Alcolismo cronico: sintomi, cause, test, pericoli, terapia

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Introduzione

L’alcolismo è una patologia cronica in cui l’organismo diventa dipendente dall’alcol. Gli alcolisti non riescono a controllare il loro rapporto con l’alcol e vanno incontro a:

  • un forte e impellente bisogno di bere,
  • perdita di controllo, ossia non essere più in grado di smettere di bere una volta iniziato,
  • dipendenza fisica con sintomi di astinenza,
  • tolleranza, ossia la necessità di bere sempre più alcool per avvertire lo stesso effetto.

Quando si soffre di alcolismo si continua a bere anche quando si sa perfettamente che l’alcol causa problemi relazionali, di salute, lavorativi o economici.

È possibile avere un problema nel rapporto con l’alcol senza tuttavia soffrire di tutti i sintomi dell’alcolismo, questa situazione è nota come abuso di alcol ed è caratterizzata da un consumo esagerato si ripercuote negli affetti e/o a livello professionale e sociale, pur senza la comparsa di astinenza o di sintomi di dipendenza fisica.

Un problema correlato e tristemente salito alla ribalta delle cronache negli ultimi anni è il cosiddetto binge drinking, ossia l’assunzione esagerata ma periodica di alcolici (per esempio ogni fine settimana), con lo scopo di perdere il controllo.

Troppo alcol è pericoloso, sempre:

Se soffrite di alcolismo o abusate di alcolici potreste non essere in grado di diminuire le quantità né smettere senza ricorrere a un aiuto esterno. Quando si vuole smettere di bere è necessario cercare aiuto senza vergogna e il primo passo può essere parlarne con il proprio medico o anche solo al numero verde predisposto dal Ministero.

Stai bevendo troppo?

Potresti essere già oltre il limite se:

  • senti dentro di te che stai esagerando,
  • altre persone hanno criticato il tuo modo di bere,
  • ti senti in colpa,
  • hai bisogno di bere al mattino appena sveglio per rilassarti,
  • non sei in grado di ricordare cosa sia successo la notte precedente perchè hai bevuto troppo,
  • ti capita più o meno spesso di non essere in grado di tenere fede agli impegni a causa del bere.
Fotografia di un uomo che si tiene la testa tra le mani di fronte a un bicchiere di vino e una sigaretta

iStock.com/ejwhite

Cause

Non esiste una causa unica che possa spiegare il rischio di incorrere nell’alcolismo, ma i ricercatori ritengono che sia un delicato e complesso intreccio di fattori genetici e ambientali.

  • I geni presenti nel DNA (genetica) che controllano il metabolismo dell’alcol sono responsabili di un aumento/diminuzione del rischio; questa è una delle possibili spiegazioni sulla famigliarità che si riscontra relativamente a problemi legati all’abuso di alcolici (il rischio di alcolismo è maggiore tra chi avuto un genitore alcolista).
  • L’età di inizio potrebbe essere un fattore significativo, in quanto sembra che un consumo precoce possa influenza l’espressione genica (epigenetica) aumentando così il rischio di dipendenza; in questo caso si tratta più probabilmente di un complesso intreccio di cause ed effetti, in quanto chi è predisposto geneticamente è più probabile che inizi a bere in giovane età.
  • Un passato di traumi infantili può aumentare il rischio di cadere vittima di una qualche dipendenza, tra cui quella dall’alcool, così come l’assenza della famiglia durante gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza.
  • Gli uomini corrono maggiori rischi di dipendenza rispetto alle donne, tuttavia le donne rischiano maggiormente di soffrire di patologie connesse al bere, ad esempio di malattie epatiche.

Tendenzialmente la dipendenza insorge gradualmente, bere troppo e regolarmente per un lungo periodo può causare la dipendenza fisica dall’alcol anche per i cambiamenti che la sostanza induce a livello fisico e soprattutto metabolico; questi cambiamenti comprendono tra l’altro un aumentato senso di benessere durante l’assunzione, che rende il soggetto più incline a bere e a farlo sempre più spesso. Da questo punto di vista risultano quindi essere fattori di rischio:

  • la facilità di accesso agli alcolici,
  • depressione e altri disturbi mentali, che rendono il paziente incline a cercare soluzioni per trovare sollievo al proprio malessere,
  • fattori sociali e culturali (avere degli amici o il partner che bevono regolarmente può aumentare il rischio di alcolismo, nonché la rappresentazione dell’alcol data dai mezzi di comunicazione che può far passare il messaggio che è necessario bere per sentirsi alla moda, e che non c’è nulla di male se si esagera con l’alcol).

