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Introduzione

Il virus HPV è il principale agente responsabile del tumore al collo dell’utero nella donna, oltre ad essere causa in entrambi i sessi anche di

La prevenzione attiva è la migliore arma che abbiamo a disposizione per difenderci da questa minaccia e, se fino a qualche anno fa l’unica possibilità in questo senso era offerta dal PAP-test, la medicina dispone oggi di un nuovo tipo di esame con sensibilità maggiore e che rappresenta di fatto un grosso passo avanti per la diagnosi precoce: l’HPV-test.

Questo approccio sta gradualmente sostituendo il PAP test, in particolare nelle donne con più di 30 anni, perché consente di ridurre la frequenza di verifica (che può arrivare in determinate situazioni a 5 anni) e le evidenze sperimentali che stanno emergendo sembrano sancirne la superiore efficacia rispetto al precedente esame di screening (anche alla luce del fatto che l’attuale popolazione femminile in età fertile è associata a percentuali di vaccinazione sempre più elevate).

Rispetto al Pap-test questo esame è in grado di rilevare un maggior numero di positivi (maggior sensibilità), ma da un diverso punto di vista espone a un rischio più elevato di falsi positivi (referti positivi, che si rivelano poi non pericolosi, ma ugualmente causa di preoccupazione e esami di approfondimento).

Poiché nelle ragazze giovani le infezioni da HPV sono particolarmente diffuse ma, di norma, regrediscono spontaneamente senza complicazioni, la maggior parte delle società scientifiche consigliano di sottoporsi all’esame solo dopo i 30-35 anni.

Ricostruzione grafica del virus HPV (papilloma virus)

iStock.com/arinarici

Trasmissione

La trasmissione sessuale è la modalità di contagio in assoluto più comune, ma “[e]ssere infettati con HPV non significa necessariamente che il proprio partner abbia un’altra relazione. Il virus dell’HPV può rimanere “nascosto” per alcuni anni, perciò è possibile essere stati infettati in una relazione precedente e passare al partner attuale il virus.” Fonte: LabtestOnline

Tra le possibili sorgenti minori di contagio ricordiamo inoltre:

  • fomiti (ovvero oggetti materiali, tra cui gli stessi strumenti ginecologici),
  • trasmissione perinatale (parto).

 Perché viene effettuato

L’esame per la ricerca dell’HPV è un esame di screening per il tumore al collo dell’utero.

Più precisamente non serve per diagnosticare il tumore, ma per scoprire se nell’organismo è presente un virus che può esserne causa; alcuni ceppi di HPV (ad esempio il 16 e il 18) fanno infatti aumentare il rischio di insorgenza di tumore al collo dell’utero.

Può quindi essere indicato per:

  • Verificare la presenza di tipi ad alto rischio di papillomavirus umano (HPV) nelle donne con esito positivo al PAP-test e aiutare così il ginecologo nella decisione sul percorso da intraprendere.
  • Verificare la presenza di HPV nelle donne di età superiore a 30 anni come parte di un screening periodico (in genere ogni 5 anni).
  • Monitorare una precedente diagnosi della presenza del papilloma virus.

Sapendo di esserne portatori si può decidere insieme al medico la strategia migliore da intraprendere, che per esempio può essere

  • monitoraggio di follow-up (vigile attesa),
  • ulteriori esami,
  • cura o asportazione delle cellule anomale o precancerose.

Si noti che l’uso di routine dell’esame per le donne di età inferiore ai 30-35 anni non è consigliato perché in questa fascia di popolazione il virus è particolarmente diffuso, ma nella maggior parte dei casi l’infezione viene efficacemente risolta dal sistema immunitario nell’arco di 1-2 anni.

Rischi

Non sussistono particolari rischi legati all’esecuzione dell’esame, se non un possibile piccolo sanguinamento nei giorni successivi, ma destinato ad esaurirsi spontaneamente senza complicazioni.

