Raffreddore ed Influenza: farmaci e rimedi

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Introduzione

Influenza e raffreddore sono i classici disturbi invernali, ma non solo, che nella maggior parte dei casi possono essere efficacemente trattati anche con farmaci da automedicazione; molti dei pazienti colpiti da influenza manifestano infatti disturbi lievi e non necessitano di andare dal medico né di assumere i farmaci antivirali, con l’unica avvertenza di rimanere in casa ed evitare il contatto con le altre persone, tranne che per eventuali cure mediche.

in caso di febbre persistente o sintomi gravi è invece indispensabile rivolgersi al proprio medico, magari telefonicamente per evitare di esporre al rischio di contagio altri pazienti presenti in sala d’attesa.

Il CDC statunitense consiglia di rimanere a casa per almeno 24 ore dopo che la febbre è passata e uscire soltanto per le cure e per gli impegni non delegabili ad altri (la febbre deve essere sparita senza aver fatto uso di un farmaco contro la febbre, come il paracetamolo). Rimanere in casa significa:

  • non andare al lavoro né a scuola,
  • non viaggiare,
  • non fare shopping,
  • non partecipare ad eventi sociali ed evitare i luoghi pubblici.

Alcuni dei seguenti farmaci, nonostante possano essere venduti senza ricetta medica, possono causare effetti collaterali anche molto gravi, è quindi buona norma rivolgersi sempre al proprio farmacista prima di assumere un farmaco per la prima volta.

Ho l’influenza o il raffreddore?

Influenza e il raffreddore hanno sintomi simili, ma possono essere difficili da distinguere.

In generale i sintomi dell’influenza sono più gravi di quelli del raffreddore: febbre, indolenzimento, stanchezza e tosse sono più intensi quando si ha l’influenza. Chi ha il raffreddore ha invece una maggior probabilità di avere il naso congestionato o che cola.

In genere le persone influenzate iniziano a sentirsi meglio dopo una settimana o due, mentre il raffreddore tende a migliorare più rapidamente.

Donna che si soffia il naso

iStock.com/Wavebreakmedia

Farmaci per influenza e febbre

L’influenza è un’infezione virale che esordisce bruscamente con febbre continua ed elevata (38 – 40 °C) accompagnata da brividi ed altre manifestazioni che portano ad un malessere generale:

Con la febbre compaiono precocemente sintomi simili al raffreddore come

I sintomi tendono a guarire nel giro di 4-5 giorni, a parte la tosse che può persistere più a lungo.

Posto che la cura più importante è il riposo, proviamo a vedere quali farmaci possono venire in aiuto per alleviare i sintomi più fastidiosi, tenendo presente che i medicinali da banco possono alleviare alcuni dei sintomi dell’influenza, ma non vi rendono meno contagiosi.

Molti farmaci utili nel caso di malattie da raffreddamento contengono gli stessi principi attivi, quindi se ne assumete diversi c’è il rischio di sovradosaggio. Per evitare problemi di salute anche gravi leggete attentamente i foglietti illustrativi o chiedete consiglio al vostro farmacista.

I principali farmaci antifebbre sono

Il paracetamolo ha spiccata azione antifebbrile ed antidolorifica, non irrita lo stomaco e raramente è causa di reazioni allergiche; una dose eccessiva può tuttavia avere gravi ripercussioni su fegato e reni, tanto da sconsigliarne l’uso nei forti bevitori od in coloro con problemi a questi organi.

Il paracetamolo è spesso utilizzato in associazioni con altre sostanze per migliorarne l’efficacia contro i sintomi di raffreddore ed influenza.

Le principali formulazioni spesso associano altri principi attivi per ampliare lo spettro d’azione sui diversi sintomi influenzali:

  • vitamina C (acido ascorbico) per stimolare le difese immunitarie (anche se con riscontri dubbi in letteratura);
  • pseudoefedrina e fenilefrina, utili decongestionanti nasali;
  • acido acetilsalicico o propifenazone come antinfiammatori, con aumentato potere antidolorifico ed utili contro il mal di gola;
  • prometazina, clorfenamina, difenidramina, feniramina che sono antistaminici, efficaci contro la congestione nasale ed i sintomi comuni al raffreddore;
  • caffeina, usata per esaltare l’efficacia antidolorifica sul mal di testa e, in alcuni casi, bilanciare la sonnolenza provocata dagli antistaminici.

