Parto cesareo: intervento, rischi e convalescenza

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Introduzione

Il parto cesareo, anche detto taglio cesareo, è un intervento chirurgico in cui il bambino viene dato alla luce attraverso un taglio nell’addome della madre.

Le cause che portano il ginecologo e/o la donna a scegliere questa modalità di parto sono numerose, ma possiamo individuare essenzialmente due situazioni:

  • parto programmato,
  • parto cesareo in emergenza in caso di inaspettate difficoltà.

Le principali cause che possono portare a questa scelta (o a questa necessità) sono:

  • problemi di salute nella madre,
  • problemi di salute nel bambino,
  • parto gemellare,
  • dimensione o posizione del bambino,
  • problemi durante il travaglio.

L’intervento è relativamente sicuro per entrambi, soprattutto quando programmato, anche se si tratta pur sempre di un’operazione chirurgica con tutti i rischi del caso; al di là di questo, il principale svantaggio rispetto al parto tradizionale è la necessità di un periodo di convalescenza più lungo per la mamma e un aumento del rischio di complicazioni nel caso di successive gravidanze.

In Italia sia parla ormai di epidemia di cesarei, in quanto le statistiche stimano un aumento inarrestabile e sproporzionato, in rapporto ad altri Paesi europei, di questa modalità di parto. Secondo gli ultimi dati Eurostat nel 2017 in Italia il 33,1% dei bambini è nato infatti con parto cesareo (va detto in leggera diminuzione rispetto ai dati del 2016).

Il nostro Paese è attualmente sesto nella classifica europea, i cui estremi sono rappresentati rispettivamente da:

  • Cipro, 54.8%
  • Finlandia, 16.5%
Fotografia di una donna sottoposta a parto cesareo.

iStock.com/Steve Debenport

Cause

Un parto cesareo può essere il risultato di

  • una decisione presa durante la gravidanza,
  • una necessità per intervenire in caso di emergenza se il parto vaginale fosse legato a rischi eccessivi;

quando possibile viene praticato dopo la trentottesima settimana di gravidanza.

Le cause principali che portano alla scelta del cesareo sono:

  • Posizione anomala del bambino, che potrebbe essere podalico (cioè con i piedini pronti a uscire prima della testa) anziché cefalico (la posizione corretta, con la testa appoggiata alla base dell’utero).
  • Dimensione eccessiva del bambino. Alcuni bambini sono semplicemente troppo grandi per venire alla luce in sicurezza con un parto naturale. Di solito, si corre questo rischio solo se si soffre di diabete.
  • Placenta previa, una pericolosa condizione in cui la placenta (l’organo che serve da interfaccia per ossigeno e sostanze nutritive tra mamma e bimbo) si trova per errore appoggiata sulla cervice e può impedire il parto naturale se non con pericolosi rischi.
  • Pre-eclampsia, una situazione caratterizzata da una pressione alta nella mamma.
  • Infezioni materne, quando si tratti di potenziali pericoli per il feto (HIV, herpes genitale, …),
  • Parto gemellare, in questi casi per la sicurezza della madre è spesso consigliato l’approccio chirurgico,
  • Sofferenza fetale, per esempio se il bambino non riceve sufficiente ossigeno e altri nutrienti può essere praticato un cesareo d’urgenza,
  • Difficoltà durante il travaglio, come ad esempio un eccessivo sanguinamento, il collo dell’utero non sufficientemente aperto, …

Nel caso di precedenti cesarei, a seconda del tipo di cicatrice e di altri fattori, potrebbe essere necessario ricorrere nuovamente al taglio cesareo, anche se negli ultimi anni sempre più spesso è possibile optare per un parto naturale qualora siano soddisfatti i necessari requisiti di sicurezza per entrambi.

In alcuni casi è semplicemente la futura mamma che preferisce partorire con taglio cesareo piuttosto che con parto naturale, senza una giustificata ragione medica; in questi casi è auspicabile che ginecologo e ostetrica illustrino nel dettaglio vantaggi e svantaggi di questa scelta, presentando anche tutte le opportunità oggi disponibili (come per esempio il ricorso all’anestesia epidurale per NON sentire alcuna forma di dolore).

Preparazione

Se il parto cesareo viene programmato verrà definita con il ginecologo la data prevista e verranno fissate anche le necessarie visite ospedaliere, per esempio quella con l’anestesista.

