Malva: proprietà, benefici, controindicazioni

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Introduzione

Tipica delle regioni tropicali e temperate di Europa meridionale, Asia e Africa settentrionale, la famiglia delle Malvaceae conta 240 generi e più di 4200 specie: tra esse, le più comuni sono la Malva Sylvestris, la Malva Parviflora e la Malva Rotundifolia.

La Malva cresce spontanea nelle campagne, ma è spesso coltivata anche negli orti; è facilmente riconoscibile per i suoi fiori roseo-viola, a 5 petali distanziati fra loro.

Fiore di malva su sfondo bianco

iStock.com/Gregory_DUBUS

Questa pianta è un rimedio ben noto nella medicina popolare europea, dove trova utilizzo per il trattamento delle affezioni della bocca, della gola e delle prime vie respiratorie (tonsilliti, bronchiti), ma anche nelle infiammazioni intestinali e vaginali – per via dell’azione emolliente e protettiva nei confronti delle mucose da parte delle mucillagini in essa contenute – e come blando lassativo. La parola malva, d’altronde, deriva dal greco malakos, che significa appunto calmante, emolliente.

Anche presso altre culture la Malva trova impiego per le stesse patologie: in Nepal è utilizzata per tosse e affezioni della gola, in Giordania e Iran come emolliente e lassativo, in Libano contro le affezioni urinarie e come rimedio per calcoli renali, in Albania come lassativo e come calmante nei dolori mestruali [4,5].

L’utilizzo della Malva risale a tempi molto antichi: in alcuni resti archeologici rinvenuti in Siria sono state trovate tracce di semi di Malva risalenti a 3000 anni prima di Cristo. Greci e Romani le riconoscevano un potere sacro: Pitagora (V sec a.C.) sosteneva dovesse essere assunta ogni giorno per calmare le passioni e purificare la mente, Cicerone (I sec a.C.) pare la consumasse quotidianamente in insalata, Marziale (I sec. d.C.) la usava per calmare i postumi delle sue “notti brave” e il poeta Orazio (I sec. a.C.) scriveva: “A me bastano per nutrirmi un po’ di olive, di cicoria e di malva fresca”.

Secondo Plinio il Vecchio, scrittore e filosofo naturalista romano vissuto nel I sec d.C., il succo di questa pianta ingerito al mattino aveva la proprietà di donare benessere al corpo per l’intera giornata e di allontanare ogni genere di malattia.

La Scuola Salernitana (la prima istituzione medica del Medioevo, considerata antesignana delle moderne università) celebrava la Malva perché “risana e scioglie il corpo”.

Nella Medicina Tradizionale Cinese essa era prescritta come mucolitico e nei disturbi dell’apparato digerente.

Nei testi di erboristeria del Medioevo la Malva occupava sempre un posto di primo piano e ancora nel XVI secolo era conosciuta come omnimorbia, ossia “rimedio per tutti i mali” – qualche autore sostiene che il nome stesso indichi proprio questo: Mal-va!, una sorta di ultimatum al male [2,5].

Benefici e proprietà

Nonostante l’utilizzo millenario presso le diverse culture del mondo, i test clinici sugli effetti della Malva risultano ancora molto limitati.

I componenti attivi delle foglie e dei fiori di Malva sono

  • Flavonoidi
  • Mucillagini
  • Antociani
  • Tannini
  • Terpeni
  • Fenoli
  • Tocoferoli (vitamina E) e acido ascorbico (vitamina C)
    [1,5]

La Commissione E tedesca (organo di riferimento per preparati fitoterapici della tradizione occidentale) ha approvato la Malva (foglie e fiori) per i seguenti utilizzi:

  • Tosse
  • Bronchiti
  • Infiammazioni della bocca e della gola
    [1]

Studi in vitro o su animali ne hanno riscontrato altri probabili effetti – che devono però essere confermati sull’uomo sia in termini di efficacia che di sicurezza d’uso. In dettaglio, questi studi preliminari sugli estratti di Malva ne hanno evidenziato un potenziale effetto:

