Allergia alle graminacee ed altri pollini: sintomi, cause, rimedi

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Introduzione

L’allergia ai pollini (anche chiamata raffreddore da fieno o, più correttamente, rinite allergica) è una condizione molto diffusa che colpisce fino al 20% della popolazione, manifestandosi attraverso la comparsa, con severità variabile, di uno più dei seguenti sintomi:

Da questo punto di vista la condizione si sovrappone almeno in parte ad un raffreddore, ma in realtà possiamo individuare alcune importanti differenze con questo e con disturbi simili:

Segni/sintomi Sinusite Allergia Raffreddore
Durata della malattia Più di 10-14 giorni Variabile Meno di 10 giorni
Pressione / dolore facciale Talvolta Talvolta
Scolo nasale Biancastro o colorato Trasparente, sottile, liquido Denso, biancastro o sottile
Febbre Talvolta No Talvolta
Cefalea Spesso Talvolta Talvolta
Dolore all’arcata dentale superiore Talvolta No No
Alito cattivo Talvolta No No
Tosse Talvolta Talvolta
Congestione nasale Talvolta
Starnuti No Talvolta

Nel caso della rinite allergica stagionale i sintomi si manifestano poi solo in caso di contatto con il polline, una sostanza che si trova nell’aria sotto forma di polvere sottile rilasciata dalle piante come parte del loro normale ciclo riproduttivo; il polline contiene proteine che scatenano una risposta da parte del sistema immunitario dei soggetti allergici a livello delle mucose su cui vengono a contatto (naso, occhi, gola e seni paranasali), che diventano irritate, gonfie e infiammate.

Tra i pollini più a rischio di scatenare allergia troviamo:

  • graminacee,
  • ambrosia,
  • parietaria,
  • betullacee.

L’allergia può comparire a qualsiasi età, ma in genere esordisce nell’infanzia o durante l’adolescenza, in molti casi per poi migliorare con l’età (ed in alcuni soggetti fortunati, circa il 10-20%, addirittura andare in completa remissione).

Alcuni pazienti allergici possono manifestare reazioni più o meno marcate anche al contatto di specifici alimenti, a causa della cosiddetta cross-reattività (ossia a causa della somiglianza chimica che alcune molecole contenute esibiscono rispetto al polline).

Anche se non costituisce una seria minaccia per la salute, essere allergici può significare scontrarsi con alcune difficoltà più o meno serie nel quotidiano e per questo il paziente che soffre può andare incontro ad un peggioramento della propria qualità di vita.

Ad oggi non esiste purtroppo una cura per risolvere completamente il problema dell’allergia (benché va detto che con l’immunoterapia si siano fatti passi avanti), ma disponiamo di numerosi farmaci in grado di garantire una gestione ottimale dei sintomi.

Bambina che starnutisce a causa del polline

iStock.com/Attila Barabas

Cause

L’allergia primaverile ai pollini, così come qualsiasi altra allergia, è scatenata dal contatto con degli allergeni, ossia proteine erroneamente riconosciute come possibili minacce dall’organismo.

Nel corso di un processo chiamato sensibilizzazione il sistema immunitario individua per errore una sostanza innocua presente nell’aria come qualcosa di nocivo e comincia così a produrre anticorpi per difendersi; dal contatto successivo è quindi pronto a reagire rilasciando sostanze chimiche come l’istamina, in grado di attivare le difese e scatenare la reazione che determina i segni ed i sintomi fastidiosi della febbre da fieno.

Si tratta quindi di una reazione esagerata verso il polline (o un altro allergene).

Rinite allergica è il termine generale che indica una reazione delle prime vie aeree al contatto con specifiche sostanze (allergeni); può essere scatenata da allergeni stagionali come

  • polline d’alberi, comune in primavera;
  • pollini di graminacee, comune nella tarda primavera e in estate;
  • polline di erba, comune in estate e autunno;
  • spore di funghi e muffe, che possono peggiorare durante i mesi caldi,

o perenni

  • acari,
  • allergeni animali quali la saliva del gatto e i residui della pelle,
  • scarafaggi,
  • spore di funghi in ambienti chiusi o all’aperto e le muffe.

