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Introduzione

Nel primo articolo abbiamo indagato, in linea generale, quali fossero le condotte generiche da seguire per affrontare un problema molto comune e a volte sottovalutato come l’aumento dei grassi circolanti nel sangue, colesterolo e trigliceridi in particolare.

In questo secondo articolo entriamo un po’ più nello specifico parlando dei singoli alimenti, in modo da poter scegliere consapevolmente, discriminando tra i cibi consumabili regolarmente e quelli che invece vanno considerati delle eccezioni.

È comunque necessario sottolineare che vale per tutti gli alimenti la regola generale del non esagerare, perché per assurdo anche troppa acqua può portare a sviluppare problemi seri.

Primi piatti e pane

La pasta, il riso e il pane possono essere considerati dei buoni alimenti, soprattutto quando consumati integrali e in dose corretta: la quantità di fibre e di proteine contenute è abbondante e aiuta la gestione del colesterolo.

Il consiglio è quello di consumare alimenti integrali almeno tre o quattro giorni a settimana, in modo da variare i menù giornalieri e assumere comunque alimenti nutrienti. Inoltre è possibile rivolgersi a qualcosa di un po’ più ricercato puntando su:

  • chicchi di farro o di orzo,
  • quinoa,
  • grano saraceno,
  • amaranto (quest’ultimo, nonostante il valore nutritivo simile agli alimenti elencati prima, va usato come condimento perché dopo la cottura forma una specie di gelatina a causa delle dimensioni ridotte del chicco).

Carne

Sono da preferire le carni magre come petto di pollo o tacchino e, in generale, le carni bianche.

Le carni rosse, quelle conservate, gli affettati e gli insaccati sono spesso troppo grassi per essere considerati una buona scelta. In particolare è il tipo di grasso a essere importante: questi alimenti apportano acidi grassi saturi, che sono tra le cause dell’aumento di lipidi nel sangue.

Anche diversi tagli di interiora, come la trippa o il cervello, ne sono ricchi.

Uova

Le uova di gallina sono una fonte economica di proteine e altri nutrienti, ma sono anche naturalmente ricche di colesterolo; se in passato questo rilievo aveva portato a consigliare prudenza nel caso di pazienti con problemi di ipercolesterolemia, la letteratura più recente sembra invece dimostrare che l’impatto effettivo sia sostanzialmente trascurabile, almeno fino a dosi pari a 6-7 uova alla settimana (da limitare maggiormente in caso di diabete).

La controversia era probabilmente legata alla presenza di colesterolo in quanto tale nel tuorlo, che tuttavia influenza in modo sostanzialmente trascurabile i livelli circolanti nell’organismo, a differenza dei grassi saturi (di cui invece l’uovo è relativamente povero). Da non dimenticare infine le numerose altre sostanze benefiche presenti, quali ad esempio luteina, zeaxantina, vitamine, …

Serve tuttavia attenzione nel modo in cui vengono cotte e consumato, il ricorso al burro, per esempio, impatta ovviamente in modo sostanziale (così come l’eventuale sale aggiunto andrebbe a peggiorare un eventuale quadro di pressione alta).

Nei casi in cui si desideri in ogni caso evitare il consumo di colesterolo alimentare è possibile optare per il solo albume, preziosa fonte di proteine nobili ma priva di grassi e di colesterolo.

Pesce

Il pesce migliore da preferire in caso di iperlipidemia è il pesce azzurro, ovvero il pesce oceanico pescato, perché ricco di acidi grassi omega-3.

Tra i pesci che ne sono più ricchi ricordiamo:

  • sgombro,
  • salmone,
  • acciuga,
  • aringa,

ma in generale tutto il pesce azzurro è accettabile.

Gli omega-3 sono un tipo di acidi grassi dimostratisi determinanti nell’abbassare i livelli di lipidi nel sangue, perciò sono sempre consigliati.

