Le proprietà dell’iperico (erba di San Giovanni): a cosa serve?

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Introduzione

Originario di Europa, Asia occidentale e nord Africa (ma ora diffusosi ovunque), l’Iperico (Hypericum perforatum) o Erba di San Giovanni è una pianta perenne utilizzata da secoli nella medicina popolare per trattare bruciature, ferite, infiammazioni cutanee, nonché ansia e depressione (di livello lieve o moderato) [1].

L’Iperico era conosciuto e utilizzato sin dai tempi dell’antica Grecia: Dioscoride (medico greco vissuto nel I sec. d.C.) nel suo De Materia Medica lo consigliava per scacciare dal corpo gli spiriti maligni – di fatto accennando alla principale azione ad oggi riconosciutagli, ossia di riequilibrante del tono dell’umore. Prima di lui, già Ippocrate (IV sec. a.C.) prescriveva estratti di Iperico per dare sollievo in caso di ittero, raffreddore, insonnia e isteria.

Paracelso, medico svizzero del XV sec, lo consigliava per trattare

  • ansia,
  • depressione
  • e problemi neurologici,
  • oltre che per uso esterno in caso di

Nel Medioevo l’Iperico veniva appeso alle porte e finestre delle abitazioni per tenere lontani i demoni, gli incubi e gli spettri. Durante la notte di san Giovanni, poi, era usanza in molti paesi europei danzare tutta la notte cingendosi la testa con questa pianta: terminata la festa, i fiori venivano gettati sui tetti delle case per proteggerle dai fulmini.

Fiori e olio d'iperico

Fiori e olio d’iperico (iStock.com/AlexRaths)

Composizione chimica

Nella pianta sono presenti diversi componenti attivi, che costituiscono fino al 20% dell’estratto:

  • ipericina
  • iperforina
  • flavonoidi (rutina, quercetina)
  • steroli (beta sitosterolo)
  • tannini
  • fenilpropanoidi (acido clorogenico)
  • vitamine C e A
  • colina.

[2,4]

Le proprietà dell’iperico

L’utilizzo più noto dell’iperico è quello contro i sintomi della depressione, ma vi sono altri disturbi dell’umore su cui la pianta ha mostrato risultati interessanti:

Olio di iperico

L’iperico si è anche rivelato utile per applicazione topica (sulla pelle) – tipicamente come macerato, in olio vegetale, dei fiori e delle parti aeree della pianta – in alcuni casi di

*La Commissione E è organo di riferimento per preparati fitoterapici della tradizione occidentale

Olio d'iperico e fiori

L’olio d’iperico ha mostrato interessanti proprietà per l’uso topico (iStock.com/vesmil)

Iperico e depressione

Sono sempre più numerose le evidenze scientifiche sull’efficacia dell’iperico nel trattamento a breve termine (1-3 mesi) della depressione da lieve a moderata – e in taluni casi anche nel trattamento della depressione maggiore (anche se con risultati meno omogenei): questa pianta si è dimostrata comparabile ai farmaci antidepressivi triciclici e agli inibitori del reuptake della serotonina (vedi paragrafo “meccanismo d’azione”), col vantaggio di risultare meglio tollerata, con minor comparsa di effetti collaterali indesiderati [3,11,12].

Tra i numerosi lavori pubblicati, citiamo a titolo esemplificativo una revisione Cochrane (una rete internazionale di ricercatori indipendenti che si occupa di raccogliere e analizzare criticamente i lavori di ricerca pubblicati su temi inerenti la salute), che ha preso in esame 29 studi clinici condotti in doppio cieco, randomizzati, versus placebo o a confronto con farmaci di sintesi (nello specifico fluoxetina, sertralina, imipramina, citalopram, paroxetina, maprolitina, amitriptilina): l’estratto della pianta si è dimostrato di efficacia superiore al placebo e paragonabile ai comuni antidepressivi nel trattamento della depressione [6].

Alle medesime conclusioni è giunto uno studio multicentrico condotto in Germania, che ha coinvolto 304 centri clinici per un totale di più di 1500 pazienti con depressione lieve o moderata, monitorati per 12 settimane: l’iperico si è dimostrato efficace e ben tollerato, senza effetti collaterali degni di nota [7] – anche se in questo caso è mancato il confronto con un gruppo di controllo trattato con placebo.

