Adenoma ipofisario (prolattinoma): sintomi e cura

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Introduzione

 

L’ipofisi è una piccola ghiandola a forma di fagiolo situata alla base del cervello. Nonostante le dimensioni ridotte, è in grado di influenzare quasi ogni parte dell’organismo, i suoi ormoni contribuiscono infatti a regolare importanti funzioni come

  • la crescita,
  • la pressione sanguigna
  • e diversi meccanismi legati alla riproduzione.

I tumori che colpiscono l’ipofisi sono generalmente adenomi, ovvero benigni, mentre solo nel 0,2% dei casi sono maligni (carcinomi).

Il prolattinoma è un tumore benigno dell’ipofisi ed è una delle diverse tipologie di tumori che possono svilupparsi in questa sede; la caratteristica peculiare di questo tumore è quella di produrre una quantità eccessiva di prolattina, il cui effetto principale è la diminuzione dei livelli di altri ormoni sessuali, estrogeni nelle donne e testosterone negli uomini.

I sintomi che caratterizzano questa condizione sono da riferire proprio all’eccessiva produzione di prolattina (per esempio produzione di latte e irregolarità del ciclo mestruale nella donna, disfunzione erettile nell’uomo) e alla pressione esercitata dal tumore sulle strutture circostanti (per esempio difficoltà di visione).

La prognosi è in genere eccellente, anche se in alcuni casi può essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico.

Ricostruzione grafica della posizione dell'ipofisi

iStock.com/MedicalArtInc

Cause

Anche se piccoli tumori ipofisari benigni sono abbastanza comuni nella popolazione generale, i prolattinomi in grado di dare mostra di sé sono rari. Si tratta del tipo più comune di tumore ipofisario (adenoma), che di fatto costituisce almeno il 30% di tutti gli adenomi che colpiscono l’ipofisi (e che peraltro sono di norma quasi sempre benigni).

La causa di formazione rimane ad oggi sconosciuta:

  • non sembra esserci nemmeno familiarità;
  • molti farmaci sono responsabili di un aumento della prolattina circolante, ma in nessun caso possono favorire la comparsa di prolattinomi.

Si tratta di una condizione più comune nelle donne (colpite cinque volte più degli uomini, in particolare nell’età compresa tra i 20 e i 50 anni), mentre è molto raro il riscontro nei bambini.

Negli uomini sono invece più frequenti gli adenomi di grandi dimensioni (macroadenoma).

Sintomi

I sintomi più comuni del prolattinoma sono:

ma in molti casi l’adenoma è del tutto asintomatico, soprattutto nell’uomo.

I segni e sintomi eventualmente presenti derivano essenzialmente da:

  • un’eccessiva quantità di prolattina nel sangue (iperprolattinemia),
  • pressione sui tessuti circostanti quando il tumore è di grandi dimensioni, come nel caso del chiasma ottico.

Poiché la prolattina elevata può disturbare il sistema riproduttivo, alcune manifestazioni sono specifiche per i due sessi (nelle donne in genere i sintomi si manifestano prima, ossia in presenza di adenomi anche di piccole dimensioni).

Donne

Nelle donne alti livelli di prolattina nel sangue sono spesso causa di infertilità e di irregolarità del ciclo mestruale, che in alcuni casi si blocca del tutto (amenorrea);

Frequente è la comparsa di una secrezione bianca dai seni nonostante l’assenza di gravidanza (galattorrea) e molto comune è anche una riduzione del desiderio sessuale.

I rapporti sessuali possono diventare dolorosi a causa della secchezza vaginale.

Può talvolta comparire irsutismo (comparsa eccessiva di peluria) e acne.

Uomini

Negli uomini il sintomo più comune di prolattinoma è la disfunzione erettile; poiché non ci sono sintomi eclatanti come le irregolarità mestruali, spesso nella popolazione maschile viene rimandata la visita dal medico fino alla comparsa di altri sintomi, come ad esempio mal di testa o problemi alla vista, causati dalla pressione della ghiandola contro i nervi ottici.

Compare poi una graduale perdita della libido, che talvolta passa inosservata fino al momento in cui la terapia non ripristina un normale desiderio e interesse sessuale.

Pericoli

La principale complicazione cui si può andare incontro in caso di prolattinoma non curato è l’osteoporosi, ossia una progressiva riduzione della massa ossea con conseguente rischio di fratture, a causa della riduzione della produzione degli ormoni sessuali.

Gli adenomi di grandi dimensioni potrebbero causare complicanze a causa della pressione esercitata sulle strutture circostanti, per esempio:

  • nervo ottico: problemi eventualmente permanenti alla vista,
  • ipofisi: ipotiroidismo, insufficienza surrenalica e deficit di ormone della crescita,
  • cervello: forti mal di testa che non rispondono ai classici antidolorifici.

