici e ambientali che agiscono e interagiscono fra loro in giovane età, tra cui:

  • tendenza a sviluppare allergie,
  • famigliarità per l’asma,
  • infezioni respiratorie contratte durante l’infanzia,
  • contatti con allergeni o virus respiratori durante lo sviluppo del sistema immunitario.

Quando c’è famigliarità per l’asma, o in qualche modo una sorta di predisposizione genetica, il contatto con specifiche molecole (come il fumo di tabacco) potrebbe rendere le vie respiratorie più reattive verso specifiche molecole aeree.

Merita infine ricordare l’ipotesi igienica, secondo cui l’eccessiva attenzione a igiene e pulizia del mondo occidentale priverebbe neonati e bambini del necessario contatto con virus e altri allergeni, indispensabile a una corretta maturazione del sistema immunitario.

Tendenzialmente la malattia colpisce di più i bambini rispetto alle bambine, ma la situazione si inverte nella popolazione adulta (forse per cause ormonali); molti, ma non tutti i pazienti asmatici, presentano allergie.

Fattori d’innesco di crisi

Ricordiamo infine le cause in grado di scatenare una crisi asmatica, che possono essere molteplici e diversi da un paziente all’altro:

  • Allergia: L’esposizione ad allergeni presenti nell’aria, come acari, pollini, muffe o altro sono in grado di provocare una reazione infiammatoria allergica nei soggetti predisposti. Principalmente in età pediatrica, ma non esclusivamente, anche eventuali allergie alimentari (per esempio a latte, uovo, …) possono innescare un attacco asmatico.
  • Infezioni: Diversi virus e batteri (raffreddore, influenza, polmonite, …) sono in grado di provocare l’infiammazione delle vie aeree, causando crisi;
  • Sostanze chimiche: L’inalazione di sostanze irritanti negli asmatici è in grado di provocare un’infiammazione severa e quindi una crisi di asma (per esempio fumo di sigaretta, inquinamento, profumi, … );
  • Farmaci: Tra i più comuni ricordiamo l’Aspirina e altri principi attivi antinfiammatori.
  • Solfiti presenti in cibi e bevande.
  • Stress: Situazioni di forte stress fisico, per esempio a seguito di attività sportiva più o meno intensa, o psicologico possono causare broncocostrizione.
  • Attività fisica.
  • Freddo: L’esposizione ad ambienti freddi può essere causa di attacchi asmatici.
  • Ridere, cantare, piangere.
  • Reflusso gastroesofageo.

Sintomi

Le manifestazioni dell’asma possono presentarsi in due differenti forme, l’attacco e la fase stazionaria, caratterizzate da una sintomatologia profondamente diversa tra loro.

I sintomi comunemente avvertiti tra un attacco e l’altro comprendono:

  • tosse notturna,
  • mancanza di respiro (non avvertita a riposo),
  • tosse secca cronica,
  • senso di costrizione al torace.

La severità di questi sintomi è proporzionale alla gravità della malattia.

Durante l’attacco asmatico i sintomi invece sono:

  • grave mancanza di respiro (dispnea) e difficoltà respiratoria,
  • respiro sibilante,
  • forte senso di costrizione al torace,
  • talvolta tosse.

Tali manifestazioni possono rapidamente condurre a:

L’esordio di un attacco può essere improvviso, con un senso di costrizione al torace e la respirazione che diventa sempre più difficile.

Le malattie che si presentano con questi stessi sintomi sono numerose, ma è più probabile che si tratti di asma se:

  • si verificano spesso e non sembrano migliorare nel tempo,
  • gli attacchi sono peggiori durante la notte e nelle prime ore del mattino,
  • sembrano verificarsi in risposta a qualche evento specifico (attività fisica, allergie, …).

Quando rivolgersi al medico

L’asma è in peggioramento se:

  • i sintomi cominciano a verificarsi più spesso, in modo più grave, o se sono causa di un peggioramento della qualità del sonno,
  • le attività quotidiane vengono limitate e/o l’asma è causa di assenza da lavoro/scuola,
  • i farmaci non sembrano più funzionare efficacemente,
  • è necessario ricorrere all’inalatore rapido più di due giorni alla settimana,
  • è necessario ricorrere a medico o Pronto Soccorso a causa di un attacco d’asma.

In presenza di una o più di queste condizioni è necessario valutare con il medico la revisione della terapia.

