Tumore e rimedi naturali: la medicina alternativa

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Introduzione

Nonostante gli enormi progressi della medicina, purtroppo ad oggi ammalarsi di tumore significa perdere la vita entro 5 anni dalla diagnosi in un caso su tre (In Italia, la sopravvivenza media a cinque anni dalla diagnosi di un tumore maligno è del 54% fra gli uomini e del 63% fra le donne. Fonte AIRC) ed è quindi comprensibile che si prenda in considerazione la possibilità di intraprendere anche strade diverse rispetto alla medicina tradizionale.

Chi è affetto da un tumore desidera fare tutto quanto possibile per

Molti pazienti ricorrono a pratiche di medicina complementare ed alternativa, ad esempio attraverso

  • assunzione di integratori erboristici e alimentari,
  • agopuntura,
  • massaggi
  • yoga.

È sempre più comune sentir parlare di cure alternative, complementari, prodotti erboristici e cure vitaminiche, ma anche trattamenti depurativi e detossificanti in grado di curare ogni tumore.

Ci sono differenze tra questi approcci? Come si fa a sapere se queste pratiche nascondono pericoli? Come scoprire la loro reale efficacia?

In quest’articolo daremo alcune informazioni introduttive sul rapporto tra medicina complementare e alternativa e il tumore, riassumendo anche le ultime scoperte scientifiche in merito.

L’attenzione sarà rivolta in particolare ai pazienti a cui è stato diagnosticato un tumore, ma parleremo anche brevemente delle ricerche che sono state condotte su alcuni integratori alimentari ritenuti in grado di esercitare effetti preventivi.

Gli aspetti importanti da ricordare sempre sono tuttavia i seguenti:

  1. Non esiste IL tumore, ma esistono centinaia forme tumorali diverse, ognuno con le proprie caratteristiche, che rispondono a cure diverse e che sono associati a statistiche di sopravvivenza differenti.
  2. Le terapie complementari o alternative non dovrebbero mai sostituire le terapie convenzionali e non dovrebbero mai diventare una scusa per rinviare l’appuntamento con un medico.
  3. Ci sono poche prove scientifiche a sostegno dell’utilità di determinati approcci di medicina complementare o alternativa per la gestione di alcuni sintomi del tumore e degli effetti collaterali della terapia e, attualmente, non c’è alcuna prova sufficiente sull’efficacia delle terapie complementari o alternative nella prevenzione o nella cura dei tumori.
  4. Prima di ricorrere a qualsiasi terapia complementare o alternativa, i pazienti a cui è stato diagnosticato un tumore dovrebbero rivolgersi a un medico per curare la propria malattia: in questo modo non ci saranno interferenze tra le varie terapie. Ricordate sempre che alcuni integratori alimentari potrebbero interferire con le terapie antitumorali tradizionali.
  5. Quando si valutano le terapie alternative, bisogna fare attenzione alle promesse miracolistiche. Ricordate che tutto ciò che sembra troppo bello per essere vero, ad esempio la promessa che una certa terapia alternativa è in grado di curare il cancro, è solo una promessa e in alcuni casi può nascondere una truffa.

Prima di approfondire i numerosi concetti e le diverse sfaccettature che si nascondono dietro a questo tema, ricordiamo che è possibile fare molto a livello di prevenzione attraverso uno stile di vita migliore; smettere di fumare, mangiare più frutta e verdura, praticare più attività fisica, ridurre il consumo di alcolici e carni rosse, mantenere un peso adeguato sono comportamenti tanto conosciuti quanto sottovalutati e, ad oggi, nessun integratore o farmaco può garantire la stessa efficacia in termini di prevenzione.

Concludiamo infine sottolineando che sono ormai numerose le evidenze che dimostrano come l’assunzione di vitamine e principi attivi vegetali attraverso la dieta possa essere generalmente molto più utile ed efficace rispetto all’assunzione attraverso integratori.

Fotografia di un mortaio e pestello con piante all'interno

iStock.com/Avalon_Studio

Terapie convenzionali

Qualsiasi nuovo farmaco o terapia è ritenuto INefficace fino a prova contraria.

I medici devono quindi fare affidamento sui risultati di ricerche cliniche ben progettate e pubblicate su riviste scientifiche che garantiscano un’elevata affidabilità. Le pubblicazioni specialistiche sono riviste i cui articoli vengono studiati da altri medici e ricercatori esperti: prima di essere pubblicati, gli articoli sono esaminati per essere certi che raggiungano un certo standard di qualità.