Meccanismo d’azione

Il meccanismo d’azione dell’Iperico nel trattamento della depressione non è ancora del tutto chiaro: ipericina e iperforina, due componenti dell’iperico, sembrano essere i principali responsabili dell’azione biologica della pianta, ma gli studi in merito mancano ancora di conferme.

Da ricerche in vitro sembra che l’azione dell’ipericina sia dovuta all’inibizione delle monoamminossidasi (MAO), enzimi coinvolti nell’inattivazione di neurotrasmettitori quali serotonina, adrenalina, noradrenalina, dopamina. Come è noto, la serotonina è il principale neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione del tono dell’umore: aumentarne la quantità disponibile è una delle strategie per combattere la depressione. Per fare ciò si può agire su molteplici meccanismi: uno di questi consiste nel bloccare l’azione delle MAO – e infatti un’importante classe di farmaci antidepressivi (i cosiddetti inibitori delle MAO) agisce proprio sfruttando questo meccanismo.

Un altro possibile livello di intervento è quello di bloccare il reuptake della serotonina da parte dei neuroni: una volta terminata l’azione, la serotonina – così come gli altri neurotrasmettitori – viene “ricaptata” all’interno del terminale presinaptico (la sinapsi è il punto di collegamento tra un neurone e l’altro), per essere poi riutilizzata all’occorrenza. Bloccando questo meccanismo, si aumenta la concentrazione del neurotrasmettitore – e quindi se ne potenzia l’azione: i farmaci inibitori del reuptake della serotonina (SSRI) – un’altra importante classe di farmaci antidepressivi – sfruttano proprio questo meccanismo.

Alcuni studi hanno evidenziato come l’iperforina possa inibire il reuptake di serotonina (oltre che di dopamina, noradrenalina e GABA), agendo in modo del tutto analogo a quello dei farmaci sopra descritti.

Tuttavia, siccome l’iperico funziona anche in assenza di iperforina, è plausibile pensare che l’effetto antidepressivo sia dovuto alla presenza e all’azione sinergica di più componenti bioattivi, che agiscono con molteplici meccanismi d’azione [1]. In effetti, studi recenti [3,4] effettuati sia in vitro che in vivo sembrano confermare questa ipotesi: iperforina, ipericina e glicosidi flavonoidi agirebbero in modo sinergico per alleviare i sintomi della depressione.

È altresì importante ricordare che lo stesso meccanismo alla base della depressione non è ancora del tutto compreso. Da diversi anni si sa che la carenza di neurotrasmettitori potrebbe non essere l’unico meccanismo coinvolto, essendo la depressione correlata anche a fenomeni infiammatori e di stress ossidativo: nel 40-50% dei pazienti affetti da sintomi depressivi, infatti, si evidenzia un aumento di citochine pro infiammatorie – come l’interleuchina 6 (IL-6) e il tumor necrosis factor alpha (TNF-α) – e di ACTH e cortisolo, mediatori prodotti in risposta a situazioni di stress. In un recente studio [4] si è potuto constatare che sia l’Iperico che la fluoxetina (un farmaco antidepressivo, della classe SSRI) riducono in modo significativo i livelli plasmatici di ACTH, cortisolo e TNF-α, e normalizzano l’attività degli enzimi antiossidanti nelle aree cerebrali di ippocampo e ipotalamo.

Queste scoperte evidenziano la stretta correlazione tra sistema immunitario, antiossidante e neuroendocrino nel nostro corpo e sostengono l’ipotesi che l’Iperico – così come numerosi farmaci antidepressivi – agisca con molteplici meccanismi d’azione.

Dose

  • Erba essiccata: 350-1800 mg/die è il range solitamente utilizzato nei trial clinici
  • Tintura madre: 20-50gtt tre volte al dì
  • Estratto secco standardizzato (in ipericina): 0,5-2,7 mg di ipericina totale al giorno

In caso di depressione, l’effetto inizia a comparire dopo 2-4 settimane di assunzione continuata; tuttavia, per raggiungere il massimo dell’efficacia potrebbe essere necessario un tempo maggiore [3].