Con il tempo, come per qualsiasi altra sostanza d’abuso, la ricerca del piacere indotto dalla sostanza lascia il posto alla necessità di assumerla per non patire i sintomi di astinenza e il paziente si trova quindi prigioniero di quello che prima sembrava invece essere una via di fuga.

Sintomi

I primi sintomi di un problema di dipendenza dall’alcool sono purtroppo così lievi da passare spesso inosservati; conoscere questi segnali d’allarme può invece aiutare pazienti e persone care a riconoscere la situazione e intervenire tempestivamente.

Le persone ubriache in genere manifestano i seguenti sintomi e comportamenti:

  • ridono e parlano ad alta voce,
  • manifestano vertigini,
  • hanno una visione offuscata,
  • hanno difficoltà a stare in piedi e oscillano quando camminano,
  • biascicano le parole,
  • tendono ad addormentarsi,
  • possono svenire o vomitare,
  • diventano violente.

L’ubriaco può compiere azioni o dire parole di cui poi si pente, è inoltre a rischio di incorrere in incidenti e farsi male. Dopo aver bevuto molto, durante la fase di recupero, è poi normale sentire un più o meno profondo stato di malessere, spesso accompagnato da un intenso mal di testa.

Le persone che diventano dipendenti dall’alcol

  • cominciano a dover bere sempre di più per ubriacarsi,
  • possono aver bisogno di alcolici già al mattino tra tranquillizzarsi o per ridurre i postumi della sbornia,
  • possono dover bere di nascosto e mantenere quest’abitudine segreta.

Se il consumo di alcolici è continuo la quantità e l’entità dei sintomi può aumentare costantemente e rendere sempre più lungo il recupero.

Tra i sintomi caratteristici dell’abuso di alcolici e/o dell’alcolismo troviamo:

  • Bere di più e/o più a lungo di quanto previsto o deciso inizialmente.
  • Uno o più tentativi di ridurre la quantità consumata o addirittura smettere, senza tuttavia riuscirci.
  • Esporsi a situazioni potenzialmente rischiose dopo aver consumato alcolici (guidare, nuotare, uso di macchinari pericolosi, rapporti sessuali non protetti, …).
  • Necessità di bere di più rispetto al passato per ottenere lo stesso effetto.
  • Necessità di continuare a bere nonostante l’evidente comparsa di depressione e/o ansia.
  • Comparsa di periodi di black-out, in cui non ci si ricorda cosa si è fatto e degli impregni presi.
  • Passare molto tempo a bere e/o vomitare spesso dopo aver bevuto.
  • Necessità di continuare a bere nonostante la comparsa di problemi sociali, famigliari e/o professionali (che può portare a bere da soli o di nascosto).
  • Interruzione di attività che in passato si ritenevano piacevoli e perdita di interesse a favore del tempo passato a bere.
  • Problemi legali dovuti al consumo di alcolici.
  • Alcolici conservati in luoghi improbabili, a casa, sul posto di lavoro o in macchina.
  • Comparsa di sintomi d’astinenza, come ad esempio:

Chi abusa di alcolici può avere molti sintomi in comune con chi è affetto da alcolismo conclamato tuttavia, quando si eccede, non si è completamente dipendenti perché non si avverte tutto quel desiderio compulsivo di bere. Quando non si beve, inoltre, i sintomi fisiologici dell’astinenza possono non presentarsi.

L’abuso di alcol può comunque causare problemi gravi, come nel caso dell’alcolismo può sembrare di non essere in grado di smettere senza aiuti esterni.

Quando chiamare il medico

Se vi è già venuto il dubbio che il vostro rapporto con l’alcol sconfini nell’abuso o nella dipendenza è possibile che sia così e vale sicuramente la pena parlarne con un medico, a maggior ragione se:

  • sentite di non riuscire a controllare il vostro rapporto con l’alcol,
  • se ritenete che l’alcol vi stia causando problemi nella vita quotidiana,
  • anche se voi non sentite di avere un problema, ma famigliari o amici vi hanno posto dei dubbi (il rifiuto di riconoscere una dipendenza è molto comune e non c’è nulla di cui vergognarsi).

Contattare il Pronto Soccorso in caso di sintomi di intossicazione da alcool, come ad esempio:

Pericoli

Anche se spesso lo si ritiene un eccitante, la verità è che l’alcol deprime il sistema nervoso centrale ed ha azione sedativa, soprattutto alle dosi più elevate. Ha inoltre effetto ansiolitico ed è causa di abbassamento della soglia di inibizione. Può inoltre causare:

  • perdita di coordinazione muscolare,
  • incapacità di fare discorsi razionali,
  • perdita dell’equilibrio,
  • eccitazione,
  • irritabilità,
  • arrossamento di viso e occhi

e nei casi più gravi si può arrivare al coma etilico, una situazione potenzialmente fatale.