Una trasformazione in tumore maligno è invece rarissima.

Gravidanza

In presenza di un piccolo prolattinoma (microadenoma) in genere non ci sono particolari ostacoli nella ricerca di gravidanza dopo un’appropriata terapia, soprattutto in caso di gravidanze portate a termine con successo in precedenza.

È tuttavia consigliabile, PRIMA di iniziare la ricerca, fare sempre riferimento all’endocrinologo per fare il punto della situazione; in genere verrà prescritta

  • una risonanza magnetica per stabilire con certezza l’attuale dimensione dell’adenoma,
  • una visita oculistica per evidenziare e curare eventuali problemi.

Dal momento in cui il test di gravidanza diventa positivo viene in genere sospesa la terapia farmacologica in corso.

Durante la gravidanza in tutte le donne si osserva un aumento della produzione di prolattina e un aumento della dimensione dell’ipofisi, quindi a maggior ragione nelle donne affette da prolattinoma servirà qualche verifica in più per monitorarne l’andamento; si noti in ogni caso che meno del 3% delle future mamme con microadenoma (ossia tumori di piccole dimensioni) manifesteranno sintomi significativi (come mal di testa o problemi di vista). In caso di macroadenoma il rischio sale a circa il 30%.

Nel caso di comparsa di sintomi legati a una possibile crescita del tumore, come ad esempio:

si raccomanda di rivolgersi rapidamente allo specialista; in questi casi può essere necessario riprendere il trattamento farmacologico (in genere si preferisce la bromocriptina, che sembra avere maggiori evidenze di sicurezza in gravidanza).

Diagnosi

In caso di sintomi dubbi verrà  probabilmente consigliato al paziente di sottoporsi a un esame del sangue per rilevare la concentrazione di prolattina in circolo; nel caso in cui venissero trovati valori superiori alla norma al paziente verrà prescritta una verifica degli ormoni tiroidei, perché spesso la causa è da cercare in disfunzioni della tiroide.

Nel caso di tiroide normo-funzionante verrà probabilmente prescritta una risonanza magnetica, per evidenziare l’eventuale presenza dell’adenoma e stabilirne la dimensione.

In caso di conferma della diagnosi potrebbe essere necessario un esame della vista, per verificare possibili compromissioni della visione.

Cura e terapia

I principali obiettivi della terapia del prolattinoma sono volti a

  1. ridurre i livelli circolanti di prolattina,
  2. ridurre la dimensione del tumore (quando necessario),
  3. correggere eventuali difetti visivi,
  4. ripristinare la normale funzione dell’ipofisi.

Perseguendo questi obiettivi eventuali sintomi andranno a risolversi e si preverranno inoltre le potenziali complicazioni.

Quando possibile, quindi nel caso di tumori di piccole dimensioni, il trattamento è essenzialmente farmacologico, mentre nel caso di tumori più grandi è possibile e talvolta necessario ricorrere a interventi più invasivi.

Farmaci

I farmaci somministrati per via orale spesso possono diminuire la produzione di prolattina ed eliminarne i sintomi.

I farmaci di prima scelta imitano gli effetti della dopamina, la sostanza utilizzata dal cervello per ridurre la produzione di prolattina, ma a differenza di questa sono molto più potenti e a lunga durata. I più comunemente prescritti sono la bromocriptina (Parlodel®) e la cabergolina (Dostinex®).

La bromocriptina viene preferita soprattutto nelle donne in cerca di gravidanza.

Vertigini, nausea e naso chiuso sono effetti collaterali comuni di questi farmaci, che tuttavia spesso possono essere minimizzati iniziando il trattamento con una dose molto bassa e aumentandola gradualmente. La cabergolina ha effetti collaterali meno frequenti e meno gravi, ma è più costosa della bromocriptina e più recente, quindi il suo grado di sicurezza a lungo termine non è stato ben definito. Si sono verificati rari casi di danno alle valvole cardiache dovuti alla cabergolina. Alcune persone possono anche sviluppare comportamenti compulsivi durante l’assunzione di questi farmaci, come il gioco d’azzardo.

Se il farmaco riduce efficacemente il tumore e il livello di prolattina rimane normale nei due anni successivi il medico può consigliare di provare ad interrompere il trattamento.

Con l’utilizzo di questi medicinali si osserva una riduzione delle dimensioni del prolattinoma e il ripristino di normali livelli dell’ormone in circa 4 pazienti su 5. È importante che la terapia non venga interrotta bruscamente, ma sempre sotto controllo medico, in quanto andrà verificata la concentrazione di prolattina nel sangue per evidenziare nuovi aumenti.

