Ultima modifica

Introduzione

L’esistenza del sistema renale è conosciuta sin dall’antichità, sin dal tempo in cui si studiavano gli organi interni degli animali offerti come sacrificio agli dei o cacciati a scopo alimentare. Nell’Antico Testamento esistono una dozzina di riferimenti al sistema renale: in questi scritti i reni erano associati alla parte più profonda della personalità, sede dell’anima e della dimensione morale. Bisogna tuttavia aspettare Galeno (II sec. d.C.) per comprendere la correlazione tra reni e produzione di urine. Lo stesso Galeno, prendendo spunto dal De Materia Medica di Dioscoride (I sec d.C.), descrisse più di 450 piante medicinali, classificandole per caratteristiche e impiego terapeutico.

Il successivo grande impulso allo studio delle piante medicinali arrivò nel tardo Medioevo e ancora di più nel Rinascimento, quando Joseph Jackob Plenck (1735-1807) pubblicò il libro Icones Plantarum Medicinalium Secundum Systema Linnaei at usus medici chirurgici et Diaetetici, scritto sia in latino che in tedesco, che rappresenta il primo approccio moderno alla classificazione delle piante medicinali. Un centinaio delle 758 erbe descritte da Plenck riguardava i disturbi renali [1].

In epoca moderna, i primi farmaci diuretici di sintesi risalgono agli anni ’50, con l’avvento sul mercato delle sulfonamidi (furosemide e idroclortiazide).

La maggior parte dei farmaci diuretici ancora oggi presenti sul mercato – utilizzati prevalentemente nel trattamento dell’ipertensione ma anche dei disturbi cardiovascolari e renali – agisce su uno specifico segmento del nefrone (l’unità costituente del rene), intervenendo su specifici sistemi di scambio (proteine di membrana, enzimi, recettori ormonali ecc). Anche se molto efficace, tale terapia farmacologica può provocare effetti collaterali importanti, quali

Per questa ragione le piante ad azione diuretica, oggetto di rinnovato interesse da un ventennio a questa parte, potrebbero costituire una valida alternativa: molte di esse, infatti, agiscono sulla funzione renale senza alterare il bilancio elettrolitico e, come vantaggio aggiuntivo, lavorano contemporaneamente su più meccanismi d’azione, permettendo quindi di agire su più fronti (per esempio come antiossidanti, antiaggreganti piastrinici e cardioprotettori).

Il limite delle erbe medicinali – di tutte in generale – è costituito dal fatto che, anche se dagli studi preclinici emergono interessanti prove sull’efficacia, i test clinici sono ancora molto limitati, sia come numero che come qualità [2].

La lista delle erbe ad azione diuretica è molto lunga e sarebbe pressoché impossibile trattarle tutte con adeguato approfondimento. Ci limiteremo a quelle più note e sulla cui efficacia esiste della letteratura scientifica a supporto.

Achillea (Achillea millefolium)

Fiori di Achillea su sfondo bianco

iStock.com/scisettialfio

Appartenente alla famiglia della Asteraceae, l’Achillea è nota e utilizzata nella medicina popolare europea e mediorientale per il suo effetto diuretico e ipotensivo (ossia di abbassamento della pressione) – oltre che tonico, sedativo, stomachico, antinfiammatorio, cicatrizzante.

Il nome risale all’eroe omerico Achille, che pare facesse uso di questa pianta per guarire le ferite dei suoi soldati in battaglia.

L’effetto diuretico dell’Achillea, secondo quanto riportato da test eseguiti in vivo su animali, sarebbe dovuto al coinvolgimento di prostaglandine e bradichinina (un potente vasodilatatore, con effetto ipotensivo) e conseguente aumento del volume urinario. Il meccanismo risulta analogo a quello dell’idroclortiazide, uno dei farmaci diuretici più prescritti in caso di ipertensione.

[3,4]

Ananas

Ananas su sfondo bianco

iStock.com/Boonchuay1970

Appartenente alla famiglia delle Bromeliaceae, l’Ananas è noto per la sua azione antinfiammatoria, antiaggregante piastrinica e digestiva (grazie alla presenza di bromelina, un enzima proteolitico, ossia che aiuta a digerire le proteine complesse), oltreché per l’effetto diuretico, dovuto al contenuto di acidi organici (citrico, malico, ossalico). Per questa ragione uno dei rimedi anticellulite più utilizzati in ambito naturale.

Come visto per l’Achillea, anche nel caso dell’Ananas l’estratto sembra avere effetti paragonabili a quelli del farmaco idroclortiazide – anche se i risultati derivano da esperimenti su animali e non ancora da studi clinici [5,6].

Asparago racemoso (Asparagus racemosus, Shatavari)

Asparago racemoso su sfondo bianco

iStock.com/bdspn

Utilizzato fin dai tempi antichi nella Medicina Ayurvedica per le sue proprietà medicinali, l’Asparago Racemosus, originario dell’India, Sri Lanka e Himalaya, ha dimostrato, da esperimenti in vivo su animali, un’attività diuretica paragonabile a quella del farmaco furosemide [7,8].