Bere troppo può causare inoltre diversi problemi, tra di essi ricordiamo:

  • capacità di giudizio e freni inibitori abbassati, con conseguenti scelte e comportamenti incoerenti o dannosi (tra cui rapporti sessuali non protetti, con il rischio di contagio di malattie sessualmente trasmesse, ma anche aumentato rischio di subire abusi e violenze),
  • incidenti (automobilistici, domestici, …),
  • scarso rendimento al lavoro o a scuola,
  • aumento della probabilità di commettere crimini violenti,
  • perdita di oggetti personali (portafoglio, chiavi, cellulare, …),
  • avvelenamento da alcool (vomito, convulsioni, perdita di conoscenza).

Un uso abituale di alcol, indipendentemente dalla quantità consumata, è causa di tumori a

  • bocca,
  • faringe,
  • esofago,
  • laringe,
  • seno,
  • colon,
  • fegato,
  • pancreas;

si stima che il 10% di tutti i tumori che colpiscono i maschi e il 3% di quelli che colpiscono le femmine sono attribuibili al consumo di alcolici.

Tra gli altri problemi di salute causati dall’eccessiva assunzione di alcolici ricordiamo:

  • Disturbi epatici. L’alcolismo può causare fegato grasso ed epatite alcolica, ossia un’infiammazione epatica che dopo anni di alcolismo può distruggere irreversibilmente e progressivamente i tessuti del fegato (cirrosi epatica).
  • Disturbi gastrici. L’alcol può causare l’infiammazione della mucosa dello stomaco (gastrite) ed è in grado di interferire con l’assorbimento delle vitamine del gruppo B e di altre sostanze nutritive.
  • Sistema immunitario. Bere troppo indebolisce le difese immunitarie, rendendo il paziente più soggetto allo sviluppo di malattie, infettive e non. Gli alcolisti sono particolarmente soggetti a polmonite, tubercolosi ed altre infezioni. Esagerare una volta ogni tanto produce effetti tangibili fino a 24 ore dopo.
  • Disturbi pancreatici. Se si beve troppo può risentirne anche il pancreas, che produce gli ormoni che regolano il metabolismo e gli enzimi che contribuiscono alla digestione dei grassi, delle proteine e dei carboidrati. Possono comparire quindi pancreatite e problemi digestivi.
  • Problemi cardiaci. L’alcolismo può provocare problemi di pressione alta ed aumentare il rischio di insufficienza cardiaca o ictus, ma bere anche solo occasionalmente può essere causa di cardiomiopatia e aritmia.
  • Complicazioni del diabete. L’alcol interferisce con il rilascio del glucosio nel fegato e può aumentare il rischio di ipoglicemia (livello di glucosio nel sangue troppo basso). È una situazione pericolosa se siete diabetici e siete in terapia con l’insulina per diminuire i livelli ematici del glucosio.
  • Funzionalità sessuale e ciclo mestruale. L’abuso di alcol può causare disfunzione erettile oppure interrompere il ciclo mestruale (amenorrea).
  • Problemi agli occhi. Con l’andare del tempo, l’abuso di alcol può causare debolezza e paralisi dei muscoli oculari.
  • Malattie congenite. L’abuso di alcol durante la gravidanza può causare la sindrome alcolica fetale: il bambino può manifestare già alla nascita problemi fisici e di sviluppo.
  • Osteoporosi. L’alcol può interferire con la formazione del tessuto osseo. Le ossa, quindi, possono diventare fragili (osteoporosi) e presentare un maggior rischio di fratture.
  • Complicazioni neurologiche. L’abuso di alcol può influire negativamente sul sistema nervoso e causare difficoltà nella trasmissione dei segnali nervosi, alterando quindi il funzionamento del cervello. Possono comparire:
    • cambiamenti nell’umore,
    • cambiamenti nel comportamento,
    • perdita della capacità di giudizio,
    • perdita della coordinazione,
    • intorpidimento delle estremità,
    • disturbi mentali,
    • demenza,
    • perdita della memoria a breve termine.

Altrettanto terribili sono gli effetti sociali di un abuso di alcolici:

  • perdita del lavoro,
  • divorzio,
  • violenze domestiche,
  • perdita degli affetti e della casa.

L’assunzione di alcol può causare gravi conseguenze anche tra gli adolescenti. Gli incidenti connessi all’alcol sono una delle principali cause di morte in questa fascia di età. L’alcol, inoltre, può anche causare decessi in età giovanile dovuti ad annegamento, suicidio e omicidio. Gli adolescenti che bevono hanno maggiori probabilità di avere una vita sessuale attiva, hanno rapporti con maggior frequenza e i rapporti a rischio sono più frequenti che tra i loro coetanei astemi.