Alcuni esempio di queste associazioni sono:

  • Actidue giorno e notte (paracetamolo/pseudoefedrina e paracetamolo difenidramina),
  • Tachifludec (paracetamolo/acido ascorbico/fenilefrina),
  • Zerinol e ZerinolFlu (paracetamolo/clorfenamina e vitamina C nel solo ZerinolFlu).

L’acido acetilsalicilico è molto usato per influenza e dolori (chi non ha mai associato l’uso dell’aspirina ai sintomi influenzali?); il principale e più frequente effetto collaterale è il mal di stomaco, ma non sono rare reazioni allergiche e sanguinamenti dal naso. L’acido acetilsalicico non va mai somministrato sotto i 16 anni a causa dell’elevato rischio di sviluppo della sindrome di Reye.

Questa sostanza è talvolta associata a vitamina C, per le difese immunitarie, o sostanze protettrici per lo stomaco.

L’ibuprofene lo troviamo a sua volta associato a decongestionanti (come la pseuodoefedrina) o prescritto tal quale, per il trattamento di febbre, dolori diffusi (muscolo-articolari) e localizzati (mal di gola).

Farmaci per il mal di gola

Quello che chiamiamo comunemente mal di gola è molto spesso un’infiammazione della faringe (faringite), il dolore avvertito è invece sintomo della reazione messa in atto dall’organismo.

Un mal di gola particolarmente persistente in un bambino potrebbe essere anche segno di

ma ovviamente in questi casi comparirebbero altri sintomi.

Di norma il mal di gola virale, il più comune, tende spontaneamente a guarire nel giro di qualche giorno, esistono tuttavia alcuni farmaci che possono alleviare i sintomi.

Le caramelle da sciogliere in bocca contengono sostanze disinfettanti, antimicrobiche, antisettiche od antibatteriche: questi termini possono essere considerati equivalenti nella pratica comune, poichè l’azione esplicata è fondamentalmente di ridurre in modi diversi l’eventuale proliferazione batterica (anche se in realtà manca un adeguato supporto di evidenze scientifiche).

Fanno parte di questa sterminata categoria diversi farmaci senza obbligo di ricetta, i più famosi sono: Benagol, Neoborocillina, Dequadin, Antoral, Golafair, Neoformitrol, …

Azione ed efficacia simile manifestano farmaci sotto forma di spray, mentre più controverso è l’uso dei collutori per sciacqui.

Poiché il mal di gola è caratterizzato da infiammazione e dolore locale si rivelano particolarmente efficaci gli antinfiammatori, locali o sistemici.

Fanno parte degli antinfiammatori locali Benactiv Gola, caramelle, spray e colluttorio tutti a base di flurbiprofene (o i numerosi equivalenti, come Tantum Activ Gola, Froben, NeoBorocillina GolaDolore, …); altrettanto conosciuta è la linea Tantum Verde, a base di benzidamina, che vanta una spiccata azione analgesica (antidolorifica) e anestetica.

Passando ad analizzare gli antinfiammatori sistemici, da assumere cioè per bocca, ricordiamo Nurofen Influenza e Raffreddore (utile anche contro il raffreddore per la presenza di pseudoefedrina), e la stessa Aspirina, …

Da non dimenticare che questa categoria di farmaci presenta un maggior rischio di effetti collaterali, principalmente tipici degli antinfiammatori:

Si ricorre infine all’uso degli antibiotici esclusivamente dietro consiglio del medico.

Raffreddore

Il raffreddore è essenzialmente un’infezione virale acuta delle mucose di naso e gola, molto comune nella stagione invernale.