È necessario rivolgersi al Pronto Soccorso in caso di:

  • difficoltà a camminare o parlare per problemi di fiato,
  • le unghie e/o le labbra assumono un colore violaceo (cianosi).

Asma e COVID

L’infezione da COVID-19 potrebbe causare un attacco d’asma, per questa ragione si raccomanda ai pazienti di valutare con il proprio specialista la possibilità di effettuare periodici richiami della vaccinazione, che verrà valutata caso per caso (soggetti affetti da forme gravi di asma, in particolare se non ben controllate, potrebbero essere a maggior rischio di complicazioni).

Per quanto riguarda la terapia in corso, le indicazioni generali sono di continuare regolarmente secondo prescrizione medica; sebbene i primi rapporti suggerissero che i cortisonici fossero controindicati nei pazienti affetti da COVID-19 non grave, è assolutamente raccomandato che la terapia anti-asmatica venga regolarmente continuata, in quanto il paziente asmatico presuppone un differente rapporto rischio-beneficio rispetto alla popolazione generale.

Diagnosi

La diagnosi di asma viene in genere formulata sulla base di:

  • anamnesi (storia clinica, sintomi, …),
  • esame fisico,
  • esito dei test.

Con la formulazione della diagnosi si stabilirà anche la gravità della patologia:

  • intermittente,
  • lieve persistente,
  • moderato persistente,
  • grave persistente,

in base al quale verrà poi definita la terapia più appropriata.

Anamnesi

Il medico valuterà l’eventuale presenza in famiglia di soggetti asmatici e/o allergici, in seguito chiederà al paziente una descrizione minuziosa dei sintomi, della loro gravità e delle condizioni in cui si manifestano. A questo proposito sarà importante per esempio sottolineare se si verificano solo in determinati periodi dell’anno, in determinati luoghi e/o se peggiorano la notte.

Grande importanza verrà poi data a eventuali fattori in grado di innescare i sintomi o peggiorarli, nonché eventuali altri sintomi o condizioni presenti, come ad esempio:

Esame fisico

Il medico ausculterà il respiro alla ricerca di indizi di asma o di allergie, come ad esempio:

  • respiro affannoso,
  • naso che cola o congestionato,
  • gonfiore a livello della mucosa nasale,
  • eczema.

Esami diagnostici

L’esame di riferimento per quanto riguarda la diagnosi dell’asma è la spirometria, un test di funzionalità polmonare che misura quanta aria si è in grado di respirare e quanto velocemente il paziente è in grado di espirarla. In presenza di risultati con chiare difficoltà può essere somministrato uno specifico farmaco per poi ripetere l’esame e valutare la differenza nei due casi.

Altri test

Fra gli altri test che vengono talvolta prescritti ricordiamo:

  • test allergici,
  • test di provocazione bronchiale (per valutare la sensibilità delle vie aeree),
  • test per la verifica di altre condizioni che potrebbero spiegare i sintomi, come ad esempio

Bambini

Nel caso di bambini con meno di 5 anni la diagnosi può essere particolarmente difficile perchè i sintomi, come il respiro sibilante, potrebbero verificarsi anche in caso di altre patologie; può nascere un fondato sospetto di asma se, in presenza di sintomi specifici, il bimbo:

  • ha uno o entrambi i genitori affetti da asma,
  • manifesta sintomi allergici (come la dermatite atopica),
  • presenta respiro sibilante anche in assenza di raffreddore o altre malattie delle vie respiratorie.

Pericoli

Gli attacchi d’asma in progressivo peggioramento sono caratterizzati da deficit respiratorio che può anche essere sperimentalmente misurato tramite gli esami detti in precedenza. Le riacutizzazioni, quando sono gravi, possono mettere in pericolo di vita il soggetto colpito e di solito vengono trattate in medicina di urgenza.

I pazienti che hanno un alto rischio di morte per cause asmatiche devono stare sotto costante controllo medico.

La terapia per questi attacchi d’asma, visti come fenomeni di riacutizzazione, consiste nel somministrare immediatamente farmaci sintomatici e di fondo con supplemento di ossigeno. Il fine della terapia è quello di risolvere nel più breve tempo possibile la mancanza di ossigeno e la bronco-costrizione.

