Piaghe e lesioni da decubito: sintomi, prevenzione e cura

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Introduzione

Le piaghe da decubito, chiamate più precisamente lesioni da pressione o ulcere da decubito, sono porzioni di pelle e tessuto che vengono danneggiate da una pressione protratta che impedisce il normale flusso sanguigno.

Possono manifestarsi in vari livelli di gravità, da semplici chiazze della pelle a piaghe aperte con esposizione di ossa e muscoli; sono state descritte come una delle complicazioni più costose e fisicamente debilitanti del 20° secolo, tanto che rappresentano la terza condizione in termini di costo dopo il cancro e le malattie cardiovascolari.

Si verificano soprattutto nei soggetti

  • costretti a letto (decubito indica infatti letteralmente la posizione assunta dal malato a letto),
  • che usano la sedia a rotelle,
  • non in grado di cambiare posizione.

Le piaghe da decubito possono svilupparsi velocemente, progrediscono altrettanto rapidamente e spesso non guariscono con facilità; le zone più colpite sono la pelle di:

  • natiche (sedere),
  • cosce,
  • talloni.

Senza una sufficiente irrorazione sanguigna il tessuto colpito muore, quindi il parere unanime della comunità medica è che la piaga vada prima di tutto prevenuta.

Rappresentazione grafica delle principali zone colpite dalle piaghe da decubito

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Storia

Le ulcere da pressione sono un disturbo conosciuto da secoli, le prime tracce sono state individuate addirittura in alcune mummie egizie risalenti a più di 5.000 anni fa dove venivano curate con il miele, ma in zone geografiche diverse e nel tempo sono stati numerosi e variegati i trattamenti tentati per risolvere il disturbo:

  • supporto nutrizionale,
  • applicazione topica di diverse sostanze (pane ammuffito, carne, estratti animali e vegetali, solfato di rame, ossido di zinco, allume),
  • debridement,

che in linea di principio non differiscono in modo sostanziale da quanto si fa oggi.

Un passaggio chiave nella prevenzione e nella terapia delle lesioni va fatto risalire al XIX secolo con la scoperta dei batteri da parte di Pasteur e con l’introduzione degli antibiotici nel secolo successivo, che hanno modificato in modo più profondo lo scenario e posto le basi per i moderni trattamenti.

Cause

Le piaghe da decubito sono causate da una pressione sostenuta esercitata su parti specifiche del corpo; questa pressione interrompe il flusso di sangue all’area di pelle interessata, sangue ricco di ossigeno e degli altri nutrienti necessari per mantenere il tessuto in salute.

Senza un flusso costante di sangue il tessuto si danneggia fino a morire.

L’assenza di flusso ematico comporta anche una riduzione della disponibilità di leucociti (globuli bianchi), le cellule del sangue che combattono le infezioni; è questa la ragione per cui, una volta sviluppata, la piaga può essere infettata da batteri.

I soggetti sani, capaci di una normale mobilità, non sviluppano piaghe da decubito perché il corpo compie inconsapevolmente centinaia di movimenti regolari che impediscono accumuli di pressione su aree specifiche. Per esempio, anche quando si crede di rimanere immobili durante il sonno, si cambia di posizione almeno 20 volte per notte, ma ci muoviamo impercettibilmente ed inconsciamente anche sulla sedia in ufficio, a scuola e mentre guidiamo. Tutti i giorni, senza accorgercene, compiamo centinaia di piccoli aggiustamenti posturali che ci aiutano a prevenire i problemi legati all’inattività.

Le piaghe da decubito possono essere causate da:

  • pressione causata da una superficie dura, come un letto o una sedia a rotelle,
  • pressione esercitata sulla pelle da movimenti involontari, come spasmi muscolari,
  • umidità, che può favorire la lacerazione dello strato esterno della pelle (epidermide).

Il tempo necessario per lo sviluppo di una piaga da decubito dipende da:

  • entità della pressione,
  • vulnerabilità della pelle di un soggetto.

Piaghe da decubito anche molto gravi possono purtroppo svilupparsi rapidamente, per esempio nei soggetti suscettibili una piaga da decubito a pieno spessore si sviluppa in appena una-due ore. In alcuni casi il danno risulterà però evidente solo qualche giorno dopo l’insorgenza della lesione.