I virus coinvolti hanno di norma tempo d’incubazione da 1 a 4 giorni, dopodiché il raffreddore esordisce con sensazione di gola secca ed infiammata, starnuti ed un’aumentata secrezione nasale: in principio acquosa, in seguito densa e giallastra. A questo punto compare il classico “naso chiuso”, eventuale lacrimazione e mal di testa, tosse ed in alcuni casi febbre.

Dopo 7-10 giorni il raffreddore tende a risolversi da solo, è tuttavia possibile alleviare i sintomi più fastidiosi ricorrendo ad un uso consapevole di farmaci da banco.

I decongestionanti nasali sono disponibili come rimedi locali (spray e gocce) o sistemici (ossia da prendere per bocca come compresse, compresse effervescenti, sciroppi,…). I decongestionanti nasali spray sono molto rapidi nella loro azione, ma l’uso deve essere limitato a pochi giorni di terapia; farmaci da prendere per bocca manifestano azione più lenta ma più duratura nel tempo, con minori effetti collaterali.

Tra gli spray più conosciuti ricordiamo Actifed, NeoRinoleina, Otrivin, Rinazina, RinoCalyptol, Rinogutt, Vicks Synex, Rinofluimucil.

Una menzione a parte la meritano i prodotti che presentano invece diverse associazioni di due o più sostanze, che oltre a consentire una migliore respirazione permettono di trovare sollievo da sintomi di mal di testa e dolore diffuso. Ricordiamo associazioni di decongestionanti con antinfiammatori (Nurofen influenza e raffreddore, Vicks Flu Action), decongestionanti con antidolorifici (Zerinol, ZerinolFlu, Tachifludec, …).

Tosse

La tosse è un meccanismo protettivo finalizzato all’espulsione di agenti nocivi dalle vie aeree e può essere riflessa o volontaria. Lo stimolo a tossire è indotto dalle terminazioni nervose distribuite tra la laringe e i bronchi, che veicolano il segnale elettrico al centro della tosse situato nel midollo allungato, dove il riflesso è soggetto a controllo corticale.

La tosse può essere un sintomo di patologie più o meno gravi: a partire dalle infiammazioni stagionali dell’apparato respiratorio, la tosse può derivare anche da bronchite, polmonite o pertosse e in alcuni casi gravi da carcinoma polmonare, o ancora può essere un effetto collaterale dei farmaci come gli ACE inibitori o può essere dovuta ad una reazione allergica.

Data la possibile varietà di cause possibili ricorrere sistematicamente ai farmaci sedativi della tosse è sconsigliabile, in quanto potrebbero mascherare una patologia ancora da diagnosticare.

I farmaci sedativi per la tosse agiscono tutti sul sintomo, a livello centrale o periferico: riducono o sopprimono la tosse alleviando anche i disturbi collaterali come dolore al torace, mal di testa, mal di schiena e malessere generale.

Fluidificanti, espettoranti e mucolitici

In  caso di tosse produttiva, questa serve ad eliminare l’eccesso di muco presente, che oltre ad ostacolare la respirazione diventa terreno di coltura di agenti patogeni.

In questo caso vengono spesso assunti mucolitici ed espettoranti, di cui tuttavia non esistono ad oggi evidenze di reale efficacia.

Sedativi della tosse

Nel caso in cui la tosse non sia produttiva (tosse secca) è sufficiente un farmaco bechico (sedativo) che interferisce sui meccanismi nervosi della tosse.

I farmaci bechici possono essere suddivisi in base al loro sito di azione: quelli che agiscono a livello centrale come il destrometorfano (molto documentato nella letteratura scientifica) e il butamirato; quelli che agiscono a livello periferico come l’oxolamina, cioè quelli che inibiscono la responsività delle terminazioni nervose delle vie aeree ed infine quelli che agiscono ad entrambi i livelli come la dropropizina ed il pipazetato.