Per provare che una terapia funziona non è sufficiente un solo esperimento clinico e il percorso che porta la nuova molecola a poter essere usata in ospedale è lungo e tortuoso; qualsiasi farmaco (non solo gli antitumorali) deve passare attraverso tutti i seguenti passi

  • si inizia con piccoli studi di laboratorio che avvengono perlopiù in provetta,
  • si passa alle sperimentazioni sugli animali,
  • seguono esperimenti su piccola scala sugli esseri umani sani per verificare la sicurezza del farmaco,
  • si procede poi alla verifica dell’efficacia del farmaco su su larga scala (sempre sugli esseri umani), e solo così si riesce a capire se una terapia è efficace oppure no.

Nel caso di successo il farmaco viene immesso sul mercato, ma la sperimentazione continua (attraverso nuovi controlli, comparazioni con i farmaci esistenti, segnalazione da parte degli utilizzatori di nuovi effetti collaterali, …) per sempre.

Le terapie convenzionali sono quelle che sono state testate seguendo le linee guida sopra descritte e che si sono rivelate sicure ed efficaci, o quantomeno con un rapporto rischio/beneficio favorevole (in alcuni casi è possibile accettare effetti collaterali anche gravi, se i benefici sono superiori).

Tumore e rimedi naturali

Le terapie complementari ed alternative sono un insieme di metodi, procedure e prodotti terapeutici che di solito non sono considerati come facenti parte della medicina convenzionale. È possibile ricorrere alle terapie alternative in affiancamento alla medicina tradizionale oppure, in certi casi, in sostituzione delle terapie tradizionali.

Sta inoltre prendendo piede il concetto di medicina integrativa, cioè di combinazione di terapie convenzionali e alternative di cui sono state dimostrate la sicurezza e l’efficacia.

Alcune terapie alternative si stanno ritagliando uno spazio autonomo nell’ambito delle terapie contro i tumori, non come metodi di guarigione alternativi alla terapia tradizionale, ma come approcci complementari in grado di aiutare i pazienti a sentirsi meglio.

Terapie complementari

Le terapie complementari sono effettuate contemporaneamente a quelle standard o convenzionali. Alcune terapie complementari possono essere utili per alleviare determinati sintomi del tumore, per alleviare gli effetti collaterali delle terapie antitumorali o migliorare il benessere del paziente. Ad esempio si può ricorrere

  • alla meditazione per diminuire lo stress,
  • all’agopuntura per ridurre il dolore o la nausea,
  • agli esercizi di immaginazione guidata per alleviare lo stress e il dolore durante le terapie.

Benché spesso non esistano prove documentate di reale efficacia, molte terapie complementari possono essere utilizzate in assoluta sicurezza, ma è indispensabile mettere sempre a conoscenza il proprio medico della volontà di ricorrervi, per verificare con lui che non ci siano controindicazioni.

È molto importante sottolineare che nessuno scienziato, nessun ricercatore e nessun medico rifiuta a prescindere un trattamento diverso da quelli proposti dalla medicina tradizionale, l’eventuale scetticismo nasce invece nel momento in cui non emergano prove convincenti da esperimenti scientifici condotti in modo rigoroso, come vedremo meglio in seguito.

Nella maggior parte dei casi, tuttavia, ci si limita a dire che le ricerche non sono state in grado di dimostrare l’efficacia della terapia contro un certo tipo di tumore o un certo disturbo.

Le terapie alternative nella cura dei tumori

Molti pazienti a cui è stato diagnosticato un tumore ricorrono alle terapie alternative e diverse ricerche hanno rivelato che nella maggior parte dei casi le aspettative non sono legate alla risoluzione del male, ma a una più ragionevole speranza di

  • fornire supporto alle difese immunitarie,
  • alleviare il dolore,
  • gestire meglio i sintomi della malattia e gli effetti collaterali terapia tradizionale.

Solo pochi pazienti affermano di ricorrere alla medicina alternativa perché delusi dalle terapie tradizionali e fanno quindi affidamento sulla medicina alternativa perché si aspettano dei benefici, perché desiderano tenere maggiormente sotto controllo la salute o perché ci credono senza riserve.

I sondaggi inoltre evidenziano che l’uso di integratori di vitamine e minerali è molto diffuso tra i pazienti oncologici e tra le persone guarite dal tumore, nonostante molti medici non ne siano a conoscenza.