Il nome febbre da fieno non indica necessariamente un’allergia al fieno (che peraltro può contenere graminacee) e soprattutto, nonostante il suo nome, non causa febbre.

Fattori di rischio

I seguenti fattori di rischio possono aumentare il rischio di sviluppare allergie stagionali:

  • storia familiare di allergie,
  • presenza di asma o altre allergie (come la dermatite atopica),
  • sesso maschile,
  • nascita durante la stagione del polline,
  • essere un figlio primogenito,
  • esposizione al fumo di sigaretta durante il primo anno di vita.

La quantità di sole, pioggia e vento influisce moltissimo sulla quantità di polline presente nell’aria; nei giorni di pioggia il polline viene per esempio lavato via. Durante la stagione di fioritura di una determinata pianta questa rilascia grandi quantità di polline nell’aria, soprattutto nelle prime ore del mattino (dalle 5 alle 10 circa), ma con l’arrivo del caldo l’aria tende a salire e portare con sé gli allergeni, che scenderanno nuovamente verso le ore serali.

Sintomi

I sintomi delle allergie stagionali possono variare

  • da un soggetto all’altro,
  • da un giorno all’altro
  • e anche da un anno all’altro, in base alla quantità di polline presente nell’aria, alle condizioni atmosferiche e ad altri fattori.

I mesi dell’anno in cui compaiono i sintomi sono legati al periodo di fioritura della pianta cui si è allergici e, entro certi limiti, possono variare da un anno all’altro.

I sintomi si sviluppano in genere poco istanti dopo il contatto con l’allergene (per esempio il polline di graminacee o altra pianta) e possono includere:

  • naso che cola e congestione nasale,
  • prurito agli occhi o occhi che lacrimano,
  • starnuti,
  • tosse,
  • prurito al naso, sul palato o in gola

e più raramente

  • mal di testa,
  • dolore alle orecchie,
  • senso di pressione al petto e dolore facciale,
  • gonfiore agli occhi e occhiaie bluastre (occhiaie allergiche),
  • diminuzione del senso del gusto o dell’odorato.

I sintomi che possono interferire con le attività quotidiane ed avere un impatto sulla qualità della vostra vita comprendono inoltre:

In caso di soggetti asmatici i sintomi possono peggiorare durante i periodi di manifestazioni allergiche, in alcuni casi addirittura comparire SOLO in questi periodi (asma allergica):

Se siete sensibili agli allergeni che si sviluppano dentro casa, quali gli acari della polvere, gli scarafaggi, muffe o peli di animali domestici, i sintomi si possono verificare tutto l’anno.

Anche se le reazioni allergiche possono cominciare a qualsiasi età, è molto probabile che si sviluppino durante l’infanzia o all’inizio dell’età adulta, ma è abbastanza comune osservare un cambiamento della sensibilità nel corso degli anni: per la maggior parte delle persone i sintomi tendono a diminuire lentamente, spesso per decenni, anche se è purtroppo raro assistere a una completa risoluzione.

Allergie crociate

Alcuni alimenti, in particolar modo vegetali, possono indurre reazioni inaspettate (prurito e gonfiore alle labbra ed in bocca per esempio) perché responsabili di allergie crociate; in questi casi si consiglia di evitarli o consumarli in seguito a cottura.

  • I pazienti allergici alle betulacee dovrebbero prestare attenzione a carote, mele, nocciole, pere, finocchi, noci, ananas, ciliege, albicocche, banane, susine, prugne e fragole.
  • I pazienti allergici alle graminacee dovrebbero invece fare attenzione a melone, pomodori, angurie, arance, kiwi ed in alcuni casi anche a avena, frumento, orzo, segale e mais.
  • Infine i pazienti allergici alla compositae evitino sedano, anguria, melone, banana, zucchino, cetriolo, carote e prezzemolo.

La reazione è dovuta ad una somiglianza chimica tra alcuni allergeni presenti negli alimenti e quelli del polline; in genere se non si manifestano reazioni verso gli alimenti indicati o altri, non è necessario evitarli.

Quando chiamare il medico

Nella maggior parte dei casi i sintomi delle allergie stagioni possono essere ben controllati attraverso l’uso consapevole di farmaci da automedicazione, ma se:

  • i sintomi non fossero gestiti adeguatamente,
  • il paziente fosse un bambino,
  • il paziente manifestasse complicazioni come sinusite o asma,
  • i farmaci in uso causassero effetti collaterali,

si raccomanda di fare il punto con il medico curante o con un allergologo.

