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Introduzione

La sindrome premestruale è un disturbo caratterizzato dalla comparsa di sintomi collegati al ciclo mestruale, che si manifestano però fino a 1-2 settimane prima dell’inizio delle mestruazioni. I fastidi in genere scompaiono con l’insorgenza delle perdite ematiche.

La sindrome può interessare donne in età fertile a prescindere dalla loro età, ma con gravità anche molto diverse; se per alcune si tratta solo di un leggero disagio, per altre può essere così grave da rendere difficile sopportare la giornata.

Colpisce fino al 25% della popolazione femminile italiana e la risoluzione avviene con la scomparsa dei cicli mestruali, quindi durante un eventuale stato di gravidanza o con la menopausa.

Fotografia di una donna che si tiene la testa tra le mani a causa del disagio causato dalla sindrome premestruale

iStock.com/SIphotography

Sintomi

I sintomi tendono a manifestarsi con schemi prevedibili, anche se i cambiamenti fisici ed emozionali possono essere particolarmente intensi alcuni mesi e solo vagamente avvertiti in altri.

Iniziano durante la fase luteale (circa 14 giorni prima della comparsa delle mestruazioni) e terminano 1 – 2 giorni dopo l’inizio del flusso mestruale.

I sintomi principali sono:

Si parla di sindrome in quanto la condizione è caratterizzata da una varietà di sintomi e manifestazioni, oltre a quelli fisici sopra elencati sono da considerare anche tutte le ripercussioni comportamentali e psicologiche che possono manifestarsi in quei giorni come:

  • cambi di umore repentini,
  • confusione, difficoltà di concentrazione o smemoratezza,
  • riduzione del desiderio sessuale,
  • ansia,
  • insonnia,
  • irritabilità ed aggressività,
  • crisi di pianto e scarsa considerazione di sé,
  • stanchezza,
  • attacchi di fame anche incontrollabili con voglia di alimenti dolci.

Ogni donna vive a proprio modo queste manifestazioni, che possono essere presenti come uno o più sintomi contemporaneamente ed essere più o meno intensi; sembra però comune a tutte il fatto che questa sindrome peggiori nel tempo, complice anche lo stress della vita accelerata di oggi.

Sindrome premestruale o gravidanza?

L’unico modo per dare una risposta a questa domanda è un test di gravidanza effettuato nei tempi corretti, ossia possibilmente al primo giorno di ritardo e comunque eventualmente a 19 giorni dall’ultimo rapporto non protetto per avere una risposta definitiva.

I sintomi delle due condizioni sono di fatto spesso sovrapponibili, e anzi i sintomi della gravidanza raramente iniziano prima del ritardo del ciclo.

Per le donne che hanno un ciclo mestruale mensile regolare, il primo e più affidabile sintomo di gravidanza rimane la mancata comparsa delle mestruazioni (o la comparsa di un flusso molto leggero), ma si sottolinea che

  • ogni donna è diversa,
  • non tutte le donne noteranno manifestano tutti i possibili sintomi,
  • ogni gravidanza può essere diversa dalle precedenti.

Cause

Non è stata evidenziata una causa univoca della sindrome premestruale, si pensa infatti che concorrano diversi fattori che agendo in combinazione provochino la comparsa dei sintomi.

Le variazioni ormonali durante il ciclo mestruale sembrano essere una causa importante, ma possono esserci squilibri a livello dei neurotrasmettitori cerebrali (per esempio relativamente a dopamina e serotonina, in grado di influire sul tono dell’umore) e sicuramente anche gli eventuali problemi di stress ed emozionali, come la depressione, non sembrano causare la sindrome ma possono peggiorarla.

Ci sono ricercatori convinti che la carenza di magnesio possa essere responsabile di specifici sintomi, come il mal di testa, i crampi muscolari e i dolori all’utero; questa carenza sembra sia dovuta ad un incremento della produzione di ormoni, come l’aldosterone, che regolano il bilancio dei sali minerali nel nostro corpo.

Relativamente allo squilibrio ormonale si pensa che un innalzamento del livello di estrogeni e di prolattina sia alla base dell’aumento di volume e del dolore al seno, della ritenzione idrica che causa stipsi e dell’aumento di peso.

In ultima analisi si può affermare che il delicato equilibrio ormonale in quei giorni viene a mancare, provocando un effetto catena che sfocia nella comparsa dei vari sintomi finora descritti.