  • Destrometorfano (Aricodil tosse, Bechilar, Bronchenolo compresse, Broncofama, Formitrol Tosse, HoneyTuss, Lisomucil Sedativo, Metorfan, Neoborocillina  tosse, Tossoral, Tussycalm, Vicks Tosse).
  • Butamirato (Butiran, Lenistar, Lexosedin, Sinecod Sedativo).
  • Oxolamina (Tussibron).
  • Dropropizina (Domutussina).
  • Cloperastina (Seki, Nitossil, Danka)

Il destrometorfano è il principio attivo più utilizzato e soprattutto documentato nella letteratura medica e farmacologica. Agisce a livello centrale, sul centro della tosse situato nel midollo allungato. Se assunto secondo la posologia consigliata è ben tollerato senza dare effetti simili a quelli indotti dagli oppioidi, tuttavia se le dosi superano quelle consigliate si può avere euforia, disforia ed allucinazioni che rendono il profilo tossicologico simile a quello di chetamina e fenciclidina, usate come sostanze di abuso.

Fra gli adolescenti il destrometorfano è abbastanza conosciuto proprio per la sua capacità di indurre euforia, considerato anche il basso costo e la facilità di reperibilità. L’abuso di destrometorfano può dare origine a fenomeni di dipendenza tipo crisi di astinenza.

Raramente, il suo uso cronico in alte dosi, può produrre tossicità da bromuri con effetti a livello gastrointestinale, cutaneo e del sistema nervoso centrale, come letargia, debolezza muscolare ed alterazione dello stato di coscienza.

L’altro principio attivo che agisce a livello centrale, il butamirato, presenta lo stesso profilo farmacologico del destrometorfano alle dosi consigliate, e però a differenza di quest’ultimo non ha effetti narcotici o depressivi.

Di contro la dropropizina, ad azione sia periferica che centrale, ha un effetto sedativo che può influire negativamente sull’attività scolastica dei bambini e sulla capacità di guida o lavorativa degli adulti.

La levodropropizina (Levotuss), isomero levogiro della dropropizina, non superando la barriera ematoencefalica, non presenta gli stessi effetti collaterali della dropropizina pur possedendo inalterate le stesse capacità antitussive.

La cloperastina (Seki) è un composto di sintesi dotato di attività antitosse a livello centrale, nonché di attività antiedema e rilassante la muscolatura bronchiale. L’attività è risultata sempre superiore a quella del destrometorfano. A differenza della codeina, la cloperastina è sprovvista di attività narcotica, agisce direttamente sul centro della tosse, è sprovvista di attività anestetica locale, non deprime il centro del respiro ed è molto utilizzata anche nella prima infanzia.

Facciamo un’ultima considerazione sugli eccipienti dei farmaci antitosse, che spesso sono essi stessi dei principi attivi che contribuiscono, ognuno peculiarmente, a sedare la tosse.

Gli eccipienti sono sostanze sapide come zucchero, spezie, miele o amare come l’acido citrico: il gusto dolce o amaro induce una salivazione riflessa ed una secrezione di muco nelle vie aeree che può anche essere prolungata grazie a preparazioni ad alta viscosità come gli sciroppi, che tra i farmaci OTC risultano quelli più venduti in assoluto.

Alcune sostanze eccipienti esercitano anche un’azione emolliente come lo zucchero o le saponine dell’edera, che lubrificando faringe e laringe contribuiscono a ridurre la tosse con effetto espettorante.

Il miele è per esempio risultato paragonabile al destrometorfano nel diminuire la frequenza, la gravità ed il fastidio della tosse ed è un prodotto naturale e senza effetti collaterali (va tuttavia evitato nei bambini con meno di 12 mesi a causa del rischio di botulino infantile).

Fra gli eccipienti solo il mentolo (alcol terpenico) è stato testato sperimentalmente: i suoi vapori, rilasciati nel cavo orale, hanno un effetto rinfrescante a cui si aggiungono proprietà anestetiche locali e di inibizione dei canali del calcio, proprietà questa che contribuisce al rilassamento della muscolatura liscia.