Nota: a seguito di assunzione prolungata nel tempo si consiglia, in caso di sospensione del trattamento, una riduzione graduale del dosaggio prima dell’interruzione.

Non ci sono informazioni su quale possa essere il dosaggio sicuro in gravidanza, per cui in questo caso vale la raccomandazione prudenziale di astenersi dall’assunzione.
Sulla base degli studi condotti, sembra che l’iperico sia relativamente sicuro durante l’allattamento, anche se resta comunque valido il consiglio di confrontarsi preventivamente col proprio medico curante [3].

Effetti indesiderati

L’iperico, ai dosaggi consigliati, è generalmente ben tollerato per un utilizzo di 1-3 mesi. Occasionalmente (1-3% dei pazienti) possono comparire:

Alcuni studi hanno evidenziato che gli estratti secchi a basso contenuto di iperforina (meno dell’1%) risultano in taluni casi meglio tollerati, a parità di efficacia [3, 10].

Interazione coi farmaci

Sono numerosi i farmaci con i quali l’iperico può interagire, causando effetti indesiderati. In caso di contemporanea terapia farmacologica, si invita caldamente a consultare il medico prima di assumere l’iperico, in modo che, in caso di parere positivo, il dosaggio possa essere opportunamente aggiustato.

Qui di seguito verranno elencati i farmaci per i quali é stata sperimentalmente evidenziata una possibile interazione con l’iperico, sia in senso sfavorevole che positivo [3,10]. I farmaci verranno riportati in ordine alfabetico per facilità di consultazione; qualora ci si riferisca a un’intera classe di farmaci verrà usato il carattere stampatello.