Prepararsi all’imprevisto

Sapere all’improvviso che dovrete sottoporvi al cesareo può essere stressante, sia per voi che per il vostro partner. In caso d’emergenza, inoltre, il medico può non avere tempo per spiegarvi l’intervento e rispondere a tutte le vostre domande.

Vi consigliamo quindi di chiedere informazioni sul taglio cesareo al medico già prima della data presunta del parto. Ponetegli molte domande, esprimete le vostre preoccupazioni e fatevi spiegare quali sono le circostanze in cui il taglio cesareo potrebbe rivelarsi necessario.

L’intervento

Quanto dura?

Se il cesareo viene praticato in regime di emergenza si tratta di una procedura rapidissima, con un tempo necessario all’incisione limitato a pochi minuti; nel caso di parto programmato un cesareo può durare da 10 a 15 minuti, con l’aggiunta di 45 minuti per l’espulsione della placenta e la sutura delle incisioni.

Preparazione.

Prima dell’intervento un infermiere disinfetta l’addome. Un tubicino (catetere) può essere posizionato in vescica per la raccolta dell’urina. Per idratarvi e somministrarvi i farmaci vengono posizionate le flebo in una vena del polso o del braccio.

Anestesia

Nella maggior parte dei casi si opta per un’anestesia loco-regionale, che può essere

Questo approccio addormenta solo la parte inferiore del corpo e da un punto di vista pratico l’anestetico viene iniettato direttamente nella membrana che circonda il midollo spinale attraverso una puntura indolore nella schiena (indolore perché preceduta da una leggera anestesia della schiena).

Se l’intervento è eseguito in condizioni di emergenza spesso si ricorre al blocco spinale, perché ha un effetto più rapido rispetto all’epidurale, oppure direttamente l’anestesia generale. Questo tipo di anestesia di solito inizia con la somministrazione dell’anestetico tramite flebo nel braccio, ma a volte può essere praticato con un gas che viene respirato con la mascherina. Con l’anestesia generale non potrete sentire, percepire né vedere nulla durante il parto.

I due grossi vantaggi dell’anestesia locale rispetto alla totale sono:

  1. una netta diminuzione dei rischi,
  2. la possibilità di sentire e vedere vostro figlio appena nato.

Spesso può inoltre essere presente anche il partner in sala operatoria.

Viene infine posta una tendina per evitare che la donna possa vedere le manovre relative all’operazione.

Incisione

  1. Incisione addominale. Il chirurgo pratica un’incisione sulla parete addominale. Di solito è orizzontale, immediatamente sopra il pube (incisione trasversale). Se è necessario un taglio più ampio, o se il bambino deve nascere con urgenza, il medico può praticare un’incisione verticale che parte da sotto l’ombelico e arriva immediatamente sopra l’osso pubico.
  2. Incisione uterina. Dopo l’incisione addominale il medico ne pratica un’altra nell’utero. L’incisione uterina di solito è orizzontale e viene praticata nella parte bassa dell’utero (incisione trasversale). Possono essere usati altri tipi di incisioni uterine, a seconda della posizione del bambino nell’utero e di eventuali complicazioni, ad esempio la placenta previa.
  3. Parto. Se siete sotto anestesia epidurale o spinale, probabilmente avvertirete dei movimenti quando il medico estrae delicatamente il bambino dall’utero, ma comunque non sentirete dolore. Il chirurgo pulisce la bocca e il naso del bambino, chiude il cordone ombelicale e lo taglia. La placenta viene rimossa dall’utero e le due incisioni vengono chiuse con i punti di sutura. Alla donna viene somministrata ossitocina, un ormone che l’organismo produce anche durante il parto naturale, per favorire la contrazione uterina e ridurre la fuoriuscita di sangue.

Convalescenza

In ospedale

Dopo il parto cesareo la maggior parte delle madri e dei bambini rimangono in ospedale per circa 2-3 giorni.

Nelle prime ventiquattrore dopo l’intervento sarete invitate ad alzarvi e camminare. Fare due passi può aiutarvi a guarire più in fretta, a prevenire la costipazione e la potenziale formazione di trombi. Con ogni probabilità il catetere e la flebo saranno tolti dopo 12-24 ore dall’intervento.

Durante il ricovero il medico e gli infermieri controlleranno la cicatrice e gli eventuali segni di infezione. Monitoreranno anche l’appetito, la quantità di liquidi che bevete e la regolarità delle funzioni urinarie e intestinali.

Prima di essere dimesse chiedete al medico quali provvedimenti preventivi dovrete prendere, vaccinazioni comprese. È il momento giusto per controllare che i vostri vaccini non siano scaduti e per proteggere la vostra salute e quella di vostro figlio.