Crisi d’astinenza

Un bevitore dipendente va incontro a sintomi fisici più o meno gravi se interrompe bruscamente di bere, tra cui:

Diagnosi

Se il medico sospetta che soffriate di problemi legati all’alcol vi rivolgerà molte domande sulle vostre abitudini, oppure vi farà compilare un questionario. Il medico potrà chiedervi il permesso di avere un colloquio con i vostri famigliari o amici, magari sono stati proprio i vostri famigliari a contattarlo per esporgli le proprie preoccupazioni. Tuttavia le informazioni emerse durante la visita sono strettamente confidenziali: il medico non può divulgare informazioni che vi riguardano senza il vostro consenso.

Test

Uno dei questionari più utilizzati è il cosiddetto questionario CAGE (cage significa gabba, in inglese), che ha dimostrato grande sensibilità nell’individuare soggetti con problemi legati al consumo di alcolici.

  • Cut Down, Ha mai avvertito la necessità di ridurre l’assunzione di alcol?
  • Annoyed, È mai stato infastidito da persone che hanno criticato la sua eccessiva assunzione di alcolici?
  • Guilty, Si è mai sentito in colpa o a disagio per aver assunto degli alcolici?
  • Eye opener, Ha mai bevuto un bicchiere appena sveglio per combattere l’ansia o eliminare i postumi della sbornia?

Due o più risposte affermative indicano la necessità di approfondimenti.

Esami del sangue e delle urine

Il test più comunemente utilizzato è il dosaggio dell’alcool nel sangue (alcolemia), che dà informazioni sulla quantità assunta nelle ultime ore.

Nel caso di assidui bevitori esistono invece alcuni parametri che possono suggerire questa abitudine:

  • Macrocitosi (globuli rossi di dimensioni elevate)
  • GGT elevata (un tipo di transaminasi)
  • Aumento moderato di AST e ALT e un rapporto AST: ALT rapporto di 2:1
  • Alta transferrina carboidrato carente (CDT) o transferrina desialata, considerata uno dei test più affidabili al momento, per la diagnosi e per identificare le ricadute.

Cura e terapia

Solo una percentuale variabile di soggetti con problemi connessi al consumo di alcolici che va dal 15-25% (statistiche americane) cerca un aiuto medico per superare la dipendenza; in molti casi rifiutano di riconoscere l’esistenza del problema e non chiedono aiuto finché non vengono costretti da famigliari e/o amici; la ricerca tuttavia suggerisce che la negazione non è necessariamente la ragione primaria nel rifiuto dell’aiuto, spesso si tratta di vergogna o paura del giudizio sociale, oppure anche

  • la convinzione che il problema non sia abbastanza grave da giustificare il trattamento,
  • preoccupazioni sulla privacy.

Se siete preoccupati per un vostro amico o un vostro parente, chiedete consiglio a un esperto su come affrontare con il paziente il problema dell’alcol.

Per aiutare chi ha problemi con l’alcol esistono diversi tipi di terapia, calibrati sul singolo paziente e sull’entità dell’eventuale dipendenza; lo specialista (o il medico curante) ha innanzi tutto la necessità di capire se il paziente sia già fisicamente dipendente o meno, perché gli obiettivi potrebbero essere diversi a seconda dei casi: in generale si tende comunque a puntare all’interruzione completa del consumo di alcolici, perché spesso una sola diminuzione non è praticabile sul lungo termine (soprattutto nei casi di dipendenza).

Gli approcci possibili per raggiungere questo obiettivo sono molteplici, anche lavorando su stile di vita e sostegno sociale, in modo da prevenire eventuali ricadute.

Il primo passo è in genere la disintossicazione, che prevede un arresto brusco del consumo di alcool supportato da farmaci che permettano al paziente di tollerare gli inevitabili sintomi d’astinenza. Può essere necessario appoggiarsi a strutture apposite nel caso di pazienti ritenuti a rischio di elevati sintomi.

Il passo successivo è in genere l’inizio di un percorso che permetta al paziente di acquisire la forza e la volontà di superare i problemi psicologici connessi alla dipendenza; può essere una consulenza psicologica (secondo varie scuole, per esempio attraverso un supporto cognitivo comportamentale o altro) o può essere un supporto di auto aiuto di gruppo (per esempio attraverso gli Alcolisti Anonimi o progetti simili). In questa fase anche l’aiuto della famiglia può rappresentare un aspetto importante del processo di guarigione.