Interazioni indesiderate

  • Alprazolam (ansiolitico): l’iperico può ridurne i livelli ematici (tramite induzione del citocromo P-450) e quindi l’efficacia
  • Amitriptilina (antidepressivo triciclico): l’iperico può ridurne i livelli ematici (tramite induzione del citocromo P-450) e quindi l’efficacia
  • ANTIDEPRESSIVI inibitori del reuptake della serotonina (SSRI) o della noradrenalina (SNRI): possibile rischio di comparsa della sindrome serotoninergica (dovuta a eccesso di serotonina nel sistema nervoso centrale, che può portare a confusione, agitazione, rigidità muscolare, rabdomiolisi, coma)
  • Bupropione (antidepressivo): l’iperico ne riduce il livello ematico in modo significativo
  • ANTICONVULSIVANTI (fenobarbitone e fenitoina): l’iperico può aumentarne il metabolismo, riducendone l’efficacia
  • ANTINEOPLASTICI: si è visto che l’iperico può ridurre l’efficacia di irinotecano imatinib mesilato. Per contro, in un altro studio si è evidenziato un possibile effetto positivo nel ridurne la tossicità
  • ANTIVIRALI per HIV: evitare l’assunzione contemporanea di iperico con Etravirina e Rilpivirina, poiché ne riduce l’efficacia; anche con l’Indinavir, da esperimenti su animali, si è osservata una riduzione di efficacia del farmaco in caso di contemporanea assunzione di iperico
  • Atorvastatina e Simvastatina (statine, ovvero farmaci per abbassare il colesterolo): l’iperico può ridurne l’efficacia nel controllo del colesterolo. Lo stesso effetto non si è però evidenziato con la Pravastatina.
  • Ciclosporina (immunosoppressore): l’iperico ne abbassa i livelli plasmatici, compromettendone l’efficacia in modo significativo. Si è tuttavia osservato che la stessa cosa non accade se si usa un estratto di iperico a basso tenore di iperforina.
  • CONTRACCETTIVI orali (etinilestradiolo, desogestrel): usare precauzione perché potrebbero manifestarsi fenomeni di sanguinamento e soprattutto riduzione dell’effetto anticoncezionale. Il problema sembra non presentarsi in caso di assunzione di iperico a basso tenore di iperforina.
  • Digossina (farmaco per il trattamento dell’insufficienza cardiaca): l’iperico ne riduce l’efficacia in modo significativo, per cui si sconsiglia l’uso concomitante.
  • Etoricoxib (antinfiammatorio non steroideo): la somministrazione contemporanea di iperico ne riduce i livelli ematici.
  • Fexofenadina (antistaminico): l’iperico ne aumenta l’eliminazione, riducendone l’effetto (prove condotte su animali).
  • Finasteride (alopecia androgenetica e ipertrofia prostatica benigna): il trattamento per due settimane con iperico riduce la quantità di farmaco circolante e quindi ne diminuisce l’efficacia
  • Gliclazide (ipoglicemizzante, usato in caso di diabete): il trattamento con iperico aumenta l’eliminazione del farmaco in modo significativo, riducendone l’efficacia. I pazienti diabetici in cura col farmaco e l’iperico devono essere attentamente monitorati
  • Ketamina (anestetico): l’iperico diminuisce significativamente l’esposizione alla s-ketamina, anche se dagli studi condotti non è emersa una diminuzione dell’effetto analgesico del farmaco. In caso di assunzione contemporanea si raccomanda un’attenta modulazione del dosaggio
  • Metadone (analgesico oppioide): l’iperico ne riduce i livelli plasmatici, per cui l’uso contemporaneo sarebbe da evitare
  • Metotrexate (immunosoppressore): la somministrazione contemporanea di iperico (al dosaggio di 150 o 300 mg/Kg) ne aumenta in modo significativo la tossicità
  • Midazolam (anestetico): l’iperico ne diminuisce i livelli ematici e l’efficacia, per cui andrebbe evitato
  • Nifedipina (vasodilatatore): l’iperico potrebbe ridurne la quantità circolante (esperimenti condotti su animali). Si raccomanda un attento monitoraggio in caso di assunzione concomitante.
  • Omeprazolo (antiacido): l’iperico ne riduce la quantità circolante. In caso di assunzione di entrambi i prodotti si raccomanda un attento monitoraggio delle dosi
  • Ossicodone (analgesico oppioide): evitare l’assunzione in contemporanea perché l’iperico riduce la concentrazione plasmatica del farmaco in modo significativo
  • Tacrolimus (immunosoppressore): l’iperico ne riduce i livelli ematici (tramite induzione del citocromo P-450) e quindi l’efficacia. Evitare l’assunzione concomitante
  • Verapamil (antipertensivo): l’iperico può ridurne i livelli ematici (tramite induzione del citocromo P-450) e quindi l’efficacia. In caso di assunzione concomitante si consiglia un attento monitoraggio delle dosi
  • Warfarin (anticoagulante): sono stati resi noti alcuni casi isolati di interferenza tra le due sostanze (probabilmente dovuta all’induzione del citocromo P-450). Usare precauzione.
  • Zolpidem (sedativo) l’iperico può ridurne i livelli ematici (tramite induzione del citocromo P-450) e quindi l’efficacia. Si sconsiglia l’uso concomitante.

Interazioni positive

  • Cisplatino (antitumorale): secondo quanto riportato da uno studio su animali [13], l’iperico avrebbe effetto protettivo sul danno renale prodotto dal farmaco, senza alterarne l’efficacia antineoplastica
  • Clopidogrel (anticoagulante): l’iperico può rappresentare una valida opzione per aumentare l’effetto antiaggregante del farmaco nei cosiddetti pazienti non responders. Effetti positivi sono stati riscontrati anche sull’inibizione dell’aggregazione piastrinica nei pazienti post intervento coronarico trattati con clopidogrel e iperico.

Interazione con altre erbe medicinali o integratori

Oltre che con i farmaci, l’iperico può interferire con l’azione di altre piante medicinali [10]:

  • Riso rosso fermentato, utilizzato per abbassare i livelli di colesterolo. Analogamente a quanto visto per le statine, l’assunzione di iperico può diminuirne l’efficacia
  • Analoghi della digossina (usata per l’insufficienza cardiaca), come l’Oleandro e la Digitale

Attenzione anche in caso di assunzione di integratori di Ferro: a causa della presenza di tannini, l’iperico può interferire con il corretto assorbimento del minerale.