Allattamento

Le flebo ed il fastidio all’altezza della cicatrice possono rendere scomodo l’allattamento al seno. Se vi fate aiutare, però, sarete in grado di iniziare ad allattare immediatamente dopo il parto cesareo. Chiedete all’ostetrica o agli infermieri di insegnarvi in quale posizione mettervi e come sostenere correttamente il bambino affinché l’allattamento risulti comodo.

Provare ad allattare quando si ha male non fa che aumentare le difficoltà. Gli infermieri ovviamente sceglieranno gli analgesici per il post-intervento tenendo conto che state allattando: assumere i farmaci prescritti, quindi, non dovrebbe interferire con l’allattamento.

Cicatrice

Il taglio cesareo è causa di una cicatrice orizzontale nel basso addome, di lunghezza pari a 10-20 cm circa. Raramente la cicatrice si presenta verticale (quando per motivi di necessità il chirurgo è costretto a tagliare in questo modo).

Cicatrice da parto cesareo

iStock.com/DashaMuller

Con una buona cura post-operazione e qualche mese la cicatrice diventerà sempre meno visibile fino a essere nascosta nella maggior parte dei casi dalla presenza dei peli pubici.

Dolore e sanguinamento

Perché la cicatrice del cesareo guarisca completamente, sono necessarie da quattro a sei settimane. L’affaticamento e il disagio sono normali.

Anche il dolore può persistere per qualche tempo, ma verranno consigliati antidolorifici da assumere al bisogno e compatibili con l’allattamento.

Un certo sanguinamento vaginale è del tutto prevedibile e normale; si raccomanda di usare pannolini post-parto e per nessun motivo assorbenti interni.

A casa

Il recupero deve essere graduale e senza forzare, ma è sicuramente auspicabile tornare a muoversi fin da subito per evitare il rischio di trombosi.

Una volta fatto ritorno a causa in genere tutte le mamme sono già in grado di prendersi cura autonomamente del proprio figlio/a, mentre servirà più tempo prima di poter:

per cui potrebbero servire fino a 4-6 settimane, a giudizio del ginecologo.

Quando chiamare il medico

Chiamate il medico in caso di emergenza, per esempio se si presentano sintomi di infezione, tra cui ricordiamo:

  • febbre superiore ai 38 °C,
  • dolori addominali severi,
  • rossore, gonfiore e perdite dalla cicatrice,
  • oppure sintomi para-influenzali accompagnati da dolore a uno o a entrambi i seni.

o in caso di:

Anche la depressione post-partum può diventare preoccupante. Se vi sentite quasi sempre giù di morale, se non siete quasi mai felici o se avete problemi a raccogliere le energie per iniziare una nuova giornata, fatevi aiutare il prima possibile.

Se siete deluse perché il vostro bambino è nato con il cesareo e non con un parto naturale, ricordate che la salute vostra e di vostro figlio è più importante del modo in cui avete partorito.

Anche se ci vuole più tempo per riprendersi da un parto cesareo che non da un parto naturale, il risultato finale è lo stesso: l’avventura della maternità probabilmente farà passare tutto il resto in secondo piano.

Pericoli

Il parto cesareo è un’operazione ragionevolmente sicura, ma come tutti gli interventi chirurgici è legata al potenziale sviluppo di complicazioni, soprattutto nel caso di intervento d’urgenza.

Proprio alla luce delle possibili complicazioni è molto importante ragionare e farsi consigliare dal ginecologo per una corretta e obiettiva valutazione del rapporto rischio-beneficio di questa scelta.

Rischi per la mamma

Le principali complicazioni sono:

  • una convalescenza che richiede più tempo rispetto a quella successiva a un parto naturale;
  • infezione della ferita, che può diventare rossa, dolente, gonfia e perdere pus e altre sostanze con cattivo odore;
  • infezione della parete uterina, che può essere associata a febbre, dolore addominale, perdite vaginali anomale ed eccessivo sanguinamento vaginale;
  • eccessivo sanguinamento, che nei casi più severi può richiedere una trasfusione o addirittura un nuovo intervento per l’arresto dell’emorragia,
  • trombosi venosa profonda, quando un coagulo impedisce lo scorrimento del sangue a livello delle gambe; nei casi più severi può dare come complicazione l’embolia polmonare se il coagulo riesce a raggiungere il polmone;
  • danni al sistema urinario.