Individuiamo infine tre tipi principali di pressione in grado di portare allo sviluppo di piaghe da decubito:

  • pressione protratta del corpo su una superficie più o meno rigida,
  • pressione che si verifica quando gli strati di pelle sono costretti a scorrere uno sull’altro o sugli strati più profondi di tessuto, per esempio quando si scivola o quando il paziente viene aiutato a uscire dal letto o dalla sedia a rotelle,
  • pressione causata dallo sfregamento della pelle contro un’altra superficie (attrito), ad esempio un materasso o gli indumenti.

Fattori di rischio

Sono numerosi i fattori che aumentano il rischio di sviluppare piaghe da decubito, ma tra i più rilevanti si annoverano:

  • problemi di mobilità, cioè qualunque limitazione al movimento di parte o di tutto il corpo,
  • carenze nutrizionali, perché la salute della pelle ha bisogno di nutrienti che richiedono l’adozione di una dieta adeguata,
  • condizioni patologiche sottostanti che interferiscono con il flusso sanguigno o  che rendono la pelle più suscettibile a piaghe e danni,
  • età maggiore di 70 anni,
  • incontinenza urinaria o fecale,
  • condizioni mentali gravemente deteriorate.

Problemi di mobilità

Gli elementi che più comunemente possono ridurre la mobilità sono:

  • lesioni del midollo spinale che causano la paralisi di alcuni o tutti gli arti,
  • danni cerebrali causati da eventi come ictus o traumi cranici gravi, tali da determinare paralisi,
  • condizioni che causano danni progressivi dei circuiti neurologici che servono a muovere parti del corpo, come il morbo di Alzheimer, la sclerosi multipla o il morbo di Parkinson,
  • dolori severi, tanto da rendere difficoltoso il movimento di parte o tutto il corpo,
  • fratture ossee,
  • convalescenza da interventi chirurgici,
  • stati di coma,
  • condizioni che ostacolano i movimenti di articolazioni e ossa, come l’artrite reumatoide.

Malnutrizione

La dieta può avere carenze nutrizionali per vari motivi:

  • anoressia nervosa, condizione mentale in cui un soggetto vuole patologicamente mantenere un basso peso corporeo,
  • disidratazione, quando cioè il corpo non ha abbastanza fluidi,
  • disfagia, ossia difficoltà nel deglutire il cibo,
  • degenza ospedaliera, quando si è malati o ricoverati in ospedale si tende a perdere peso,
  • paralisi (atrofia muscolare e deperimento sono comuni tra i pazienti paralizzati).

In tutti questi casi si perdono il tessuto adiposo e il tessuto muscolare che hanno anche una funzione protettiva per le ossa.

Condizioni di salute

Le condizioni di salute che possono rendere una persona più vulnerabile alle piaghe da decubito includono:

  • diabete tipo 1 e tipo 2; l’iperglicemia associata al diabete può alterare il flusso sanguigno,
  • arteriopatia periferica; le arterie delle gambe si restringono per l’accumulo di sostanze grasse,
  • insufficienza cardiaca; precedenti sofferenze cardiache ne riducono la capacità di pompare quantità adeguate di sangue nel corpo
  • insufficienza renale; il rene perde la maggior parte delle proprie funzionalità, con possibili accumuli nel sangue di tossine pericolose che possono causare danni tessutali,
  • broncopneumopatia cronica ostruttiva; si tratta di un gruppo di malattie polmonari che determinano bassi livelli di ossigeno nel sangue, che possono rendere la pelle più vulnerabile.

Invecchiamento della pelle

L’invecchiamento rende la pelle più vulnerabile alle piaghe da decubito per vari motivi:

  • con l’età, la pelle perde parte della propria elasticità, diventando più suscettibile ai danni di qualsiasi natura,
  • l’età determina una riduzione del flusso sanguigno alla pelle,
  • la quantità di grasso sotto la pelle tende a ridursi nel tempo.

Incontinenza

Con l’incontinenza sia urinaria (perdita del controllo della vescica) che fecale (perdita del controllo anale), alcune aree della pelle possono diventare umide e vulnerabili alle infezioni, condizioni predisponenti le piaghe da decubito.