Il punto di vista della scienza

L’efficacia e la sicurezza della medicina complementare per la cura dei tumori presentano ancora molti lati oscuri, tuttavia alcune terapie alternative sono state studiate con attenzione e ogni anno vengono intraprese molte nuove ricerche. Nel 2009, la Society for Integrative Oncology ha pubblicato alcune linee guida, basate su esperimenti clinici, che i medici dovrebbero tenere in considerazione quando propongono le terapie complementari ai pazienti oncologici, in affiancamento alle terapie tradizionali.

Le ricerche stanno anche prendendo in considerazione gli approcci alternativi usati in alcuni casi dai pazienti per diminuire il rischio di ammalarsi di tumore attraverso l’assunzione di diversi integratori di vitamine e minerali.

Un riassunto completo delle ricerche attualmente in corso è per forza di cose impossibile in questa sede, ma nei paragrafi seguenti riassumeremo brevemente lo stato dell’arte, con particolare attenzione ai risultati di alcune ricerche relative alla prevenzione, alla terapia e alle gestione dei sintomi e degli effetti collaterali del tumore.

La medicina alternativa e la prevenzione dei tumori

I ricercatori continuano a studiare il ruolo degli integratori di vitamine e minerali nella prevenzione dei tumori, tuttavia le prove finora raccolte non promuovono l’uso di questi integratori per questo scopo.

Un’analisi del 2007 relativa agli esperimenti clinici che esaminavano l’efficacia degli integratori multivitaminici/minerali nella prevenzione dei tumori ha evidenziato che sono state svolte poche ricerche di questo tipo e che i risultati della maggior parte degli esperimenti su larga scala sono imprecisi. Secondo il National Cancer Institute gli integratori seguenti sembrano inefficaci per la prevenzione dei tumori:

Due studi su larga scala, l’ATBC e il CARET, riguardanti rispettivamente l’uso dell’alfa-tocoferolo e del betacarotene nella prevenzione dei tumori e l’efficacia del betacarotene e del retinolo, hanno evidenziato che gli integratori contenenti betacarotene fanno addirittura aumentare il rischio di tumore al polmone tra i fumatori.

Un’analisi indipendente dei dati relativi all’uso del selenio e della vitamina E nella prevenzione dei tumori (ottenuti dal progetto SELECT finanziato dal NCCAM e da altre agenzie del NIH) ha dimostrato che gli integratori di selenio e di vitamina E, assunti insieme o singolarmente, non sono efficaci per la prevenzione del tumore alla prostata.

Un’analisi del 2003, realizzata dall’AHRQ (Agency for Healthcare Research and Quality) non è riuscita ad ottenere prove sufficienti dei benefici preventivi attribuiti a tre antiossidanti (vitamina C, vitamina E e coenzima Q10).

Un’analisi di 20 ricerche cliniche non ha trovato prove sufficienti a sostegno del fatto che gli integratori di antiossidanti siano in grado di prevenire i tumori dell’apparato digerente, anzi sembra aver evidenziato che alcuni di essi in realtà facciano aumentare la mortalità complessiva. Le ricerche hanno esaminato il betacarotene, il selenio e le vitamine A, C ed E. Solo il selenio, assunto singolarmente, ha fatto registrare una relativa efficacia in termini di prevenzione.

Le ricerche del National Cancer Institute indicano che un maggior apporto di calcio potrebbe essere collegato alla diminuzione del rischio di tumori colon-rettali, ma concludono che le prove disponibili non fanno propendere per l’assunzione di integratori di calcio per la prevenzione dei tumori di questo tipo.

Un’analisi del 2009 di 51 ricerche con più di 1,6 milioni di partecipanti evidenzia che le prove del collegamento tra il consumo di tè verde e la prevenzione dei tumori sono “insufficienti e discordanti”. La maggior parte delle ricerche compiute fino a oggi è stata realizzata con studi epidemiologici (osservativi) in varie zone dell’Asia. Gli autori dell’analisi sottolineano la necessità di esperimenti clinici meglio progettati per la valutazione del tè verde (sia liquido sia in compresse) nella prevenzione dei tumori.

Lo stesso Istituto Superiore di Sanità sottolinea il fatto che assumere vitamine non significa necessariamente averne dei vantaggi.