Molte persone, specialmente i bambini, si abituano ai fastidiosi sintomi del raffreddore da fieno, ma non si deve per forza sopportare il peso, perché con il giusto trattamento si possono ridurre i disturbi. In alcuni casi il trattamento può aiutare a prevenire delle più gravi condizioni allergiche come asma ed eczema.

Nel caso di sintomi invalidanti si potrebbe poi pensare all’immunoterapia.

Pericoli

Altri problemi di salute che spesso si verificano lungo con la febbre da fieno sono:

  • Asma. Se si soffre di asma si possono manifestare segni e sintomi quali
    • difficoltà respiratorie,
    • respiro corto,
    • una sensazione di tensione al torace,
    • tosse
    • e respiro affannoso.
  • Eczema. Chiamata anche dermatite atopica, questa condizione provoca
    • prurito,
    • gonfiore e rossore della pelle.
  • Sinusite. Una prolungata congestione sinusale causata della febbre da fieno può aumentare la suscettibilità alla sinusite, un’infezione o infiammazione della membrana che riveste i seni paranasali.
  • Infezione dell’orecchio. Nei bambini, la febbre da fieno è spesso un fattore di rischi per infezioni dell’orecchio medio (otite media).

Questo disturbo porta inoltre con sé conseguenze importanti sulla qualità di vita dei soggetti colpiti, che possono andare incontro a difficoltà più o meno accentuate sia a livello professionale che nel tempo libero, anche a causa di:

Gravidanza

Un’allergia durante la gravidanza può essere una condizione frustrante, perché

  • debilitante (i cambiamenti ormonali rendono la congestione nasale più comune durante la gravidanza)
  • più difficile da trattare farmacologicamente (nella maggior parte dei casi gli antistaminici sono controindicati).

Il ginecologo, in collaborazione con l’allergologo, di norma tenterà di gestire i sintomi con rimedi locali (colliri e spray, eventualmente cortisonici).

Diagnosi

In genere per una diagnosi ragionevolmente accurata è sufficiente per il medico ascoltare la descrizione dei sintomi, ma spesso è utile ricorrere a esami che permettano di chiarire con esattezza gli allergeni verso cui si manifestano i sintomi:

  • Test cutaneo tramite puntura. Durante il test della pelle (prick test), piccole quantità di estratti di allergeni purificati vengono iniettati nella pelle del braccio o attraverso la parte superiore della schiena per valutare poi eventuali reazioni cutanee successive. In caso di allergia quello che si osserva è infatti un pomfo, ovvero un gonfiore nel punto in cui è stata effettuata la puntura.
  • Esami del sangue per le allergie. Un test sul sangue è in grado di misurare la risposta del sistema immunitario ad un allergene, misurando la quantità di specifici anticorpi nel sangue, noti come anticorpi immunoglobuline E (IgE). Un campione di sangue viene inviato ad un laboratorio medico, dove può essere testato per la prova di sensibilità a possibili allergeni. È molto importante ricordare che il risultato è in questo caso una sorta di probabilità di manifestare reazioni allergiche verso quella specifica sostanza, perché in realtà:
    • Un esisto positivo non implica necessariamente che il soggetto ne manifesti i sintomi,
    • un risultato negativo non lo esclude con assoluta certezza.

Una diagnosi esatta è particolarmente utile in caso di

  • sintomi debilitanti,
  • andamento temporale inusuale (che può lasciare qualche dubbio sulla natura allergica della rinite),
  • in presenza di complicazioni.

Rimedi e cura

L’obiettivo del trattamento della rinite allergica è prevenire o ridurre i sintomi causati dall’infiammazione dei tessuti colpiti.

Il trattamento ideale è ovviamente evitare l’esposizione alla sostanza responsabile dei sintomi, ma nel caso dei pollini purtroppo questo è spesso difficilmente praticabile.