Condizioni di salute mentale

I soggetti con gravi problemi mentali come la schizofrenia (malattia in cui il soggetto non riesce a distinguere tra realtà e immaginazione) o la depressione grave sono più a rischio di sviluppare piaghe da decubito per vari motivi. In particolare:

  • tendono ad alimentarsi in modo disordinato, con l’elevato rischio di sviluppare carenze nutrizionali,
  • soffrono spesso di altre malattie associate, come diabete o incontinenza,
  • possono trascurare la propria igiene personale, aumentando la suscettibilità della pelle a traumi e infezioni.

Altri fattori

Possono infine rappresentare un ulteriore fattore di rischio:

  • Soggiorno in una casa di riposo. In generale, l’incidenza delle piaghe da decubito è maggiore tra le persone residenti nelle case di riposo, rispetto ai ricoverati in ospedale o alle persone curate a domicilio.
  • Problemi nella percezione del dolore. Se non si è in grado di avvertire il dolore non si riesce a percepire quando si è scomodi e si deve cambiare posizione o quando si sta formando una piaga (come tipicamente accadei ai pazienti diabetici, a causa della neuropatia che si sviluppa).
  • Fumo. I fumatori tendono a soffrire di piaghe più gravi e guariscono più lentamente, soprattutto perché la nicotina danneggia la circolazione e diminuisce la quantità di ossigeno presente nel sangue.

Sintomi

Le parti del corpo più a rischio di piaghe da decubito sono quelle non protette dal grasso corporeo e in contatto diretto con una superficie di sostegno, come il letto o la carrozzina. Per esempio, se un soggetto è immobilizzato a letto, potrebbero svilupparsi piaghe da decubito a livello di:

  • spalle o scapole,
  • gomiti,
  • nuca,
  • bordo delle orecchie,
  • ginocchia, caviglie o dita dei piedi,
  • colonna vertebrale,
  • coccige (l’ossicino alla fine della colonna).

Se costretti in carrozzina, il rischio riguarda:

  • glutei,
  • braccia,
  • gambe,
  • anca.

I medici utilizzano diversi sistemi di gradazione per classificare la gravità delle piaghe, ma il più comune è quello sviluppato dall’EPUAP (European Pressure Ulcer Advisory Panel, la commissione europea per le piaghe da decubito). Maggiore la categoria, più grave è il danno a carico della pelle e dei tessuti sottostanti.

  1. Categoria I: Raggruppa le piaghe più superficiali. L’area di pelle colpita appare chiazzata; nei soggetti caucasici, la pelle è arrossata, mentre è porpora o blu nelle persone di colore. Le piaghe di categoria I non diventano bianche alla pressione. La pelle rimane integra, ma può essere dolente o pruriginosa. Può anche risultare calda e spugnosa o dura.
  2. Categoria II: Parte della superficie esterna della pelle (l’epidermide) o dello strato più profondo (il derma) è danneggiata, con conseguente perdita di pelle. La piaga ha l’aspetto di una ferita aperta o di una vescica.
  3. Categoria III: Nelle piaghe di categoria III, la perdita di pelle è a pieno spessore. È danneggiato anche il tessuto sottostante, mentre rimangono integri muscolo e osso. La piaga ha l’aspetto di una ferita profonda, simile a una cavità.
  4. Categoria IV: Questa è la categoria che raggruppa le piaghe da decubito più gravi. La pelle è gravemente lesionata, e il tessuto intorno inizia a morire (necrosi tessutale). Anche i muscoli e le ossa possono essere colpiti. Un soggetto con una piaga di categoria IV è ad alto rischio di infezioni potenzialmente mortali.

Quando chiamare il medico

Chiamate immediatamente il medico se notate ulcere o ferite aperte.

Portate il paziente in Pronto Soccorso se presenta sintomi di infezione come:

  • febbre,
  • suppurazione dalla ferita (comparsa di pus),
  • cattivo odore proveniente dalla lesione,
  • aumento della temperatura e del rossore nella pelle circostante.

Pericoli

Anche con le migliori cure possibili, le piaghe di categoria III e IV possono dar luogo a complicanze che possono occasionalmente anche rivelarsi mortali.