Non essendoci tuttavia un esame da effettuare per determinare se una donna soffra o meno della sindrome premestruale, l’unico accorgimento che si può avere è quello di tenere un diario per almeno per 3 cicli mestruali consecutivi e segnare per ciascun giorno gli eventuali sintomi ed il loro grado di intensità. È importante verificare se esiste una periodicità, cioè se quei sintomi si ripresentano tutte le volte ed in che modo.

Dieta ed alimentazione

Per attenuare l’entità dei sintomi meno severi (nel caso la donna soffra di sintomi particolarmente invalidanti, come dolore insopportabile, è opportuno consultare il medico che prescriverà una cura farmacologica) è consigliabile porre molta attenzione a

  • alimentazione,
  • attività fisica,
  • sonno.

L’attività fisica (ginnastica, sport, attività rilassanti…) aiuta a combattere lo stress, aiutando a scaricare le emozioni negative, e contribuisce ad alleviare il dolore muscolare dovuto ai crampi. Durante l’esercizio fisico l’organismo rilascia endorfine, sostanze che aumentano il senso di benessere e di serenità. Fare una buona attività fisica aiuta anche a dormire meglio, che a sua volta ha effetti positivi sull’umore e su emozioni negative come irritabilità e nervosismo.

Per quanto riguarda l’alimentazione esistono alcuni cibi e bevande che dovrebbero essere evitati nella seconda metà del ciclo come:

Gli zuccheri semplici provocano rialzi glicemici improvvisi, che a loro volta influenzano il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili del tono dell’umore (serotonina, adrenalina, dopamina, noradrenalina ecc.) e del senso dell’appetito.

Il sale andrebbe assunto con moderazione perché aumenta la ritenzione idrica ed andrebbero evitati i grassi saturi perché contribuiscono ad innalzare il livello degli estrogeni. Anche i cibi in scatola possono fare peggiorare stati di nervosismo se contengono glutammato, un amminoacido dall’azione eccitante.

Una buona abitudine è quella di consumare piccoli pasti più volte al giorno, ricchi di frutta e verdura fresche, cibi in grado di migliorare il transito intestinale e fornire il corretto apporto di vitamine e sali minerali. In questo modo si dovrebbe combattere abbastanza efficacemente il gonfiore addominale e la stitichezza.

La soia è un alimento particolarmente indicato per la seconda metà del ciclo mestruale, perché ricca di fitoestrogeni, sostanze naturali molto simili agli estrogeni della donna che favoriscono il riequilibrarsi del rapporto estrogeni-progesterone. Allo stesso modo un maggior consumo di pesce, ricco di grassi polinsaturi omega-3 inibitori delle prostaglandine, aiuta a diminuire il dolore dovuto alle contrazioni muscolari.

Integratori per attenuare la sindrome premestruale

Esistono in commercio molti integratori, perlopiù costituiti da una miscela di estratti vegetali e sali minerali, che possono contribuire ad alleviare i sintomi del problema: si noti che raramente gli effetti dichiarati trovano riscontri certi nella letteratura scientifica, ma in genere non ci sono grandi controindicazioni che impediscano di effettuare almeno un tentativo se prescritti dal medico.

Sono spesso prescritti integratori di magnesio e calcio, oligoelementi indispensabili per il buon funzionamento del nostro organismo.

Il magnesio, riducendo l’ipereccitabilità neuromuscolare, contribuisce a ridurre gli spasmi della muscolatura uterina, fa diminuire la voglia di alimenti zuccherini ed agisce sulla psiche placando il malumore.

Il calcio, come il magnesio, previene le contrazioni muscolari.

Entrambe le sostanze agiscono quindi in modo sinergico e anche per questo è comune trovarli associati nelle formulazioni in commercio.

Un ruolo importante negli integratori è rivestito dalle vitamine: la vitamina C in particolare rafforza le pareti dei capillari e contribuisce a diminuire il gonfiore agli arti, così pure la vitamina E (tocoferolo) oltre ad essere un potente antiossidante (protegge diversi ormoni dal processo di ossidazione preservandone quindi la giusta quantità), stimola la diuresi e riduce il senso di gonfiore al seno ed agli arti.