Sono per questo motivo stati messi a punto numerosi farmaci in grado di prevenire, alleviare o trattare i sintomi più fastidiosi delle riniti allergiche e,

  • con l’aiuto del farmacista nei casi più leggeri,
  • con la consulenza del medico curante nella maggior parte dei casi,
  • con la consulenza specialistica di un allergologo per le allergie più gravi

è possibile praticamente per ogni paziente trovare un soddisfacente equilibrio tra farmaci, effetti collaterali e sintomi.

Dal punto di vista farmacologico i corticosteroidi intranasali in forma di spray sono il rimedio di prima scelta per i sintomi persistenti, da affiancare eventualmente ad ulteriori opzioni quando non fosse sufficiente; le terapie di seconda linea includono

  • antistaminici,
  • decongestionanti,
  • antagonisti dei recettori dei leucotrieni
  • e i lavaggi nasali.

Se un bambino manifesta reazioni allergiche è opportuno parlare con il pediatra per il trattamento migliore da seguire. Alcuni farmaci sono approvati per l’uso nei bambini, mentre altri sono approvati solo per gli adulti. Se volete provare dei farmaci da banco per il vostro bambino, parlatene prima con il pediatra o con il farmacista.

Consigli generali

  1. In genere si consiglia di iniziare il trattamento (per bocca e/o nasale) circa due settimane prima della prevista manifestazione dei sintomi, in modo da garantire l’efficacia massima nei giorni di maggior concentrazione dei pollini.
  2. Nel caso di utilizzo di spray nasali aver cura di inclinare la testa in avanti (non indietro).
  3. Non aver paura di usare più farmaci contemporaneamente quando prescritti dal medico, nei casi più seri è normale associare medicinali diversi.
  4. Limitare l’uso di spray nasali decongestionanti a occasioni specifiche, perché l’utilizzo deve essere tassativamente limitato nel tempo; gli spray cortisonici invece possono essere usati anche sul lungo periodo.
  5. Per dare sollievo ai fastidiosi sintomi nasali il medico può raccomandare l’utilizzo regolare di lavaggi con acqua fisiologica, come per i bambini.

Per ulteriori consigli sulla gestione delle allergie clicca qui.

Antistaminici

Gli antistaminici sono disponibili in varie forme:

  • uso orale (per dare sollievo a tutti i sintomi),
  • colliri (per il prurito e la lacrimazione negli occhi),
  • spray nasali (per naso colante e starnuti).

Agiscono bloccando l’istamina, una sostanza pro-infiammatoria rilasciata dal sistema immunitario durante una reazione allergica. Gli antistaminici da banco più vecchi funzionano bene come quelli più recenti, ma spesso possono causare sonnolenza.

Possono essere assunti sia al momento dell’insorgenza dei sintomi che come prevenzione, soprattutto nei periodi o nelle condizioni a rischio (per esempio una passeggiata in montagna durante il periodo delle fioriture).

Cortisone

I farmaci cortisonici sono molto efficaci nel trattamento di ogni forma di allergia, grazie al loro effetto antinfiammatorio; in genere si utilizzano sotto forma di spray nasali perché, essendo assorbiti solo localmente, non causano i tipici effetti collaterali del cortisone sul lungo periodo. Sono particolarmente utili se:

  • gli antistaminici non sono sufficienti (possono essere associati),
  • gravidanza o allattamento.

Per molti pazienti sono i farmaci più efficaci per le allergie e sono spesso il primo farmaco prescritto. Ne sono degli esempi: fluticasone (Avamys®, Flixotide®, Flixonase®, …), mometasone (Nasonex®) e beclometasone (Becotide®). I corticosteroidi per via nasale rappresentano un trattamento sicuro a lungo termine per la maggior parte delle persone, gli effetti collaterali possono includere un sapore o un odore sgradevole e l’irritazione del naso.

Per raggiungere l’efficacia massima possono richiedere fino a 1-2 settimane di trattamento continuativo.

Si noti che stanno gradualmente diventando il farmaco di prima scelta nel trattamento delle allergie stagionali, soprattutto nei pazienti adulti; anche in Italia la tendenza è in atto da anni, ma negli Stati Uniti con le linee guida pubblicate nel novembre 2017 per la prima volta si indicano gli spray cortisonici come miglior trattamento iniziale, da associare eventualmente in un secondo momento a un antistaminico per via orale o per via intranasale.