Come per tutti gli esami di screening, anche per quello dell’HPV c’è il rischio che l’esito sia un falso positivo od un falso negativo.

  • Falso positivo. Si ha un risultato falso positivo quando dall’esame risulta che la paziente è stata contagiata da un tipo di HPV ad alto rischio, quando in realtà è sana. Un risultato falso positivo può far intraprendere una serie di esami di follow-up non necessari, come la colposcopia o la biopsia, e causare molta ansia per i risultati.
  • Falso negativo. Un risultato falso negativo significa che la paziente è stata contagiata dall’HPV, ma il virus non viene rilevato dall’esame. Un falso negativo può causare ritardi nell’inizio del follow-up o della terapia. Il rischio di falso negativo, concetto correlato alla sensibilità del test, è nel caso dell’HPV test abbattuto rispetto al PAP test (la sensibilità è rispettivamente stimata nell’ordine del 95% contro il 55%.)

Preparazione

Per l’esame non è necessaria alcuna preparazione, tuttavia spesso viene eseguito insieme al Pap test ed è quindi opportuno adottare alcune precauzioni per essere sicuri di ottenere un risultato preciso:

  • Evitare i rapporti, le lavande vaginali, i farmaci per uso vaginale, gli spermicidi o i lubrificanti nei due giorni prima dell’esame.
  • Non eseguire l’esame nei giorni delle mestruazioni. L’esame può essere eseguito comunque, ma il medico raccoglierà un campione migliore in un altro momento del ciclo.

Potrebbe essere richiesto di svuotare la vescica prima del prelievo del campione.

Come avviene

Durante l’esame

Il Pap test e l’esame dell’HPV vengono eseguiti in ambulatorio o in ospedale e richiedono solo pochi minuti.

Il/La ginecologo/a (o l’infermiere/a o l’ostetrico/a) inserisce delicatamente lo speculum per divaricare le pareti della vagina e vedere bene il collo dell’utero. L’inserimento dello speculum può causare una sensazione di pressione a livello pelvico, può essere leggermente freddo e dare un po’ di fastidio, ma non causa dolore.

L’operatore raccoglie quindi i campioni di cellule usando un bastoncino cotonato e una spatola molto piccola.

L’esame non è doloroso e di norma non si avverte nulla, al limite solo un po’ di fastidio; potrebbe verificarsi un leggero sanguinamento nei giorni successivi e, anche se consigliamo di segnalarlo al ginecologo, in genere è autolimitante e non preoccupante.

Dopo l’esame

Dopo l’esame si possono riprendere le normali attività, senza particolari restrizioni.

Non è necessario farsi accompagnare, in quanto l’esame non richiede alcuna forma di anestesia e la paziente potrà guidare o camminare subito dopo il prelievo senza alcun problema.

Risultati

L’esito dell’esame dell’HPV può essere positivo oppure negativo.

  • Esito positivo. L’esito positivo significa che si è state contagiate da un tipo di HPV collegato al tumore al collo dell’utero. L’esito positivo non significa che ci sia un tumore, ma deve invece essere inteso come un campanello d’allarme del fatto che in futuro si potrebbe sviluppare. Il medico probabilmente vi consiglierà di eseguire un esame di follow-up dopo circa sei mesi-un anno per capire se l’infezione è guarita o se ci sono sintomi del tumore al collo dell’utero, oppure si procederà a esami più approfonditi come la colposcopia.
  • Esito negativo. L’esito negativo significa che non si è state contagiate da nessuno dei tipi di HPV che causano il tumore al collo dell’utero.

Nel caso in cui l’esito dell’esame sia positivo, ma il PAP-test negativo, significa che è presente il virus, ma senza alcuna lesione precancerosa; il ginecologo deciderà come procede, per esempio potrebbe decidere di tipizzare il virus presente per capire se fa parte di uno dei ceppi ad alto rischio.

Spesso viene consigliata una vigile attesa, in quanto nella maggior parte dei casi il virus viene eliminato dall’organismo nel giro di qualche anno, ma non tutte le donne riescono a sopportarla dal punto di vista psicologico.