La vitamina B6 (piridossina) è stata soprannominata la vitamina della donna perché in grado di alleviare il dolore al seno, il mal di testa e di diminuire la ritenzione idrica e gli sbalzi di umore. Questa vitamina è coinvolta nel processo di sintesi della serotonina e fra le sue funzioni c’è quella di mantenere l’equilibrio ormonale aumentando la produzione di progesterone ed aumentando la demolizione degli estrogeni da parte del fegato. Agisce anche sulla percezione del dolore, aumentandone la soglia.

Sono consigliati anche integratori a base di acido alfa-linoleico (acido polinsaturo omega-6) che è un precursore delle prostaglandine, sostanze simili agli ormoni che svolgono un’azione antiinfiammatoria ed antidolorifica. Questo acido grasso è contenuto in altissime quantità nell’olio di Borragine.

Rimedi fitoterapici

La fitoterapia è una medicina naturale che si avvale di prodotti ottenuti da vegetali ricchi di principi attivi e spesso utili per contrastare o prevenire situazioni di malattia. I prodotti fitoterapici sono venduti sotto forma di capsule, polveri, gocce, tisane ecc. e sono di fatto dei rimedi dolci che se assunti secondo le modalità consigliate raramente si rendono responsabili di effetti collaterali od interazioni: è comunque più che opportuno valutare con il proprio medico o farmacista l’uso di qualsiasi rimedio erboristico in presenza di malattie croniche od in concomitanza di altri farmaci.

Anche in questo caso è raro trovare conferma inconfutabile dell’efficacia in letteratura, ma sotto la guida del ginecologo può valere la pena fare qualche tentativo con uno o più integratori per cercare di trovare una combinazione adatta al proprio caso.

  • L’ Agnocasto è una pianta molto conosciuta i cui estratti vengono ricavati dai frutti ricchi di fitoestrogeni. I principi attivi di questa pianta aiutano a ridurre il gonfiore addominale, i dolori muscolari ed in genere quasi tutti i sintomi della sindrome premestruale. Tutto ciò sembra sia giustificato dal fatto che essi intervengono nel processo di regolazione della dopamina, un neurotrasmettitore che inibisce la sintesi di prolattina e che aumenta la sensazione di piacere nel mangiare, nel bere e nel sesso. Questi due fattori fanno sì che diminuisca la ritenzione idrica ed il dolore al seno causato dall’aumento di prolattina e diminuisca l’appetito con un aumento del tono dell’umore.
  • Angelica sinensis è un’altra pianta molto usata: l’estratto della sua radice è ricco di flavonoidi, acido ferulico, polisaccaridi, fibre, betasitosterolo, fitoestrogeni, vitamine (gruppo B, A, C, E), sali minerali (calcio, potassio, ferro, magnesio, fosforo, sodio), cumarine, colina, carotenoidi. L’Angelica è nota per le sue proprietà tonificanti, detossificanti e remineralizzanti. È ricca di fitoestrogeni la cui azione si esplica sui muscoli della parete uterina favorendone il rilassamento; è in grado di normalizzare la contrattilità del muscolo grazie all’aumento del flusso sanguigno dovuto alla presenza di cumarine che sono note per la loro azione di stimolo sulla circolazione sanguigna. Per questo motivo se ne sconsiglia l’uso durante il flusso mestruale ed in concomitanza ad una terapia a base di anticoagulanti.
  • L’apporto di acido gamma linoleico in precedenza citato può essere fornito dall’olio estratto dai semi di Oenothera biennis L. e di Cannabis sativa. Questi oli sono ricchi anche di vitamina E; come già detto l’acido linoleico e le vitamine, in particolare la E, agevolano la diminuzione del gonfiore e della tensione mammaria e sono importanti per contrastare la comparsa di foruncoli tipici della sindrome premestruale.
  • Matricale è una pianta dalle proprietà analgesiche ed antiinfiammatorie che agisce soprattutto sul mal di testa riducendone l’intensità e la frequenza grazie al rilassamento della muscolatura liscia che i principi attivi della pianta stessa procurano.
  • Verbena Officinalis ha un’azione spasmolitica e nello stesso tempo analgesica; mostra inoltre proprietà diuretiche utili per abbassare la ritenzione idrica e agisce anche sul tono dell’umore mostrando una blanda azione antidepressiva ad ansiolitica.
  • Rhodiola rosea è una pianta di origine siberiana dalle proprietà adattogene; i principi attivi che si ricavano dalla radice, in particolare rosavina e salidrozide, provocano un aumento della secrezione di serotonina, uno dei neurotrasmettitori coinvolti nella regolazione dell’umore. Si ha quindi un’attenuazione degli stati di ansia e di stress; inoltre contribuisce al controllo del peso corporeo perché stimola la mobilizzazione degli acidi grassi del tessuto adiposo rendendoli disponibili alle cellule per essere bruciati durante metabolismo basale.
  • La Griffonia simplicifolia ha un effetto analogo a quello della Rhodiola perché ricca di 5-idrossi-triptofano (HTP), una sostanza in grado di inibire l’azione di controllo della serotonina da parte degli enzimi deputati alla sua inattivazione. Migliora lo stato d’ansia e favorisce il sonno.
  • Passiflora incarnata, ricca di flavonoidi ed alcaloidi, esercita un’azione benefica sui disturbi del sonno. Elimina anche l’ansia, il nervosismo e favorisce il sonno. Risulta molto efficace anche nella cura degli spasmi nervosi.