In alcuni pazienti può essere necessario il ricorso a farmaci; storicamente il più usato è il disulfiram (Antabuse® o Etiltox®), che di per sé non serve per curare l’alcolismo e non è in grado di combattere il desiderio compulsivo di bere però, se bevete, causa una reazione fisica che comprende: vampate di calore, nausea, vomito e mal di testa. Negli anni sono tuttavia stati messi a punto anche numerosi altri farmaci, che vengono scelti in base alla situazione del singolo paziente.

Nei bevitori di lunga data non è raro purtroppo ritrovarsi a dover curare anche patologie causate dall’abuso negli anni, come diabete e problemi epatici.

Programmi residenziali

Nei casi di dipendenza e alcolismo severi potrebbe essere utile il ricorso a un periodo di recupero in una clinica specializzata, che possa offrire:

  • terapia individuale e di gruppo,
  • partecipazione a gruppi di supporto come gli Alcolisti Anonimi,
  • conferenze,
  • coinvolgimento della famiglia,
  • lavori manuali,

sempre attraverso il continuo supporto di specialisti a vario grado esperti nella cura dell’alcolismo.

Riporto di seguito la testimonianza di un paziente che, grazie ad una struttura specializzata, è riuscito a liberarsi della dipendenza.

Prima del ricovero presso questo tipo di strutture, l’alcolista dev’essere consapevole dei rischi a cui va incontro se continua a bere. A volte basta soltanto che il medico di famiglia avverta l’alcolista dei gravissimi danni che procura l’abuso d’alcol.

I rischi più alti per chi beve sono quelli d’avere pancreatiti, ictus, ischemie… e non sto a dilungarmi perché avrete letto che l’alcol danneggia moltissimi organi vitali. Con questo voglio dire che a volte, ”terrorizzare” l’alcolista con le dovute maniere, permette di raggiungere il primo risultato, ovvero il ricovero.

A Villa Silvia (Senigallia) appena ricoverati la prima cosa che ti fanno è una disintossicazione con flebo di Valium. Passati 3 giorni circa i tremori dovuti all’astinenza dell’alcol scompaiono, mentre si passa alla famosa terapia farmacologica che consiste nell’assumere farmaci e/o psicofarmaci. Tutti i pazienti assumono terapia farmacologica fino alle dimissioni ed in seguito anche a casa, tanto per calmare quel desiderio di bere.

Bisogna poi evitare i bar, le birrerie, … per tenere lontano l’impulso a bere: occupare la giornata, magari facendo lunghe passeggiate, o fare sport e fare purtroppo anche rinunce.

Insomma, bisogna fare in modo di girare alla larga dai luoghi dove c’è l’evidente pericolo di ricadere nel bere: basta solo mezzo bicchiere di vino per ricominciare a bere e tutto il vostro “lavoro” andrebbe in fumo!

Fare psicoterapia scegliendo un bravo psicologo vi aiuterà molto: non vergognatevi, perché oggi tutti vanno dagli psicologi. E’ una spesa ma anche un grande aiuto, una marcia in più.

Francy, 30 novembre 2012

Alcolisti anonimi

Alcolisti Anonimi è un gruppo di auto aiuto formato da persone che stanno tentando di guarire dall’alcolismo. Le persone che ne fanno parte devono essere sobrie e offrono un modello di astinenza totale dall’alcol. Il programma terapeutico si articola in 12 fasi, ovvero in dodici suggerimenti diretti per chi sceglie di rinunciare all’alcol. Le dodici fasi offrono una guida verso la guarigione e aiutano gli alcolisti a capire la loro impotenza nei confronti dell’alcol. Sottolineano inoltre l’importanza dell’onestà sul passato e sul presente.

All’interno degli Alcolisti Anonimi la guarigione è basata sull’accettare l’unicità dell’esperienza di ciascuno. Ascoltando la storia degli altri e condividendo la propria,chi abusa di alcol, o è dipendente, impara che non è solo. Non si deve pagare nulla per entrare nel gruppo e seguire i 12 passi, e nemmeno sono richiesti requisiti speciali, se non la volontà di rimanere sobri.

È possibile trovare il gruppo più vicino a voi attraverso il Sito Ufficiale Italiano.

Tra le altre associazioni che si dedicano attivamente al supporto delle famiglie coinvolte da questa piaga ricordiamo invece Al-Anon (gruppi di familiari e amici di alcolisti).

Alcolismo giovanile

L’intervento tempestivo è fondamentale per prevenire l’alcolismo tra gli adolescenti, una piaga che sta assumendo contorni drammatici; anche l’OMS, preoccupata dalla dimensione del fenomeno a livello mondiale, consiglia la totale astensione fino ad almeno 15 anni compiuti.

