Salvia: proprietà, benefici, rischi e controindicazioni

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Cos’è la salvia?

La Salvia è una pianta della famiglia delle Labiatae o Lamiaceae (la stessa di timo e menta), originaria di Medio Oriente e Mediterraneo, ma oggi diffusa pressoché in tutto il mondo. In Italia è presente in circa 20 specie, di cui 9 nel solo arco alpino. La più conosciuta e studiata è la Salvia Officinalis o Salvia comune.

Molto conosciuta e utilizzata in cucina per insaporire le pietanze, la salvia è altresì nota come rimedio nella medicina popolare per le sue proprietà

  • antinfiammatorie,
  • antisettiche,
  • digestive,
  • diuretiche,
  • cicatrizzanti.

Il suo nome deriva da salvus, ossia sano, a motivo delle virtù salutari attribuite alla pianta.

Foglie di salvia officinalis

iStock.com/Margherita22

Cosa contiene?

La salvia contiene molti componenti biologicamente attivi, tra essi citiamo

  • acidi fenolici, tra cui acido caffeico e rosmarinico,
  • flavonoidi (luteonina, apigenina,quercetina),
  • monoterpeni, diterpeni,triterpeni (tujoni, cineolo, acido carnosico).

La composizione finale dell’estratto dipende in larga misura dalla tecnica di estrazione, nonché dalle parti della pianta utilizzate [3].

Un po’ di storia

“Perché dovrebbe morire l’uomo nel cui giardino cresce la salvia?”.

Così recitava la Scuola Medica Salernitana (la prima e più importante istituzione medica europea nel Medioevo), a testimonianza dell’alto valore curativo attribuito alla pianta dalla medicina dell’epoca.

In realtà la fama di questa pianta risale a molto prima, sin dai tempi degli Egizi e successivamente dei Greci e dei Romani: questi ultimi, ad esempio, ricorrevano ad un vero e proprio rituale di raccolta della salvia – considerata una pianta sacra – evitando di usare oggetti di ferro e indossando una tunica bianca, a piedi scalzi e lavati.

Dioscoride, medico greco che visse nell’antica Roma ai tempi di Nerone (I sec d.C.), riportava nel suo De materia medica l’utilizzo della salvia come decotto per fermare il sanguinamento delle ferite e per disinfettare ulcere e piaghe; come tisana, invece, per raucedine e tosse. Plinio Il Vecchio, suo contemporaneo, nel Naturalis Historia, riportava l’uso della salvia per migliorare la memoria e come decotto per gargarismi – insieme a rosmarino, caprifoglio, piantaggine e miele- per trattare afte e mal di gola.

Nel Medioevo la salvia era considerata una panacea per tutti i mali: pare fosse utilizzata addirittura per preparare un infuso “miracoloso”, insieme a rosmarino, timo e lavanda (l’”aceto dei quattro ladri”), che si diceva proteggesse dalla peste. Si riteneva inoltre fosse un potente afrodisiaco maschile e aumentasse la fertilità femminile: oggi sappiamo in effetti che le foglie di salvia contengono fitoestrogeni – ed è la ragione per cui la pianta è stata studiata anche per contrastare i sintomi della menopausa.

Nella Medicina Tradizionale Cinese la salvia era considerata la pianta della longevità e ancora oggi viene utilizzata come rimedio per

Nella Medicina Ayurvedica, in aggiunta agli impieghi appena citati, viene utilizzata esternamente per

Proprietà, benefici e ricerca scientifica

La salvia per uso orale (in forma di tisane, oli essenziali, estratto secco in capsule) è ancora oggi consigliata e utilizzata come rimedio per

  • favorire la digestione e trattare problemi gastrointestinali in generale (presa prima dei pasti stimola l’appetito, dopo i pasti favorisce la digestione),
  • curare le infiammazioni orofaringee,
  • mitigare i problemi della menopausa,
  • alleviare i dolori mestruali,
  • rallentare i problemi di memoria e concentrazione,
  • combattere la sudorazione notturna.