Intervento chirurgico

Se la terapia farmacologica non è sufficientemente efficace o non è tollerata dal paziente, l’intervento chirurgico per l’asportazione del tumore pituitario può diventare un’opzione praticabile; in alcune circostanze può essere necessario associare i due approcci, farmacologico e chirurgico.

Nella maggior parte dei casi il chirurgo andrà a rimuovere il tumore passando attraverso le cavità nasali, mentre più rara è la necessità di accedere direttamente dal cranio.

Soprattutto nel primo caso la probabilità di incappare in complicazioni è bassa, perchè nessun’altra area del cervello viene toccata durante l’intervento e non rimangono cicatrici visibili.

L’esito dell’intervento chirurgico dipende

  • dalla dimensione e dalla posizione del tumore,
  • dai livelli di prolattina prima dell’intervento chirurgico,
  • dall’esperienza del chirurgo.

Maggiore è il livello di prolattina prima dell’intervento, minore è la probabilità che la produzione possa tornare alla normalità in seguito.

Radioterapia

Per le persone che non rispondono ai farmaci e che non sono candidabili all’intervento chirurgico (o in cui questo non abbia dato i risultati sperati), la radioterapia può essere un’opzione da prendere in considerazione, in base a dimensione e localizzazione del prolattinoma.

Viene somministrata a basse dosi nell’arco di qualche settimana, oppure in un’unica seduta con una dose elevata.

Il tasso di successo è pari a circa il 30% dei pazienti trattati.

Fonti e bibliografia

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Domande e risposte
  1. Salve Dottore, da diversi mesi ho la prolattina alta. La ginecologa mi ha prescritto la risonanza magnetica alla sella turcica che farò lunedì. A giorni dovrebbe arrivarmi il ciclo, ma se fossi incinta potrei fare lo stesso la risonanza all’ipofisi? Grazie.

    1. Dr. Cracchiolo (Medico Chirurgo)

      Salve, è sconsilgiato fare RMN nel primo trimestre di gravidanza per cui occorre parlarne prima con il radiologo e la ginecologa sulla necessità di fare subito l’indagine. saluti

    2. Grazie mille

  2. Buonasera ho 45 anni sono stata operata ad un adenoma all’ipofisi, attualmente sono sotto cura ormonale per la tiroide e il surrene. Sono in amenorrea fa più di dodici mesi mi sono state consigliate due tipi di terapiai prendere un anticoncezionale o una terapia ormonale sostitutiva tipo il Livial. Lei cosa mi consiglia?grazie.

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Salve, non possiamo consigliare una terapia, i medici che gliel’hanno prescritta l’hanno visitata e hanno una valutazione del quadro clinico completa che noi non possiamo certo avere; le consiglio di riparlarne in modo più approfondito così da capire meglio gli scopi. Saluti.

  3. Buongiorno, vorrei un altro parere medico sul mio stato di salute.
    A fine settembre dopo aver fatto un risonanza e svariati esami mi hanno diagnosticato un adenoma ipofisiario dx di diametro 10×5 mm a contenuto iperintenso.
    Ho iniziato subito la cura con il Dostinex 1 compressa a settimana.
    È passato più di un mese dall’inizio della cura ed il ciclo non è ancora tornato, inoltre ultimamente ho forti mal di testa e dolori all’occhio sx.
    Cosa potrebbe essere? La cura non fa effetto?
    Grazie
    Confido in una Vs risposta

    1. Dr. Roberto Gindro

      Potrebbe non essere sufficiente la dose, segnali al medico il mal di testa.

  4. Probabilmente ho un prolattinoma, dovrò per forza operarmi?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Nella maggior parte dei casi una terapia farmacologica è sufficiente a gestire la presenza del prolattinoma.

  5. Per un esame del sangue della prolattina serve per forza la ricetta del medico?

    1. Dr. Roberto Gindro

      No, chiunque può richiedere qualsiasi esame, ma:
      1. Ovviamente a pagamento.
      2. Sarebbe opportuno procedere a esami di qualsiasi genere solo dietro indicazione medica, per evitare ansie immotivate, errori dovuti all’incapacità di contestualizzare il risultato, …

  6. Potrebbe una depressione essere spiegata dalla presenza di un prolattinoma? Operandolo potrei risolvere?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Alterazioni della prolattina potrebbero avere un certo peso, ma probabilmente non ne è la causa primaria; senza la pretesa di entrare in situazioni al di là delle mie competenze, in caso di prolattinoma potrebbe intervenire anche una risposta psicologica alla diagnosi magari inaspettata e spiazzante.