In Italia, con una legge del 2012, vige il divieto di vendita e somministrazione di bevande alcoliche ai minori di 18 anni, ciononostante il consumo da parte di minori continua a essere molto diffuso e di fatto rende ogni ragazzo soggetto a sviluppare una possibile dipendenza, la cui probabilità dipende da fattori come l’influenza dei parenti, del gruppo di amici,  dalla suscettibilità ai modelli pubblicitari, dalla precocità dell’uso dell’alcol, …

Oltre a essere soggetti al rischio di dipendenza, esiste il rischio più immediato di intossicazione, nonché la possibilità che l’alcool funga da ponte verso altre sostanze psicoattive (riducendo l’impatto della capacità di giudizio e le barriere etico-morali dell’individuo).

I segnali e i sintomi che potrebbero indicare un problema con l’alcol in un ragazzo sono:

  • perdita di interesse nelle attività e negli hobby,
  • occhi rossi, parole biascicate e perdite di memoria,
  • difficoltà o cambiamenti nelle relazioni con gli amici, spesso caratterizzate dalla presenza di un nuovo gruppo di amici,
  • comportamenti a rischio,
  • peggioramento dei voti e assenze scolastiche,
  • aggressività e violenza,
  • sbalzi d’umore frequenti e comportamento difensivo.

Binge drinking

Il binge drinking è una modalità di consumo di alcolici particolarmente diffusa in giovane età, che comporta l’assunzione periodica, ma in un ristretto arco di tempo, di quantità di alcol molto elevate; l’esemplificazione classica è l’abuso nel week-end.

Si tratta di un fenomeno diffuso soprattutto nella fascia di età 18-24; più comune nei ragazzi rispetto alle ragazze, ad eccezione dell’età adolescenziale (11-15 anni) quando invece è più diffusa nel sesso femminile (e si noti che si tratta di un’età in cui il soggetto non dovrebbe avere accesso alla sostanza). Obiettivo della pratica è spesso di arrivare all’ubriachezza, con il rischio di andare tuttavia anche incontro all’intossicazione alcolica (con gravi rischi per la vita) e alla dipendenza.

A causa dei rischi associati a un così aggressivo consumo di alcool, per quanto sporadico, si ritiene che il miglior approccio possibile nella lotta al fenomeno sia la prevenzione.

Fonti e bibliografia

Domande e risposte
Alcolismo, quando preoccuparsi? Quanto beve un alcolista al giorno?
Non è semplice definire dei confini netti, ma uno degli approcci più utilizzati consiste nel cosiddetto questionario CAGE, che consiste in sole 4 domande:
  1. Hai mai avvertito la necessità di ridurre l'assunzione di alcol?
  2. Sei mai stato infastidito da persone che hanno criticato la tua eccessiva assunzione di alcolici?
  3. Ti sei mai sentito in colpa o a disagio per aver consumato alcolici?
  4. Hai mai bevuto un bicchiere appena sveglio per combattere l'ansia o eliminare i postumi della sbornia?
Nel caso di 2 o più risposte affermative è raccomandabile rivolgersi ad un medico per una valutazione più approfondita; segnaliamo inoltre il numero verde del Ministero, a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda.
Come smettere di bere? Come disintossicarsi?
Non esiste un approccio migliore in assoluto, ma il punto comune è che smettere da soli è pressoché impossibile; si raccomanda di rivolgersi ad un medico che, una volta delineata meglio la situazione, sarà in grado di suggerire il percorso più adatto al singolo caso.