  • Antimicrobico e antivirale: numerosi test in vitro hanno evidenziato una buona attività antibatterica nei confronti di Staphylococcus Aureus, Escherichia Coli, Pseudomonas aeruginosa ed Helicobacter Pylori. Altri test hanno mostrato altresì una buona efficacia contro l’Aggregatibacter actinomycetemcomitans , un batterio sovente coinvolto nelle parodontiti. L’estratto secco di Malva sylvestris ha mostrato infine una significativa attività antivirale nei confronti di cellule infettate dal virus HIV, con riduzione del 60% del potere infettivo.
  • Antifungino, nei confronti della Candida e dell’Aspergillus Niger (responsabile della muffa scura che si forma su frutta e vegetali; nell’uomo può causare otomicosi, un’infezione dell’orecchio).
  • Antinfiammatorio: alcuni esperimenti condotti su ratti con l’estratto idroalcolico delle foglie di Malva Parviflora ne hanno evidenziato la capacità di contrastare l’infiammazione a livello cerebrale, suggerendone un potenziale impiego nel prevenire o rallentare la progressione dell’Alzheimer (la cui componente infiammatoria è ormai ben nota). L’effetto antinfiammatorio potrebbe avere anche un ruolo importante nell’alleviare i sintomi depressivi associati all’infiammazione neuronale.
  • Antipertensivo: l’estratto di Malva Parviflora ha mostrato una certa efficacia nel contrastare l’ipertensione (pressione alta), sia acuta che cronica, in esperimenti condotti su animali.
  • Analgesico: in esperimenti condotti su topi, l’estratto acquoso liofilizzato di M.sylvestris ha dimostrato un significativo effetto analgesico nei confronti del dolore addominale – probabilmente dovuto all’effetto inibitore sulla sintesi delle prostaglandine (molecole endogene coinvolte nell’infiammazione e nella sensibilità al dolore).
  • Antiossidante, grazie all’elevata presenza di composti fenolici (ma anche vitamina C ed E) nelle foglie e nei fiori. La specie Parviflora (molto diffusa in Africa) sembra quella più efficace sotto il profilo antiossidante.
  • Anticancro: la Malva sylvestris ha mostrato effetto antiproliferativo nei confronti di alcune linee tumorali di melanoma e si è dimostrata efficace contro le mucositi (infiammazioni della mucosa di bocca e faringe) e la xerostomia (secchezza delle fauci) indotte da chemio e radioterapia. La xerostomia è una delle complicazioni più comuni nei pazienti trattati con radioterapia per tumori a carico della testa e del collo (HNC): in un esperimento pilota condotto su pazienti in trattamento per HNC, la somministrazione di un estratto di M.sylvestris (in associazione con Alcea digitata, anch’essa appartenente alla famiglia delle Malvaceae) ha mostrato un miglioramento significativo non solo nei confronti di xerostomia e mucosite, ma anche nella masticazione, nella capacità di articolare la parola e nella riduzione del dolore, rispetto al gruppo di controllo.
    La stessa combinazione di M. sylvestris e Alcea digitata, in un esperimento randomizzato condotto in doppio cieco versus placebo, su pazienti in trattamento per cancro alla prostata, si è dimostrata in grado di prevenire la comparsa degli effetti collaterali gastrointestinali della radioterapia e di ritardare la necessità di assumere farmaci analgesici o antidiarroici.
    Infine, in un esperimento condotto sui ratti la Malva sylvestris si è rivelata in grado di ridurre gli effetti collaterali renali ed epatici indotti dal cisplatino (un potente farmaco antitumorale utilizzato per il trattamento, tra gli altri, del cancro ovarico, del testicolo e della vescica)

[4,5,6,7]

Per uso topico le preparazioni di Malva (in associazione con altre piante ad azione sinergica) hanno mostrato buona efficacia nel trattare

  • Irritazioni della pelle
  • Alopecia e disturbi del cuoio capelluto
    [5]

Dose e modalità d’uso

Foglie e fiori essiccati di Malva si usano prevalentemente sotto forma di infuso o decotto.

Per preparare l’infuso si usano 2-5 g di foglie e/o fiori (1-2 cucchiai) e si lasciano in infusione circa mezzora in 150-200 ml di acqua bollente, da sorseggiare 2-3 volte nell’arco della giornata o da utilizzare per gargarismi.

Per preparare il decotto si usano le stesse quantità e si lascia bollire 2-3 minuti. Il decotto si usa spesso per impacchi sulle gengive infiammate.

[2,3]

SI trovano ovviamente formulazioni già pronte da diluire in acqua, come ad esempio il prodotto seguente facilmente:

In alternativa, in commercio si trova anche l’olio essenziale di Malva

In cucina foglie e fiori sono utilizzati per la preparazione di insalate, zuppe, frittate e ripieni.

Non sono noti effetti collaterali o interazioni coi farmaci

[1]

Curiosità

Dalle foglie di Malva si estrae industrialmente la clorofilla, utilizzata per tingere di verde confetture e liquori.

Fonti e bibliografia

  1. Pdr for Herbal Medicines J Gruenwald, T Brendler, C Jaenicke – Thomson Ed.
  2. Piante officinali e aromatiche – Provincia autonoma di Trento, 2009.
  3. Piccola Guida Alle Erbe Officinali P.Alberti, Servisio Sviluppo Sistema Agroalimentare, Regione Emilia-Romagna
  4. Phytother Res. 2019 Nov 11. Malva species: Insights on its chemical composition towards pharmacological applications. Sharifi-Rad J, Melgar-Lalanne G, Hernández-Álvarez AJ et al.
  5. J Pharm Pharmacol. 2012 Feb;64(2):172-89. Ethnobotanical and scientific aspects of Malva sylvestris L.: a millennial herbal medicine. Gasparetto JC, Martins CA, Hayashi SS, Otuky MF, Pontarolo R.
  6. Biomed Pharmacother. 2019 Oct;118:109349 A Malva parviflora´s fraction prevents the deleterious effects resulting from neuroinflammation. Ramírez-Serrano CE, Jiménez-Ferrer E, Herrera-Ruiz M, Zamilpa A et al
  7. J Neuroimmunol. 2019 Nov 15;336:577029. Malva sylvestris extract alleviates the astrogliosis and inflammatory stress in LPS-induced depression mice. Wu Y, Qiu A, Yang Z, Wu J, Li X, Bao K, Wang M, Wu B.
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