È importante tuttavia essere accorti nello scegliere il pesce: se il consumo è frequente vanno scelti pesci piccoli (aringhe e acciughe), perché purtroppo esiste il pericolo di inquinamento delle acque: i pesci più grandi possono infatti accumulare attraverso l’alimentazione tossine come mercurio e PCB, evento meno probabile nei pesci piccoli (un pesce grande mangia mille pesci piccoli accumulando nel suo organismo tutto il mercurio mangiato dalle sue prede).

Latte e latticini

Il latte è un buon alimento, non ha controindicazioni particolari, a patto che sia consumato scremato o parzialmente scremato, ovvero che il suo contenuto di grassi sia industrialmente ridotto. Anche il latte, infatti, apporta acidi grassi saturi, quindi scegliere un prodotto privo di grassi permette di non incrementare la lipidemia. Lo stesso discorso vale per i latticini.

  • I formaggi stagionati sono molto grassi, è bene quindi considerarli un’eccezione.
  • Per quelli freschi è possibile scegliere i prodotti a ridotto contenuto di grassi.
  • Anche gli yogurt andrebbero presi senza zuccheri e magari con pochi grassi.
  • Il burro ovviamente andrebbe considerato un’eccezione.

Le margarine sono un alimento derivato spesso da grassi vegetali, ma trattati industrialmente con un processo chiamato esterificazione. Il razionale è quello di trasformare gli acidi grassi dei vegetali, che sono generalmente polinsaturi, in saturi, perché in questo modo riescono a compattarsi e a temperatura ambiente (o quasi) hanno un aspetto solido, simile al burro.

Il risultato dal punto di vista nutrizionale è tuttavia ereditare gli stessi difetti dei grassi saturi, con l’aggravante che possono danneggiare anche le membrane cellulari.

Verdura

Tutte le verdure sono consigliate e devono costituire la base dell’alimentazione; apportano fibre, vitamine e minerali importanti per la salute e aiutano a gestire le situazioni di colesterolo alto.

Condimenti

Consigliati l’olio extravergine d’oliva (per il contenuto di acido oleico) e l’olio di semi di lino (per il contenuto di omega-3).

Altri tipi di oli sono da considerare saltuari, in quanto apportano acidi grassi polinsaturi omega-6, che sono importanti ma, se consumati in dosi elevate rispetto agli omega-3, sono considerati rischiosi più che benèfici. Il rapporto ottimale è di circa 4:1 tra omega-6 e omega-3, mentre per le persone che non seguono una dieta bilanciata è facile arrivare anche a 30:1.

Nessuna controindicazione all’uso dell’aceto.

Frutta e frutta secca

Tutta la frutta è consigliata, l’importante è non esagerare con quella troppo

  • zuccherata (uva, banana)
  • o grassa (avocado).

La frutta secca a guscio (noci, noccioline, anacardi, pistacchi, …) è spesso consigliata sulla base di un prezioso apporto di

  • acidi grassi omega-6 (che si consiglia di assumere con questi alimenti, quindi, più che con gli oli),
  • omega-3,
  • minerali e vitamine.

Può essere consumata come utile spezza-fame e si è dimostrata efficace nel trattamento delle iperlipidemie. Sono consigliate soprattutto le noci, che sono una discreta fonte di omega-3.

Quando è possibile sono da preferire le confezioni prive di sale (per esempio relativamente ai pistacchi).

Bevande

Le bevande zuccherate non sono consigliate, dovrebbero invece essere considerate delle eccezioni: l’apporto di zuccheri semplici aumenta soprattutto il rischio di innalzare i livelli dei trigliceridi (oltre naturalmente alla glicemia).

Anche le bevande alcoliche dovrebbero essere evitate, soprattutto in caso di trigliceridi alti: spesso chi ha livelli alterati di lipidi nel sangue ha già il fegato un po’ affaticato, aggiungere alcol non sembra una buona idea.