La medicina alternativa e la cura dei tumori

Gli integratori erboristici sono uno degli approcci terapeutici alternativi usati con maggior frequenza dai pazienti oncologici. Un’analisi del 2008, condotta sulla letteratura relativa alla ricerca, ha concluso che alcuni principi attivi erboristici usati nella medicina ayurvedica e nella medicina tradizionale cinese potrebbero essere utili per la terapia antitumorale, tuttavia le prove scientifiche sono scarse: molte delle ricerche relative al rapporto tra le sostanze erboristiche e le terapie antitumorali sono ancora in fase embrionale. L’analisi puntualizza anche che le sostanze erboristiche possono avere effetti collaterali e interagire con i farmaci antitumorali, con gli anticoagulanti e con altri farmaci, nonché tra di loro.

Non è chiaro se l’uso degli integratori di vitamine e di minerali da parte dei pazienti oncologici sia vantaggioso o dannoso, ad esempio assumere quotidianamente un integratore multivitaminico potrebbe migliorare la situazione nutrizionale dei pazienti che non sono in grado di seguire una dieta sana, ma c’è la preoccupazione che alcuni integratori possano interagire con la terapia antitumorale oppure far aumentare il rischio di recidive. Gli studi a questo proposito danno risultati incoerenti o non conclusivi. Inoltre sono necessarie ricerche ben progettate per capire meglio la connessione tra l’uso degli integratori di vitamine e di minerali e l’efficacia, la ricorrenza, le percentuali di sopravvivenza e la qualità della vita dei pazienti affetti da tumore.

Alcune ricerche hanno evidenziato che l’assunzione di antiossidanti può dare benefici in caso di tumore, ma non ci sono ancora prove sufficienti a favore del loro uso nei pazienti oncologici. Un’analisi dell’AHRQ del 2003 relativa alle ricerche su tre antiossidanti (vitamina C, vitamina E e coenzima Q10) non ha permesso di individuare prove sufficienti di benefici terapeutici. L’uso degli antiossidanti durante la chemioterapia o la radioterapia non è ancora stato sufficientemente studiato, tuttavia un’analisi del 2008 di alcune pubblicazioni di ricerca suggerisce che gli integratori di antiossidanti potrebbero far diminuire l’efficacia della chemioterapia e della radioterapia.

Medicina alternativa per i sintomi e gli effetti collaterali dei tumori

Le ricerche hanno dimostrato che l’agopuntura, in alcuni pazienti, è utile per affrontare meglio il vomito provocato dalla chemioterapia.

Le ricerche relative all’uso dell’agopuntura per il controllo del dolore e degli altri sintomi dei tumori sono ancora scarse, tuttavia alcune ricerche hanno evidenziato effetti positivi che giustificherebbero ulteriori indagini. Un’analisi empirica del 2008 relativa alle diverse opzioni terapeutiche per la nausea e il vomito nei pazienti oncologici afferma che l’agopuntura è una possibilità da tenere in considerazione.

Diverse ricerche, inoltre, evidenziano possibili benefici delle terapie alternative come l’ipnosi, la massoterapia, la meditazione e lo yoga per la gestione degli effetti collaterali e dei sintomi del tumore. Ad esempio, una ricerca condotta su 380 pazienti con tumori in stadio avanzato, ha concluso che la massoterapia può rappresentare un sollievo immediato e che addirittura la pranoterapia può essere utile. La pranoterapia è l’imposizione di entrambe le mani su determinate zone dell’organismo e può essere effettuata dai famigliari e dai volontari. Questa ricerca è stata effettuata in 15 hospice, strutture ospedaliere in cui i pazienti oncologici ricevono le cure palliative.

Un’analisi del 2008 sulla letteratura relativa al rapporto tra i principi attivi di origine vegetale e i tumori ha concluso che, anche se diverse sostanze sembrano promettenti per la gestione degli effetti collaterali e dei sintomi come nausea, vomito, dolore, affaticamento e insonnia, le prove scientifiche sono insufficienti (chi ha condotto la ricerca non ha trovato prove sufficienti per consigliare una determinata terapia) e molti esperimenti clinici non sono stati progettati bene. Come nel caso della terapia antitumorale, l’uso di sostanze fitoterapiche per il controllo dei sintomi desta preoccupazioni per le eventuali interazioni con i farmaci antitumorali, con altri farmaci e con gli altri principi attivi di origine vegetale.

Sicurezza

Spesso si ritiene che un approccio alternativo naturale nella peggiore delle ipotesi non faccia nulla, ma non è così:

Le terapie alternative possono far male al paziente se ritardano il ricorso ai metodi standard, oppure perché sono di per sé dannose anche se naturali.