Tra le opzioni terapeutiche possibili ricordiamo:
  • farmaci
  • terapia psicologica
  • terapia di gruppo
che in genere vengono variamentr combinate tra loro per garantire la massima efficacia in base alla singola situazione.
Come muore un alcolista?
Il consumo cronico di alcool, non solo nel caso degli alcolisti, espone ad un aumento del rischio di numerose patologie; in genere la conseguenza più grave e diffusa è rappresentata dalla cirrosi epatica, una perdita irreversibile della funzionalità del fegato che può condurre a morte. Si rileva inoltre un aumento del rischio di sviluppo di tumori e malattie cardiometaboliche.
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Domande e risposte
  1. Buongiorno, vorrei parlarvi di un mio grande problema che sta per rovinare una storia (che avrebbe potuto essere perfetta) di 2 anni. Premetto di aver avuto sin da piccolissima problemi in famiglia per via del padre con problemi di alcolismo e dipendenza da cocaina. 2 anni fa ho conosciuto il mio ragazzo, una persona meravigliosa che mi ha fatto riscoprire cosa significa amare. Dopo qualche mese ho fatto l’amara scoperta che aveva fatto uso di cocaina. Poi un’altra volta e un’altra ancora. Più altre volte che non ho scoperto personalmente ma che ho saputo. Inutile dire che gli ho sempre detto che l’avrei lasciato ma non ne ho mai avuto la forza. Questa volta è diverso, dentro di me è cambiato qualcosa e sono sicura che la prossima volta che succederà avrò il coraggio di lasciarlo, nonostante il bene che gli voglio. Oltre alla cocaina, le canne (che l’ho obbligato a smettere ma che appena ha l’occasione si fuma ancora), l’ho obbligato a non bere più alcolici in settimana ma soltanto al week end, siccome stava diventando un’abitudine anche bere. Ha sempre avuto compagnie sbagliate e si è sempre fatto trascinare. Ora lo sto trattando come un bambino, e questa cosa mi sta facendo davvero male perché vorrei stare con una persona capace di darsi un freno. Ma non è il suo caso. Il venerdì, che sa che può bere, torna dal lavoro con una cassa di birra che non vede l’ora di bere. Premetto che non va mai a fare la spesa. Beve pure subito prima di andare a dormire, con una certa ingordigia. Sembra che ce l’ha con me per questa restrizione che gli ho imposto e quindi, quando al week end vedo che esagera, è abbastanza scontroso e non posso dirgli niente. Pure la domenica, quando ci alziamo tardi, verso le 14, subito dopo aver fatto colazione inizia a bere birra. E noto che quando la bevo pure io, controlla la quantità per paura di rimanere senza. Pure quando andiamo a cena che io non voglio bere, si compra una bottiglia di vino e se la beve solo lui. Più uno o 2 amari perché una sola bottiglia non è abbastanza. Vedo proprio che si agita quando sa che c’è alcool nei paraggi. Questa cosa è successa parecchie volte, nonostante le continue discussioni. Si preoccupa sempre di avere le scorte di alcool per il week end. Domenica scorsa è capitato che è rimasto un po’ di vino, abbastanza per riempire 2 bicchieri a metà. Io mi sono riempita il mio un po’ più del suo.. e me l ha fatto notare subito. Poco dopo mi sono accorta che si è bevuto il mezzo centimetro in più che mi ero messa per avere i bicchieri alla pari e poter bere la poca dose che gli spettava. Sono rimasta abbastanza sconvolta.. abbiamo litigato pure in quell’occasione ed è arrivato a dirmi che è stanco e che lui ha bisogno di bere perché è troppo stressato. Che ha 25 anni e non è possibile che deve fare quella vita, che se non mi va bene ci possiamo lasciare siccome ha già rinunciato a troppe cose per me.. e che dovrei sentirmi già contenta che per me non beve più in settimana, facendomi un favore. Lui ovviamente nega il problema e mi dice che io sono così fissata è per colpa della mia infanzia. Non so davvero più come comportarmi, mi sento sempre rispondere male e trattata come una “rompi palle” come mi chiama lui. So che questa situazione è malata me ne rendo conto, ma ho paura che lasciandolo andare si rovina del tutto. Ma io non ce la faccio più a vivere così, non sono mai stata una bacchettona ma purtroppo tutte queste situazioni malate mi ci hanno portato. Siccome abitiamo all estero, poco più di un mese fa, sono scesa una settimana in italia.. e al mio ritorno ho trovato il cestino pieno di bottiglie di birra con dei filtrini di canna. Mi sono messa a rovistare perché avevo già capito che c’era qualcosa che non andava solo guardandolo in faccia e comunque non ho più un briciolo di fiducia. Oltretutto sono tornata di mercoledì e l’ho ritrovato con l’alito che puzzava d’alcool (nonostante sa quanto lo stresso se beve in settimana). Era talmente preso a bere in mia assenza che non ci ha dato peso. Per favore datemi un consiglio su cosa posso fare, pure la mia famiglia non lo vuole più vedere. Sono disperata.

    1. Dr. Roberto Gindro

      Purtroppo sono situazioni in cui mi è difficile fornire aiuto, perchè prima che di medicina si parla di dinamiche di coppia, su cui non ho ovviamente voce in capitolo.

      Se il suo ragazzo avesse un buon rapporto con un medico (medico di famiglia, o altro) potrebbe valere la pena fare una chiacchierata per metterlo di fronte ai concreti rischi di salute oltre che di dipendenza, ma mi rendo conto che potrebbe anche non funzionare.

  2. Salve
    volevo chiedervi un informazione…il mio ragazzo al venerdì sera esce e puntualmente nn sa dire d no agli amici e bere alcol…Beve un po di vino e due cocktail (mediamente)..durante la settimana a parte casi particolari non tocca alcol (solo una birretta ogni tanto) puo essere pericoloso?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Non sembrano quantità elevatissime, ma se riuscisse a ridurre sarebbe comunque preferibile.