  • Cellulite: L’infezione può diffondersi dal sito della piaga a uno strato di pelle più profondo. Questo tipo di infezione è noto come cellulite (che non ha nulla a che vedere con l’inestetismo cutaneo). Causa dolore e arrossamento, nonché gonfiore. È necessario un trattamento a base di antibiotici. Se non trattata, l’infezione rischia di diffondersi al sangue (vedere oltre), all’osso o alle articolazioni sottostanti.
  • Contaminazione del sangue: Se un soggetto con un sistema immunitario depresso ha una piaga da decubito che si infetta, corre il rischio che l’infezione si propaghi al sangue e ad altri organi. Si parla in questi casi di setticemia o sepsi.
  • Infezione di ossa e articolazione: Dalla piaga da decubito, l’infezione può anche passare alle articolazioni sottostanti (artrite settica) e alle ossa (osteomielite).
  • Fascite necrotizzante: La fascite necrotizzante, o “batteri mangia-carne”, è una grave infezione della pelle che causa una rapida morte tessutale. Può succedere quando una piaga da decubito si infetta con un tipo particolare di batteri, come gli streptococchi gruppo A.
  • Gangrena gassosa: Si tratta di un’infezione rara ma grave, che complica una piaga da decubito infettata da un batterio particolare, il Clostridium. Questo batterio prolifera in ambienti in cui l’ossigeno manca o scarseggia. Produce un gas e rilascia una tossina pericolosa. I sintomi della gangrena gassosa sono un dolore molto intenso e un rapido gonfiore della pelle.

Diagnosi

Le piaghe da decubito sono facilmente riconoscibili già dai primi stadi, ma il medico probabilmente vi prescriverà degli esami del sangue per controllare lo stato di salute generale. A seconda delle circostanze, potreste dover effettuare altri esami.

Se avete una lesione che non guarisce, nemmeno con una terapia intensiva, oppure se soffrite di piaghe da decubito croniche, il medico potrebbe decidere di prelevare un minuscolo campione di tessuto cutaneo che verrà sottoposto a coltura per individuare eventuali batteri o funghi; inoltre potranno essere evidenziati i sintomi del tumore, eventualità purtroppo possibile nei pazienti affetti da lesioni alla pelle che non guariscono.

Cura e terapia

La terapia delle piaghe da decubito è piuttosto impegnativa, le lesioni aperte faticano a guarire e, poiché la pelle e gli altri tessuti sono già stati danneggiati o distrutti, la guarigione non è mai perfetta.

Affrontare i molteplici aspetti della cura delle piaghe da decubito, compresi quelli emotivi, richiede un approccio multidisciplinare. Probabilmente sarete affidati agli infermieri e al vostro medico di famiglia, e magari anche a un assistente sociale e a un fisioterapista. Se il problema è rappresentato dall’incontinenza, vi sarà utile consultare un urologo o un gastroenterologo. Se dovesse rivelarsi necessario l’intervento chirurgico, potrebbero essere coinvolti anche il neurochirurgo, il chirurgo ortopedico e il chirurgo plastico.

Il trattamento delle piaghe da decubito varia secondo la categoria della lesione. Può comportare il cambiamento periodico della posizione, l’adozione di materassi speciali e medicazioni per alleviare la pressione o proteggere la pelle. In alcuni casi, può essere necessario l’intervento chirurgico.

Terapia conservativa

Anche se impiega qualche tempo, la maggior parte delle piaghe al primo e al secondo stadio guarisce entro alcune settimane, adottando opportune misure conservative. Al contrario, per le piaghe al terzo o al quarto stadio, per le quali è più improbabile la guarigione spontanea, può rivelarsi necessario l’intervento chirurgico.

Modifica della posizione

È importante evitare di applicare pressione sulle aree vulnerabili alle piaghe da decubito o nei punti già colpiti. Muoversi e cambiare regolarmente posizione aiuta a prevenire lo sviluppo delle piaghe e allevia la pressione su quelle già formate.

Una volta stabilito il livello di rischio del paziente, il team di cura stabilisce un programma di riposizionamento, che prescrive la frequenza dei cambiamenti di posizione. In alcuni soggetti può essere necessario uno spostamento anche ogni 15 minuti. In altri, può bastare un cambiamento di posizione ogni due ore.

La valutazione del rischio analizza anche il modo più efficace di evitare per quanto possibile una qualunque pressione su aree di pelle vulnerabili.