L’asparago che siamo abituati a vedere sulla nostra tavola, invece, è l’Asparagus officinalis: anche ad esso sono attribuite dalla medicina popolare proprietà diuretiche e drenanti, che lo rendono un cibo spesso consigliato sia per favorire la diuresi sia per favorire l’eliminazione dei liquidi stagnanti a livello dei tessuti – e quindi contrastare la formazione di cellulite.

Betulla (Betula alba)

Foglie di betulla su sfondo bianco

iStock.com/xxmmxx

L’estratto secco di Betulla è noto per le sue proprietà diuretiche e depurative, unite all’azione antinfettiva sulle vie urinarie. È spesso usata in associazione con l’ortosiphon (vedi in seguito) per stimolare la diuresi.

Altrettanto efficace sembra essere la linfa di Betulla (Betula verrucosa linfa), estratta direttamente dal tronco della pianta e utilizzata in gemmoterapia per combattere la ritenzione idrica, favorire la diuresi, contrastare l’iperuricemia.

[9,10].

Equiseto (Equisetum Arvense)

Foglie di equiseto su sfondo bianco

iStock.com/dirkr

L’Equiseto (o coda cavallina) è una delle piante più utilizzate in ambito fitoterapico a scopo diuretico, remineralizzante, antiedema e antinfiammatorio. La ricchezza in flavonoidi, composti fenolici e sali minerali (soprattutto potassio) rende conto dell’attività diuretica; il suo elevato contenuto di silice è sfruttato per l’azione remineralizzante.

Nonostante la lunga tradizione d’uso alle spalle, le prove scientifiche sull’efficacia dell’equiseto sono ancora limitate e non tali, per quantità e qualità, da consentire alle autorità per la salute di prendere una posizione definitiva.

Per quanto limitati, tuttavia, alcuni studi risultano interessanti e promettenti: ne riportiamo uno a titolo esemplificativo. In un esperimento condotto in doppio cieco su 36 volontari sani, i partecipanti sono stati divisi casualmente in 3 gruppi: a uno è stato somministrato l’estratto secco di Equiseto (900mg/die), al secondo un farmaco diuretico (idroclortiazide, 25mg/die), al terzo un placebo (amido di mais, 900 mg/die). Ciascun partecipante è stato inserito a rotazione in tutti e i tre gruppi, con un periodo di pausa di 10 giorni tra un gruppo e il successivo. L’attività diuretica è stata valutata 24h dopo l’assunzione di ciascuno dei tre preparati: l’Equiseto si è dimostrato di efficacia superiore al placebo e pari all’idroclortiazide, con rari effetti collaterali e senza causare perdita significativa di sali minerali o alterazione dei parametri ematici. L’estratto secco si è quindi dimostrato efficace e sicuro, alle dosi considerate e limitatamente all’utilizzo non cronico [11].

Viene spesso usato anche come terapia per capelli e unghie fragili, sebbene in questo caso le evidenze non siano altrettanto chiare.

Ortosiphon (ortosiphon stamineus)

Ortosiphon su sfondo bianco

iStock.com/LIKIT SUPASAI

Appartenente alla famiglia delle Lamiaceae, l’Ortosiphon cresce spontaneamente nella aree tropicali ed è parte della medicina tradizionale asiatica, ove viene tipicamente consumato in forma di tisana per il trattamento di problemi urinari, ipertensione, reumatismi e problemi mestruali. Da esperimenti condotti su animali, tuttavia, l’attività diuretica, seppur presente, è risultata inferiore rispetto a quella dei farmaci di sintesi (furosemide e idroclortiazide) [12,14].

Solidago (Verga d’oro)

Solidago su sfondo bianco

iStock.com/emer1940

La Solidago è una pianta che cresce spontanea nelle zone alpine e appenniniche, nota nella medicina popolare come cicatrizzante, diuretico e antinfiammatorio – con particolare trofismo per le vie urinarie e dunque consigliata in caso di cistiti e uretriti; è altresì consigliata in caso di gotta, per favorire l’eliminazione di acido urico, e per prevenire la formazione di calcoli renali. La Solidago è generalmente ritenuta sicura (salvo ipersensibilità individuali), tanto da essere consentita anche in gravidanza e allattamento (ma si raccomanda di sentire sempre preventivamente il proprio ginecologo) [15].

Tarassaco (Taraxacum officinale)

Fiori di tarassaco su sfondo bianco

iStock.com/scisettialfio

Il Tarassaco ha una lunghissima tradizione di utilizzo nella medicina popolare in tutto il mondo: nella Medicina Tradizionale Cinese e Ayurveda è conosciuto e utilizzato come diuretico da più di 2000 anni; in Europa come diuretico e supporto nella terapia delle malattie renali (e per tale utilizzo è approvato in Germania dalla Commissione E – riferimento per preparati e dosaggi delle piante appartenenti alla tradizione occidentale).