Soprattutto quando si utilizza in forma di olio essenziale è molto importante attenersi alle indicazioni ed alle dosi riportate sulle confezione, essendo la forma farmaceutica in assoluto più concentrata e pura e per questo a maggior rischio di fenomeni di sovradosaggio.

Per uso esterno invece le foglie di salvia tal quali o come infuso sono utilizzate come

  • disinfettanti per le ferite,
  • sbiancanti per i denti,
  • rinfrescanti per l’alito.

Le moderne applicazioni terapeutiche della salvia sono supportate dal consolidato utilizzo nella tradizione, ma anche dai dati raccolti nella pratica dai medici erboristi, da studi in vitro o in vivo (su animali) e da alcuni studi clinici [1].

Secondo quanto riportato dal Centro nazionale per la salute complementare e integrativa (NCCIH) – agenzia governativa degli Stati Uniti – , tuttavia, gli studi clinici sono ancora insufficienti per confermare l’efficacia dei rimedi a base di salvia e ulteriori approfondimenti sarebbero necessari [2]. Il grande limite degli studi sinora pubblicati è che gli estratti di salvia sono ottenuti con tecniche spesso differenti fra loro (olii, estratti alcolici, …), con conseguente diversa percentuale di principi attivi, e quindi difficili da confrontare e replicare.

Gli studi più recenti [3,8,9,10,11] si sono concentrati sull’utilizzo della salvia come

Interessanti ricerche sono state altresì condotte nel campo delle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, per migliorare memoria e performances cognitive: da studi recenti pare che la salvia sia in grado di ridurre l’infiammazione derivante dall’accumulo di proteina β-amiloide, caratteristico dell’Alzheimer, e abbia effetto sul sistema colinergico, potenziandolo [4,7]. Alcuni lavori sembrano suggerire che addirittura l’aroma stesso della salvia possa avere effetto positivo sulla memoria [5,6].

Un aiuto in menopausa?

Un’interessante applicazione della salvia riguarda l’utilizzo come rimedio naturale per alleviare i sintomi della menopausa – e in particolare per

  • ridurre sudorazione eccessiva e vampate di calore,
  • migliorare le performance mentali e dell’umore.

L’azione pare sia dovuta ad un effetto estrogeno-simile della salvia, così come accade con i fitoestrogeni della soia [14].

In uno studio multicentrico condotto in Svizzera su 71 pazienti, in menopausa da almeno 12 mesi, è stata somministrata salvia fresca in compresse giornaliere (280mg di estratto) per un periodo di 8 settimane [12]. Entro le prime 4 settimane si è ottenuta una riduzione del 50% nella frequenza e intensità delle vampate di calore – percentuale che è salita al 64% dopo 8 settimane. Il limite di questo studio è l’assenza del gruppo di controllo a cui fosse somministrato il placebo, ma i risultati sono comunque incoraggianti e aprono interessanti prospettive di utilizzo della salvia.

In base a quanto riportato da uno studio in vitro pubblicato quest’anno [13], l’effetto sulle vampate di calore potrebbe essere dovuto alla particolare affinità dell’estratto di salvia con i recettori muscarinici M3, adrenergici alpha 2A e µ- oppioidi a livello centrale, coinvolti nel meccanismo di termoregolazione.

Controindicazioni ed effetti collaterali

La salvia per uso alimentare come insaporitore di pietanze è generalmente considerata sicura.

Tuttavia, per la presenza del tujone, un chetone complesso che può risultare tossico ad alte dosi, è bene non eccedere nelle quantità: secondo quanto riportato dall’FDA, 12 gocce di olio essenziale sono considerate una dose tossica. L’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) indica come dose massima giornaliera di tujione 5 mg [15].

Esistono comunque in commercio formulazioni a base di salvia senza tujone.

I sintomi di tossicità da sovradosaggio comprendono:

Olio essenziale puro ed estratti alcolici sono sconsigliati durante gravidanza e allattamento perché in grado di causare effetti tossici sul feto o sul neonato [8].

Non sono note particolari interazioni coi farmaci.

Fonti e bibliografia

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