A seconda dei risultati dell’esame, il medico vi può consigliare una di queste strategie:

  • Normali controlli periodici. Se avete più di 30 anni, l’esame dell’HPV è negativo è il Pap test non rileva anomalie, dovrete ripetere l’esame con la periodicità consigliata nel vostro caso, cioè ogni 3-5 anni.
  • Colposcopia. In quest’esame di follow-up il medico usa il colposcopio (una lente di ingrandimento speciale) per esaminare più da vicino il collo dell’utero.
  • Biopsia. In quest’esame, eseguito in molti casi insieme alla colposcopia, il medico preleva un campione di cellule del collo dell’utero e le esamina al microscopio.
  • Asportazione delle cellule anomale. Per evitare che le cellule anomale si trasformino in un tumore, il medico può consigliarvi di sottoporvi all’intervento chirurgico per rimuovere le zone di tessuto che le contengono.

Fonti e bibliografia

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Domande e risposte
  1. Dottore, leggendo i vari commenti io anche ho affettuato un pap test a giugno il cui esito e stato cellulue squamose atipiche di significato indeterminato ( AUS-Us) e quindi cellule epiteliali anormali.. lieve flora batterica.. ho ripetuto test a ottobre come ginecolo ha detto.. sto aspettando risultato.. quello dell anno prima era tutto negativo.. ho anche sempre pancia gonfia dopo che mangio… non ho ancor afatto intolleranze ma le faro.. non so se questo e correlato.. ho fatto vedere test ad un altro medico specialista e mi ha detto che non e indice di malignita ma che c e qualcosa da controllare.. sono preoccupata.. cosa significa? il ginecologo anche visitandomi durante pap test mi ha dteto che collo utero era pulito non vedeva nulla.

    1. Dr. Roberto Gindro

      1. Per le intolleranze si rivolga a un gastroenterologo o a un allergologo, purtroppo c’è tanta disinformazione in merito e il 99% dei test che vengono proposti sono inutili.
      2. Significa che dall’esame non si è capita bene la situazione e si verifica di nuovo per scrupolo, ma è probabile che sarà nuovamente negativo.

      Mi tenga al corrente.

    2. Grazie Dottore, si mi sto gia informando pe run bravo Gastroenterologo,
      per quanto riguarda pap test, e possibile che a due anni da quello negativo anche se ho avuto sempre la stessa relazione, queste cellule asc us significano presenza virus HPV o qualcosa di piu serio?scusi ma sono preoccupata.

    3. Dr. Roberto Gindro

      Diciamo che non è impossibile, ma al momento non ci sono motivi per temere qualcosa di serio.

  2. Non ho capito perchè nelle ragazze giovani sia ancora meglio il PapTest rispetto al DNA, non è comunque meglio rilevare qualsiasi infezione?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Sintetizzando e semplificando al massimo, si corre il rischio di generare paure e ulteriori esami/trattamenti inutili a causa di una sorta di falsi positivi.

  3. Si può prendere anche attraverso l’uso di bagni pubblici?

    Sono sposata da 10 anni e mi hanno appena diagnosticato la presenza di HPV, ma non ho avuto rapporti al di fuori della coppia da quando sono sposata (anzi, da quando conosco mio marito) e temo quindi che di essere stata tradita… Grazie.

    1. Dr. Roberto Gindro

      La risposta alla sua domanda è sì (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25199987), è molto probabile che il contagio possa avvenire anche per contatto con oggetti (fomiti) e altre vie; non solo, in questi casi è molto importante ricordare che la persistenza del virus nell’organismo può essere di anni in modo del tutto asintomatico e senza possibilità diagnostica, questo significa che:
      1. Ammesso e non concesso che l’abbia contagiata suo marito, la trasmissione potrebbe essere avvenuta anni fa.
      2. A sua volta suo marito potrebbe essere stato contagiato anni prima.