Angioma nel neonato: cause, pericoli e cura

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Introduzione

Per angioma, o emangioma, s’intende un tumore benigno che origina dalle cellule endoteliali, che normalmente formano la parete dei vasi sanguigni.

L’angioma è caratterizzato da un groviglio di capillari e piccoli vasi arteriosi e venosi, che formano un nodulo superficiale o profondo dalla cosiddetta struttura cavernosa.

Nel neonato si parla in gergo di “voglie” rappresentate da chiazze rossastre o più bluastre di forma indefinita che raggiungono dimensioni di pochi centimetri. Si manifestano nel 10% dei neonati, soprattutto nel sesso femminile e nei nati prematuri o con basso peso alla nascita.

Gli angiomi possono insorgere in qualsiasi parte del corpo prediligendo la cute e gli organi interni.

Solitamente si sviluppano sulla testa (guancia, labbra o palpebre superiori), sul collo, a livello del fegato, cuore o cervello. L’angioma può avere un’origine congenita (ovvero presente sin dalla nascita) diventando evidente intorno alle prime 2 settimane di vita.

Nella maggior parte dei casi l’angioma tende a scomparire gradualmente nel corso di qualche anno senza richiedere un trattamento specifico.

Qualora queste lesioni interferiscano con la normale funzione degli organi o portino allo sviluppo di complicanze, è possibile ricorrere alla rimozione chirurgica o ad altre opzioni terapeutiche.

Immagini e foto

Fotografia di un angioma sulla fronte di una neonata

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Immagine di un angioma sulla coscia di un neonato

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Fotografia di un emoangioma sulla testa di un neonato

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Cause

Le cause che portano allo sviluppo di angiomi non sono ben chiare, attualmente le ipotesi più probabili prevedono:

  • presenza di alti livelli estrogeni,
  • ipossia (ovvero deficit di ossigeno) che, associata agli alti livelli degli estrogeni circolanti subito dopo la nascita, costituiscono uno stimolo per la crescita dell’angioma.

Gli angiomi presentano tre tipiche fasi di crescita ed evoluzione:

  1. La prima fase è quella proliferativa, dove l’angioma cresce molto rapidamente e si rende evidente assumendo un colore rossastro-purpureo. Qualora la sua crescita sia più profonda apparirà bluastro e lievemente rilevato. Questa fase può durare fino a 12-20 mesi.
  2. La seconda fase, detta di “riposo”, prevede dimensioni ed aspetto costante degli angiomi e può mantenersi sino ai 3 anni di età.
  3. L’ultima fase, l’“involuzione”, prevede una riduzione progressiva delle dimensioni dell’angioma con il suo colorito che tende a “raffreddarsi” raggiungendo tonalità viola-grigiastre.

In genere fino al 50% delle lesioni scompare intorno ai 5-7 anni e la maggior parte dei casi si risolve completamente entro i 10 anni.

Sintomi

Gli angiomi sono solitamente asintomatici, soprattutto quando presentano dimensioni di pochi centimetri. In alcuni casi possono raggiungere dimensioni ragguardevoli e provocare:

  • sintomi per “effetto massa”, con compressione di organi vicini (come nel caso degli angiomi epatici),
  • disturbi di tipo estetico, di grande significato nel bambino per la sua crescita psico-fisica e sociale.

Dal punto di vista anatomico si distinguono:

  • angioma capillare che insorge negli strati superficiali della cute ed è formato soltanto da vasi microscopici ovvero capillari,
  • angioma cavernoso che insorge negli strati più profondi della cute o a livello di organi interni come:
    • reni,
    • polmoni,
    • fegato,
    • intestino
    • e cervello.

    All’interno di questi organi gli angiomi rimangono misconosciuti sino a che la loro crescita non li porti ad interferire con le funzioni di quel specifico organo con disturbi legati a

    • respirazione,
    • alimentazione,
    • minzione,
    • visione
    • o altre funzioni cerebrali.

Le due tipologie più frequenti di angiomi, tanto nel neonato quanto nell’adulto, sono

  • l’angioma cutaneo
  • e quello epatico (fegato).

Angioma cutaneo

L’angioma cutaneo si sviluppa negli strati superficiali o profondi della cute: la tipologia superficiale appare come una macchia di colore rosso-porpora, rilevata rispetto al piano cutaneo con disegno irregolare. Si riscontra soprattutto sul collo o sul viso (labbro, naso, palpebre, guance, nuca, orecchie).

La tipologia profonda è caratterizzata da angiomi che si rendono evidenti intorno ai 4-6 mesi di vita, con la lesione che assume un colorito bluastro o violaceo ed una struttura maggiormente nodulare.

Una particolare tipologia di angioma cutaneo del neonato è il “morso della cicogna”, così chiamato poiché localizzato dietro la nuca e al cuoio capelluto (che secondo la leggenda popolare, sono le zone in cui la cicogna afferra i bambini per trasportarli nelle varie case); in realtà si tratta di una angioma capillare superficiale, relativamente frequente, che col tempo può schiarirsi o rimanere invariato. Con la crescita tende ad essere ricoperta dalla capigliatura per cui è rara la necessità di un trattamento risolutivo.

Angioma epatico

L’angioma epatico è il tumore benigno più frequente a carico di quest’organo. Presenta dimensioni costanti per moltissimi anni poiché la sua crescita non è legata alla proliferazione cellulare ma all’ectasia, ovvero alla dilatazione dei vasi sanguigni; quasi sempre è asintomatico e viene diagnosticato per caso durante l’esecuzione di indagini strumentali (ecografia, TC o RM) richieste per altre problematiche.