Possono anche essere forniti istruzioni e suggerimenti su:

  • come stare correttamente sdraiati e seduti,
  • come regolare le proprie posizioni da seduti e da sdraiati,
  • quanto spesso spostarsi o farsi spostare,
  • come sostenere al meglio i piedi,
  • come mantenere una postura corretta,
  • quali dispositivi speciali utilizzare e come.

Materassi e cuscini

Esiste un’intera gamma di materassi e cuscini speciali che possono alleviare la pressione sulle parti vulnerabili del corpo. I modelli adeguati alle proprie condizioni vanno individuati con l’aiuto del personale sanitario.

Medicazioni

Esistono medicazioni e bende specifiche utilizzabili per proteggere le piaghe da decubito e velocizzarne il processo di guarigione. Esempi di questo tipo di medicazione:

  • medicazioni idrocolloidali: contengono uno speciale gel che stimola la crescita di nuove cellule cutanee nella piaga, pur mantenendo l’area di pelle circostante sana asciutta,
  • alginati: sono medicazioni derivate dalle alghe marine che contengono sodio e calcio, elementi noti per velocizzare il processo di guarigione.

Creme e unguenti

Preparazioni topiche, come creme e unguenti, che possono essere impiegate per favorire la guarigione e impedire ulteriori danni tessutali

Antibiotici

Di base, non vengono prescritti antibiotici per le piaghe da decubito. Vengono somministrati solo per trattare le piaghe infette e prevenire la diffusione dell’infezione.
Le creme antisettiche possono essere applicate direttamente sulle piaghe per eliminare eventuali batteri.

Debridement o sbrigliamento

In alcuni casi, diventa necessario rimuovere il tessuto morto dalla piaga per stimolare il processo di guarigione. Questa procedura è nota come debridement o sbrigliamento.
Se la quantità di tessuto morto è piccola, può essere sufficiente l’utilizzo di medicazioni e paste speciali. Quantità maggiori necessiteranno di mezzi meccanici.

Terapia larvale

Questa terapia è un’alternativa biologica (utilizza larve di mosca) allo sbrigliamento meccanico. Le larve sono ideali perché si nutrono di tessuti morti e infetti senza intaccare il tessuto sano. Aiutano anche a combattere l’infezione rilasciando sostanze battericide e stimolando il processo di guarigione

Intervento chirurgico

Persino con tutte le attenzioni mediche, non sempre una piaga da decubito di categoria III o IV riesce a guarire. In tali casi può essere necessario intervenire chirurgicamente per chiudere la ferita e prevenire ulteriori danni tessutali.

Gli scopi della chirurgia sono:

  • migliorare l’igiene e l’aspetto della lesione,
  • prevenire o curare l’infezione,
  • diminuire la suppurazione della lesione,
  • diminuire il rischio di sviluppare un tumore.

Il trattamento chirurgico consiste nella pulizia della ferita, che viene quindi chiusa accostandone i margini (chiusura diretta) o innestando un lembo di tessuto prelevato da un’area corporea vicina (ricostruzione flap).

La chirurgia delle piaghe può essere complessa, specialmente perché in genere impiegata in soggetti con condizioni di salute complessiva già deteriorate.

Prevenzione

Come parte del piano di trattamento, verranno analizzate le misure più adeguate per la prevenzione delle piaghe. Queste dipendono da fattori individuali, ma le prescrizioni elencate di seguito sono tipicamente valide in generale.

Modifica della posizione

Cambiare posizione regolarmente e frequentemente è uno dei modi più efficaci per evitare le piaghe da decubito. Se la piaga si è già formata il movimento regolare aiuterà a evitare ulteriori pressioni sull’area interessata, favorendone al contempo le possibilità di guarigione.

Come regola generale, chi è costretto in sedia a rotella dovrà cambiare posizione almeno ogni 15 – 30 minuti. I pazienti allettati dovranno farlo almeno ogni due ore.

In presenza di una piaga già formata, è importante ridurre al minimo o evitare ulteriori pressioni per assicurare le massime probabilità di guarigione.

In caso di soggetti impossibilitati a muoversi, sarà necessaria l’assistenza di personale o dei famigliari.