  3. Salve,
    Ho 35 anni ho bevuto per 10 anni ogni fine settimana venerdi e sabato bevevo cosi tanto che spesso il giorno dopo non sapevo più cosa avevo fatto.
    Adesso bevo solo un giorno alla settimana jo qualche problema grave?

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Salve, non saprei, bisognerebbe valutare diversi parametri, per esempio gli indici epatici per iniziare.

    2. Come si misurano le misure epatiche?

    3. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Dal prelievo di sangue, sono AST, ALT, gamma-gt, bilirubina, gli indici di funzionalità epatica.

  4. Buongiorno, non so se mia zia beva o no! Le spiego, di solito bece normalemente, tipo uno spritz al giorno o poco di piu, ma il mercoledi, che è il giorno in cui non lavora alle volte la chiamo verso le sei e la sento non ubriaca ma un pochino alterata, sembra perlomeno, e ha un modo di parlare che non è propriamente il suo! Come se avesse bevuto qualche bichiere in piu, ancora tempo fa gli avevo esposto il mio dubbio e mi ha risposto dicendomi che sono la solita paranoica, ora questo dubbio non me lo sono ancora tolta, cosa devo fare? E comunque secondo lei puo essere un problema?! Come lo affronto? Nin credo lei lo ammetterebbe mai con me anche se se ne rendesse conto! Comunque ripeto non ne ho la certezza! Non so cosa fare!

    1. Dr. Roberto Gindro

      1. Purtroppo non è semplice dire cosa fare in questi casi… ha famiglia?
      2. Sì, potrebbe essere o diventare un problema se davvero esagerasse.

  5. Mio suocero, 75 anni, beve da quando aveva 40 anni. Non beve tutti i giorni, prima beveva ogni 3 / 4 mesi ma ora ogni settimana circa. Beve per 2 o 3 giorni di seguito poi dato che noi lo rimproveriamo smette. Quando beve diventa aggressivo, dorme per strada, litiga ecc…La situazione è diventata insostebìnibile per me, mio marito, per i bambini, ecc. I farmaci non sembrano migliorare la situazione. Ora mi chiedo per una persona così di questa età, mezza alcolista, potremmo essere noi a dargli da bere mezzo bicchiere, quando vediamo che ne sente il bisogno ? Potremmo fargli assumere l’alcol in casa, senza che lui debba nascondersi o uscire per bere. Che ne pensa ? Può aiutare assumere alcol in casa oppure peggiorerebbe la situazione ?

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Salve, no purtroppo sono situazioni delicate che non si riescono a gestire autonomamente, in famiglia; chiederei aiuto intanto al medico di base, per capire la gravità del problema e valutare le possibili soluzioni.

  6. se bevo circa 1 ,5 lt di vino una volta ogni tanto per sballarmi un po è alcolismo?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Cosa intende esattamente per “una volta ogni tanto”? A prescindere da eventuali dipendente è comunque pericoloso per il fegato.

  7. Salve,qualche settimana fa mi e capitata una cosa bruttisima,una sera ero molto arrabiata con mio ragazzo e in generale stanca e stressata perche lavoro troppo e cedere sensa aver neanche cenato ho bevuto del rhum con le mie amiche sudamericane a casa e poi dovevamo andare a ballare pero io mi riccordo solo quando sono entrata in auto e poi un vuoto fino al giorno dopo.Mi hanno detto che siamo andati in discoteca e che io cadevo ogni poco,mi sono litigata pure con una ma io non ricordo niente proprio.non bevo quasi mai 1volta ogni 2 mesi circa un po di vino a tavola .io mi sento mortificata per quella sera che non mi riccordo nulla,non so se ho problemi

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Probabilmente ha bevuto troppo, per di più a stomaco vuoto e un superalcolico, e quindi era era in stato di ebbrezza.

  8. Buongiorno, è ormai da qualche tempo che la sera, quando torno dal lavoro, sento il desiderio di bermi un mezzo bicchiere di Prosecco.

    Per carità, se capita che non torno a casa posso saltarlo senza problemi e in vacanza praticamente non tocco alcolici, ma questo forte desiderio post-lavoro mi preoccupa un po’.

    Dice che sono alcolizzata?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Molto probabilmente no, sembra più una sorta di abitudine per scaricare lo stress, ma ovviamente senta anche il parere del suo medico (e magari provi come sfida personale a saltare il mezzo bicchiere, per dimostrare a sé stessa di avere il completo controllo della situazione).

  9. Cosa ne pensa del libro “È facile controllare l’alcool se sai come farlo”?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Avevo sentito parlare molto bene di quello dedicato al fumo da lettori che l’avevano letto, mentre purtroppo su questo non saprei esprimere giudizi.

  10. Esistono farmaci che aiutino a smettere?