Fonti e bibliografia

  1. Panminerva Med. 2018 Dec;60(4):156-160 Role in depression of a multi-fractionated versus a conventional Hypericum perforatum extract. Di Pierro F, Risso P, Settembre R.
  2. Mini Rev Med Chem. 2016;16(9):710-20. New Potential Pharmaceutical Applications of Hypericum Species. Marrelli M, Statti G, Conforti F, Menichini F.
  3.  Herbs and Natural Supplements- An evidence-based guide,4th ed. L.Braun, M.Cohen. Elsevier Editions
  4. J Nat Prod. 2010 May 28;73(5):1015-21.  Lessons learned from herbal medicinal products: the example of St. John’s Wort (perpendicular). Nahrstedt A, Butterweck V.
  5. Fitoterapia. 2011 Apr;82(3):474-80. Pharmacological studies in an herbal drug combination of St. John’s Wort (Hypericum perforatum) and passion flower (Passiflora incarnata): in vitro and in vivo evidence of synergy between Hypericum and Passiflora in antidepressant pharmacological models. Fiebich BL, Knörle R, Appel K, Kammler T, Weiss G.
  6. Cochrane Database Syst Rev. 2008 Oct 8;(4):CD000448. St John’s wort for major depression.  Linde K, Berner MM, Kriston L.
  7. Forsch Komplementmed. 2010 Mar;17(1):7-14. A hypericum extract in the treatment of depressive symptoms in outpatients: an open study. Melzer J, Brignoli R, Keck ME, Saller R.
  8. CNS Drugs. 2010 Mar;24(3):207-25. The efficacy of Hypericum perforatum (St John’s wort) for the treatment of premenstrual syndrome: a randomized, double-blind, placebo-controlled trial.  Canning S, Waterman M, Orsi N, Ayres J, Simpson N, Dye L.
  9. Menopause. 2010 Mar;17(2):326-31. Effect of St John’s wort on severity, frequency, and duration of hot flashes in premenopausal, perimenopausal and postmenopausal women: a randomized, double-blind, placebo-controlled study. Abdali K, Khajehei M, Tabatabaee HR.
  10. Psychosomatics. 2003 Jul-Aug;44(4):271-82. St John’s wort: a systematic review of adverse effects and drug interactions for the consultation psychiatrist. Hammerness P, Basch E, Ulbricht C, Barrette EP, Foppa I, Basch S, Bent S, Boon H, Ernst E; Natural Standard Research Collaboration.
  11. Syst Rev. 2016 Sep 2;5(1):148. A systematic review of St. John’s wort for major depressive disorder. Apaydin EA, Maher AR, Shanman R, Booth MS, Miles JN, Sorbero ME, Hempel S.
  12.  J Affect Disord. 2017 Mar 1;210:211-221. Clinical use of Hypericum perforatum (St John’s wort) in depression: A meta-analysis.  Ng QX, Venkatanarayanan N, Ho CY.
  13. Life Sci. 2007 Jun 20;81(2):103-8. Effect of pre-treatment with St John’s Wort on nephrotoxicity of cisplatin in rats. Shibayama Y1, Kawachi A, Onimaru S, Tokunaga J, Ikeda R, Nishida K, Kuchiiwa S, Nakagawa S, Takamura N, Motoya T, Takeda Y, Yamada K.
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Domande e risposte
  1. A cosa serve l’iperico?

    1. Dr. Roberto Gindro

      L’iperico è un estratto vegetale che trova principalmente applicazione nel trattamento di forme di depressione maggiore da lieve a moderata.

  2. Dopo quanto fa effetto?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Essendo il meccanismo d’azione (e gli effetti indesiderati) almeno in parte sovrapponibile ai classici antidepressivi, in genere ci si aspetta la comparsa dell’effetto dopo qualche settimana di assunzione regolare.

  3. Dove si compra?

    1. Dr. Roberto Gindro

      È possibile acquistare le diverse formulazioni a base di Iperico in farmacia, parafarmacia e presso l’erboristerie; si raccomanda di rivolgersi a personale qualificato che possa accertarsi che l’utilizzo non esponga il paziente a rischi di salute (legati a possibili effetti indesiderati ed interazioni).

  4. A cosa serve l’olio d’iperico?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Viene in genere usato per uso esterno nel trattamento di scottature, emorroidi, ferite minori, … grazie all’attività antinfiammatoria, analgesica, astringente e antibatterica.