Alimentazione

Una dieta sana e bilanciata, con sufficienti proteine e una giusta varietà di vitamine e minerali, può aiutare a evitare danni alla pelle e velocizzare la guarigione. Può essere necessario il ricorso a un dietologo per la prescrizione di una dieta corretta.

Controllo della pelle

Se esistono fattori di rischio per piaghe da decubito, è importante il controllo della pelle su base giornaliera, per intercettare un qualunque segno d’insorgenza, come aree di pelle arrossate. Ciò è particolarmente importante se esiste una malattia sottostante, come un danno neurologico o il diabete, che possa attutire la percezione del dolore in determinate aree del corpo.

Cessazione del fumo

Smettere di fumare, in un soggetto con tabagismo, è uno dei modi più efficaci per evitare le piaghe da decubito. Il fumo riduce i livelli di ossigenazione del sangue e indebolisce il sistema immunitario, aumentando il rischio di sviluppare piaghe da decubito.

Fonti e bibliografia

Domande e risposte
Cosa sono le piaghe da decubito?
Le ulcere da decubito sono aree localizzate di danno a pelle e tessuti sottostanti che si sviluppano a causa della pressione esercitata su una prominenza ossea; l'esempio tipico è rappresentato dal paziente a letto che, se per qualsiasi ragione è impossibilitato al movimento, sviluppa piaghe a causa della continua pressione esercitata dal peso del corpo sui punti di contatto con il letto (o con la carrozzina).
Dopo quanto tempo si formano le piaghe da decubito?
Possono comparire già entro un'ora o poco più (fonte).

Come regola generale, chi è costretto in sedia a rotella dovrà cambiare posizione almeno ogni 15 - 30 minuti. I pazienti allettati dovranno farlo almeno ogni due ore.
Come curare le piaghe da decubito?
Gli approcci terapeutici possibili sono vari e spesso applicati in combinazione, ma è bene premettere che:
  • risulta assolutamente prioritario fare il possibile per prevenirne la comparsa
  • trattandosi di una condizione che può evolvere verso complicazioni anche gravi (oltre a richiedere un utilizzo ingente di risorse umane, economiche e di tempo), è indispensabile rivolgersi a personale specializzato fin dai primi sintomi.

Le opzioni terapeutiche principali sono:
  • eliminazione della pressione esercitata sull'area colpita
  • preservare l'integrità della pelle
  • favorire i normali meccanismi di riparazione dell'organismo
  • rimuovere il tessuto necrotico
  • fornire al paziende un adeguato supporto dal punto di vista del dolore
  • ridurre la carica batterica potenziale.
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Domande e risposte
  1. Salve dottore, mio zio a seguito di un lungo ricovero in ospedale si è ritrovato una piaga da decubito al tallone in stadio abbastanza avanzato. E’ anziano e ha il diabete, quindi il processo di guarigione si è da subito presentato difficoltoso. Ora è da un anno che la ferita viene quotidianamente pulita e medicata e in effetti ci sono grossi miglioramenti, malgrado i bordi non si siano ancora riuniti. Volevo chiederle se secondo lei è normale che i tempi siano così lunghi, dal momento che in giro per internet non trovo niente a riguardo (o perlomeno ho letto che sono lunghi, ma non so di preciso quanto possano esserlo!) Ho sempre il timore che si stia sbagliando terapia. La ringrazio anticipatamente

    1. Dr. Roberto Gindro

      Purtroppo possono servire anni per risolvere in questi casi.

  2. Fra qualche giorno dovrò operarmi e mi hanno previsto un paio di giorni di riposo assoluto a letto, dice che rischio lo sviluppo di piaghe da decubito?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Sarebbe interessante conoscere età e tipo di intervento, ma per due giorni è decisamente improbabile.

  3. Ho la nonna allettata da mesi e purtroppo nelle ultime settimane si è riempita di piaghe da decubito; il suo curante ha suggerito Katoxin spray ed Eosina, ma purtroppo dopo 7 giorni ancora nessun miglioramento.

    Cosa posso fare? Grazie mille.

    1. Dr. Roberto Gindro

      Purtroppo si tratta di una problematica estremamente complessa, che oltre una certa soglia richiede di essere trattata da personale specializzato; quanto prescritto è un ottimo approccio, ma da come descrive la situazione sembra che non sia più sufficiente.