Molto ricco in potassio (ne contiene fino a tre volte più delle piante comunemente utilizzate come diuretici), ne fornisce più di quello che viene comunemente perso nelle urine in conseguenza dello stesso effetto diuretico – il che lo rende particolarmente utile nel contrastare la perdita di tale minerale, pur mantenendo l’aumento della diuresi e lo rende anche un buon candidato come supporto a un’eventuale concomitante terapia farmacologica.

In uno studio pilota condotto su 17 volontari sani, è stato valutato l’aumento del volume urinario prima, durante e dopo l’assunzione di un estratto etanolico di foglie di Tarassaco (1g/ml): i ricercatori hanno potuto osservare un aumento significativo della diuresi in tutti i partecipanti, fino a 5 ore successive all’assunzione del preparato.

[12,13]

Alimenti ad azione diuretica

Oltre al già citato Ananas, presente in commercio anche come integratore, ricordiamo tra gli alimenti ad azione diuretica

  • Aglio
  • Asparago
  • Carciofo (diuretico e depurativo epatico)
  • Cetriolo (diuretico, depurativo, favorisce l’eliminazione di acido urico)
  • Cipolla
  • Finocchio
  • Granoturco (la barba di granoturco ha proprietà diuretiche e disinfettanti del tratto urinario)
  • Mela (depurativa, diuretica, ricca di minerali)
  • Prezzemolo
  • Sedano
  • e caffè
  • Uva

[12,15]

Fonti e bibliografia

  1. G Ital Nefrol. 2016 Feb;33 Suppl 66:33.S66.25. Diuretic plants in the Bible: ethnobotanical aspects. Aliotta G, De Santo NG, Iorio L.
  2. Curr Pharm Des. 2017;23(8):1247-1252. Cellular and Molecular Mechanisms of Diuretic Plants: An Overview. Livero FA, Menetrier JV, Lourenco ELB, Junior AG.
  3. J Ethnopharmacol. 2013 Aug 26;149(1):157-61. Involvement of bradykinin and prostaglandins in the diuretic effects of Achillea millefolium L. (Asteraceae). de Souza P, Crestani S, da Silva Rde C, Gasparotto F et al
  4. J Ethnopharmacol. 2017 Mar 6;199:257-315. Chemical composition of the essential oils and extracts of Achillea species and their biological activities: A review. Mohammadhosseini M, Sarker SD, Akbarzadeh A.
  5. J Ethnopharmacol. 2001 May;75(2-3):185-90. Diuretic effects of selected Thai indigenous medicinal plants in rats. Sripanidkulchai B, Wongpanich V, Laupattarakasem P, et al.
  6. pazienti.it
  7. Nat Prod Res. 2016 Sep;30(17):1896-908. Asparagus racemosus: a review on its phytochemical and therapeutic potential. Singh R.
  8. West Ind Med J. 59:3–6. 2010 Acute toxicity and diuretic studies of the roots of A. racemosus Willd in rats. Kumar MC, Udupa AL, Sammodavardhana K, Rathnakar UP, Shvetha U, Kodancha GP.
  9. Piante Officinali e oligoelementi, D. Giacomi, Future Ed.
  10. J Ethnopharmacol. 2015 Jan 15;159:62-83. Medicinal plants of the genus Betula–traditional uses and a phytochemical-pharmacological review. Rastogi S, Pandey MM, Kumar Singh Rawat A.
  11. Evid Based Complement Alternat Med. 2014;2014:760683. Randomized, Double-Blind Clinical Trial to Assess the Acute Diuretic Effect of Equisetum arvense (Field Horsetail) in Healthy Volunteers. Carneiro DM, Freire RC, Honório TC, Zoghaib I, Cardoso FF et al.
  12. J Ethnopharmacol. 2007 Oct 8;114(1):1-31. Herbal medicines as diuretics: a review of the scientific evidence. Wright CI, Van-Buren L, Kroner CI, Koning MM.
  13. J Altern Complement Med. 2009 Aug;15(8):929-34. The diuretic effect in human subjects of an extract of Taraxacum officinale folium over a single day. Clare BA, Conroy RS, Spelman K.
  14. J Ethnopharmacol. 2009 Jul 6;124(1):154-8. Diuretic properties of Orthosiphon stamineus Benth. Adam Y, Somchit MN, Sulaiman MR, Nasaruddin AA, Zuraini A, Bustamam AA, Zakaria ZA.
  15. World J Urol. 2002 Nov;20(5):285-93. Botanical medicines for the urinary tract. Yarnell E.
  16. HumanitaSalute
Articoli Correlati
Articoli in evidenza

Su alcuni dei link inseriti in questa pagina Healthy The Wom ha un’affiliazione ed ottiene una percentuale dei ricavi, tale affiliazione non fa variare il prezzo del prodotto acquistato.