Ogni donna, vive la sindrome premestruale a modo suo e siccome esistono molte piante ad azione combinata, la fitoterapia fornisce dei rimedi che ben si possono adattare alle singole esigenze.

Farmaci

Il medico potrebbe prescrivere nei casi più gravi uno o più farmaci per la sindrome premestruale. L’efficacia del farmaco, cioè la sua capacità di alleviare i sintomi, varia da paziente a paziente. Tra i farmaci prescritti con maggior frequenza per alleviare la sindrome premestruale ricordiamo:

  • Antidepressivi. Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), ad esempio la fluoxetina (Prozac®), la paroxetina (Sereupin®), la sertralina (Zoloft®), si sono dimostrati efficaci per diminuire i sintomi come l’affaticamento, il desiderio di cibo e i problemi del sonno, e attualmente sono le alternative di prima linea per la terapia della sindrome premestruale o del disturbo disforico premestruale (PMDD) gravi. Questi farmaci di solito vanno assunti una volta al giorno, tuttavia per alcune donne che soffrono di sindrome premestruale l’uso degli antidepressivi può essere limitato alle due settimane che precedono il ciclo.
  • Antinfiammatori non steroidei (FANS). Se assunti prima dell’inizio del ciclo oppure all’inizio, i FANS, come l’ibuprofene il naprossene, sono in grado di alleviare i crampi e la tensione mammaria.
  • Diuretici. Se l’esercizio fisico e la diminuzione del sale nella dieta non sono sufficienti per combattere l’aumento di peso e il gonfiore connessi alla sindrome premestruale, assumere i diuretici può aiutare l’organismo ad eliminare i liquidi in eccesso attraverso i reni. Lo spironolattone è un diuretico in grado di alleviare alcuni dei sintomi della sindrome premestruale, ma talvolta negli integratori sono anche presenti diuretici naturali.
  • Contraccettivi orali (pillola). Questi farmaci con obbligo di ricetta bloccano l’ovulazione e stabilizzano gli sbalzi ormonali, alleviando i sintomi della sindrome premestruale.
  • Medrossiprogesterone acetato (Depo-Provera®). Nei casi di sindrome premestruale o disturbo disforico premestruale gravi, questo farmaco iniettabile può essere usato per bloccare temporaneamente l’ovulazione. Tuttavia il Depo-Provera può far peggiorare alcuni dei sintomi connessi alla PMS: può far aumentare l’appetito e ingrassare, e può causare mal di testa e depressione.
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Domande e risposte
  1. Quando inizia la sindrome premestruale?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Non esiste una regola unica, alcune donne iniziano a soffrirne fin dall’ovulazione (14 giorni prima delle mestruazioni), mentre altre avvertono i sintomi solo pochi giorni della comparsa del flusso mestruale.

  2. Quanto dura?

    1. Dr. Roberto Gindro

      In genere i sintomi persistono fino a 1-2 giorni almeno dopo l’inizio del flusso mestruale.

  3. Come curare la sindrome premestruale?

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      La risposta dipende dalla gravità dei sintomi; se per alcune donne è sufficiente modificare lo stile di vita (migliorare l’alimentazione, praticare attività fisica, …), in altri casi diventa necessario ricorrere ad integratori (scarse evidenze scientifiche) o a farmaci come la pillola anticoncezionale, diuretici, antidepressivi od antinfiammatori a seconda della tipologia di disturbi.

  4. Può peggiorare con l’età?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Sì, può andare incontro a cambiamenti (in meglio o peggio), come d’altra parte anche il ciclo stesso.