Isteroscopia diagnostica e operativa, tutto quello che devi sapere

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Introduzione

L’esplorazione interna dell’utero viene chiamata isteroscopia.

La procedura viene eseguita tramite un isteroscopio, un sottile strumento dotato di una luce e una telecamera in punta. Le immagini sono visibili su un monitor, permettendo al ginecologo di accedere a:

  • vagina,
  • collo dell’utero,
  • canale cervicale,
  • utero,
  • orifizi tubarici.

L’isteroscopio viene introdotto attraverso la vagina e la cervice (l’ingresso dell’utero) e non sono quindi necessarie incisioni della pelle.

I recenti avanzamenti tecnologici hanno permesso di ottimizzare la procedura, che ad oggi viene effettuata sempre più spesso a paziente sveglia, senza la necessità di ricorrere ad altri strumenti (come speculum o pinza da collo), e diventando così un’opportunità minimamente invasiva di diagnosi e terapia per numerose condizioni ginecologiche.

Isteroscopia diagnostica e operativa

La metodica può essere utilizzata principalmente in due diverse situazioni, che tuttavia talvolta vanno a sovrapporsi:

Un tempo per l’esame dell’utero e l’asportazione di neoformazioni anomale veniva comunemente impiegata una procedura detta dilatazione e curettage (D&C) o raschiamento, che tuttavia ad oggi è stata perlopiù sostituita dall’isteroscopia.

Come avviene l’isteroscopia

Preparazione

Nei giorni e settimane precedenti, potrebbe essere prescritto di:

  • verificare l’assenza di controindicazioni alla procedura tramite controlli, per esempio esami del sangue e test di gravidanza; quest’ultimo andrà eseguito circa una settimana prima dell’isteroscopia;
  • usare anticoncezionali; l’isteroscopia non può essere eseguita in donne incinte;
  • smettere di fumare; se è indicata l’anestesia generale, l’astensione del fumo fino alla procedura può aiutare a ridurre il rischio di complicanze da anestetici;
  • assumere farmaci per ridurre le dimensioni di eventuali fibromi da asportare durante la procedura.

Scelta dell’anestesia

L’isteroscopia non richiede in genere anestesia, perché si tratta di una procedura relativamente rapida che non richiede incisioni della pelle.

Occasionalmente, può essere utilizzato un anestetico locale per addormentare la cervice (l’ingresso dell’utero).

Procedure più lunghe o complesse, come la rimozione di fibromi, possono invece richiedere l’anestesia generale. Questa comporta che la paziente non sia cosciente durante l’intervento.

Fa male?

La procedura non dovrebbe risultare dolorosa, benché possa provocare un po’ di fastidio, come i dolori del ciclo mestruale.

In regime ambulatoriale la procedura viene in genere praticata senza anestesia, ma per diminuire il disagio si utilizzano strumenti di diametro ridotto; gli organi esplorati vengono delicatamente dilatatati attraverso l’infusione di acqua sterile dalla vagina e l’utero risponde a questo procedimento con una leggera contrazione (paragonabile a quella avvertita durante la mestruazione).

Farmaci come l’ibuprofene o il paracetamolo (Tachipirina) assunti circa un’ora prima possono aiutare a ridurre queste sensazioni, mentre solo in una minoranza di pazienti può essere necessario sospendere l’esame e programmarlo in sedazione.

Il giorno dell’esame

Quando sia necessaria l’anestesia generale, sarà necessario evitare di mangiare e bere nelle ore precedenti la procedura; in caso di anestesia locale o in assenza di anestesia, non ci sono restrizioni all’assunzione di cibi e bevande.

Conviene indossare vestiti comodi e larghi, perché la procedura prevede di spogliarsi dalla vita in giù, coprendosi poi con indumenti ospedalieri.

Ci si può fare accompagnare da una persona di fiducia, anche se non è detto che possa rimanere nella sala durante l’esame.

Esecuzione della procedura

L’isteroscopia solitamente ha una durata compresa tra 5 minuti e poco più di un’ora. Durante l’esame:

  • la paziente è sdraiata sul lettino con le gambe sostenute, con un lenzuolo a coprire la zona pubica;
  • se necessario, viene inserito uno strumento detto speculum (lo stesso strumento usato per il Pap test) in vagina per mantenerla aperta, ma gli isteroscopi più recenti non è più richiesto;
  • vengono disinfettate vagina e cervice con un’apposita soluzione;
  • viene inserito un isteroscopio (tubo lungo e sottile, dotato di luce e telecamera) fino all’utero; questa manovra può generare qualche crampo o fastidio;
  • viene delicatamente iniettato del liquido nell’utero per renderne più facile la visione
    la telecamera invia immagini a un monitor, su cui personale sanitario esperto può identificare anomalie.
Diagramma di rappresentazione dell'isteroscopia

Si noti che gli isteroscopi più recenti non richiedono più il ricorso allo speculum per essere introdotti in vagina (iStock.com/Lin Shao-hua)

In alcuni casi viene prelevato un piccolo campione di tessuto dal rivestimento dell’utero (biopsia endometriale).

Per trattare fibromi o polipi, vengono inseriti sottili strumenti chirurgici attraverso l’isteroscopio. Tali strumenti servono ad asportare o bruciare il tessuto anormale.

Dopo l’isteroscopia

In caso di anestesia generale sarà necessario rimanere qualche ora in ospedale; la paziente dovrebbe comunque poter andare a casa poco dopo la procedura.