Cura e farmaci

Purtroppo non esiste cura per guarire dall’asma, che viene trattata allo scopo di perseguire i seguenti obiettivi:

  • prevenire i sintomi cronici e fastidiosi, come tosse e mancanza di fiato,
  • ridurre la frequenza con cui si ha la necessità di ricorrere a farmaci per il sollievo immediato,
  • mantenere una funzione polmonare soddisfacente,
  • consentire una buona qualità di vita e del sonno,
  • prevenire gli attacchi asmatici, soprattutto quelli che potrebbero richiedere un ricovero.

Si possono distinguere due tipi di trattamento,

  • uno di fondo che mira a tenere sotto controllo quotidianamente i sintomi dell’asma
  • ed uno sintomatico che mira a risolvere gli attacchi.

Un attacco asmatico causa tosse, sensazione di costrizione al torace, respiro affannoso e difficoltà a respirare, ma è possibile prevenirlo imparando a conoscerne i sintomi e i fattori che potrebbero innescarlo.

Obiettivo della terapia preventiva è quello di garantire una buona qualità di vita, che permetta di:

  • non avere sintomi come affanno o tosse,
  • dormire meglio,
  • non perdere giorni di scuola o di lavoro,
  • vivere una vita normale,
  • evitare ricoveri ospedalieri.

La cura per i soggetti asmatici è altamente personalizzata e spesso deve essere modificata e corretta nel tempo; con le nuove linee guida assume grande importanza la preferenza del paziente:

  • il “preferred controller” preferisce una terapia quotidiana di mantenimento e prevenzione dei sintomi,
  • il “preferred reliever” è invece il  paziente che preferisce ricorrere alla terapia al bisogno (on demand).

Uno dei primi aspetti da acquisire è l’evitare i fattori in grado di innescare attacchi, ad esempio il paziente potrebbe rendersi conto che l’esposizione a polline o inquinamento è in grado di peggiorare i sintomi, in questo caso si renderebbe necessario limitare la permanenza all’aperto quando i livelli di queste sostanze sono elevate. A fare eccezione è solo l’attività fisica, che rimane parte integrante di uno stile di vita sano anche per il paziente asmatico (eventualmente coadiuvato da farmaci).

I corticosteroidi (cortisone) sono i farmaci più efficaci per un trattamento di fondo, anche per il loro potere antiinfiammatorio, mentre i beta-2-agonisti sono i farmaci di prima scelta per un trattamento sintomatico, cioè al bisogno. Questi ultimi agiscono alleviando la bronco-costrizione ed i suoi sintomi. Sono impiegati anche per i bambini di tutte le età.

Alla luce di questa considerazione diventa chiaro come l’associazione di questi due principi attivi diventi il pilastro su cui costruire la terapia anti-asmatica (come dimostrato dalla letteratura più recente), alla quale possono eventualmente venire associati ulteriori farmaci in base alla gravità del quadro.

Una donna con un attacco di asma prende dal tavolo il suo inalatore.

iStock.com/AntonioGuillem

Questi farmaci sono commercializzati in diverse forme:

  • ad uso inalatorio,
  • ad uso orale,
  • fiale iniettabili.

I più usati sono quelli per uso respiratorio, perché arrivano direttamente sulle mucose infiammate ed agiscono quindi più velocemente.

Un segnale d’allarme molto significativo per valutare il livello di aggravamento dell’asma è l’aumento della frequenza d’uso, anche durante la giornata, di farmaci sintomatici, che spesso sottintende la necessità di cambiare o comunque rivalutare la terapia.

La terapia dell’asma mira a tenere e conservare a medio e a lungo termine il controllo clinico della malattia, è per questo che è necessario un monitoraggio continuo non solo per tenere osservati i possibili peggioramenti ma anche gli eventuali miglioramenti che si traducono nella necessità di assumere una dose minore di farmaco con minori effetti collaterali per la salute e per il portafoglio.

È chiaro quindi che il trattamento dell’asma deve essere personalizzato e variato in base alle osservazioni costanti: se il trattamento non è in grado di mantenere il controllo di fondo la dose del farmaco deve essere aumentata finché si raggiunge un controllo stabile per almeno 3 mesi continuativi.

I vari livelli di gravità dell’asma possono essere trattati anche con una combinazione di farmaci, ad esempio insieme ai corticosteroidi è possibile somministrare antileucotrienici, farmaci relativamente recenti dal potere antiinfiammatorio, oppure teofillina, sostanza naturale che si ricava anche dal , dal caffè e dal guaranà.

Per approfondire sono disponibili le linee guida italiane per la gestione dell’asma nell’adulto e nel bambino.