Solo raramente viene usato cortisone per via orale. I farmaci cortisonici in forma di compressa o capsula, come il betametasone (Bentelan®) sono a volte utilizzati per alleviare i sintomi più gravi dell’allergia. Poiché l’uso a lungo termine dei corticosteroidi per via orale può causare effetti indesiderati gravi come la cataratta, l’osteoporosi e la debolezza muscolare, questi medicinali sono di solito prescritti solo per brevi periodi di tempo.

Decongestionanti nasali

Questi farmaci sono disponibili da banco (senza obbligo di ricetta medica) e sotto prescrizione, in forma liquida, come gocce e spray nasali.

I decongestionanti orali da banco comprendono: Rinazina®, Actifed®, Otrivin®, …

Poiché i decongestionanti per via orale possono aumentare la pressione sanguigna, è meglio evitarli se si soffre di pressione alta (ipertensione). I decongestionanti per via orale possono anche peggiorare i sintomi di ipertrofia prostatica (aumento delle dimensioni della prostata), rendendo più difficile urinare. È bene non usare uno spray decongestionante nasale per più di due o tre volte al giorno, perché può causare una ricaduta della congestione quando viene utilizzato più a lungo, ma soprattutto limitarne l’uso a un massimo di 5-6 giorni consecutivi.

Antagonisti dei leucotrieni

Il montelukast (Singulair®, Montegen®) è una compressa venduta dietro prescrizione medica ripetibile adottata per bloccare l’azione dei leucotrieni, sostanze chimiche del sistema immunitario che causano i sintomi dell’allergia come l’eccesso di produzione di muco.

Si è dimostrato efficace nel trattamento dell’asma allergica ed è anche efficace nel trattamento della febbre da fieno. Possibili effetti collaterali includono il mal di testa.

Gli effetti indesiderati meno comuni sono: dolore addominale, tosse, dolore dentale e vertigini. Come gli antistaminici questi farmaci non sono efficaci quanto i corticosteroidi per via inalatoria.

Immunoterapia

Se i farmaci non alleviano i sintomi dell’allergia alle graminacee od altro, il medico può raccomandare dei trattamenti specifici per l’allergia (immunoterapia o terapia di desensibilizzazione).

Per un periodo da tre a cinque anni, si ricevono iniezioni regolari contenenti estratti di allergeni purificati. L’obiettivo è quello di desensibilizzare a degli allergeni specifici, ridurre i segni ed i sintomi, e ridurre il bisogno di farmaci.

L’immunoterapia può essere particolarmente efficace se si è allergici ai peli di gatto, agli acari della polvere, al polline prodotto da alberi ed erbe. Nei bambini, l’immunoterapia può aiutare a prevenire lo sviluppo dell’ asma.

Purificatore d’aria

Sono disponibili da alcuni anni dispositivi più o meno portatili in grado di agire filtrando dall’aria ambientale gli allergeni presenti (oltre a odori sgradevoli, virus, fumo, …); si raccomanda di acquistarli solo se dotati di filtro HEPA (per cui esistono evidenze di beneficio, anche se magari limitate ad un unico ambiente).

Prevenzione

Purtroppo non c’è modo di prevenire la comparsa dei sintomi, se non evitando o riducendo il più possibile l’esposizione agli allergeni.

  • Tenere sempre le finestre chiuse in casa durante la stagione dei pollini.
  • Evitare di tenere fiori freschi in casa.
  • Passare regolarmente l’aspirapolvere in casa, meglio se con filtro certificato HEPA.
  • Passare regolarmente un panno umido sui mobili per rimuovere polvere e polline.
  • Non fumare e non esporsi al fumo passivo (in grado di irritare le mucose, peggiorando i sintomi allergici).
  • Non stendere i vestiti all’aperto.
  • Evitare di tagliare l’erba e in generale passare del tempo in zone a rischio.
  • Utilizzare occhiali da sole avvolgenti per proteggere gli occhi dal polline.
  • Farsi la doccia e cambiarsi i vestiti dopo essere tornato a casa, per lavare il polline.
  • Tenere i finestrini della macchina chiusi e assicurarsi che il filtro dell’aria sia sempre pulito.