Complicazioni

Le possibili complicanze di un angioma nel neonato, così come nei bambini più grandi, possono essere:

  • Sanguinamento: è la complicanza più frequente degli angiomi e si verifica quando la cute che sovrasta l’angioma è molto sottile. Con piccoli graffi o abrasioni l’angioma tende a sanguinare anche se in maniera molto modesta e controllabile.
  • Ulcerazione dell’angioma cutaneo che può portare a dolore, emorragie, cicatrici, sovra-infezioni e danni estetici. Tale complicanza è più frequente in alcune zone anatomiche in cui vi è attrito quali la bocca e le pieghe cutanee a livello di ascella, orecchio e collo.
  • Angiomi oculari che coinvolgono le palpebre, la congiuntiva o la cavità oculare: possono causare effetti a lungo termine sulla visione di un bambino con sviluppo di ambliopia, rischio di glaucoma sino alla più temibile delle complicanze ovvero la perdita della vista.
  • Impatto estetico, che può causare complicanze di tipo sociale e psicologico al bambino.

Quando rivolgersi al pediatra

In caso di comparsa di angiomi nei neonati è sempre opportuno rivolgersi al proprio pediatra o al medico di fiducia. In talune circostanze sarà lo stesso pediatra a richiedere una visita urgente da uno specialista, ovvero quando l’angioma interessa zone sensibili come:

  • palpebre: l’angioma potrebbe impedire il corretto utilizzo dell’occhio rischiando di compromettere la corretta visione,
  • naso o orecchie: la crescita dell’angioma può deformare in modo irreversibile le cartilagini presenti in questi organi,
  • bocca: potrebbe impedire una corretta suzione o provocare una crescita asimmetrica del labbro causando problemi estetici,
  • genitali: potrebbe ostacolare le funzioni fisiologiche,
  • cuoio capelluto: potrebbe lasciare chiazze permanenti di alopecia, ovvero aree non ricoperte da capelli.

Diagnosi

Gli angiomi cutanei sono facilmente riconoscibili con il semplice esame obiettivo.

Gli angiomi profondi invece possono essere solo sospettati sulla base della clinica, ma richiedono esami strumentali radiologici di imaging come:

  • ecografia (rappresenta il gold standard per la sua non invasività e ripetibilità, non essendo basata sull’utilizzo di radiazioni ionizzanti),
  • TC con mezzo di contrasto: permette lo studio accurato degli angiomi profondi, valutandone le dimensioni, il rapporto con gli organi circostanti e la loro vascolarizzazione. Alla TC l’angioma si presenta come una lesione ipercaptante in fase arteriosa che non presenta il cosiddetto “lavaggio precoce” in fase portale (ovvero ne conserva l’isodensità). Queste caratteristiche sono peculiari e permettono di differenziare l’angioma epatico (tumore benigno) dall’epatocarcinoma (tumore maligno);
  • risonanza magnetica.

La biopsia è richiesta solo in rari casi per l’invasività e l’elevato rischio di sanguinamento, quando esista la necessità di dirimere il dubbio tra una forma benigna e una maligna.

Cura

La maggior parte degli angiomi del neonato scompare senza necessità di trattamento, nel corso dei primi anni di vita. In alcuni soggetti, tuttavia, la loro involuzione può risultare tardiva o non avvenire: in tal caso le ripercussioni psico-sociali (soprattutto in età scolare) possono essere tali da richiedere un trattamento medico-chirurgico risolutivo.

Le opzioni terapeutiche disponibili per gli angiomi cutanei sono:

  • Corticosteroidi da iniettare direttamente nell’angioma o applicati sotto forma di crema sulle forme superficiali, allo scopo di bloccarne la crescita e ridurne le dimensioni. Per via degli effetti collaterali non trascurabili questo trattamento è sempre meno utilizzato
  • Trattamento laser: Il dye-laser può risultare il trattamento d’elezione per la rimozione di angiomi cutanei superficiali o profondi: si effettua nei bambini oltre i 6-8 anni con diverse sedute nel corso di alcuni mesi, il cui numero varia in base alla risposta individuale.
  • Terapia farmacologica con propranololo o timololo (beta-bloccanti): si è descritta la loro efficacia in caso di assunzione precoce entro i primi mesi dalla comparsa. Possiedono un effetto vasocostrittore che modifica precocemente il colore dell’angioma rendendolo meno evidente, rallenta la proliferazione diminuendone le dimensioni. Il propranololo induce apoptosi cellulare, cioè la morte e l’eliminazione delle cellule anomale della lesione.
  • Intervento chirurgico con ricostruzione plastica per quelle forme non responsive alle forme di trattamento già elencate, o nel caso residuino lesioni esteticamente problematiche

L’angioma epatico o di altri organi interni non necessita di alcuna terapia, ma solo di controlli ravvicinati nel corso del tempo per valutarne l’eventuale aumento di dimensioni. Il rischio di rottura e conseguente sanguinamento è ridotto.

Qualora le dimensioni dell’angioma siano tali da portare alla presenza di sintomi fastidiosi e ingravescenti per il paziente, con peggioramento della qualità di vita, si può optare per l’intervento chirurgico con asportazione della lesione. Più raramente viene eseguita l’embolizzazione dell’angioma.

Quando gli angiomi interferiscono con la visione, la respirazione o l’udito, o quando provocano un importante danno estetico, vanno trattati il prima possibile.

Fonti e bibliografia

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