Cosa fare durante un attacco?

Se pensi di avere un attacco d’asma l’NHS inglese consiglia di:

  1. Sedersi in posizione verticale, non sdraiata, e impegnarsi a respirare lentamente e regolarmente; sforzarsi di mantenere la calma, in quanto il panico può peggiorare la situazione.
  2. Assumere il broncodilatatore (tipicamente a base di salbutamolo, ma si rinvia al box successivo per un importante aggiornamento) ogni 30-60 secondi, fino a un massimo di 10 boccate (si raccomanda di verificare preventivamente con il proprio medico).
  3. Chiamare immediatamente il 118 (112 in alcune Regioni) se
    • non si dispone dell’inalatore,
    • i sintomi non migliorano nonostante l’inalatore.
  4. In assenza dell’ambulanza entro 15 minuti, ripetere il passaggio 2.

Nel dubbio, si raccomanda di contattare comunque i soccorsi.

Con la pubblicazione delle nuove linee guida GINA s’introduce tuttavia un cambiamento epocale: l’evidenza scientifica degli ultimi anni spinge verso l’abbandono del salbutamolo (Ventolin®) come rimedio d’urgenza, a favore di un’associazione di broncodilatatore a lunga durata d’azione e cortisonico.

Se per decenni i pazienti adolescenti e adulti sono stati educati all’utilizzo del broncodilatatore a breve durata d’azione (salbutamolo), ormai è assodato che questo da solo non basta, a causa della presenza di una genesi infiammatoria; per questa ragione il consiglio è quello di ricorrere ad un’associazione di

  • cortisone,
  • formoterolo,

disponibile ovviamente sempre in forma di spray e in unico prodotto; a differenza del farmaco usato in precedenza, la cui durata era limitata a circa 4 ore, questa formulazione garantisce un sollievo che si protrae fino a 12 ore, con un tangibile miglioramento dei sintomi clinici e della qualità della vita del paziente.

Oltre a questo aspetto, il passaggio a questa combinazione consente di ridurre recidive ed esacerbazioni (riacutizzazioni) della malattia, anche alla luce del fatto che molti pazienti continuano a preferire un utilizzo al bisogno più che un approccio preventivo.

Bambini e riacutizzazioni

In occasione dell’estate 2018, la SIMRI ha diffuso sei indicazioni per proteggere i più piccoli dal rischio di riacutizzazioni della malattia durante le vacanze:

  1. Scegliere la destinazione in base alle caratteristiche e alle sensibilità del bambino, per esempio le graminacee presentano una fioritura in estate in zone montane, mentre la parietaria è una pianta più diffusa in zone costiere.
  2. Evitare l’esposizione al sole nelle ore più calde e afose (11-16).
  3. Consumare ogni giorno almeno 5 porzioni di frutta e verdura, alimenti ricchi di antiossidanti in grado di contrastare l’azione irritante di allergeni e inquinanti.
  4. Evitare l’esposizione al fumo passivo e anche a quello cosiddetto di terza mano, ossia legato alle sostanze da combustione che si depositano per esempio sulla tappezzeria dell’automobile.
  5. Evitare l’esposizione diretta al flusso d’aria condizionata e controllare regolarmente la pulizia dei filtri; si noti in ogni caso che l’aria condizionata in sé non è controindicata, a patto di seguire queste due semplici regole.
  6. Tenere sempre a portata di mano i farmaci necessari per intervenire in caso di crisi asmatiche, avendo cura di conservarli in condizioni appropriate.

Prevenzione

Diversi studi hanno dimostrato che l’esposizione a cani e gatti nel primo anno di vita diminuisce la probabilità di sviluppo di asma negli anni successivi.

Una corretta gestione dell’asma prevede la formazione del paziente. Il medico deve farsi carico, tramite un confronto diretto e continuo, di informare i pazienti asmatici su come autogestire i sintomi e come monitorare la propria situazione, magari tenendo un piano scritto di auto gestione redatto proprio insieme al medico stesso.

Oltre all’auto-monitoraggio è da mettere in conto la periodica valutazione clinica e sperimentale del paziente. La formazione del paziente deve avere la finalità di metterlo in grado di potere variare la propria terapia in base ai mutamenti che si verificano nel tempo, secondo quando scritto a quattro mani nel piano di autogestione.