Fonti e bibliografia

Domande e risposte
Cosa prendere per l'allergia al polline?
In genere i farmaci di prima scelta sono gli spray nasali cortisonici (non i decongestionanti!), ma in accordo con il farmacista o con il medico è possibile usare in alternativa (o in associazione) anche medicinali antistaminici.
È possibile acquistare senza ricetta medica formulazioni a dosaggio ridotto, ma spetto sufficienti a garantire un adeguato controllo dei sintomi.
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Domande e risposte
  1. Buongiorno, io da 3 o 4 mesi continuo ad avere il naso tappato. Io lavoro in un ambiente dove la polvere è al secondo posto dopo il vino (deposito per le cantine di vino). Per poter “respirare” uso ogni 8-10 ore una mezza spruzzata di spray nasale per narice e tutto ritorna come nuovo. Di continuo ho anche un fastidio pizzichio prima dell’ugola o comunque lì attorno, e non capisco se è per il continuo uso dello spray nasale o ciò polvere anche lì, starnutisco ben 3 o 4 volte di seguito anche 3 volte al giorno. Io di allergie non ne ho mai avute ma penso che questa sia proprio l’inizio di una. Non vorrei più usare lo spray, cosa mi consiglia lei? Grazie anticipatamente

    1. Dr. Roberto Gindro

      Come si chiama lo spray? se fosse un decongestionante raccomando di interromperlo subito per evitare danni alla mucosa nasale (vanno usati al massimo per 5-6 giorni, il tempo di un raffreddore), mentre se fosse un cortisonico ci sarebbero meno problemi.

      Il primo passo è una visita otorinolaringoiatrica per una diagnosi certa, una volta avuta quella (plausibile l’ipotesi di allergia) si valuterà come gestirla.

    2. Lo spray si chiama Narhimed. Adesso uso uno spray nasale che contiene cloridrato xylometazoline e dexpantenolo da quello che c’è scritto sopra. Molto probabilmente seguirò però il suo consiglio e prenoterò una visita. Grazie

    3. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Sì concordo col parere del Dott.Cimurro, non può continuare con lo spray per un tempo indefinito.

  2. La erba timothy.provoca l’allergia. A che famiglia di allergeni partire. ?ai pollini?

  3. Salve dottore preciso che ho fatto test e esami del sangue per allergia.ontano ambrosia betulla nocciolo.mi han detto che dovevo prendere pafinur fino a meta ottobre io lho preso fino a meta novembre e stavo bene.ora sospeso e ricomincio con starnuti e occhi rossi mi domando ma è ancora in giro almergia a queste piante.?

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      E’ possibile, a meno che non sia allergia anche a qualcos’altro.

  4. Da ragazzo ho sofferto tantissimo di allergia alle graminacee, dovevo andare avanti per mesi con antistaminici, colliri, … Ora ho 32 anni e, negli ultimi anni, i sintomi sono molto diminuiti, tanto che spesso non devo assumere nulla o quasi per tutta la stagione.

    Possibile che sia guarito?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Sì, è assolutamente possibile.

      Sfortunatamente è molto più comune un’evoluzione opposta, ossia un peggioramento negli anni, ma le confermo che alcuni pazienti vanno invece incontro a un naturale miglioramento.

  5. È possibile soffrire in inverno di allergia alle graminacee?

    1. Dr. Roberto Gindro

      In teoria no: https://www.anallergo.it/it/pazienti/calendario-pollinico.html ma in pratica non lo escludo alla luce delle variazioni climatiche di quest’anno; d’altra parte non è da escludere la possibilità di allergie ad altre piante o ad altre molecole (come gli acari, per esempio).

  6. Leggo dappertutto che non si può continuare sempre con xxxxxxx spray, ma ho provato a interromperlo e non respiro… come devo fare? Non riesco davvero a farne a meno.

    1. Dr. Roberto Gindro

      Purtroppo non è banale e tendenzialmente serve l’aiuto di un medico (idealmente l’otorinolaringoiatra, ma in prima battuta anche il medico curante può aiutarla); i percorsi di disintossicazione (si parla spesso di vera e propria dipendenza) prevedono in genere un passaggio più o meno brusco ad alternative quali spray cortisonici e di acqua di mare, ma è opportuna anche una valutazione fisica per escludere problemi anatomici (per esempio ai turbinati).