Rischi per future gravidanze

In genere le donne che si sottopongono a parto cesareo non vanno incontro a particolari conseguenze su eventuali gravidanze future e spesso è possibile anche puntare a parti naturali.

È tuttavia importante che la donna sia consapevole che può aumentare il rischio di:

  • rottura dell’utero,
  • difficoltà legate all’espulsione della placenta,
  • aborto.

Per approfondire questo aspetto si rimanda all’articolo dedicato al parto naturale dopo un cesareo.

Quanti parti cesarei è possibile affrontare in sicurezza?

Ogni parto cesareo porta con sé rischi maggiori del precedente e, da un punto di vista molto generale, si stima che dopo tre cesarei non sia più ipotizzabile pensare a un parto vaginale.

Non ci sono invece statistiche certe sul numero massimo tollerabile di cesarei.

Rischi per il bambino

Le principali complicazioni cui può andare incontro il bambino nato a seguito di parto cesareo sono:

  • piccola ferita praticata accidentalmente durante l’incisione; si tratta di un’evenienza comune ma priva di pericoli,
  • problemi respiratori, soprattutto nel caso di bimbi nati prima della 39esima settimana; in genere il disturbo viene superato nel giro di qualche giorno.

Domande frequenti

Quanto durano le perdite dopo un parto cesareo?

A seguito di un parto, anche se cesareo, le pareti dell’utero vanno incontro ad un fisiologico (normale) sfaldamento (lochiazione); il sangue, i liquidi fetali e i residui placentari (nel complesso definiti lochi) vengono eliminati attraverso perdite vaginali inodori, inizialmente di colore scuro-grigiastro fino a diventare trasparenti, della durata di qualche settimana (indicativamente sei).

Curioso notare come nei primi due giorni le perdite siano ancora perfettamente sterili.

Dopo quanto compare il ciclo mestruale?

Il ciclo mestruale farà la sua comparsa indicativamente tra le cinque e le otto settimane dopo il parto, in assenza di allattamento materno; in questo secondo caso invece i tempi sono ampiamente variabili e difficilmente predicibili.

In caso di allattamento esclusivo la prima mestruazione (menarca) potrebbe fare la comparsa non prima del termine dell’allattamento notturno, perché l’ormone che stimola la produzione di latte (prolattina) impedisce la secrezione degli ormoni responsabili della regolazione del ciclo.

Quando si programma il cesareo?

La programmazione di un cesareo dipende da numerosi fattori, non ultime le esigenze dell’ospedale scelto ed eventuali altri parti già programmati; idealmente sarebbe opportuno che il parto avvenisse dopo la 39esima settimana, ma in alcuni casi l’attesa può diventare un rischio per la mamma e/o per il feto.

Dopo quanto si possono avere rapporti?

Non esiste una regola fissa, nessuno meglio del proprio ginecologo può valutare la propria specifica situazione, ma la Mayo Clinic consiglia di attendere almeno 4-6 settimane a prescindere dal tipo di parto.

Questa cautela deriva dall’esigenza di

  • permettere all’organismo di guarire (a livello di taglio chirurgico, ma non solo),
  • attenere che siano superate le perdite vaginali post-partum.

Non è infine raro che nelle prime settimane la donna manifesti:

  • secchezza vaginale,
  • scarso desiderio.

Quando arriva la montata lattea dopo un cesareo?

I tempi della montata lattea a seguito di un cesareo sono sovrapponibili a quelli di un parto naturale, 3-5 giorni, ma in questo caso riveste un’importanza ancora maggior attaccare il neonato al seno immediatamente dopo il parto, come raccomandato dalle più recenti linee guida.

Fonti e bibliografia

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Domande e risposte
  1. Quando dura un parto cesareo?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Un cesareo praticato in regime di emergenza richiede pochi minuti per l’incisione; nel caso di parto programmato l’intervento può invece durare da 10 a 15 minuti, più 45 minuti per l’espulsione della placenta e la sutura delle incisioni.

  2. Quanti giorni di ricovero in ospedale sono necessari?

    1. Dr. Roberto Gindro

      In genere è richiesta una degenza compresa tra i 3 e i 5 giorni.

  3. Perché si chiama taglio cesareo?

    1. Dr. Roberto Gindro

      La parola “cesareo” deriva dal verbo latino ‘tagliare’, caedo, caedis, cesi, caesus sum, caedere ,IPA ‘kae-do, ‘kae-sus sum; si dice che anche che l’imperatore Giulio Cesare sia nato attraverso questa forma di parto. Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Taglio_cesareo