Attualmente, a dire il vero, poco si può fare per prevenire l’asma proprio perché non tutto è chiarito circa questa malattia. Tuttavia l’individuazione precoce di tutti quei fattori di rischio come sostanze inquinanti, allergeni, infezioni virali e così via è importante per potere consapevolmente ridurre il contatto con esse, migliorando così la propria qualità di vita.

Lo stesso discorso vale per la prevenzione dell’asma professionale: individuando i fattori sensibilizzanti sul luogo di lavoro è possibile provvedere in tempo prima dell’insorgenza della malattia.

Fonti e bibliografia

Domande e risposte
Lo stress può essere causa di un attacco d’asma?
Lo stress psicologico può essere coinvolto nell'insorgenza delle crisi d’asma, ed un momento storico di particolare difficoltà come quello che stiamo vivendo può esacerbare una condizione di ansia che poteva essere ben controllata in precedenza. Inoltre, le situazioni di stress determinano una depressione del sistema immunitario che può a sua volta riflettersi in un insufficiente controllo delle infezioni.

Risulta quindi fondamentale avvalersi di tecniche di coping per controllare al meglio queste situazioni delicate. Tra di queste, quelle più semplici e allo stesso tempo più importanti sono:

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Domande e risposte
  1. Cos’è l’asma?

    1. Dr. Cracchiolo (Medico Chirurgo)

      L’asma è una condizione polmonare molto diffusa che causa attacchi caratterizzati da difficoltà respiratoria; può colpire persone di tutte le età, ma più spesso inizia durante l’infanzia.

      Ad oggi non esiste una cura, ma disponiamo di trattamenti che permettono di tenerne sotto controllo i sintomi in modo da ridurne l’impatto sulla qualità di vita.

  2. Come si manifesta?

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      I sintomi caratteristici dell’asma sono:

      • respiro sibilante,
      • senso di oppressione al torace,
      • tosse secca.

      In conseguenza di specifici fattori scatenanti i sintomi possono improvvisamente peggiorare, innescando il cosiddetto attacco asmatico:

      • peggioramento dei sintomi precedenti,
      • mancanza di fiato (anche per parlare, mangiare, …),
      • respiro accelerato,
      • tachicardia,
      • sonnolenza e stanchezza,
      • confusione,
      • vertigini,
      • labbra o dita blu,
      • svenimento.
  3. Perché l’asma viene di notte?

    1. Dr. Roberto Gindro

      I sintomi possono peggiorare nelle ore notturne a causa di numerosi fattori e condizioni che fungono da fattori di rischio per l’inizio di attacchi; tra i principali ricordiamo:

      • esposizione ad allergeni domestici (acari, muffe, …),
      • reflusso gastroesofageo (peggiorato dalla posizione orizzontale),
      • secchezza dell’aria,
      • modifiche della produzione di neurotrasmettitori ed ormoni secondo i ritmi circadiani,
      • posizione supina.
  4. Come curare l’asma?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Il trattamento si basa essenzialmente sulla prevenzione degli attacchi, per questo viene personalizzato in base alle caratteristiche che la condizione assume nei diversi pazienti (allergie, sensibilità, …). Anche in base alle preferenze del paziente è possibile scegliere tra:

      • terapia quotidiana di mantenimento e prevenzione dei sintomi,
      • una terapia al bisogno (soprattutto quando gli attacchi sono poco frequenti.

      La terapia è essenzialmente farmacologica, imperniata su spray cortisonici e broncodilatatori, eventualmente antistaminici per bocca in caso di allergie.

  5. Cosa fare in caso di attacco d’asma?

    1. Dr. Roberto Gindro
      1. Sedersi in posizione verticale, non sdraiata, e impegnarsi a respirare lentamente e regolarmente;
      2. sforzarsi di mantenere la calma, in quanto il panico può peggiorare la situazione.
      3. Assumere il broncodilatatore (tipicamente a base di salbutamolo, ma si rinvia al box successivo per un importante aggiornamento) ogni 30-60 secondi, fino a un massimo di 10 boccate (si raccomanda di verificare preventivamente con il proprio medico).
      4. Chiamare immediatamente il 118 (112 in alcune Regioni) se non si dispone dell’inalatore o se i sintomi non migliorano nonostante l’inalatore.
      5. In assenza dell’ambulanza entro 15 minuti, ripetere il passaggio 2.

      Fonte: https://www.nhs.uk/conditions/asthma/asthma-attack/