Dolci

Come per le bevande dolci e per le stesse ragioni, anche gli alimenti dolci dovrebbero essere normalmente evitati e consumati come eccezioni; a peggiorare la situazione sono inoltre i grassi di cattiva qualità che spesso vengono usati per la preparazione di dolci e prodotti da forno (industriali, ma non solo).

Fritti

Ovviamente anche i fritti vanno considerati eccezioni e, nel caso, per la loro preparazione vanno usati solo olio di arachide e olio extra vergine di oliva, per ridurre il rischio di produzione di radicali liberi ed altre sostanze pericolose a seguito della decomposizione degli oli con il calore.

Patatine fritte

iStock.com/Knaupe

Conclusioni

In tutti gli alimenti sconsigliati ho preferito scrivere “sono da considerare eccezioni” piuttosto che solo “vanno evitati”. La ragione è che, salvo condizioni di salute particolari (che dovrà valutare il medico e di cui il biologo nutrizionista dovrà essere informato), non c’è ragione per rinunciare per sempre e in ogni occasione a un determinato tipo di alimento.

Se il nostro problema sono i trigliceridi alti (e solo quelli) e stiamo seguendo con rigore e costanza una dieta per abbassarli ma siamo a una festa, non succede nulla se brindiamo con un bicchiere di spumante o prendiamo una fetta di torta.

È ovvio che, ad esempio, le indicazioni su pasta e pane non siano nemmeno da prendere in considerazione per un celiaco, così come l’alcol sarebbe totalmente bandito a chi soffre di cirrosi epatica, ma una persona altrimenti sana non dovrebbe rinunciare per tutta la vita a qualcosa solo perché sta seguendo una dieta, l’importante è che siano appunto eccezioni (il consumo di fritti quella volta che usciamo con i vecchi compagni di scuola, lo spumante alla festa di diploma del nipote, dei cioccolatini per San Valentino…) e non la quotidianità, in questo modo si può gestire meglio anche la restrizione alimentare data dalla dieta.

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Domande e risposte
  1. scusate ma in qualche trasmissione hanno definito lo sgombro e salmone non proprio adatti ad abbassare il colesterolo, sono stati definiti grassi? qualcuno dice il contrario. cioè che sono grassi che fanno bene. sapete darmi delucidazioni? grazie

    1. Dr. Roberto Gindro

      Le confermo che sono entrambi pesci ricchi di grassi omega-3 e quindi adatti allo scopo (più che altro aumentano il colesterolo buono HDL e abbassano i trigliceridi), vanno tuttavia consumati con moderazione per varie ragioni (affumicatura, mercurio, calorie, …).

    2. la ringrazio per le sue delucidazioni.

  2. Salve, ho 45 anni, sono alta 1.60 peso 56 kg. Ho fatto le analisi del sangue, ho il colesterolo molto alto: colesterolo totale 276, colesterolo HDL 70. Gli altri valori sono tutti nella norma. Fumo circa 15 sigarette al giorno. Una corretta alimentazione puo’ essere sufficiente per abbassare il colesterolo fino a 200? Grazie

    1. Dr. Roberto Gindro

      Dipende molto da quanto margine di miglioramento abbiamo.

    2. Mi puo’ consigliare qualche medicina omeopatica?
      Fino ad oggi la mia alimentazione è stata abbastanza corretta a parte per il consumo di carne rossa almeno 3/4 volte alla settimana

    3. Dr. Roberto Gindro

      1. Non credo all’omeopatia; in campo fitoterapico si ottengono buoni risultati con riso rosso fermentato e fitosteroli,
      2. ma ne parli con il medico perchè potrebbero non essere sufficienti nel suo caso.

    4. La ringrazio e le auguro una buona giornata

    5. È vero che il riso rosso fermentato contiene una statina?

  3. 203 di colesterolo totale è molto alto? Devo preoccuparmi?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Dipende dall’eventuale presenza di altri fattori di rischio cardiovascolari e dalla composizione, in quanto si dà sempre più importanza alle concentrazioni relative di colesterolo buono, cattivo e trigliceridi più che non al totale.