Infatti:

  • ritardare il trattamento può diminuire le probabilità di remissione del tumore,
  • alcuni approcci complementari possono interferire con le cure tradizionali, ad esempio l’iperico, utilizzato per la depressione, può interagire pericolosamente con i farmaci tradizionali,
  • altri approcci complementari possono essere dannosi se usati in modo inappropriato. Ad esempio una seduta di massaggi può essere di grande aiuto per alleviare stress e ansie, ma deve essere evitata la manipolazione delle zone in cui è presente il tumore comunque irritate dalla terapia (la pelle potrebbe essere più delicata e sottile, per esempio).

È importante ricordare infine che alcune delle terapie che noi etichettiamo come non convenzionali in realtà sono usate in altre culture da migliaia di anni, come nel caso della medicina tradizionale cinese o delle tecniche di guarigione degli indiani d’America. Questi approcci meritano grande rispetto e sono spesso oggetto di sincero interesse da parte della medicina, ma un utilizzo vecchio di secoli non può in alcun modo sostituire la verifica di efficacia attraverso un esperimento condotto in modo scientifico.

Molte persone scelgono le terapie alternative o complementari perché ritengono che non abbiano effetti collaterali: purtroppo le cose non stanno sempre così. Il problema più grave è il fatto che il ricorso a queste terapie può far posticipare le terapie tradizionali, permettendo così al tumore di crescere e di diffondersi in altre parti dell’organismo.

Un altro problema è la sicurezza: alcune vitamine e specifici estratti erboristici possono far aumentare il rischio di tumori e di altre malattie, soprattutto se assunti in dosi elevate.

Se vi è stato diagnosticato un tumore e volete ricorrere alle terapie alternative:

  1. Raccogliete informazioni sul prodotto o sulla terapia alternativa che vi interessa e poi parlatene con i vostri medici curanti. Se vi è stato diagnosticato un tumore è più che mai importante chiedere consiglio ai medici prima di usare un qualsiasi prodotto o una qualsiasi terapia alternativa. Alcuni prodotti di questo tipo potrebbero interferire con le terapie convenzionali o potrebbero farvi del male se usati contemporaneamente alla terapia tradizionale. Tra le domande da rivolgere ai medici ricordiamo:
    1. Che cosa si sa dei benefici e dei rischi di questo prodotto o di questa terapia? I rischi sono maggiori dei benefici?
    2. Quali sono i potenziali effetti collaterali?
    3. Questo prodotto o questa terapia interferiranno con la terapia tradizionale?
    4. Può consigliarmi uno specialista che si occupa di medicina alternativa?
  2. Non usate le terapie alternative in sostituzione delle terapie tradizionali o come scusa per rinviare un colloquio o una visita dal vostro medico
  3. Informate i vostri medici curanti se usate dei prodotti alternativi o seguite delle terapie non convenzionali. Siate precisi ed elencate tutte le terapie che seguite, in questo modo la terapia potrà essere sicura, perché i farmaci non interferiranno tra di loro.

Alcune precauzioni per i pazienti oncologici

  1. Alcuni integratori alimentari possono interferire con le terapie antitumorali, ad esempio l’iperico può diminuire l’efficacia di determinati farmaci antitumorali e dosi massicce di vitamine (ad esempio di vitamina C) potrebbero interferire con la chemioterapia e la radioterapia. Bisogna anche valutare la possibilità di alcuni problemi meno evidenti, come il fatto che certi integratori acquistati attraverso canali non ufficiali potrebbero contenere ingredienti non elencati sull’etichetta.
  2. Le complicazioni dell’agopuntura sono molto rare, almeno finché lo specialista usa aghi sterili e procedure corrette. La chemioterapia e la radioterapia indeboliscono il sistema immunitario, quindi i pazienti che si sottopongono a queste terapie dovrebbero accertarsi che lo specialista segua scrupolosamente le precauzioni igieniche; ad esempio dovrebbe usare aghi usa e getta diversi per ogni paziente.
  3. In generale la massoterapia sembra essere sicura, però i pazienti oncologici dovrebbero chiedere consiglio al proprio medico curante prima di sottoporsi a un massaggio che comporti pressioni prolungate o intense. Di solito è sconsigliabile qualsiasi pressione diretta sulla zona affetta dal tumore.