Mentre i reperti visivi dell’esame possono essere valutati subito dal medico, i risultati della biopsia richiederanno anche qualche settimana prima di poter essere ricevuti.

In genere, è possibile riprendere le proprie attività abituali il giorno stesso della procedura o il giorno dopo, se l’isteroscopia è stata condotta in anestesia locale o senza anestesia. In caso di anestesia generale, può essere necessario concedersi un giorno o due di riposo.

La paziente può guidare se sono stati usati solo anestetici locali o in assenza di anestesia. Altrimenti, la paziente non può guidare per almeno 24 ore, quindi dovrà organizzarsi per il ritorno a casa.

Convalescenza a casa

Una volta a casa, si raccomanda il riposo.

Se la procedura ha richiesto l’anestesia generale bisogna essere affiancati da un adulto per almeno 24 ore, finché gli effetti degli anestetici non sono completamente spariti. Durante tale periodo, non si dovrà né guidare né assumere alcolici.

La convalescenza può accompagnarsi a:

  • crampi, simili ai dolori mestruali; dovrebbero passare in pochi giorni. La paziente può comunque assumere analgesici come l’ibuprofene o il paracetamolo per contenerli;
  • perdite o sanguinamento, che possono persistere anche una o due settimane. Si consiglia di usare assorbenti esterni piuttosto che tamponi fino al successivo ciclo mestruale per ridurre i rischi di infettare utero o cervice uterina..

Questi effetti collaterali sono normali e non devono destare preoccupazione, anche se bisognerà ricorrere al medico se particolarmente intensi (vedere oltre).

Ripresa delle normali attività

La maggior parte delle donne può riprendere le proprie attività, compreso il lavoro, il giorno dopo l’isteroscopia. Alcune ritornano al lavoro già il giorno stesso, dopo qualche ora.

È però possibile sentire il bisogno di qualche giorno di riposo, soprattutto se all’isteroscopia era associato un trattamento come l’asportazione di fibromi o polipi, o comunque se la procedura ha richiesto l’anestesia generale.

Saranno il medico o il chirurgo a dettagliare le attività da evitare durante la convalescenza; in linea di massima:

  • non ci sono restrizioni dietetiche particolari; se infastidite dall’anestesia, assumere inizialmente pasti piccoli e leggeri;
  • ci si può tranquillamente fare la doccia anche il giorno stesso;
  • evitare rapporti sessuali per una settimana o finché non cessano le perdite di sangue; questa precauzione aiuta a evitare le infezioni.

Rischi dell’isteroscopia

Si tratta di una procedura in genere molto sicura, che solo raramente è associata allo sviluppo di complicazioni. Il rischio è maggiore quando l’isteroscopia viene praticata in associazione a una qualche forma di trattamento.

Tra i rischi più importanti ci sono:

  • danni accidentali all’utero: è un evento raro, ma può richiedere un trattamento antibiotico in ospedale o, raramente, un secondo intervento di riparazione;
  • danni accidentali alla cervice: questa complicanza è rara e in genere bene ovviabile;
  • sanguinamento eccessivo durante o dopo la procedura: questa complicanza può verificarsi in caso di trattamento in anestesia generale e può essere trattata con farmaci o un’altra procedura; molto raramente, può rendere necessaria la rimozione dell’utero (isterectomia);
  • infezione dell’utero: può manifestarsi con perdite vaginali maleodoranti, febbre e sanguinamento massiccio. In genere, viene risolta con un breve ciclo di antibiotici;
  • sensazione di svenimento: si verifica in una donna su 200 sottoposte a isteroscopia senza anestesia o con anestesia solo locale.

L’isteroscopia è indicata solo quando si ritiene che i benefici siano maggiori dei rischi, peraltro molto bassi; tra le possibili alternative ricordiamo

  • ecografia pelvica: una piccola sonda viene inserita in vagina e genera immagini dell’interno dell’utero tramite onde a ultrasuoni;
  • biopsia endometriale: viene inserito un tubo sottile attraverso la cervice fino all’utero, che permette il prelievo per aspirazione di un campione del rivestimento interno dell’utero.

Queste metodiche alternative possono essere eseguite in aggiunta all’isteroscopia, ma non forniscono altrettante informazioni né le sono equiparabili per il trattamento di problemi

Quando rivolgersi al medico?

Contattare il medico o l’ospedale in caso di:

  • dolore forte che non risponde agli analgesici abituali,
  • sanguinamento massiccio (è cioè necessario cambiare spesso l’assorbente),
  • presenza di sangue rosso vivo o di ampi coaguli,
  • perdite vaginali maleodoranti,
  • febbre sopra 38°C.

Questi sintomi potrebbero essere segni di un problema come l’infezione.

Fonti e bibliografia

Adattamento dall’inglese a cura della Dr.ssa Greppi Barbara, medico chirurgo

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Domande e risposte
  1. Si può fare durante le mestruazioni?

    1. Dr. Roberto Gindro

      No, in genere l’esame viene programmato subito dopo la fine del flusso mestruale.

  2. Davvero non fa male? Prima di prendere antinfiammatori come descritto nell’articolo devo chiedere al ginecologo?

    1. Dr. Roberto Gindro

      1. Sì, davvero; non è piacevole, ma nulla di insopportabile.
      2. Assolutamente sì.