Altri eccipienti usati sono gli oli essenziali come quello di eucalipto, di pino e di timo che oltre ad essere efficaci anestetici locali esercitano anche un’azione antimicrobica ed inoltre se somministrati a livello orale stimolano la mucocinesi nei polmoni.

Gli oli essenziali tuttavia, soprattutto in età pediatrica, devo essere usati con criterio, in quanto alcuni di essi possono dare effetti collaterali spiacevoli come nausea, vomito e laringospasmo come è possibile che avvenga per l’eucalipto e la canfora; quest’ultima poi è assolutamente sconsigliata in gravidanza perché in grado di attraversare la placenta.

 

Domande e risposte
Che cosa sono gli antivirali?
Gli antivirali sono pastiglie, sciroppi o spray inalatori usati per prevenire o curare i virus dell’influenza. Sono approvati per l’uso negli adulti o nei bambini di età superiore a un anno.

Il 21 dicembre 2012 la Food and Drug Administration ha approvato il Tamiflu® anche per la terapia antinfluenzale dei bambini di età superiore alle due settimane, che manifestano i sintomi dell’influenza da non più di due giorni.

Il Tamiflu® è l’unico farmaco approvato per la terapia dell’influenza nei bambini di età inferiore a un anno. In caso di influenza gli antivirali sembrano in grado di alleviare i sintomi ed accelerare il processo di guarigione, nonché di prevenire le complicazioni gravi, ma raggiungono l’efficacia massima se la terapia inizia nei primi due giorni dell’influenza.

Se siete esposti all’influenza, gli antivirali possono prevenire il contagio. Se siete stati o dovete stare vicini a una persona influenzata, chiedete consiglio al medico.
Gli antibiotici servono?
Gli antibiotici sono usati per curare le infezioni di origine batterica, quindi non sono efficaci per le infezioni di origine virale come l’influenza. Alcuni pazienti sono colpiti da infezioni batteriche contemporanee o causate dall'influenza, quindi devono ricorrere agli antibiotici. Se la forma influenzale è molto grave, dura troppo a lungo o migliora per un po’ e poi peggiora di nuovo, ci può essere un’infezione batterica. Se pensate di avere bisogno degli antibiotici, andate dal medico e non ricorrete all'automedicazione.
Si può curare l’influenza senza farmaci?
I sintomi dell’influenza possono essere curati senza farmaci:
  • riposando,
  • bevendo molti liquidi (acqua, brodo, bevande per sportivi) per non disidratarsi,
  • mettendo un asciugamano caldo e umido sulla fronte, sulle braccia e sulle gambe per alleviare il fastidio connesso alla febbre,
  • mettendo un umidificatore nella stanza per respirare meglio,
  • facendo i gargarismi con l’acqua salata (uguale quantità di sale e di acqua tiepida) per alleviare il mal di gola,
  • coprendosi con una coperta calda per calmare i brividi.
  • Nel caso di sintomi gravi (o SEMPRE, nel caso di soggetti a rischio) si raccomanda di fare riferimento al medico.
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Domande e risposte
  1. Cosa prendere per il raffreddore?

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Non esistono farmaci specifici, quindi la terapia si basa sull’eventuale somministrazione di rimedi in grado di dare sollievo ai sintomi, come ad esempio spray per liberare il naso e antinfiammatori/antidolorifici per il senso di dolore diffuso e stanchezza.

  2. Quanto dura il raffreddore?

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      7-10 giorni.

  3. Tachipirina si deve prendere a stomaco pieno?

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Non è indispensabile, a differenza degli antinfiammatori tradizionali, ma in caso di sintomi gastrointestinali (come la nausea) potrebbe comunque aiutare.

  4. Nurofen Influenza e raffreddore e Tachifludec sono più o meno uguali?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Simili, ma non uguali; la differenza chiave è che in Tachifludec c’è (anche) tachipirina (paracetamolo), mentre in Nurofen c’è ibuprofene. Le due sostanze hanno pro e contro e cosa sia meglio lo si valuta caso per caso.

      Poi c’è in entrambi un decongestionante per il naso.