Perché è così difficile capire se le terapie complementari o alternative sono efficaci?

Effetto placebo

È piuttosto comune che i pazienti si sentano meglio dopo aver ricevuto una terapia che ritengono efficace: questo risultato è detto effetto placebo ed è una forma di aspettativa emotiva. Effetto placebo significa che, se il paziente si aspetta che la terapia sia efficace, si sentirà meglio dopo averla ricevuta, anche se la terapia in realtà non ha alcuna azione sul disturbo; la durata nel tempo di norma è limitata (alcune ore) e probabilmente è legata alla capacità intrinseca dell’organismo di alleviare il dolore o specifici sintomi.

Le aspettative emotive possono agire anche in un senso meno piacevole. Chi si aspetta che una terapia forte abbia degli effetti collaterali potrà più facilmente soffrire di

  • mal di testa,
  • affaticamento,
  • nausea
  • o altri sintomi

anche se in realtà gli viene somministrata una terapia simulata. In questo caso si parla di effetto nocebo. Quest’effetto è uno dei motivi per cui nelle ricerche scientifiche gli effetti collaterali sono elencati sia per il gruppo di pazienti a cui è stato somministrato il placebo sia per quello che riceve la terapia vera e propria.

Chiaramente nei casi in cui non sono state effettuate ricerche scientifiche (oppure se le ricerche non prevedono un gruppo di controllo) è impossibile distinguere l’effetto dell’aspettativa emotiva da alcuni degli effetti di breve termine della terapia.

L’effetto placebo potrebbe servire per spiegare una delle ragioni per cui i pazienti continuano a usare certi tipi di farmaci o metodi alternativi che in realtà non hanno alcun effetto sulla malattia. Se si sentono meglio per alcune ore, può valere la pena continuare a usare il metodo, a patto che non sia dannoso per la loro salute; occorre comunque ricordare che il metodo in questione non avrà gli stessi effetti per tutti i pazienti.

I test non sono obbligatori

Gli organismi di controllo, tanto in Europa quanto in America, non obbligano le aziende a testare gli integratori alimentari prima che siano messi in commercio, anche se alcuni requisiti sanitari devono essere rispettati.

Gli altri metodi, ad esempio la massoterapia, l’agopuntura e la meditazione si sono imposti all’attenzione del grande pubblico senza che fosse necessario alcun esame.

Sperimentazione

A chiunque piacerebbe trovare una cura universale per il tumore, ma non c’è modo di sapere se le guarigioni miracolose riportate su Internet siano storie vere o inventate; anche ammettendo che siano resoconti reali di quanto successo, non abbiamo modo di sapere cosa sia successo dopo, ma soprattutto non possiamo stabilire con certezza se l’eventuale miglioramento sia da attribuirsi alla terapia complementare o ad altro.

Per dare risposta a queste domande l’unica strada praticabile è una sperimentazione clinica controllata, che permetta di verificare su un elevato numero di persone, che siano il più possibile rappresentative della popolazione, la reale efficacia del trattamento.

Per realizzare un esperimento clinico ben fatto occorrono tempo e denaro e la durata dell’esperimento dipende in parte da ciò che viene testato, ad esempio ci possono volere diversi anni per dimostrare che una certa terapia migliora la sopravvivenza.

Alcuni degli esperimenti clinici effettuati sui metodi complementari seguono procedure diverse da quelli sui farmaci o sulle altre terapie standard. In alcuni casi la ricerca può non prevedere alcun gruppo di controllo oppure può non essere in doppio cieco (i ricercatori cioè sanno quali pazienti ricevono il placebo e quali la terapia standard). Se la ricerca non è in doppio cieco, i risultati possono essere falsati. Quando si studiano determinati metodi, ad esempio l’agopuntura e la pranoterapia, è quasi impossibile ideare un placebo per il gruppo di controllo, ma negli anni sono state messe a punto metodologie che permettono di aggirare questi problemi e quindi testare in modo rigoroso e obiettivo il trattamento.

L’aspetto chiave è che, come detto all’inizio, qualsiasi approccio va considerato inutile fino a prova contraria, ma la prova può solo emergere da studi controllati e scientifici.

Fonti principali

Segnalo per approfondire il sito MedBunker, una vera e propria miniera di informazioni sull’argomento, trattato con obiettività e spirito scientifico.

Bibliografia

https://healthy.thewom.it/gravidanza/acido-folico-e-gravidanza/
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